Critica Sociale - Anno XIX - n. 18 - 16 settembre 1909

CRITICA SOCillE 279 rezione è enormemente incoraggiato. Ma i sindaca– Jisti non si avvedono che il loro teoricisrno, lungi dall'uscire dalla realtà dei fatti, sboccia da una tra• dizione sentimentale che Ii avvolge d'ogni lato, ma di cui sono tramontati gli elementi obiettivi che l'ebbero costituita; ed è, senza volere, esso stesso un figlio del passato. La Conferenza internazionale operaia di Parigi ha reso più tangibile l' isolamento, del sindacalismo francese. I due metodi sindacali si sono scontrati in condi– zioni veramente impari, poichè i delegati francesi della Confederazione generale del lavoro si sono trovati spesso, e quasi sempre soli, contro tutto il rirnanente della Conferenza, nella quale ha trionfato completamente il più genuino pensiero del partito socialista. Ci basta ricordare due punti ùell'importante di– battito. Si discuteva dei provvedimenti da. prendere rela– tivamente alle disposizioni liberticide e crumiristiche del Governo prussiano contro gli operai stranieri, che anche in Italia determi11arono una vibrata in– terpellanza dell'on. 'l 'ora.ti , ricordata alla Conferenza dal Rigola, e dieùero occasione al Governo di fare alcune promesse e dichiarazioni di qualche valore. Tutti erano d'accordo sulla opportunità di interes– sare e sospingere alla battaglia, per il tramite del– l'Ufficio interparlamentare socialista, i Gruppi parla– mentari socialisti dei vari paesi; quand'ecco levarsi i sindacalisti francesi ad accentuare ancora una volta le divergenze che lì separano dal resto dell'Interna– zionale. Jouhaux, uno dei segretari della Confederazione del lavoro, imprese a dire: "Noi siamo d'accordo sulla nec~ssità di agire .. Ma non siamo più d'accordo intorno ai mezzi. Noi abbiamo, in F1·ancia 1 un'altra concezione. Noi non vogliamo intenderci coi parla– mentari. Preferiamo fare una pressione esterna sul Parlamento ,,. Per la quasi totalità del Congresso risponde Hueber, delegato austriaco: "Se i francesi, soli nel mondo sindacale, sono ancora rimasti a un punto di vista oggi superato, mi duole per essi; ma ciò non potrebbe modificare il punto di vista nostro, che è unanime "' Senonchè l'altro segretario della Confederazione del lavoro francese, Yvetot, replica: " Non con l'azione parlamentare, ma con la sola azione diretta noi intendiamo agìre "' Lo scontro fu piii decisivo su un altro punto. I sindacalisti francesi avrebbero voluto che si fossero organizzati dei Congressi internazionali delle rap– presentanze economiche del proletariato. Come è noto, la Conferenza riunita a Parigi non compren– deva che i segretari generalj, e cioè i fum~ionari 1 delle organizzazioni stesse. Si voleva invece che tutto il proletariato· inviasse i suoi delegati diretta– mente nominati e con mandati rispecchianti via via la volontà delle masse. La proposta avrebbe potuto provocare contro di sè solo obiezioni di ordine tee• nico e storico, se i suoi presentatori non fossero stati mossi da preconcetti e fini politici. Si oppose infatti la constatata difficoltà, anzi l'impossibilità di tenere dei Congressi generali internazionali operai, rioultante dalla differenza delle organizzazioni e dagli ambienti diversi, che renderebbero ineseguibili le deliberazioni che vi fossero votate. Per organiz– zare dei Congressi sindacali internazionali 1 si ag– giunse, occorrerebbero dei Gruppi che avessero unità e coesione. « Da questo punto di vista - squillò l'ironia tagliente di un congressista - l'organizza– zione francese arriva buona ultima. Ma il giorno in cui i francesi avranno consolidato la loro organiz– zazione, si potrà esaminare e discutere questa pro– posta,,. Più forte e decisa fu invece l'opposizione della Conferenza alla proposta sindacalista, in quanto questa mirava. a dare lo sgambetto e a metter fuori di combattimento il partito socialista e i suoi Con• gressi internazionali. E ancora Hueber, a nome dei delegati dell'l'nghil– terra, della Norvegia, della Danimarca, de!PO!anda, del Belgio, dell'Austria, dell'Ungheria, della Croazia, dell'Italia e della Spagna, dichiarava che il proleta– riato deve camminare in due direzioni, sindacale e politica. "Noi non possiamo obbligare il proletariato a zoppicare nella sua marcia in avanti ,,. ]~ Legicn ribadiva: " Quel che noi dobbiamo fare è discutere delle questioni di organizzazione interna,,-ionale. Noi non vogliamo soltanto trattare delle questioni gene– rali, per le quali noi abbiamo i Congressi sociali~ti internazionali, nei quali si discutono i problemi della vita economica e politica. Se i sindacalisti francesi non vi prendono parte, che cosa possiamo noi farci? " L'importanza del ,•oto della Conferenza 'Jperaia ispirata a ques'ti concetti non può sfuggire ad alcuno. Sono i rappresentanti delle più numerose e potenti organizzazJoni proletarie del mondo che riconoscono e rivendicano, in contraddittorio coi residui del sin– dacalismo europeo, la funzione e la missione speci– fica del partito socialista nel movimento operaio. li fatto meritasa bene di essere rilevato, insieme con la solenne e formidabile manifestazione dei rappresen– tanti operai dei paesi più belligeri contro la guerra e a favore della causa della vace internazionale, che ha disperso gli equivoci, i quali, dopo il Congresso di Stoccarda, avc\'ano nutrito tante compiacenze bor– ghe:-ii, specialmente in Francia e in Germania, GIOVANNI MERLONI. LEORGANIZZAZIONI DEGLIMPIEGATI e i partiti politici L'avv. Luigi Perona, designato a riferire, nel Con– gresso Razionale degli impiegati che si terrà a Roma intorno alla fine di novembre, sul tema dei retpporti fra le organizzazioni d'impiegati e i partiti politici, ci manda un sunto della Relazione che egli - con lodevole ed imitabile solerzia - ha già finito di al– lestire. E noi i ringraziandolo, la pubblichiamo volontieri i anche per iniziare così la discussione preliminare dei temi di un Congresso, che, nel presente momento di stagnazione politica e venendo, a Parlamento ria– perto, come a riaffermare e integrare le indicazioni di altri numerosi Congressi di categoria - impor– tantissimo fra essi quello degli insegnanti medi e quello magistrale, indetti a Firenze ed a Venezia, nei medesimi giorni, tra il 25 e il 28 di questo mese - dovrebbe avere, se gU interessati sapranno dar– gliela, una significazione politica di primissimo or– dine. Aggiungiamo che al concetto fondamentale della relazione Perona aderiamo senza restrizione. Quand'anche si possa fare qualche riserva, sia sul pessimismo forse eccessivo di talune premesse, sia sull)ottimismo un po' audace della fra:se conclu:,:.iva, per cui " i funzionari creeranno i partiti ,,, certo è che non mai come ora fu evidente la necessità 1 per il movimento degli impiegati - se esso vuol essere qualchecosa e non limitarsi a un'esposizione di desi– derata perennemente trascurati ed irrisi - di assu– mere una viva ed effettiva orientazione politica, e non soltanto negli ordini del giorno dei Congressi, ma nella aziono quotidiana, come finora quasi esclu– sivamente mostrò di voler fare la Federazione po– stelegrafica, che però rimase isolata; come del pari ne par certo che i partiti di democrazia, per acqui– stare la vitalità di cui difettano, debbono oggirnai

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