Critica Sociale - Anno XIX - n. 18 - 16 settembre 1909

280 CRITICASOCIALE penetrarsi sempre più di veri e consapevoli interessi di classe. ~'lovimento sindacale e partiti politici certamente possono e debbono rimanere distinti: ma senza una reciproca mutua11ione di forze, i partiti si riducono a vane ideologie, e i Sindacati a non meno sterili fabbriche di inascoltate proteste e di inconcludenti memoriali. Sono passati cinque anni dai due primi Congressi della grande famiglia dei pubblici funzionarì 1 alla quale si uniscono anche falangi di impiegati privati; e, soltanto fra qualche mese, sospinti da mille avvenimenti, i gruppi organizzati si troveranno di nuovo a solenne Convegno, mentre la storia ò passata, incidendo il proprio cam– mino nei fatti e nel tempo. Fatti gloriosi? 'tempo di conquiste rapide, di ascese sublimi? No. La democrazia italiana aveva riportato splendide vit– torie: do1,o la reazione del '98, dopo i tentativi liberti– cidi di Pelloux 1 e gli orrori grossolani dei partiti della conservazione, l'unione delle forze popolari aveva trion– fato, o si era trovata ad aver prigioniero nelle sne mani un Governo. Ma 1 se il paese Bi era scosso, 98 la democrazia aveva saputo vincere per riaffermare la conquista intangibile delle liberfa politiche e delle garanzie formali di reg– gimento costituzionale; dinanzi al còmpito assiduo e faticoso di rinnovamento amministrativo, economico, or• ganico clella vita sociale nostra, la democrazia dimostrò tutta la sua impreparazione, rispecchiante l'ineducazione politica, la miseria sociale del paese. E coBi, mercè i non pochi errori dei partiti nuovi, il vecchio parlamen– tarismo trasformista e scettico, affarista ed inarte, vol– terriano e clericale, prese il sopravvento assoluto, trovò il suo uomo 1 anzi il suo aimbolo, il suo feticcio, e dal 1904.passò, per la v&rgogna d'Italia, di vit_toria in vittoria. In questo tempo una grande benemerenza acquista– rono le organizzazioni d'impiegati di fronte al paese : furon valido baluardo contro l'invadenza reazionaria, clericale, trasformista. Ma nulla si è effettuato - nem– n)eno parzialmente - del programma di Milano e di Nap'o\i. Io ricordo: l'on. Sacchi ed il prof. Pietro Cogliolo pronunciarono in :Milano, nel 1903,due poderosi discorsi a proposito di una certa legge di stato giuridico: si chiedevano garanzie di legge contro gli arbitri e lo in– vadenze del potere politico; si capovolgeva il concetto di disciplina, definendola come un'euritmica coordina– z-iooe cli funzioni sociali, a cui vengono adibiti liberi e responsabili cittadini, e non più coma un incubo di autorità gerarchica, a cui corrisponde un senso di ob– bedienza paBsiva; si parlava della u concezione dello Stato come cli una grande funzione sociale, in cui l'im– piegato deve cessare di essere strumento di un re, o di una oligarchia, o di una persona, per diventare invece libero rappre!lentante di una pubblica funzione! 11 Si elesse allora un grande Comitato di giuristi e di com– petenti per la compilazione di un eontrodisegno - poichè vi era un disegno governativn - aullo stato degli impiegati: ma Giovanni Oiolitti nel 1908 rompeva ogni indugio, s 1 inflschiava dl ogni parere di giuristi e di competentl e ci regalava quel suo regolamento di po– lizia, di cui Pelloux si sarebbe vergognato, e di cui tutti banno conoscenza, non eacluso l'amico Campanozzl. Così gli impiegati effettuavano una prima conquista: la Jegge di stato giuridico! Un altro ricordo: nel 1903, l'amico Giovanni Piazzi, a Milano, pronunciava un maraviglioso discorso sulla po– litica delle classi medie, discorso che veniva integrato dall'altra sua Relazione, 9vo!ta al Congresso di Napoli, sulFazione politica della Confederazione nazionale degli impiegati. Ebbene: prima di tracciare queste note, io ho voluto rileggere quei discorsi, e mi sono facilmente convinto di questa verità: elle nel prossimo Congresso si potrebbe lJenissimo sopprimere la Relazione politica 1 e pregare Pamico Piazzi di rileggerci i suoi svolgimenti, che tracciavano un superbo programma. di riforme da perseguire! Infatti quel programma, dopo cinque anni, è più che mai attuale ! Dal miglioramento dello condizioni economiche degli impiegati ad una riforma generalo delle pubbliche am– miniatrazioni; dnlla redenzione economica del paese, e specialmente del Mezzogiorno - preauppoato logico e necessario della sua redenzione morale e politica - al– l'estensione massima dell'istruzione elementare e pro– fessionale; dalla riforma tributaria a quella elettorale; dalla nazionalizzazione dello forze idrauliche (ohe di– venne poi un caposaldo del programma dell'on. Nitti) all'aasunzione da parte dello Stato del servizio dello Assicurazioni; dalla legislazione sociale al problema milita.rei tutta una politica di lavoro e di rinnovamento era magistralmente enunciata, e, per instaurarla, si in– dicava la via: l'unione di tutte le forze sane e lavora– trici del paese 1 il rifacimento di una coscienza per le claBsi medie della borghesia, inorganiche e divise, as– servite al monopolio capitalistico o al grande movimento del lavoro manuale, e però inconsapevoli della propria forza d'impulso e di direzione, e della propfia impor– tanza storica e dinamica, come formidabile fattore so– ciale di equilibrio, di rinnovamento, di trasformazione evolutiva! E si dimostrava l'identità degli interessi politici, esi– stenti fra qu0$te classi medie e la numerosa classe del proletariato operaio, identità. coincidente nelle riformo democratiche di carattere generale! Ed, affermato come la nostra azione potesse essere, per il momento, di quasi escl11sivocarattere parlamen– tare, Bi indicava la necessità cbo - mercè l'adesione delle classi interessate ai partiti ed ai programmi di riforme radicali - ti i programmi di opposizioue diven• tassero programmi di Governo 11 ! Cosl, anche in virtù delle nostre forze organiizate, si creerà quel grande partito di rHorme 1 da molte autore• voli pitie auspicato 1 che conquisterà i pubblici poteri per l'adempimento del suo còmpito ponderoso. Bel sogno, non è vero? Ma esiste oggi un fatto nuovo, che noi dobbiamo con– siderare, ò precisamente che sono passati cinque anni, senza che nulla si aia ottenuto. Non garanzie giuridiche per gli impiegati, all'infuori del già. ricordato regolamento carcerario di Giolitti. Miglioramenti economici ? Qualche elemosina concessa a spizzico, e col domi– nante criterio di favorire le categorie già privilegiate dell'alta burocrazia e delle amministrazioni centrali e di elargire aumenti irrisorii alle macilenti categorie dei più modesti impiegati: la famosa legge del 1908 1 quella dei 7 milioni di aumenti, così detta di perequazione, ha lasciato sussistere le più stridenti, le più ingiuste spe– requazionl per molte categorie di impiegati subalterni, ctuttora colpi-ti da stipendt di fame e di... auicidio ! Riforme dei pubblici aervizi e delle amministrazioni Y

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