Critica Sociale - XIX - n. 14-15 - 16 lug.-1 ago. 1909

222 CRITICA SOCIALF. Yolo da guadagnare, provenienti da chi non ahbia argoment.i migliori .... Ohe se hanno da esservi, sieno pur tutti per il !lOttoscritto, come suscitatore dello scandalo e impe– nitente nel " tradimento ,,. 'l'rii:sl<', luglio 1909. Do•r·r. AN(lF.1.0 VtYAN'l'E. lE Pl[COl[ Mft6ft6HE on MOHDD HUHOrnATl[O ( l'olem.ica, ·in f"mniylia., in 1n·epcu•a,zione del Con– y1·esso nazionale degli Im11ieyati) L'amico Clumtecler, eon l'acume e lo spirito cho gli son propri e con la competenza cho gli deriva, nono– stante la giovane et1\ dal quotidiano esercizio delle elevate funzioni che tiene in uno dei più importanti :Ministeri del beato italo regno, ha messo in luce sulla Ct·itica tutti i mezzucci, i ripieghi, lo turlupinature, a cui ricorro la burocrazia per affermar~ il suo bisogno di vivere e di moltiplicare. 11 lungo e lento giro dello pratiche dal più alto gra– dino della gerarchia al pilt basso, e dal più basso, di rimando, al pili alto; la cronistoria, in ogni lottern, di tutti i precedenti, per quanto noti ed arcinoti al desti– natario; il gonfiamento artificiale del protocollo, per far apparire sempre più grande la mole degli affari (so di un capo-servizio eho dette l'ordine all'archivista di sal– tare a piè pari mille numeri di protocollo), sono stati descritti con molta vet·ve da Chanteclet·; il quale 1 volendo, avrebbe potuto seguitare, narrando come la pil'1 insigni– ficante delle pratiche, dopo lo sballottamento nell'llmbito d'ogni ufficio, sia destinata a un complicato andirivieni per il passaggio da un Ufficio all'altro; e come, allorchè occorre anche un semplice sì o un semplice 110 da un altro Ufficio sopra un provvedimento, sia riputata ere– tica ogni intesa verbale e si renda indispensabile inta– volare una vera e propria corrispondenza, anche se l'altro Ufficio si trovi sotto lo stesso tetto, anzi allo stesso piano e magari 11el medesimo corridoio; corrispondeuza, natu– ralmente, che deve faro la sua trafila dal Segretario, al Caposezione, dal Caposezione al Capodivisione, da questo al Direttore generale, e poi ritornare in giù, e andare all'archivio, al protocollo, e alla spedizione, per avere tutti i sacramenti, e venir finalmente sigillata in una busta che, col bollo e ogni cosa, partirà pel suo destino, salvo ad impiegare un paio di giorni (e non esagero) per arriva due stanze più in là o un ramo di scale più su. E tutto questo, che - non par possibile! - avviene nel secolo del telegrafo e del telefono cou fili o senza flli 1 arriva al paradossale quando i due Uffici in corri– spondenza si trovano alla distanza di qualche chilometro. Cito, lasciando i nomi, un caso che è passato sotto i miei occhi. Un Jngcgnere-Ca.po del Genio civile informa di grande urgenza il Prefetto che una frana minaccia l'abitato di X. Il Prefetto telegrarn nl Ministero dell'In– terno. IL Ministero dell'Interno prega quello dei Lavori pubblici di provvedere. Il :Ministero dei La,•ori pubblici invita l'Ingegnere-Capo del Genio civile acl esprimere Il suo parere sulla gravità del pericolo. L'Jngegnere-CaJJO si limita a trasmettere copia del rapporto, che aveva già. diretto alla Prefettura. E il :Ministero dei lavori pubblici, a totale esaurimento del suo còmpito, non fa che eomu– nicaro al Ministero dell'Interno il rapporto che l'Ingegnere Capo aveva inviato alla Prefettura, di cui la Prefettura aveva dato notizia al :Ministero delPlnterno, pol quale il Ministero dell'Interno aveva sollecitato l'intervento di quello del Lavori pubblici. Conclusione? Se intanto la frana non è caduta e non ha seppellito il paese, il merito è tutto suo, non corto della burocrazia, cho le avrebbe concesso tutto il tempo necessario. Sono queste le piccolo magagne quotidiane ohe fanno della pubblica amministrazione una macchina pesante, arrugginita, e che nondimeno - dice bene Chantecler - se la burocrazia volesse, potrebbero essere eliminate subito, da un giorno all'altro, senza spendere un quat– trino e senza toccare una legge. Ma in quel 11 -se la bu– rocrazia volesse,, sta tutta la difficoltà del problema. Chanlècle1· se la prende con la g;·ussabomietteria, che accusa di spirito gretto e misoneistico, e si mostra con– vinto che, se non fossero i capoccioni, le cose andrebbero molto meglio. 111 veritì1, non mi sarei aspettato da Chantecler, che ò quasi un gros-bom1et e che in ogni modo sa veder le cose con occhi propri, la ripetizione di un vecchio e logorato luogo comune, che vuol fare dell'alta. gerar.!hia burocratica un 1 accolta di Oronzi Marginati e vuol ren– derla unica e sola responsabile della nostra mala am– ministrazione. Jl mio amico conosce benissimo degli alti funzionart, giovani d'anni e di idee, che non sfigurereb– bero a capo di qualsiasi importante azienda privata, e che, nondimeno, nella pubblica nzienda, anzichè infran– gere i vecchi sistemi, ne usano e ne abusano pili degli altri. La questione è che tali sistemi, dai più semplici ai più complessi, costituiscono tutti una ferrea concatena– zione tra loro, in modo che non è possjbile nessuna ri– forma, per quanto limitata, senza affrontare le riforme fondamentali. Prendiamo, per esempio, la piccola magagna delle corrispondenze lunghe e complicate con la cronistoria di tutti i precedenti. C 1 è niente di più facile, in appa– renza, ·che improvvisarsi ri(ormatore a questo riguardo e ridurre lo pesanti note burocratiche a spicce e sem– plici lettere, come le scrivono i comuni mortali? A. sen– tire Chantecler 1 basterebbe un po' d'iniziativa e d'energia, da parte dei giovani funzionari, per muovero questo primo passo sulla via della salvazione. Eppure la cosa non è cosi agevole come sembra ti prima vista. Le note diluite e tronfie, con la ripetizioue ab ovo di tutto quello che è stato ratto e detto e sug– gerito sull'argomento, non sooo tanto il frutto della u smania grottesca del fai' figura 111 come scrive l'amico mio, quanto il portato indispensabile rlell'attuale scala gerarchica. In vero, dal momento che, al disopra del Segrotario 1 esistono e gravano il Caposezione, il Capo• divisione, l'Ispettore superiore o il Vice-direttore gene– rale, il Direttore generale, il Sottosegretario di StR.to e il 'Minlstro (senza contare tutti gli organi di controllo e di revisione), dal momento che tutti questi anelli intermedi devono compiere una funzione, sia pure quella semplice di siglare o firmare lo loi.tere che passano per Il loro tramite, e dal momento che la sigla e la firma presup– pongono almeno la lettura del documento siglato o fir– mato, è molto più semplice, è molto pili spiccio, ò molto più logico che il minutante in ogni lettera ripeta per filo e per segno l'intero svolgimento della pratica, per impedire che tutti i suoi superiori debbano rendersene edotti per conto proprio, riconsultando tutti gli atti che il minutante ha dovuto esaminare, e rifacendo 1 da capo, ognuno per conto suo, il faticoso lavoro compiuto da lui. Eeco dunque che, prima di addiYenire alla piì, sem– plice delle piccolo riforme suggerite da. Cha11tecle,· 1 oc-

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