Critica Sociale - XIX - n. 14-15 - 16 lug.-1 ago. 1909

CRITICASOCtAL'm dipendono i commerci triestini. Se 'l'rieste si stac– casse dallo Stato cui quei centri appartengono, cesse– rebbe per questo Stato l'interesse a coordinare lo energie del suo scalo con quelle dei suoi paesi im– portatori ed esportatori transoceanici. Questo coordi– na1hento si esprime in milioni sonauti e in forma di costruzioni ferroviarie e portuali, di prot0zioni tariffarie, ecc., ecc. ('). Supponiamo ora Trieste politicamente italiana. VAustria non avrebbe alcun interesse a favorire uno scalo non suo, anzi sorgerebbe l'interesse contrario, quello cioè di favorire altri porti austriaci della costa adriatica, ovvero di lasciare che le regioni più industriali gravitino pure verso i mari del Nord (2). JDla decadenza precipitosa di Trieste ne uscirebbe fatale ed inanestahile per parte dello Stato italiano, che non potrehbe certo compensare col suo specifico Hinterland adriatico (Lombardo-Veneto, Svizzera e Germania del sud) ciò elle Trieste verrebbe a per– dere, tngliata fuori dal proprio. Quell'flinterlaud ~~~~ 1 •1~~0 è già troppo esiguo alle energie di Venezia E) allora, senza. ragione assoluta di nazione, senza ragione relativa. di interessi, anzi in contrasto con gli interessi nazionali ed economici degli italiani che vorrebbe redimere, a che si appoggia e per chi si mantiene l'idealità irredentista? ·:-l-,)i•* Ecco la domanda intorno alla quale, io credo, con– venga ormai imperniare la discussione e costringere alla risposta la retorica irredentista, intessuta. di in– genue ignoranze, di interessate menzogne 1 di troppo diplomatiche reticenze. Perchè anche i più vitupe– rati propagand~sti della realtà non l'hanno presentata (almeno negli ultimi tempi) nuda e cruda, nonchè agli avversari, neppure agli amici. E il confusioni• smo di idee, che impet·versa piì.1 che mai in ogni campo, ce lo proya abbastanza. Un libero spirito quale .Napoleone Colajanni, sorbendo senza avve– dersene la sottile e diffusa deformazione nazionalista, può proclamare "strepitosa" la Yittoria degli ita– liani di Trieste e ottenuta contro il Governo, contro gli slavi e contro i socialisti," italiani di nome e ne• miei di fatto dell'italianità" (Uivista Popola,·e del 30 giugno u. s.). E si noti che il Colajanni è uno dei pochi, forse Punico "antiirredeotista,, convinto e confesso dell'Estrema! Anche pochi giomi sono Oddino Morgari, in quel suo discorso così palpitante d'anima proletaria, dichiarava alla Camera il divorzio socialista dall'irredentismo, soltanto perchè lo rite– neva inattuabile senza. guerra, affermandolo però, nella sua essenza, legittimo e sacrosanto, Pare a me che. sia proprio giunta l'ora di pren– dere anche questo toro per le corna e di prospet- (I) Noto che s!uorn anche questa. tuteli\ per pnrtc del OOl'Orno fu tar<ln, lrresolut,1, lncrncace. Ora finalmente, col nuo\'O porto o colla. nuova llnea (JH.lrquanto rt!scutlù\le anche <lai punto <11vista nustr!neo), s! accennerebbe a rl11equlst11ro !! tempo perduto. liJ Alludo sempre alla concezione stretto.mento lrredcntlstlcn del 1lroblemu, cioè all'nnness1one di Trieste e dell'Jstrla. "L'Adrlallco ., 11n1.!"tutti gli Oce11nl"' ltallanl, rap1lroso11tano, per ora, so1u1.11to Il programma pontico di Gabriele D'Annunzio nella N<wt. YI è J)orò qui da l'llevnro una blzr.11rrl11. <Ilcontrnsu. Il poeta è pll, nella logica commorclalo di quanto J)!\la a prlmfl. veduta. Pcrchè, se tutta la co– sta adriatica rosse soqg-:tta all'llal!a, nllora anche I Pll.CSI slavo-tede• scht dovrebbero rivolgersi ad un porto adrlnttco (dunque In Trieste), J)er quello correnti del loro trartici che e.eguttasse!'O a protorlre le vie <lell'Adrla n qu<>ihldel numi e del mari nord!el. Senonchè, tale coucezlonc esula <IRll'lrredentlsmo (1tnehe geografico) per entrare In l)leno ... 1mperlallsmo utoptsUco. I.a rnccournnderel al programma (I\ Quel mnnlcomlatc ~ partito nazLona11sta !t11.ll11no ~ <Ilcui ,·eclo co- 5tltult11 11Torino la p1•1Jn11 eezlo116 col seguenti cnplsa\(11 : ~ Mom1.r• chht dominatrice o eonqu1statrlce; espnns\onlsmo, tn<llv1dunllsmo economico o tra<llzlonnllsmo pll.trtottlco m " (Co,.,-te,·e della S11ra, 6 lugllo). tare il problema dell'irredentismo adriatico così come appare all'indagine critica nella sua brutale inte– rezza ('). 1° L'ideologia irredentista - al di Jà e al di qua del confine - debilita la difesa nazionale degli italiani adriatici; quindi, combattendola, si giova nel modo migliore alla loro conservazione ed al loro normale sviluppo. 2° Il diritto ideale degli italiani adriatici, di scegliersi il conglomerato statale cui preferiscono appartenere, è neutralizzato da.I diritto identico degli slavi, ora maggioranza assoluta nella regione e - anche ammesso qualche rit.occo territoriale - già oggi quasi pari cli numero agli italiani e in via di pareggiarsi ai primi in potenzialità economica e ci– vile('). 3° Stando così le cose, s'impone soltanto una soluzione eh~ abbia per base la convivenza pacifica dell,q flue 8tirpi (autonomia federale, divisioni in Cantoni, o µerfetto decentramento amministrativo). 4° Que:::1tasoluzione sta bensì fatalmente e de– finitivamente in antitesi con ogui finalità irreden– tista, ma giova, insieme, agli interessi nazionali ed economici degli italiani adriatici e degli italiani del regno. E proprio da voi, nel regno 1 dovrebbe impostarsi la discussione rischiaratrice. L'irredentismo paesano si gonfia e si pasce dei sogni che si sognano - o fingono di sognarsi - oltre l'Isonzo; i suoi chias• setti hanno il precipuo intento di suscitare i vostri. Ambedue sono alimentati dal centralismo viennese, talvolta stupido, più spesso trascinato dalle contra– dizioni insite nella sua esistenza. E da Vienna, per la via di Roma, l'irredentismo riceve l'agognata veste di vittima, di cui si compiace e si giova ( 3 ). Gli studentelli· urlanti: u Viva 'l'rento-'l'rieste,, (due sobborghi, nella mente di molti frn lorn, della stessa città!\ i retori inneggianti alla regione Giulia, tutta. compattamente latina da Augusto in. poi, ul– tima " Venezia,,, ultima" Roma 11 dà 1·iscattarsi alla patriit, costoro, dico, dovrehbero essere invitati, nei giornali e nei comizi, a discutere il problema com'è e non come sarebbe L:ielloche fosse. Certo, la discussione sarà e dovrà essere percorda da molto correnti perturbatrici; vi sono qui molti onesti misoneismi, molte traclizioni mentali da rove– sciai·e; questa, per esempio: la difesa della stirpe ai confini non si esplica necessariamente coll'annessione politica, anzi spesso si rende più perfetta e più agile liberandola dalle difficoltà delle conquiste territo– riali. E' i.nsomma un campo aperto a discussioni fo– conde e pari~icolarmente utili anche per indurre a gettar la. maschern molti apostoli del militarismo; forse anzi i più affascinanti e suggestivi. Sarei lieto di avere, se nou altro, aperto il dibat– tito. Nel quale ci sono certo anche dei torsi di ca- ( 1) L'altro, l'Irredentismo trcutlno, flppunto perchò nella natura e 11ella normalltà, è assai più semplice e soluùlle J)robaùllmente di soluzione sponto.nea. Purehè nou lo deformino anch'esso con In rl• chiesta del confini ~geografici" sino al Bre11nero ! ( 2) R1le1•a1 già che, uttuando l'annessione secon<lo Il Cl'\terlo ml– lltarP, o geograftco, la n1Agglora112a &ltl.\'ll.dl1·orrellùe schlaoelante, polehò n conll11e gcvgrnfleo ct'ltal!a, dalla parte 11ostra, compren<lo nuche un pezzo dl Ci.rn!ola e tutia l'lstr!n croata. (') Cnratterlsca, a. oom11lon1 la. psicologia dell'an.lllonte, la. co– shm1az1onc (se pur dlsslmul!lta !n privati collo(JulJ del 1111.zlonallst! plì1 Ardenti, tulto 10 volte che la tormentata <1ucsU011eunh•ersttnrla a.cconnl a r1eo1vers1 In ravore del postulutl 1ta11anl. A proposito di questione 11nlversltar1a: Nel momento In 0111scr1vo, sembrano 1rn– run1ent.e JJlaton!c!le le prntlche av,·late frn I de11ut11.tl ltaltanl e slo– veni 1,er l'Intolleranza di 11uestt ultlml. Ma rlmnue pure Inalterato Il pu1110di vista de! na><lonallsmo triestino: Nessuna concessione, (ne111rnroIn scolettu slovena!); meglio niente Università! Noto Infine elle, a dllTeronza. <lei loro naz!onallstl, I soeln!!sO slo• veni sono per l'linlversltÀ. Italiana a Trieste, senza eompenslt

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