Critica Sociale - Anno XIX - n. 9 - 1 maggio 1909

136 CRI1'ICA SOCIALE Oh! ma possiamo essere ben certi che i tre milioni richiesti dall'iodennità .saranno restituiti allo Stato da tanti vantaggi indiretti che scaturiranno solo da una più oculata e minuziosa trattazione dei grandi in– teressi della Nazione. Purchè trionfi iI principio. Di progelti sull'indennità ai deputati ne vennero presentati parecchi i ma. quelli che trovansi ora dioauzi alla Camera sono due: uno dell'on. Gallini per la me– daglia di presenza, l'altro dell'oo. Mazza ( 1 ) per una in– dennità fissa. Non ò affare nostro entrare nei particolari, precorrere le discussioni parlamentari, formulare giu– dizi e distribuire consigli. Nostro interesse - di noi, classe lavoratrice - in questo momento è semplice– mente quello di spalleggiare l'opera dei deputati e in– coraggiarli perchè la battaglia in favore dell'indennità si svolga con coraggio e con ardore. Il deputato Samoggia ha proposto di arrivare perfino ad una lotta ostruzionista se la maggioranza della Ca– mera si manifesterà ostile a tutti i progetti. presentati. A taluno è parso che la tattica proposta eccedesse al– quanto, dale le condizioni deWodierno Parlamento. Certo, Postruzionismo emozionante, coreografico, tea– trale del 1899 non sarà oggi cosi facile. Ad ogni modo riteniamo imprudente escludere a priori una qualsiasi forma di combattimento. La nostra forza maggiore non istà. dentro il Parlamento, ma fuori, nel paese. Se la classe lavoratrice capirà tutta l'importanza della riforma, se le organir;zazioni proletarie vedranno, attra verso l'eroga~ione dell'indennità, tutto un assieme di attività nuove che dovrebbero esplicarsi in tutti i campi, ovunque sono in ballo gli interessi del proletariato; se riusciremo a diffondere - almeno in quei Collegi che elegg~no deputati socialisti - la convinzione che il deputato gratuito rappresenta una condizione di de• bolezza in confronto delle altre classi e degli altri par– titi; se nei nostri giornali settimanali la questione verrà. esposta nei suoi termini precisi, se i Congressi o i co– mizi operai la esamineranno e la discuteranno; se, infine, un manipolo. nuche ristretto, d'uomini coscienti e va– lorosi si getterà nella battaglia con slancio e con fer– vore, trascinando i dubbiosi e i riluttanti, paralizzando gli avversari, è certo che la riforma verrà. I lavoratori, i socialisti 1 gli uomini di fede e di la– voro sappiano dunque pertinacemente, ostinatamente volere. AMILCARE STORCIII. (I) Quest'ulllmo non el rlsulill l\nCOrl\ che ala stato formalmente pre11entaco. (Nola della CRITICA). Abbia:mo 1ntbblicato in volu:me: SYLVA VIVIANI LE RIFORME MILITARI TECNICHE I. Centesimi 50 L'ANNESSIONE DELLA BOSNIA-ERZE e il Partito socialista ,,i ll conflitto fra Il colosso austro-ungarico e i due pie• coli Statl serbi si è influe risolto paciflcamente,con grande soddisfazione degli amici della pace e con immensa sod– disfaziono degll Imperialisti au3tro-uogarici e di tutto il -germanismo. Non diciamo però che ugualmente soddi– sfatti no siano rimasti gli amici della giustizia e i popoli direttamente e personalmente interessati nella questione, ossia i serbo. croati. Le fasi di questo gravo conflitto e la sua soluzione ci hanno riportato ool pensiero ad altri tempi, lontani e dimenticati, a costumi, che oggi, col trattati d'arbitrato, con lo Conferenze e la Corte dell'Aja, col socialismo, coll'Jnternnzionalismo, col pacifismo, non ci parevano più possib!II. Eppure ò proprio così! Se un progresso si manifesta oggi in ogni forma della vita sociale, nel campo della vita lnternazionale 1 ove imperano poche dinastie megalomani, una diplomazia ostinata a credersi ancMa ai tempi beati dei Congressi di Westfalia o di Vienna, e i circoli militaristi e imperialisti di pochi grandi Stati europei, il progresso resta sempre un non senso. La soluzione del conflitto austro• serbo è stata il trionfo della forza, della forza animata dal più cieco e gretto egoismo e dalla più sregolata ambizione di predominio; e, quel che è peggio, cinicamente ammantata a diritto. L'Austria-Ungheria, sostenuta dalla Germania, e per lo meno non osteggiata dall'Italia, ha tenuto testa per vari mesi a tutta Europa, con un'ostinazione degna di miglior causa, spendendo somme enormi per tenersi pronta militarmente, cagionando a se stessa rlanni d'ogni specie, rifiutandosi perfl:no ad ammettere che la Serbia o il ì\fontenegro avessero diritto a intervenire negli af– fari della no.mia-Erzegovina, nonchè a fare ad essi la più piccola concessione. E influe la forza ha vinto; ed è stato un trionfo del germanismo 1 mirante all'egemonla politica ocl economica nella penisola balcanica e nel– l'Oriente, un trionro del Dmng nach Osten. Ji; l'l~uropa si sente, oggi più che mai, sotto l'egemonia del sindacato germanico- austro-magiaro, rappresentante il più puro militarismo e il principio che " la forza schiaccia il diritto ,,. . . Di fronte a s\ importanti avvenimenti, che avranno certo, prima o poi, un seguito, o ripercussioni iuflnite per lunghissimo tempo, il nostro paese, e il partito so• cialieta in Ispecie, non possono restare passh'i spettatori, nè limitarsi a proteste e manifestazioni incoerenti, de• stiuate a sfumare nel nulla; ma è necessario che si cominci da tutti a sentire un maggior interesse per la politica internazionale, e il desi<lerio di formarsi intorno ad essa uu più chiaro o coerente sistema dl idee. Il partito socialista, si può affermarlo senza esitazione, non possiede ancora neppure il germe di una propria politica Internazionale: e la più strana conrusione di i<leo lo conduco alle più gravi incoerenze. Accanto a manifestazioni di un antimilitarismo quasi antipatrlottlco 1 ai videro, nelle recenti circostanze, atteg- (I) Snrà evl<lento 11.dogni lettore oomo la questione trattata In questo 11orltto 111a con&tdomta dnl dott. Mnr1o Oo\·I, dell'Atoneo Mo• lleno11e, con orltert e da punti di vista alqu1mto <ltscordantt, tanto dll \luelll ohe 1s11lrarono gli artlcolL di Gaetano Snlvémtnl, qu11nto da11a r1s11o&tad11ta ad enl dal dott. Vlvnnte. lfa Il torna è cosl Importante o oum111esso, da merltaro che la l)IÙ ampia llbertii. di dlsousslono sia lasciata a tutti I nostri co\laborator1. \Nota dtlla CRITICA).

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