Critica Sociale - Anno XIX - n. 9 - 1 maggio 1909

CRITICA SOCIA Lls 135 Quale industriale privato, quale ente pubblico pre– tenderebbe oggi di vedere eseguita una qualsiasi man– sione senza adeguato compenso? In questo momento di febbrile spasmodica attività, poi, mentre tutti gli uomini che stimano se stessi, dal piil umile al più ec– celso, fanno tesoro d'ogni attimo, d'ogni sforzo, d 1 ogni applicazione, e si proclama altamente e solennemente da tutti che il tempo è denaro, e buttarlo in imprese e iu pratiche non corrisposte significa dar prova di inca~ pacità, di imprevidenza, di dii1solutezza; oggi, dico, solo chi fl investito di cariche pubbliche deve sacrificarsi agli interessi della collettività, senza a11pirare a vederi'i indennizzata l'opera proprià. •.rutto questo è assurdo e iugiu':lto. O si ammette che la carica e la fuozioue del depu– tato i,iono solamente decorntiYe o onorifiche, e allora è logico e naturale seguitare con l'attuale sistema della. gratuità; o, viceversa, si ritiene che al deputato spet– tino quellti d1:1termiuatemansioni delle quali sì è dii:icorso più indietro, e nllora non si può negare l'imperiOSI\ ur– genza dell'indennità. Da chi è combattuta l'indennità. Le obiezioni che si muovono al principio dell'inden– nità sono diverse e provengono da diverse parti poli– tiche. Ci sono dei conservatori e monarchici favorevoli alla indennità, e ci sono dei radicali che l'avversano. L'on. Chimienti, che è 1111 deputato del Centro, ha concretato un suo disegno di legge che gli Uffici hanno discusso e prudentemente messo a dormire; e l'on. N1tt.i - che pur gode fama di radicale e tra i più sapienti - ha trovato mille tortuose considerazioni per dimostrare che è meglio non farne niente. Ma è ueceJ,1~ariodire che anche fra i socialisti l'io- • dennità ai deputati trova pochi e I)')CO fervorosi fautori. Naturalmente nessuno 03a combatterla i ma per più l'!egni è manifesto che prevale, ancho nella nostra rap prosentanza 1:1ocialii:1ta, il crLterio di lasciar andar le cose così come sono, nell1;1, convinzione che non ci sia niente di meglio da fare. Pi,rò degli avversart al principio dell'indennità ci sono e le loro obiezioni devono es~ere brevemente Ma• minate. Vi e chi considera la funzione del deputato come cosa pertinente in modo esclusivo agli ordini e alle caste privilegiatP. Sono i feudatari non ancora accli– matati all'atmosfera costituzionale, pei quali la democra– tizzazione del Parlam'ento rappresenta uno sfregio ed una. violazione dei sacri ed immutabili principi d'ordine e di autorità. Per costoro è già troppo concedere ai deputati la li– bera circolazione sulle ferrovie dello Stato. Il deputato - per questi signori - non è un uomo di studio e di lavoro; non rappresenta nell'organismo legislativo una parte viva ed operante della nazione; e la stes.:ialegge, che pur sarà, o dovrebbe essere, uguale per tutti nella sua applicazione, non deve essere elaborata, discussa, votata col concorso, col favore, e, tàlvolta, malgraJo la opposizione della rappre.~entauza di una parte interes– sata: bensl dove promanare dal consesso dei favoriti e degli eletti che la. faranno osservars dai sottomessi. La: uguaglianza politica, per questa parte, ò ancora un atto di sovversivismo e, come tale, deve essere praticamente irrealizzabile. Quindi niente indennità. Se i proletari - manuali od intellettuali - non possono esercitare il mandato politico, tanto meglio. :\fa costoro sono, indubbiamente 1 una minoranza esi– gua nel Parlamento e nel paese, e la loro opposizione - oltre che essere così fuori dalla realtà da non meri– tare neanche una seria confutazione - non ha negli effetti importanza alcuna. Ci sono coloro i quali credono che l'indennità venga a peggiorare - anziché migliorare - l'organismo par• lamentare. " 1 rntti vorranno essere deputati, la prospettiva del– l'indennizzo acuirà tutti gli appetiti e contribuirà ad incoraggia.re la corruzion~, perchè il candidato mirerà alle cinque annualità. di indennizzo come ad un suffi– ciente corri~pettivo delle spese elettorali.. .. 11 L'obiezione è debole e meschina. Anzitutto la smania di arrivare alla deputazione )a vediamo ora trionfare in tutte le sue forme ed è molto difficile superarla. Le ultime elezioni politiche hanno dimostrato quanto ac– canimento pongano - partiti e Governo - nella lotta per la. conqttista o la conservazione del potere; eppoi bisognerà avere un po' di fiducia nell'azione preventiva e selezionatrice dei partiti. I quali soltanto con l'indennità potranno esercitare qualche influenza sui loro deputati, mentre ora devono dichiararsi soddisfatti sempre a qualunque costo. Avremo anzi questa differenza in meglio: che cree– remo quelle tali condizioni cli responsabilità per cui il deputato sarà tenuto a dimostrare la propria capacità e la propria attitudine; senza di che, nella stessa guisa con la quale C salito, rapidamente discenderà. Finalmente c 1 è l'obiezione d'ordine finanziario. che rende perplessi e riguardosi anchu molti cleputaii so– cialisti. Si dice: andando proprio uoi a domandare di essere remunerati pel nostro lavoro, abbiamo timore di sentirci rimprovera.re di curarci soltanto del nostro in– teresse ... . E con quesla pregiudiziale di apprezzabile delica– tezza. i deputati, anche favorevoli all'indennità, credono di giustificare: 0 1 almeno, di spiegare il loro disinteres– ~amento por h~ questione. Ma il riguardo e la perples– silà sono ingiusti. Anzitutto, il deputato attuale non domanda l'indennit,\. pe1·sè, ma per l'ufficio suo. Oggi è lui a coprirlo 1 ma domani potrebbe essere un 1:1.ltro, quindi nessuna paura di sembrare egoisti. Eppoi, che male c'Ela confessare o.I psese, al popolo tutto, la pro– pria condizione di povertà? Non è forse simpatico e bello sentir dire da un deputato che gode la fiducia di tutto il campo elettorale: se volete che vi rappre– senti davvero iu Parlamento e desiderate ch'io tuteli gli interessi di tutto il paese, aiutatemi acl ottenere una adeguata. retribuzione pel lavoro che eseguisco? Certo, una simile dichiarazione assume carattere e forza impegnll.t.iva per chi la fa. E non sarebbe pill pos• sibile al deputato, gravato da altri impegni professio– nali, di conservare la carica; ma questa sarebbe appunto la prima conseguenza benefica che ne verrebbe ai par– titi di democraziaj riuscire a formare unarappreseotanza parlamentare laboriosa, vigite, appassionata delle cose politiche, continuamente all'opera di $tudio, di critica, dl opposir;ione 1 in favore delle classi lavoratrici. Cade da. sè la preoccupazione d'ordine strettamente finanziario che teme di danneggiare il bilancio dello St,1to collo stanziamonlo dei tre milioni annui circa, che occorreranno per l'indennità. Con un bilancio di circa due miliardi, con un giro d'affari così colossale come quello di una grande nazioue, ò semplicemente ridicolo il mettere avanti alle riforme il gravame fi– nanziario che porterebbe seco la nuova riforma.

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