Critica Sociale - Anno XIX - n. 9 - 1 maggio 1909

CRITICA SOCIALE 139 fronte alla Dieta bosniaco-erzegovinese, e non avrebbe nessuna pnrtecipa•tione alla trattazione degli affari co– muni. Quindi, in sostanza, sotto colore di autonomia, l'Austria e l'Ungheria conserverebbero la Bosnia-Erzegovina in uno stato di soggezione politica, come una colonia o possedimento comune, da sfruttare in comune. E che accadrebbe poi se, come è probabile, l'Austria e l'Un– gheria avessero da formare rra qualche anno clue terri– tori doganali distinti? Dovrebbe restarne fuori la llosnia– Erzegovina? impossibile. E in quale verrebbe compresa? Ognuno vede dunque facilmente come la questiono della Bosnia-Erzegovina incominci proprio orn; seuonchè ha cessato <li essere una questione internazionale per diventare una questione puramente interna della mo– m1.rchia austro-ungarica; questione, in cui gli altri Stati, so riconoscono senz'altro l'annessione, non potranno più entraro; sicchè il Governo austro-ungarico no resterà il solo arbitro. E qui sta tutto Il pericolo della situa– zione, che te potenze avrebbero dovuto scongiurare, obbligando l'Austria-Ungheria. ad accettare una confe– renza europea, che deliberasse l'assetto doHnitivo da dare alla Bosnia-Erzego\·ina e gli eventuali provvedi· menti politici ed economici a favore della Serbia o del Montenegro; alla qua.lo conferenza avrebbero dovuto partecipare anche questl due ultimi Stati. Si osservi invece quanto vuota di ogni finalità. fu la condotta delle potenze europee, e prapotente quella del Govei-no au– stro-ungarico. A prescindere dall'Italia, il cui ministro degli affari esteri si affrettò incoscientemente ad approvare, senza occuparsi d'altro, l'atto o.rbitrario rlel Governo austro– ungarico, le potenze della Triplice inte~a protestarono sul principio unicamente per la violazione del trattato di Bertino e dei diritti di sovranità del Sultano; senza spingersi a considerare se quella violazione poteva per– mettere un migliore n.ssotto politico della Bosnia-Erze– govina e se questi pretesi diritti del Sultano avessero o no una base di giustizia. Ma la diplomazia non prendo mal In coniiderazione gli interes~i dei paesi In questione, o molto meno la giustizio. internazionale. r◄:~sa non è tutrice ehe delle forme di eui si rivestono oggi gll atti della vita politica Internazionale; mentre il valore di questi atti, in rapporto Rl bene dei popoli, non la preoc– cupa alfatto. In particolare essa è tutrice gelo3a della santità. dei trattati j I quali (parliamo s'intenrle soltanto dei trattati in cui si stabilisce l'appartenenza JJOlitica di dati paesi) non rappresentano che il Yolero interessato degli Stati più forti, Che nulla bo. a che raro colla giu– stizia internazionale e coll'interesse dei popoli; anzi, tali trattati non sono spesso cbe la più spudorata offesa della giustizia. e di questi interessi; come appunto il trattato di Berlino, che fu per i popoli balcanici ciò che il trattato di Vienna per i popoli italiani. 1 soclali1tti molto ingenuamente hanno socondato i platl della diplomazia, protestando essi puro in modo commovente per la violazione del trattato di Uerlino; e limitandosi quindi, come quella, a 1>reoccuparsi sol– tanto della forma, senza dìscendere a valutare la so– stanze. e gli effetti posaiblli dall'atto compiuto dal Go– verno austro-ungarico; valutazione ohe, por I socialisti, non può partire in questo caso che da un unico punto di vista, quello cioè dell'interesse t\ella nazione serbo– croata e in particolare di quella porzione di essa che occupa la Bosnia-Erzegovina. Le potenze europee, non preoccupandosi punto di que9tO interesse e della sorte cbe potrà. e che dovrebbe avere la Bosnia-Erzegovina dopo l'annes11ione 1 non si sono punto preoccupate dei Yantaggi nò dei pericoli cli questa; ma hanno sentito soltanto l'offesa loro fatta dal– l'Austria-Ungheria col violare una convenziono da esso pure firmata; ed ora, passato quel bruciore, la diploma– zia ha abbandonato interamente le provincie annesse al loro de.'ltino nelle mani del Governo au'ltro•ungarico. .. Questo poi ha mostrato fin dal principio tutta la pre– potenza dello Stato autorltorio o militarista che rap– presenta, anzitutto esigendo dalle potenze Il riconosci– mento dell'annessione Incondizionata, senza addurre di questa motivazioni o ragioni che la facessero ritenere, come dovrebbe e<tsero, compiuta soltanto nol\ 1 interesse della nazione serbo-croata, anzichè del germanismo espnnsionista. J~ dopo, dietro l'insistenza. delle Potenze che voleva.no la Conreronza, il Governo austro-ungarico ha. cinicamente clichif\rnto che er,l pronto a lntervenini, ma purchò non ro,se messa in discussione l'annessione della Bosnia-Erzegovina, e la Conferenza si fosse limi– tata a prenderne atto; slcchè il consesso delle potenze europee avrebbe dovuto convertirsi, da corpo deliberante qun.lo <levo e.'l:iere, in un semplice UrHcio di registro per prendere atto <lei mutamenti arbìtrart e Irrevocabili recati a un trattato internazionale dall'Imperatore di Austria-Ungheria. Inoltre, il Governo austro-ungarico sostenne fin ria.I principio che, pur accettando di prender parte alla Con– ferenza, trovava necessario facilitarne le discussioni e renderle meno pericolo'le, facendo precedere accordi par– ticolari fra l'Austria-Ungheria e ciascuna dello altre Po• tenzo. Questa, che poteva parere tattica prudente 1 non era Invece che un'abile manovra diplomatica: perchò significava che l'Austria-Ungheria si schermiva dall'af· fronte.re subito il Cougres:10 delle Potenze, per prender tempo e persuaderle o batterle separatamente. E così infatti b aYvenuto. L'Austria-Ungheria si è prima assi– curato l'appoggio indefettibile della Oermnnla, ha messo <la pnrte l'Italia col fumosi compomi.... al ìllontenegro ; ha fatto tacere la 'l'urchla a suon di milloul; fiuchè si ò trovata di fronte l'opposlzlone russo., che sosteneva quella più aggressiva ma. per sè poco temibile della Serbia e del ).[ontooegro, ed era appoggiata dalla l<~rancia e dall'lnghiHerra. Dl fronte all'oppo~izione concorde di queste Potenze, strottisi maggiormente I vlucoli <lei blocco tedesco-au stro-magiaro, lo. Germnnia ò venuta in soccorso dell'al– leata costringendo la Russia a recedere eia ogni oppo– sizione ulteriore. Ecosl ora, accordatasi l'Austria Ungheria in qnesto modo con ciascun& Potenza, è ovvio che si trovi inutile la Conrereuza; ed aggiungiamo che sarebbe allo di sincerità non pensare più a convocarla. Se invece le Potenze europee, tenendo maggior conto dei vantaggi o del pericoli che può avere por la nazione serbo-croata l'annessione compiuta, che non della forma adottata dal Governo austro ungarico, l'avessero esplici– tamente riconosciuta, ma colla riserva di convenire col• l'Austria-Ungheria l'a,sotto politico definitivo che questa nvrebbe dovuto dare alle pro,·incie annesse, e di esigere quello più conforme a.ll 1 intorosso delle provincie stesso o di tutta la nazione serbo-croata, la questiono di Bosnia• ~rzegovlna non sarebbe così presto o facilmente diven– tata una questione Interna della monarchia austro-unga– rica; ma sarebbe rlmcuta sotto il controllo e l'autorità delle potenze europee fluo alla sua soluzione deHnitiva, che sarebbe forse stata ben diversa da quella che sarà por essere.

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