Critica Sociale - Anno XIX - n. 2 - 16 gennaio 1909

so CRITICA SOCIALE Il nostJ•o amico e collega, on. na,·.=ilai, ci an111mcia 1 pe,· u.,1 p,·ossimo fascicolo, una sua 1·isposla-1·ettifica a talune delle a.uel';:ioni contenute nello studio di xxx. Avrebbl' a11 :i gtci 1·isJ>01to alla p1•ima parte pubblicata, se la si,entura, t:he ,·apì all'aut01·e - nel t1·eme11do dismlro di .1/essina - lui/a la famiglia ado1•ala 1 lui lasciando salco quasi JJCI' miracol-0, 110n avesse consi– gliato l'on. /Jal":ilai a t.lifferi1·e ogni polemica. Non diciamo qui remo;ione che provammo nell'ap– prendere, e po, nel 1·ivedere, scampalo alla st,·age im– mane, Gaetano Sal1:,~mini, e avvei-ato il vCUicinio che, nello scono fascicolo, e, suggeriva l'affetto .. Voi dob– biamo alla sua lneffatJ1le angoscia la dissimulazione di una gioia, che po/J•ebbepa1·err1liimprontata ad un fe• ,·oce egoismo! LA c. s. LAPOLl'l'fOA DIADDOltMEN'I'AMEN'l'O nellaFederazione deglinsegnanti medi (Replica al prof. U. G. Mondo Ilo) u collega Mondolfo ebbe troppa fretta nel commentare il mio a1tlcolo ('), e la preoccupazione di una questione personale, che da parte mia non esiste, lo ha distratto dalle Idee o dalle questioni di principio, che in esso erano posto, mi sembra, con abbkBtanza chiarezza. Io constatavo che il problema della riforma della scuola media aasorbl di ratto tutte le attività della Fe– derazione degli Insegnanti; ohe li presente indirizzo re. dorale fu •oluto dall'attuale Consiglio Direttivo, che lo difese e lo reco accettare al Congresso di ~apoli; cer– cavo - riferendomi anche alle conclusioni del Convegno ultimo di Perugia - di ricondurre la questione di detta riforma alle suo proporzioni ragionevoli, mostrando come essa non potrol>be porh.ro , allo stato presente delle coso, ad una rlnnovazlono radicale dell'organismo scolnetlco o lnferenc1ono che, so ossa può - e, sono di– sposto nnche ad aggiungere, <ler:~ - ricevere le cure della classe Insegnante, non deve assorbirne tutte le energie i ricordavo la grande Impulsività di azione, ond'era 11or• vasa l'organizzazione degli insegnanti prima del Con– gresso di Napoli, e la mettevo a ratfronto con Il torpore presente, sintomo allarmante, a mio avviso, di una degenerazione rum.tono.le. Per avvalorare quest'ultima affermazione mi servivo di uno scritto dello stesso Consiglio federale, e il Mon• dolfo osserva che il mio sistema di confutare l'avver– sario con gli argomenti suol potrebb'essere anche sem– plicemente:gosultlco, e che, nell'articolo da me riportato, la denuncia. del male era finezza d'arte di Governo, perchè aveva eolo li algnlftcat-0 di un incitamento al lavoro. A qucato proposito, e por tosto sbarazzare il terreno da un'Inezia polemica, trascrivo, dall'articolo ci– tato, Il seguente periodo: - " E intanto avviene che lo " Sezioni si fanno ogni giorno più fiacche, mentre, al " tempo stesso, cresce In misura appena credibile il la- 11 voro del Comitato l!.,ederale. ,, (La Federazio,ie n. 18, pag. t80) - onde apparo chiaramente che si tratta di mani valo (1un11tola vo\ont/1 di 676 mlln oontadtnl serbi: o quosto ò Il soo1a1111mo.~; Il dlHldto trii oroatl o sorbi, ,01100\tato slenlmonte e lna1111rttodnlla lmroornzln nu,trlnon, non si può risolvere la&clando ohe I ■orbi vadano con In !lorbla o I croati re1,1l!noall'Austria, ve• nendo ad :iooomo11am!'11tl11011 dlrnolll 11elle zone Intermedie miste: 1•1111\oa 101112\oneata 1101dare an••uetrla &erbi e croau: e questo 11 chiama luternazlonall&mo. (') Collo 11e1110 Ululo del 1>re1ente: ln C:rUko SOdau 1 1'08, p. 54i, un malo reale e progrosslvo, e che a me non bisognò nessun artlftolo per trarre questa affermazione in mio favore, mentre llondolfo l'ha dovuta contorcere pareo chlo per la sua difesa 1-;, oltre a tutto, è un male che noi Insegnanti conoscevamo anche senza la conferma. del Consiglio federale. Tornacdo dunque al mio articolo incriminato -(data l'asprezza con cui venne confutato 1 è necessario che lo ribadisca I termini precisi della mia accusa) - io ricor• da'fO anche l'esistenza di molte questioni di giustizia e di equità. tuttora insolute, o dalle quali, non pure i aln• goll Insegnanti, ma la scuola per se stessa potrebbe trarre grandi beneftof, o osservavo che, con l'attuale politica. federalo, osso scesero a un'importanza talmente secondaria che, rlpronclendo l'immagine del mio con– traddittore, si J>UÒ giustamente dire, la porta del famoso mulino ossoro diventata cosl stretta, che per essa non pnsm pit\ nosstrno, noancho uno alla volta e neanche di sghimbescio. Io non dissi o non penso, che la Federa.-:iooe debba trascurare li problema della riforma della scuola, nè, accennando ad os90 1 erodetti dire novità; volli soltanto pre9entarlo nelle suo linee generali e nei suoi caratteri fondamentali por rilevare una cosa che a Mondolfo è sfuggita - appunto perchè per lui era nuova - : che cioè alla riforma della scuola 1 alla vera, alla grande riforma, che dovrà. rare della scuola il laboratorio so– ciale per la preparazione di tutti indistintamente gli uomini, Il laboratorio moderno, ecientiflco, che raccoglie tutte le cure della. collettività, che risente di tutti gli impulsi, che risponde a tutti I moti e soddisfa tutti I bisogni della società umaua, non si perviene se non in– direttamente, spostando le basi ecGnomiche, politiche e morali su cui questa società. riposa, svecchiandola di tutti gli avanzi del passato, cambiando i valori delle funzioni pubbllohe 1 e quindi vivendo economicamente e intellettualmento la vlh. <!olla nazione - sl, diciamolo pure, sebbene In. parola sembri offendere i ben costrutti oreoohl - la vita politica della nazione. Mondolfo si meraviglia. che io non getti alle 01·tiche l'azione Idealo della l~oderazlone e ml occupi anch'Io dei bisogni della scuola, e ml appunta di contraddizione. Certo, so lo mie Ideo fossero quali egli desidera, glie ne sarebbe rlesclta più agevole la confutazione; ma io non posso modlf\carle per quosto. . . Ma veniamo alla sostanza vera della cosa 1 alla que– stione dottrinale - abbia pazienza il mio acre contrad– dHtore se parlo di questione dottrinale dov'egll non ne vede che una personale -; a quella che involge gli in– teressi della 11~ederazlonedegli insegaanti, non solo 1 ma la vita atesaa di tutta l'organizzazione moderna di classe 1 professionale e operata; questione che ha mosso il mio primo articolo e mi Jnduce ora alla replica. Occupandosi della scuola e sollecitando e preparando una riforma che renda gli istituti scoladici più rispon– denti ai bisogni del tempi nuovi, la Federazione degli Insegnanti applica quel principio della collaborazione di classe e della partoclpazlone degli impiegati al mi– glioramento progressivo dol servizi pubblici, che è la più notevole e la più decisiva conquista compiuta In questi ultimi tempi In favore del patrimonio Idea.le del· l'organizzazione professionale. Con questo principio IL movimento di classe viene a rimettere in valore a pro– prio vantaggio tutto un campo di energie sociali 1 che la grotta appllcazlono del materialismo economico aveva finora trascurate; la forza cloè della coscienza e del

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