Critica Sociale - Anno XIX - n. 2 - 16 gennaio 1909

CRITICA SOCIALE 29 voler a.rioperare allo scopo rii qnPsta. polemica le affermazioni rii orhtine s~rha, !.-tE'Con,lo cui il Go– verno an~triaco sarebbe nella. Bosnia qualcosa ,li ai:isolntame11te mnstruoso, e ltt~ciando da parte an• che le notizie ufficiali austrin.che, secourlo cui la Bosnia ò un vero e proprio Eldorado, io non devo fare altro, se non ripet ere qui q uanto di~se il Pit– toni n ... lla. Delegazione austriu.ca e quanto ha scritto il Lavo1·at01·e cli 'l'rieste a. pr oposito delle condi– zioni cli quel paese. "Che co11a ha fatto - dis<ie il Pit.toni nella Delega– zione austriaca - l'Austria-Ungheria In SOanni di oc– cupazione? Ha costruito delle strade, delle ferrovie in– sufficienti, perché - causa anche le difficoltà interne nei rapporti fra l'Au..;tria e PUngheria - ba tralasciato di eseguire le linee più ntili, e cioè di couginngere la Bosnia col mare Aòriatico e di fare di essa 1'llinle1·land della Dalmazia; ha stabilito, ò vero, l'ordine nell'ammi– nistrazioue e vi ha introdotto dei tribunali, dei quali gli abitanti non banno ragione di lodarsi. I maggiori peccati li ha compiuti nel cam1>0 dello sviluppo in– tellettuale e politico del paflse. Non si è solb,nto mantenuto 1>er SOanni un regime a,solutista con tutti i conseguenti abusi della burocrazia, ma si è impor– tato in quei paesi anche il vecchio spirito poliziesco austriaco di spionaggio e di persecuzione; non soltanto non si è ratto nulla per attutire la lotta per il potere fra le chiese cattolica e orto,lossa, ma si è traoquilla– mente tollerato che funzionari dolio Slnto la fomentas– sero, iua-1prendo i rapporti frn due parti della stessa nazione. Che cosa ci viene a dire in fondo p« exposC n del ministro? " Primo. Che la proclamazione della costituzione in Turchia obbliga l'Austria-Ungheria a introdurre la co• ~tituzione in Bosnia. Si constala dunque di esser venuti in ritardo e di es.ier costretti da avvenimeuti esteriori a concedere ciò che avrebbe dovuto venir accordato volontariameute molto tempo prima. "Secondo. Che l'Austria-Ungheria deve aver paura di un regime costituzior.ale in Boi-min, non preceduto da un'azione, che stabili~ca drfinitiv11meute l'apparte– nenza delle due provincie alla monarnhin, perche in SO anni non ha saputo conquidlarsi la fiducia di quellt, popolazioni. « Terzo. Che si devono cercare nell'imposizione di una qualunque formula di diritto di tato quelle ga– ranzie di rapporti stabili e tranquilli, che non si tro– vano nel consenso della popolazione. u Ed è di qnesto che si vnol mflnar vanto? Un titolo di onore il&rt1bbestato per l'Austria-Uo.l(heria, se es-ia avesse potuto dire al mondo: per de11iderio espre!'lso delle popolazioni della Bosnia-Erzegovi11a è !!tata de– cisa la loro definitiva unione ai paesi della Mouarchia. n E il Lai;m·ato,~e <le11'8 novembre, illustrando J p1·ot>tem.t w·ge,ili in Bos11ia 1 ha scritto: « Le condit:ioni di vita economica dei popoli della Bo~nia t1i rispecchiano, meglio che in ne,iqun'altra, nella quf'stione a~raria. Secondo l'ultima relazione ufficiala, alla fine del 1906 c'erano in quei paesi 80.000 poderi dei ")aneti m cio8 poderi non po~'leduti ria.i contadini, ma dal latifondista (u aga n), al qunle il contadino, ( 04 hmel "} divenuto appaltatore ereditario, deve pasqare la "li'ellna 11, un terzo del raccolto. 11 Governo è .~empre praocoupat.o di far apparire il rapporto tra "aga,, e u kmet, n come un rapporto paP.ifico fra latifondista eri appaltat.ore. Ma ciò non è esatto, perchè eiiso ooo e fon• dato sopra uo contratto bilaterale, ma sopra imposizioni ed ahitudini inveterate (il cooiidettn diritto dei • kmeU 71 ) che 110nsoLtostauno alla cowpRteuza dei giudici, ma a qu.,lla dell'llutorità politica. ti padrone della terra ha il diritto di scacciare il u kmet,, cho vien meno ai suoi doveri e di np1,ultare il podRre ad un altro. Le vertenze vengono deuise da uu Ufficio <listroUuale col concor!lo di nijse11!loriagrnri; sui ricorsi decidi, il Ooveruo provin– ciale Nttturalmeute il favorito dal Governo è sempre Jl II aga ,,. La lotta fra padrone e servo è perciò delle più in),jidio-1e: ambi due cercano di sfruttare più che possono tutti i vantaggi della propria situazion6 e si vttlgono I\ tal uopo di e~pertieuti punto atti ad elevare la pubblica morale. Est.or-1iòni con a~--isteut:a dell'auto– rità polit1ca, spionaggi ed ingannevoli raggiri da parte d~gli • aga m e frodi occulte da parte dei II k•neli" - sono le cnratterii,itiche della vita rusticana. Un duello in!!idioso, con esclusione di ogui onesta intenzione e d'ogni prevenzione d'onoro! Anche la storia del movi– mento operaio ne sa già qualCO!tA., I IA.voratori della Bo1'4nia, entrati nel 1905 sulla soglia della vita pubblica (anche l'indul'ltria e nelle rasce; e➔"a dà lavoro a circa 18.000 operai, di cui il veuti por cento e orgMuizzato nella r"'erlerazione centrale operaia Gtavni 1·udnic1u save; di Sera.ievo), devono fin da principio lottare su due fronti: contro il capitalismo e contro la. burocrazia. Nel maggio 1906 la burocrazia teutò di ucciòere il movimeuto operaio a sciabolate, e, poich8 quest'azione violenta ebbe l'effetto contrnrio, esim tentò di indebo– lire e demoralizzare il movimonto 1 sfraUaodo i turbo– lenti e provocando e terrorizzando gli operai in lotta. n Per farsi un'idea esatta <lei cmnulo di ingiusti– zie infami. che queste parole riassumono, basta ri– conlare che nel 1875 i contarHui bo!ò;niaci (serbo– croati) insor~ero conti-o l 1 oppre~sione clei feudatari mu-1ulmani, i quali erano anch'e!:ISi di razza e cli ling'ua. serbo·Croata e oriundi cristiani, ma. al tempo rlella conquista si erano convertiti coi loro fedeli all'islami-.mo per conservar terre e privilegi feu– dali. L'Austria, non appena ebbe preso acl ammi– nistrar e lu Bosnia, si alleò coi f'eud,\tari musul– ma.ui contro i contarliui, riempì l'amministrazione lo cale con funzionari polacchi, tedel'lchi, ungheredi, esclutlenrloue gli in<lig-eni e lascian,lo mano libera agli impiE>gati per qualunque rnheria e prepotenza; e cercò di dividere la clas~e sog-geLta. e sfruttata. in òue pA.rt1ti religiosi diversi, favorendo la mino– ranza croata cattolica contro la mttg).!'iorauza serba orto, los.:a: e tutti sanno eh .., qnanrlo i preti si met– tono della partita, gli od non finiscono più (I). (/.4 /i"* al prouimo numero). a::ra•. (I) Cl111111U ,ono In Uosnla I nm11u1111nnl, (fil ortodossi, I cattolici? - La u11tl1tl0a turca del 1679 dRl'R MO mllA. illllSUlman! o 611 mlla crhtlanl, senza 111Ulnguere tra questi I 1orbl ortodoul dal croati aattollel: ed eYldentemente I mu1111inan1 erano mOlll!)llcau a rtanno del cr11ll•nl (le Slatlsllche balcaniche sono tutt.e l)IÙ o meno fa\s\ff.. UHI). - Il een1lmento •uinri•co dl'I lii IJ1Ull'nO 1879 deue -tO mlla mu1u1manl, .ftG ml\11. serhl, 209 mila cro,ul; ma rlà era comlncluo da parte dl'll'Austrla 11 stsrem• di dt>prln1ere I eerbl a f&l'ore del mu1111man1 11 rtel croati. E le cifre l)lù allondlblll. perehè 11e1em,ftl"a– ml'nte 1111lntf'reUate, sono quelle Che dal'R •llora Il tedesco Blau, che contRTll 818 mlla musulmani, )l)O mila 1('r\Jl-ortot1ou1 e IIH mlla crOlltO-Clltt0IICI. - :,(cl 1895 l'ammtnl&lrR:tl0l!t' llllllrlRca VOl8l'll f11r credere ohe I 11114.,nuittanlronero :,,s 111110, I 1nlll-ortot1osst 6!S mllu, l oroutl oattollol 384. mlln.: I cro11tl 81 111.roblloro 1uu1tlvllc11ll propor– z101111lmonto pii, (11 tutti gtl altri, Ml mnuofwo I dati 111i1rooentl, I (Jlllllt llllll\011110 111\0hOnoi Tastllt11,,(l/a11 d11l Perlh('S del 1906 C nel– l'Ahl1AIIACl'Odi OotR dol 1908. - Curlosn è la giustificazione, che del– l'Rnlll'HIOne botrnlnc11 da,·a Il doti. Atller nflll'oltobre 11assato In una IOIOrl'llla alla 111,111a11Ui di Parigi: In II0>11llaI 111U9uluuml ,·ogllono and11.re COI1ullano. I serbi con la Serbia, I croati Togliono e,1~ere 11,us1r1a.-1:dunque li bene che se Il 1eni;a tutti l'AU~tri1. Per il douor ,\tllu I• l'Olontà. di HS mlla feudatari o çllenl! di f('Uditlll.ri mu_gu(-

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