Critica Sociale - XVIII - n.22-23 - 16 nov.-1 dic 1908

366 CRITICA SOCIALE chezza 1 la quale, in verità, nell'aspettativa dell'avvento vicino, imminontf', del regno di Dio (ohe significava 11~ flno del mondo), perde,•a il suo reale valore; di qui li u prestate non i:i!JJerandoae nulla,,, il " date senza rl– chiertere 111 il u date volentieri; meglio ò il dare che il ricevere ~, e il mònito: " niuno che uon rinunzia a ciò che ha può esser mio discepolo ,,. Non solo, ma nella predicazione cristiana si afferma accentuatamente lo spirito antigerarchico ed egualitario. Questionando un giorno gli apo:1toli chi di loro avesse ad essere il maggiore, Cristo li riprese in questi termini: " Voi sapete che i principi delle genti lo sig11orcggiano 1 e che i grandi usano podesfa sopra esse, e son chia– mati benefattori. !ra non sarà così fra voi: anzi il mag– gioro fra voi sia come il minore, o quel che regge come quel che ministra. Chiunque fra voi vorrà. essere primo sia vostro servitore, e l'ultimo di tutti,,. E preso un picco I fanciullo, lo reco stare appresso di sè, dicendo: "chi è il minimo di tutti voi, esso ò grande w Il movimento cristiano fu reazione democratica anche per la qualità dei primi proseliti del Cristianesimo, re– clutati la più gran parte negli iufl.mi strnti sociali di allora. Lo scrittore degli Atti degli Apostoli non trova da citare che due casi notevoli di proprietari di fondi, entrnti nella chiesa gerosolimitana. !.,'apostolo Paolo, nell'Epistola ai CorinzH,scrive: 11 Fratelli, vedete la vostra vocazione; che non siete molti savt, secondo la carne, non molti potenti, non molti nobili. Anzi lddio ba scelto le cose pazze del mondo per isvergogoar le savie 1 le cose rleboli del mondo per isvergognar le forti, le cose igno– blll, spregevoli del mondo, le coso che uon sono, per ridurre al niente quelle che sono w E, nell'J:.:pistola ar1li l!,'fesi, esce a dire: 11 cbi rubava non rubi più, aozi piut– tosto fatichi, facendo qualche buona opera colle proprie mani, acciocchò abbia di che rare parte a colui che ha bit1ogno ,,. E l'apostolo Giacomo si scaglia contro i ri– guardi alle qualità. delle persone nella chiesa, conclu– dendo in questi termini: "Ascoltate, fratelli miei diletti: non ha Iddio eletti i poveri del mondo per esser ricchi in fede ed eredi dell'eredità. ch'egli ha promessa a co– loro che l'amano? Ma voi avete disonorato il povero. I ricchi non sono eglino quelli che vi tiranneggiano? non sono quelli che vi traggono alle corti? non sono eglino quelli che bestemmiano il nome del quale ,·oi siete no– minati? ,, DHatti anche lo storico Tacito chiamava i cristiani II odiati malfattori, degni d'ogni supplizio 11 • 2° Sostenni e sostengo, in secondo luogo, che dalla predicazione di Cristo irradia, com'irlde, tale uno spirito di fraternità egualitaria, che, congiunto al massimo di– sprezzo per le ricchezze, porta per naturale conseguenza al comunismo - comunismo sui geueris, di formazione spontanea, per Impulso di amore e di rinunzia, e non certo risultato di una lotta di conquista. Questo spirito altissimo di fraternità egualitaria(') sostenni e sostengo (1) Si legge 11ell 1 }:v1rngclo di S. Luca: " Alle turbo che lo doman– darono dicendo: che faremo noi duni1t1c? Cristo rlsponclenclo dine: Chi lia due \•e&tl no raccln. !)arte a chi non ne ha, e clii ha di\ man– glnre tnccla Il slmll{llnntc. ,. •: uellc l'Ue del sonii l'o(lrl si legge c110 l'rancc~co d',Uslsl un giorno. essendo convRlesocntc e Indossando 1111 mantello nuovo, si 11ortR,·o 1ld mi altro convento. Per via Incontrò un vovoro seminudo. E!(l\ disse: E' convcrr1\ Ch'io dia questo mn11- 10110a questo povero, 1,01c11C egli no Ila 111ì1 l.ll1:10!(IIO elio 10. •: nllo o~~C'r1·Rzlon1 del suo compngno <Il vlagf:'lo, etio gll mctte,,a lnnnn1\ csstro egli co11v111cscC'ntc, rls11ose: E' ml snrC'l.lbe reputato (1ft Olo 1111 f11l'to, 1101c11è egli ne 11"pili l.llsogno di mc. 1-; cosl gllel diede. - Ort,ene, egregio Mallltest11, non vi pare 0110<1uesto principio 01•an– gellco .A ciascm10 1uo11do il bisouuo - fino a rar rUenere 1111 furto Il ratto diverso - eta ,e11tlme11ta1111mte Il medesl1110di quello eoo!a– llsta 'f J/lgat/.U, affcr111a1'aLouls Blanc, c 1 est 1!1 1woportiomwliU. essere il punto di contatto, sen tlnumtale, se non razio– nale, fra il cristianesimo evangelico - evangelico, In– tendiamoci bene C) - e il moderno socialismo, nel rosto cosl differenti. Certamente è un'Idea l>izzarra volere sul serio mettere a para,gone le tendenze comuuisticho, che potevano comunque affermarsi nel mondo ebraico, e quelle che possono manifestarsi nel mondo contempo– raneo. Si tratta di due economie, di due civiltà. cosl profondameuto differenti, che non si può parlare di afH. nità fenomeniche, senza investir1;i dei tempi, e intendere le cose in un senso molto relativo. Le osservazioul, quindi, del signor Malatesta, sul si– gnificato della parola p1·ossimo e sull'esistenza del ser• voggio in Palestina e sulle esortazioni più o meno tattiche degli Apostoli ai servi, non infirmano nulla. Egli mostra di trascurare tout com·t che ci troviamo a due mila. anni di distanza dalla civiltà odierna, in un evo cioè in cui la civilissima 01·ecia chiamava barbari tutti i popoli oltre i confini della patria, e in cui la schiavitù era così u11iversale e considerata un istituto così iudl– speosabile e connaturato colle esigenze sociali, da far dire iperbolicamente al massimo filosoro dell'antichità cbe allora nel mondo sarebbe venuta meno la schiavitù, quando la Apola avesse agito da sò nel telaio - i1,otesi, che poi il progresso dei tempi doveva convertire iu profezia. li signor Malate!lta non vorrà negare che Platone fu il primo degli utopisti del com11uismo 1 avendo genial– mente concepito nell'antichità uua Polis egualitaria. Orbene, lo stesso Platone supponeva l'esìstenza della schiavitù. E forse non si potrà. più parlare di dPmocrazia nel mondo antico, solo perchò le democrazie antiche erano limitato nella cerchia degli uomini liberi? Ama il tuo prossimo, fu massir.1a ebraica, e Mosè disse: O uomini, voi sitte fratelli; pere/tè fate torto gli uui agli altri?; ma Mosè si rivolgeva in Egitto a due figli di lsdraele. Cristo predicò a sua volta: 11 Io vi dò un nuovo comandamento: che voi vi amiate gli uni gli altri; da questo conosceranno che voi sleto miei discepoli, so avrete amore gli uni per gli altri. Questo ò il mio co– mandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati... .. E come voi volete che gli uomini vi fac– ciano, rate ancor loro simigliantemente ,,. E gli Apostoli fecero largo commento di tali massime: " Chi ama altrui ha adempiuto alla legge. Conciosslaohè i comandamenti sieno sommariamente compresi In questo detto: Ama il tuo prossimo come to stesso,,. Ma Cristo - se n'ò accorto il )lalatesta? - assurse anche a un grado superiore, e gittò veramente il germe della fratellanza unaua, proclamando: u Voi aYete udito ch'egli ru detto: Ama il tuo prossimo, e odia il tuo nemico. Ma io vi dico: Amate i vostri nemici, benedite coloro che vi ma– ledicono, fate bene a coloro che ,·i odiano, e pregate per coloro ohe vi fanno torto e vi perseguitano; ac- flJ Insisto sulla tleslgnazlone di crhHlaneslmo trm1qeli.co, 11olohè IIIR In fai10 cllù 1•111011la crls11a11adi rraiernt1ì1 t'guamarla Illanguidì ra11ldamcnce, man mano rlle, uscendo dKlla l'alt"stlnfl, dO\'e l'economlll era ancora In uno BtRd1oarretrlltO e che hl 11ualche punto rlsemha della stessa eomu11lli'111rlmordlale, 11 Cristianesimo si ()ro1111gi) noi mondo 1'0111(1110 O\'O do111lnfl\'I\ 11 conc~tto th•Lla pro11rlel!'1 <1I1,l'it{l/'lu - man mono oh'oR~11 uudò clmontandoi.l con 111rorrca reni!,\ - man lllllllO eho BI tlll(IÙ d!ffondend(l 1n lUttll lll classi SOl'lnll - O man mano cl10, con•nndnr degli onnl o col trnsrorrcro del prlrno secolo, andò Sffltn11dc111 •as11et1flzlono cntudroflcn doll'.\11ocalls11c, elle ('risto avea JlrOft>IIHll come pros~lmn. riducendosi ornai nd us– sesstone di una sct111,11ueua del mllttm,m•; - la qual cosn rece rlaf– re-ilonare cl'allreu,mto /\Ila \·lta e al beni terreni. La eltMzlone quindi do\ cristianesimo degenerato del tempo di Olullano, o addirittura di quono ufficiale di Cogta11t1110, è ruor di luogo.

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