Critica Sociale - XVIII - n.22-23 - 16 nov.-1 dic 1908

CRITICASOCIALE 339 Questo progra.mma - altissimo - della ]'Nle• razioue po:,telegndica non poteva certo, da. un dì all'altro, penetrare profowla1nente la coscienza <li tutti i fe<lerati. .Ed era in qnesta difficoltiL, uE'lla inevitabile lentezza di questa couquista degli auimi, che si sostanziava la cosicletta ' 1 crisi federale •p tratteggiata, a colori così vivi, nella rehrni01ie al Congresso di Demetrio Ahtti, ]Dra tutta un'opera. di educazione, che doveva proseguirsi fin nei più umili strati, per indurre tutta questa gente - in gran parte tormentata dalla miseria, dall'ingiusti– zia, da ogni sorta di gnai - a elevarsi sopra la, sterile preoccupazione dei proprì iuteressi imme– diati, sopra gli istinti cli ribellione che covano nel– l'animo di tutti i coucnicati, e a cercare, nelle grandi forze morali <li una larghissima solidarietà, snperaute le chiostre della classe,, le reùeuzioui future. Questa educazione si veniva facendo. gradual– mente, ma mirabilmente, con la solennità di una. vera colletti ,·a palingenesi umana. Le, attestava l'esperienza d'ogni giorno, lo conclamava l'entu– siasmo dei Congressi, quando un oratore toccava le note più elevate, più altruiste, L1el programma comune. Lo sforzo per 1ft riforma dei serYizi, la collabora– zione - implicante la critica - a vautaggio del paese, era appunto l'espressione tipi(•a di cotesto indirizzo, mirante a suscitare la. coscieuza profes– sionale e la coscienza civile nell'antico strumento passivo della gerarchia. °Ed è qui che il.Governo ha scelto di colpire e <li intimare il sno veto/ On(le il gi6lito, da un lato, dei reaziouarì, timidi d'ogni largo movimento di redenzione organizzata, assai più che delle ri– bellioni impulsive ed effimere; e, dall'altro, dei sindacalisti e degli anarchici, che ci beffa.no alle– gramente dalle loro gazzette: " Becchi e basto– nati!; vi piegaste, ecco la mercede; ecco il falli– mento del metodo. " Non neghiamo che è per essi l'ora della grassa risata: non speravano in Giolitti il compare! Ri– nrarrebbe <la <limostrare che, col tm·o ,netodo. si sarebbe meno bastonati e più ritti. F. gli esempi che possono a(ldurre, non suffragano davvero. Ma è poi vero che il metodo è fallito e che g·li ana,rchici e i sindacalisti - perchè il Governo è dalla loro - rideranno per gli ultimi"? Noi pensiamo al contrario che - a dispetto delle intenzioni - da cotesta tentata e sventata nostra evirazione sia per scaturire un rigoglio di novelle energie; e la crisi che covava sia per es– sere più presto risolta, e il cammino di avanguardia più audacen1ente ripreso. Queste sferzate, a quando a quando, sono prov– vi(le; dato il temperamento italiano, accilliOso e sentimentale, sono fors'anco necessarie. Esse ride– stano e pongono iu valore quella so!i<lttrietà che sonnecchia negli animi e che la sola visione astratta di uu programma dalle lente scadenze non basta a mantenere vibrante. Esse sopprimono, nel co– mune pericolo, le rlivisioni degli uorniHi, disper– dono le cavillose distin;!;ioni di tenclenze, temprano le impazienze, scuotono le stanchezze e i torpori. Esse fanno come l'aratro, cbe ferisce la zolla e la rende feconrla. Le magnifiche manifestazioni di solidarietà e di entusiasrno che ,la ogni parte pervengono al Cam• panozzi e ai suoi amici - che il Governo più non osa assalire ____,_ dieono che il colpo assassino giunse tardivo: troppe forze si erano già costituite e ri– velate. 'l'roppo gù sentono i feclerati - e sen!ouo con essi tutti i colleghi degli Ufflci 1 tutti i lavo– ra.tori de!Fopifi.cio e della gleba 1 e gli amici della libertà, e i nemici delle camorre annidate nei pa- lazzi di Governo e schizzanti, ogni giorno che passa, fango e mern!:ogua - troppo sentono che, nel duello dichiarato, la, luce, la, dignità, la mo· raie è con loro; con loro è l'interesse na:donale e la democrazia. Essi lottano contro tutti gli anar– chismi, nou importa se camuffati da poliziotti. Gli anarchismi 110n prevarrn.11110. Che essi seguano questo nobile slancio sino alla fine - senza lesinerie nè paure -; la vittoria l'hanno g-ii\ in pugno. Uon. Giolitti 1 all'intento cli spezzarle, ha messo le orga1.1izzazio11i degli agenti dello Stato a uua fonnida,bile prova. La rif'posta l'avrà dai futuri comi2.i elettorali. Vavrà. dagli agenti dello 8tato, come l'ebbero i suoi predecessori dalle organizza– zioni proletarie .... Diverdt anche lui, come Pelloux 1 i I " com pag-uo onora.rio ,,. Come dunque nou esserg-li µ;rati? 1l 1 roppc volte gli an·ersarì politici ci accusarono di essere sem– pre rimasti -- a malgrado delle clelnsioni - nel profondo del nostro cuore uu po' g-iolittiani. [ let– tori hauno qui Ja riprova che Pa.ccusa ha qualche varte di vero. LA CRITICA SOCIALE. Al Congresso delle Biblioteche popolari Fi·a il G e il D rlite,1tl.))'e si te1·1·à in Nooia, inav– gu,·aiulosi in ca,npùloglio e proseuHendo i tcu;o,•i nell'Aula magna di quella Unive;·sttit, U Primo Congresso nazioHale <lelle Biblioteche popolari. Stvà w10 - crediamo - rtei /"atti più salie,iti dell'annata. I m,e1·aui{!lfosi l"isultati che rlie(lero, in soli t1·e o quatt1·0 anni, istituite con ci-iter( nwde,·nì e coltivate con /"e1'to,·e, le BilJlioteche po– pola ,-t di Jiitcuw. in città ed in p1·ovincia, hwuw :wscitato l'iclea (li questo Couy;•esso, at (J'uale in– teri;eJ"ranno - oll1·e te 1·ap111·esc1da,1,:,e uf'(iciaU: i 1"\llnisteri, il l'ariam,ento, il Municipio tutti i pt(, cospicui ed ope,·osi amici detta di/f"asioae della cottul'a nel p,·otelal'iato. /1,' appunto si t,·atte1·il, - sop1·at1,tto - di este,1- tle1·e,nei li,niti clel vossiUtle, i Ue,w/ici l'irelati dal– l'espeJ°imento ,nitcuwsc a tulle le 1·cr1ioni rl'Jtatia; a q1wlfe plaghe 1-,peciat,iwnte nelle quau la coUiwa trova JJiù ,·e/i·attari il tei·1·eno e l'a,nbiente. CiO che si tenta é dwu11rc la c,·eazione di una coscir•nza rivUe nel ,wsll'O popolo - cli quella _co– scieri::,a cit:ile cl1e è la p1·emessa ,iecessaria d'ogni a:,ione /'eco,ula, anche rii paditi politici. e sc,i::a ta quale ta de,llOCJ'ClZia, it J1ror11·esso, la civiltà tlel paese soiw nomi vw1,i ed insolenti ironie. .Il Congl'csso si (Jc/tf'1'an1w le Oasi di nna u 1"e– lh'ra~ione Ualia,w delle BilJUoteclte popolari" in– tesa a stimota,·1w il soi•ge1·e 1 a -'-OITC(J{JC,Tte i pri,ni passi, ad agecotw·1w l'esis!en:,a con ogni ,-.;01·ta cli aiuti; si tJ"atle,·anno. su appO,\ile J'elllzio,,i. i le11ti che 1taiu1.r) attinenza al tema 1n·i1u·i1utll': Case popotw·i. T:JilJliolecl1cscolasUclte, 1 ·urati, C(!liUu– tanli, cw·cc1·al'ie. di case1·11w, J)f'r cmi11ranli; {l'(tS/h1·1nazione deile Bil.Jlio!eclw esistenti; coorlli– nr11nento ('Olle U11ire1·silà popola1·i; BilJliote,·t1e popolari alCestero; Biblioteche e pi·orJl'essi rletl'i1t– clust1·ia; BilJlioteclle e stwnpa quoticliana: me~zt

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