Critica Sociale - XVIII - n.22-23 - 16 nov.-1 dic 1908

338 CRITICA SOCIALE di una critica degli atti del Governo, contenuta in una poderosa relazione sulla riforma dei ser– vir.i, che un intero CongTesso, alla, unanimitit, f'ece propria. Così la u insubordinazione ,,, la " mani– festazione collettiva ni il "segreto d'ufficio ,i, come debbano iuternlersi e perchè siano puniti, è iudi– scutihilmeote chiarito dalla glossa dei fatti. Non im1>ori:{l. indugiarci sui minuti dettagli della cosa: che i fatti, allegati dallo scrittore come indici di 11n sistema censurabile, siano in sè più o meno Auscettibili di spiegazione e di difei::ia; che il Onm– pauozzi abbia peccato di intemperanza nella forma; tutto ciò, se anche fosse, uon avrebbe - di fronte a.I modo e alla gravità della. sanzione - che una importanza secondaria. A buon conto, quei fatti, resi di rag-ion pubblica <la parecchie settimane in cento g-azzette, il Ministero aveva campo, come usa. in casi simili, tli rettificare o spiegare: se 11011 l'ha fatto, o gli è che non poteva, o voleva che, con la sanzione del Congl'esso, Ja loro deuunzia assu– messe maggior gravità: era dunque l'agguato teso, l'imboscata predisposta? Del resto, le difese degli ufficiosi, Fintervista col ministro Schanzer, le argomentazioni conconli dei giornali dell'ordine, posero la questione con tutta li1. nE'ttez,.-;adesiderabile. Non si tratta di enori o di intemperanze di dettaglio, per i quali un se• Yero richiamo, o una qualsia~i delle minori puui• zioni, onde è straricco ogni arseuale discipliuare, sarebbero apparsi più che sufficienti. Ciò che non è tollerabile, è che I' " interiore " si attenti a ginrlicare gli atti di governo del su– periore gern.rchico. L'impiegato, entrando negli Uffici, consegna a.I superiore il pensiero, l'anima, la. coscienza. Al snperiore 1 intencliamoci, come per– sona; non all'ufficio, a.Ila legge, allo Stato, tdla nazione. lL diritto di critica è, di fatto, abolito: uon v•è invero diritto di critica, senza libertà di coucludere clisnpprovamlo. E abolito è del p;\ri - o ri<iotto 7 che è il medesimo, ai derisorii confi1:ii tlel mutuo soccorso e del ctuh di divertimeuto - il diritto di associazione. A coonestare il sopruso isi è ricorso a un infantile gioco di parole: Carnpa– nozzi depto,·ara, (irlest criticava) certi sistemi am• ministrativi; si è detto che clepto1·ata la persona del Ministro, Attribuendo al verbo " deplorare n il significato ingiurioso 1 invalso in questi ultimi a.uni - tutti sanno gli allegri perchè - nel gergo par• lamentare. E si è andati più in là.: si sostenne che il con– Lrollo delle associazioni sugli atti delle Ammini– strazioni " usurpa - nientemeno! -· i poteri del Parlamento ,,. Questo stampano ancora ogni giorno i giornali ligi al potere e _ha ripetuto li .l\l.inistroj non sem– brando neppur SO!-ipettare che, se simile teoria pre– valesse, la ~arcbbe finita per sempre con tutte le libert8., anzi nessuna libertà sarebbe mai sortaj al paese tutto f\llA,uto - non parliamo rlella libera stR.mpa, che alberga sacerdoti sifl'u .. tti ! - sarebbe inchiodata sul muso la museruola; lo stesso teorico controllo parlamentare (così brillante in Italia, come ognuuo constata!) verl1·ebhe inaridire tutte le sue fonti e si ridurrebbe a una lustra. Pegg-io ancora: poiché le informazioni sng-li Uffici uon si ottengono di regola che tla~li impiegati, sarebbe consacrato il tipo del Gingillino - porco, gesuita e corlanlo, del delatore anonimo, che denunzia rifugiato nell'ombra, senza assumere respon~abilità 1 ~em:a mostrare la faccia. Deguo coronamento mo– rale del diritto pubblico uuovo 1 propugnato cla cotesti paladini tiella. disciplina! Perchè poi tutto questo non lasciasse dub_bio, e un esempio !:iOlenne fosse dato, si negarono all'ac• cusato i termiui ordiuarì ùella, dife8a e si convocò un sineclrio ,Ii ·· comandati ,,, presso il quale ogni garanzia di giudizio era legalmente i:i.oppressa. Noi sosteuemmo che, se esiste diffamazione ai danni tlel Miui::itro, questi - quando voglia punire - non ha che una via: querelare, come un privato cittadino, al rrribunale ordiuario 1 dove in questi casi la prova dei fatti è di diritto e, se riesce, :-:crimina il reo e demolisce moralmente l'incanto querelante. " Ridicolezze! ,, sclama la 'l'ri/Jww: il Ministro, dopo che fu offeso 1 dovrà dunque, per giunta, diventare imputato? - Quasichè già egli uon lo sia davanti al paese, e una larva di g-iudizio, dato da' suoi complici e valletti, valga a purgarlo. Il giornale di Chauvet soccorre alla. Tribuna e ne ripete gli argomenti; e qui l'odio ai 'l'ribunali si spiega. Pure la nosti-a tesi, che è 1:1.nch(} (si noti) la più severa pel diffamatore in mala fede 1 è la sola degna cli uomini. che rispettino se stessi, degua di nn paese civile. Pl'.'rchè in tutto questo miserabile affare vi è qualcosa di più triste, di più rivai• tante della stessa cou<lanna. E' la.courlizione fatta a quei giudici <lei Consiglio di disciplina) comau– <lati, ripetiamo, a fare le vendette del Miui8tro. Un giornale riferì che alcuni tra essi, dopo udito il Campanozzi, avevano le lagrime negli occhi; meno forse, stimiamo, per misericoniia di lui, che per pietà di se stessi. I quali, se avessero prescelto di reu<lergli giustizia, <lo,,;evano rinnovare arl uno a1l uno 1 nella loro sentenza, i reati ad esso imputati: la \'iolazione del segreto, proclamando provate le accuse; la insubordinazione 1mbblica e grave, la manifestazione collettiva diminuente rautorità rlel :Ministro, approvando la parola che lo biasimò. Do• vevano cioè, nello stesso giudizio .... destituire se stessi ! Senonchè, per colmo di sarcasmo, tntti i g-ior– nali d'Italia recavano, nella stessa mattinata, il licenziarnento di Campanozzi per avere parlato di Fornari e cli Cossu, conniventi col ministro Nasi, per avere taciuto .... . .. .ì\la tutto riuesto è ancor nulla. Di ben altro e migliore. che della illustrazione 1 finalmente sin– cera, della legge-capestro, dobbiamo dirci grati al Giolitti. Qui il protagonista - e non v'è chi nol senta, sopratntto fra quelli che han mandato di atfor– mare il contrario - non è già il Campa.nozzi, 11ti stngulus. Uu singolo, accusato di.. '( manifesta~ zione collettiva n ! Protagonista è la 1! 1 eclerazione che indisse il Congresso. La Federazione postale telegrafica incarna una tendenza in opposizione diametrale con la tendenza rivoluzionaria e sindacalista 1 che trovava ne~li ultimi anni la sua più classica, e completa espii• cazione nel Sindacato dei ferrovieri. I segni caratteristici 1 dell'uuo e dell'altro indi– rizzo, certo sono noti ai lettori. Da un lato è !a preoccupazione - esclusiva o 'luasi - degli iute, ressi di classe e di categoria; la confessata indif– ferenza ai bisogni delle altre classi e il divorzio proclamato dagli interessi generali del servizio; l'ostentata sfiducia nell'azione parlamentare, l 1 apo– teosi dell'azione fliretta, il ricorso sistematico alh~ minaccia e alla violenza. culminanti nell'ostruzio– nismo e nello sciopero. Da! lato opposto è l'aperta sconfessione di cotesti primitivi e delusorii metodi di lotta, la fiducia nell'azione politica e pa.rlamen– ta..re1 illuminata ,tagli interessati e dai competenti, lo sforzo verso una fusione, sempre più alta e per. fetta, degli interessi di gruppo coll'interesse dello Stato e della nazione, l'incessante u collaborazione " a vantaggio del paese.

RkJQdWJsaXNoZXIy