Critica Sociale - XVIII - n.22-23 - 16 nov.-1 dic 1908

CRITICA SOCrALE 361 e non concesso che poss a esister e eon Pattuale si– r,tom1L clettorale 1 in t'Ui i deputa.ti nwridionali hanno in loro hf\lÌa il Cloverno in che mo1li) un G )verno di buona volcinfa potrehhe rhrnnarc il ~lozzodì '? Nei Comuni 1 in cui un movimento indigeno rin– llO\'ntot·c ahbastamm esteso non osistC!i>I<' - e co.~ì RrO"(Ì fi110 (I, qu,wdo 1WII SÌ(l. t'!ilt.'11) if sun·,·agio uglt mwlfahtli - nessun Prefetto mdicale 1 nessun Com mi81urio i1ocialista 1 nes1un mag-i~trnto 11\trademocra– tico potrohhero fare il miracolo di crcuro dal nulla: i11 quo:1ti disgraziati paesi bisog1tert•hhe. o lasciaro che la ,•cecilia camorra t·iprend('S'iC colle nuove ele– zioni il potere, o so8tenere hl camorra. contraria, o prg-g-iorare le cose Assorbendo per A"iunti, la lue ca– morrilltica, oppure abolire liCIIZ'1lltro i Consigli co– munnli elettivi, e amministrare I Comuni per mezzo tli Commissari permanenti. .\ltt. qtw!ò\ti Prefetti, .\lt– giz;trati1 Comrnis~tu·, provvisori o pnrmauenti 1 i qm,li av1·ohhero l'in<larico di t'nr cli,•e11tiu-o galantuomini e democratici noi altri po,•f'!'i mel'idionali, dovrehhero hl\'Or111·1• sotto h~ sorveglianza, h~ dinniooc, la cor– rezione del Governo centrale: altrimenti dh·entereh– bcro tanti satra1>L )fa il no,•erno centrale non po– trebbe z;oneglinrli o dirigerli coi suoi soli lumi: che cosa mai 1>uòsa1>ere un ministro piemontese di ciò che dovrehbero foro il Prefetto della provincia di Bari, o i Commissari distaccati noi Comuni della provincia, per rendere, sotto la piog~ia della bene voleuz" :,!OVernativa, gala.ntuomiui e democratici tutti i 1>aracarri delle strade pugliesi? 11 ~linistro degli interni d0\'l'obbe atlidar:!i ,Llle inform1tzioni, ai con– sigli, ulle denuncie delle 1>ersone 1>ratichc del paese, cioè di quei pugliesi, che gli ros1Scro per,wnalmentc conosciuti. e in cui egli avesse fiducia e ohe fossero <l 1 1tccordo 'con lui: cioè fi,urebbe ,·ol JJrl'nilerf l'imber ('(lf(t cfoi suoi amiri JJOlittri. gd ceco che gli agenti ~overnativi, pel trnmite del :\lìnistro degfiatcrni, dh•enterebbero !..!"li slrt11nenti dei consiglieri e degli amici dei mini:Hri; il posto, per CtH•mpio, che o~gi tiene nella Campirnia l'on. Pep1n1ccio Romano, sa– rchho occupato dii un democmtico, da un repuhbli cano o da un socialista. Non ò chitLro che questa onnipotenzfl. farebbe di– ventare camorristi anche i pili puri 1mnti del P;1,– radiso? Ci sarebbero tanto miserie intorno a noi, tanti amici che ci rhie lerebbero favori, tanti sconosciuti che si d1chiarcrohbero nostri umici, tanti an·ersari rhc si con,·ertirebhero alle nostre icl1)e politiche e a\'l'ebhero bisogno {l'un po~to di \'iCC'segretario co munale! r.: tutto queste persone si potrebbern ren– dere l'olici, ottenendo dal .\linistro dc~l'interoi un solo rigo di scritto al Profolto A, o al U,>mmissario n, o por giunta si acquisterel>hero sttLhilmente nuovi difonz;ori alla causa democratica, hl <JU1llene anebbe tanto hi.;ogno ! Quale uomo di cuon.•, potendo fare del bene, non lo fa? E potrebbe "ottr,trsi a questil legge universale un uomo politico domocraticone? No, non è facendo scendere dall'alto la grazia divina, che si 1mò epurare la vita meridionale; 11011 la tuteht ciel Oo\·erno hisognu so11tit11ir<'alla strapo· tenza immorale delle camorre amministratirn, ma bisogna aprire il varco a questa folla, che brulica fuori delle nostre cittadi11anze 1 r lasciare che su questa baso solida di forzo la,•oratrici cre:1cano i partiti rinnov11tori. Suffragio mliver.~nlo anche agli itnrtlfaheti 1 dunque: non por la spernnza che con e:iso tii f)0ssa. risolvere im111erliatame11te tutto il problema meridionale, ma con la Kicuret.za che esso è avviameuto alla spon– tilnea soluziono di un elemento irn1>0rtantissimo (l'0rrut.ione amministrativa) nel prohlema meridio– nale, e condizione 1>rogiudiziale alla !i0luzione degli altri elementi del 1>rohlerna. Il pericolo clericale. " 11 Rtiffrngfo universale umnontcrohhe la forza politica. del partito clericale. ,., In li'ranciac'ò il suffra.~io univ<•rsalo; o non si pub dirt• che il partito cloriralr vi Htia molto bene in i.:amhe. fn Belgio c'è il suffragio unh•crsale; e il 1mrtito clericale si tien su a futictL in grazia del voto plurimo, con cui riesce ad aclulterare il suf– fragio universale. In Austria. - il paese più cleri– calo che si conosca il sulft·u~io universale ha mandato al Parliunento il gnq>JH> so<'ialista pili 1111, mcroso del mondo; e il partilo cloricalo ha do,·uto ,•enirc a 1>atti col partito llherulo tetlesco 1>er OllO• nerC' il go,·tmio, ed è <'08trctto u<I avere continui riguardi veno il partiti) so ·i11li>ih\.e ad assumere 11poi-.z;o ttttCl{!.?'iamemi d()Jllot·ratici n1•1rnnto 1>er lt1 preocc11pt1.:zio11e del 8Uffriudo u11ivors,1l0. Ln ltaliiL, !!O il suffragio 11nivcnrnlu dovesse rit•scire a vantaggio doi clpric11li, da molto tempo i clericali l'avrehhero chiesto e i lihornloni l'nvrobht•ro 11ccorllato. N,,ll' Italia m,ricl,0111,1,non l'.'U1te ,,.~.;ofutamenteJ)e– rimlo rltrirale. Qurst'ufformat.iont• mrrinriglierìt as:mi le raae superiori ilei XorJ; llHl <'0rris1>onde as~olu– tamente alla. realtà. - Sei Nord i contndioi vivono s1mrsi e diz;sociati per la cam1>a.gna 1 rcRtii perciò nd nccogliere la coscienza dei loro intel'essi di clasae, espo8ti alla conti mm influenza per~onide del parroco: che vive a contatto con loro; li ronosee ad uno Ilei uno; è spesso il loro consigliere cli amico; in qual– che luogo fa ancora da medico e dtl maestro elo– mentl\re; è abbastanzu. i:!Lruito por essere ris1>ettato dni suoi parrocchiani, nrn non tiwto da sentirsene troppo lontano ; ò abbastanza aghtto per godere di uuu certa su1>eriorità su coloro coi qunli deve ,·i vere, rntt non tanto d1t es-iero con,;illcrnto appartenente a una diverda ch1Ksesochlle. - .Noi nostri paesi, io,•ece, i contadini ,,h ono Rg'J..!"lomernti a migliailt nelle bor– ,:;ate; si contano la mattina in JJittzzR quando aspet– rnno di esiere arruolati pel lit\'oro; si contano la iiCrn quando ritornano in lunghe fìlo dalla. campagna; qucllR. unità psicologicit e quella coscienza di clt1sse che ò data ,,gli oporni industri11li drllln fabbrica, è d1ttfL ai nostri contadini dnllll horg1ita: e questa condizione spio~a i l'tlcili formid1lhili tumulti dellC' moltitudiui meridionali, quasi del tutto ignoti alle classi rurali del Xord e del Centro d'lttt.lia. Su questo mRs,;e imponenti il cle1·0 non ha influenza di sortn: non esiste nessun rapporto perso1wle conlinuo fra i singoli contadini e il J)il!Toco. Il prete 1>artecipa nei noatri paesi alla ,·ita politicu, o 1wrn1inistratiYa non in quanto ò pretr 1 ma in qunnto è propriebLrio o n.tflll'h1ta o piccolo horghc:;e hisognoso dei favori del sindaco e del deputato. Il pericolo clerictile non esiste nel :\fezzogiorno: esist!J nel Veneto, nolhl ll.omagna, in Lombardia, do,•o i partiti democrntici, lm,ingilti dalle vittorie fucilmente conqui1Stahili nello ('ittìt, hcurno sempre truscurato di educare e cli disciplinnro lo popolazioni delhl campagna. e le hanno abt,nndonate quai,,i del tutto al clero. - Ma non sar:l un male davvero se il suffragio universale costrin~ori\ i guasconi della dt•mocrazia settentrio,ule a preoccuparsi del prolJlcma delle campague. Non sarà un malo so qualche centi ,mio di marioncelli, ladroncelli, brifconcelli della glo riosa Sinistra storica o del ra1lic11\huno marcoriano samnno sostituiti, in grazia del suffmgio universale, da nlLrettanti clericali puro sang-110: ~arà. tanto di guadagnato per la sincerità e Il\ chiarezza dei rap- 1>orti politici: finalmente non ci tro,·eremo pili rrn i piedi quest'esercito di mezze anime, che fanno i mangiapreti hl mattina o i baciapile ltt sera: ci guar• J.eremo una. buon1t volta negli occhi e sapremo con chi a,•remo da fare. lt! quel poco, che> la vera demo crnzia potrà dapprinci1>i0 perdere al Nord 1 sarà com-

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