Critica Sociale - XVIII - n.22-23 - 16 nov.-1 dic 1908

360 CRITICA SOCIALE polazioni calabre non risentano og~i il bisogno di queste scuole: l'impulso nuovo, generato dall'emigrazione, so– spinge giovani e adulti verso le scuole serali che sono sempre affullllte ..... lo molti Cornuui si chiedono a grnn voce altre scuole serali o festivtt: Società o Lrghe operaie doman<tano al Provve<titore l'autorizzazìono di aprire a loro spese si– rnili scuole. E questo stato vergognoso, che la inchiesta dei tre stu<liosi toscani - non certo sovversivi - docu– menta per la Cfllahria, è lo stato di tutto il Mezzo– giorno d'Italia. Nè siffatta ostilità o indifferenza degli enti locali dinanzi ai problemi della istruzione popolure si trova solo nei piccoli Comuni, abbttndo– nati a sè, fuori di ogni possihile controllo. A Mes– sina il 22 no,•embre de! 1907 molti ragazzi ddle scuole elementari fecero per la città una dimostra– zione coi libri sotto il braccio, gridando e prote– stando perchè da circa due mesi andavano a scuola e la trovavano sempre chiusa! E Messina è per popolazione la terza città della Sicilia! - Gli è che la ristrettezza del suffra_gio toglie alle L:laasi lavora– trici, direttumente interes~ate nella soluzione del problema educativo, ogni normale influenza politica; e lascia la piccola minoranza prh•ilegiata arbitra quasi indisturbata di diffondere, o meglio di restrin· gere, l'istruzione a. suo piacimento. ~ il suffragio ag-lianalfabeti è, oggi, in ltal-ia, una delle condizioni indispensabili allfl scomparsa del– l'analf1-1betismo. Quando i contadini infatti, che sen• tono il desiderio ardente dell'istruzione, avranno il diritto di voto e potranno abbattere i deputati e i consiglieri provinciali e comunali, che trascureranno di soddisfare quel desiderio, allora possiamo essere sicuri che in un n1odo o in un altro il Governo e gli enti locali moltipJicheranno le scuolei e l'analfabe• tismo 8parirà. Sellza suffragio universale, anche l'avocazione della scuola elementare allo Stato si ridurrà ad una mi• stificazione; perchè lo Stato sarà sempre il direttore generale e il ministro; e questi in tanto provvede• ranno a combattere seriamente l'analfabetismo nel ~[ezzodì 1 in quanto vi à'aranno costretti dai rappre– sentanti politici meridionali; e questi non saranno mai interessati a far pressione sul Governo, affinchè risolva il problema, fino a quando non avranno nulla da temere dai contadini e saranno la espressione di quella sola classe che è appunto avversa alla istru– zione popolare. E, anche ammessa la ipotesi provviderrniale che da un mom1:mto a.Jl'altro la classe monopolizzatrice di tutti i poteri amministrativi e politici del Mezzodì si convertisse alla buona via, e di sua libera inizia– tiva e con !'i-liuto spontaneo del Governo iniziasse una lotta efficace contro l'analfahetismo infantile, gli effetti di quf'sta lotta non si ri:-ientirehbero prima di vent'anni nella compo~izione del corpo elettorale: l'alur1no di sei anni, che finalmente troverehbe oggi la scuola di cui ha biso~no, di venterebhe elettore fra quindici anni; e dovrebhero ent1are nelle li8te ~lettorali a.Imeno quattro o cinque mandate di rna~– giorenni1 prima che si vedessero i frutti di tale novità. - Ont, in attesa di qu~sto parndiso lontt1no, i partiti democratici del Nord sono disposti a rima– nere paralizzati dalla coalizione fra conservatori sett~ntrionali e camorristi meridionali? Ma, a parte la impossibilità concreta di arrivare prima di un paio di secoli a.I suffrag-io universale effettivo attraverso il sutfragfo universale virt.ui- lle, la ohiAzione che finora a.bhiamo discu1'1sa in tanto vale, in qu1mto si conceda agli avversari del sutfra~io universale che la conoscenza dell'alfabeto sia indice di una speciale capacità politica. Negato, invece, questo principio, e ammesso che il diritto di votare non deve dipendere, per la democrazia, nè dnlla ric– chezza, nè da un determinato livello di coltura, che è desiderabile, ma non è indispensabile, e che ad ogni modo non potrebbe essere mai seriamente do– cumentftto <lai famoso proscioglimento della terza elementare, ne nasce che la lotta contro l'analfabe– tismo non ha nulla da vedere con la conquista del suffragio universale, e che questa non deve essere in nessun modo subordinata all 1 altra. La subordina– zione qel diritto elettorale alla capacità di leggere e scrivere fu la gherminella escogitata nel 1882 da Giuseppe ianardelli, il gran commediante del libe– ralismo italiano, per evitare il suffragio universale effettivo. Ci avrebhero pensato poi le amministra– zioni comunali del Mezzogiorno a mantenere con la massima cura, il pilt a lungo pos:sibile, il suffragio universale allo stato viL'tuale. La cura governativa. 11. Che hisogno c'ò del suffragio universale per rom– pere le camotTe meridionali? Se, abbandonando certi formalismi, tutti i partiti, che vogliono la rigenera– zione politica del Mezzogiorno, e spechdmente i par– titi popolari, si unissero per esigere dal Governo l'abbandono del sistema, che tutti i Ministeri se– guirono fin qui, di asservire l'amministrazione locale al deputato che largisce il voto per qualunque fi. ducia? Se si esigesse dal Governo l'abbandono del sistema di sciogliere i Consigli comunali e provin– ciali a seconda delle correnti politiche? Coi gruppi dell'Estrema consentirebbero in questo programma di rigida moralità molti ,,. Ahimè, negli affari meridionali la " rigida mora– lità,, è un'utopia, e nessun partito, neanche i par• titi democratici, ne vorranno mai sapere: o, per essere più esatti, tutti chiederanno la rigida moralità finchè saranno all'opposizione, ma si guarderanno bene dal praticarla □on appena saranno saliti al Governo. Cinquant'anni di esperienza dovrebbero bene avere insegnato qualcosa! Dovrebbe avere in- 1;e~nato molto specialmente la esperienza del qua– driennio zanardelliano-giolittiano, 1901-1904, in cui tanti democratici (cioè radicali, repubblicani, socia– listi), e non del solo Mezzodì, si rivelarono a un tratto pet· così perfetti e incomparabili camorristi, che ogni illusione svanì; e svanirebbe anche al più cieco dottrinario, solo che conoscesse la centesima parte dei fatterelli e aneddoti caratteristici, che io, nella mia qualità di meridionale e nella mia manìa. di storico collezionista, ho messi insieme. Mentre, prima del Governo democratico, con gli infami Ministeri conservatori, uel Mezzodì, i Consigli comunali erano sciolti, le istituzioni di beneficenza enrno rovinate, le prepotenze elettornli erano com– messe, gl'impieghi comunali, provinciali e governa tivi erano distribuiti, i processi erano sviati, secondo i cenni dei deputati conservatori, col sorgere del .\linistero democratico, le infamie non fecero che rivoltarsi in senso opposto: il Governo democratico diventò strumento agli orti, alle Yendette, alle in– gordigie, alle prepotenze degli opprei;si del giorno prima, divenuti a un tratto implacabili oppressori: ci fu, anzi, uno spaventoso pegg-ioramento, perchè - come ben sapeva la volpe di Esopo ~ le mosche affamate sono più spietate delle mosche satolle. Nè si dica che l'on. Giolitti era non un vero de– mocratico, ma un cinico ribaldo, che ha sempre considerata la corruzione amministrativa come uno dei suoi più notevoli strumenti di Governo, mentre un democratico comme il faut opererebbe con met.odi ben diversi. È questa una infantile illusione. In che modo un Governo di buoua volontà - dato

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