Critica Sociale - XVIII - n.22-23 - 16 nov.-1 dic 1908

CRITICA SOCIALi<: 34D si accodano n.lle associazioni operaie che, per conto loro, preferiscono avere dei buoni alleati con un nerbo proprio di forze. I rami vecchi <lissecche– ranuo <li più. La. Con,tede1·a;ione dei serti:.i pubblici rappre– senta, in certo senso. un bisogno ed una tappa avanti nella trasformazione della società. Gli ul– timi saranno i primi. Se noi, aò<letti ai servizi pub– blici, siamo alla coda degli operai liberi, in quanto ci sono sconsig-iiate o sottratte alcuue forme più energiche di riven,licazioue 1 ciò avviene appunto perchè siamo alla testa; perchè a.Ila collettività. (che ce ne ripaga con spec iali vauta ggi, più che quantitativi, di sicurezzn) A.hbia.mo ce(luto parte della nosLra libertà; perchè no i possiamo essere lo specime ed un modello del mondo <li domani 1 che tutti - anche non socialisti - vedono fatal– mente pervaso da una maggiore socializzazi0ne. E' qui In. grande resµonsabilità nostra; ed nn organii,;mo tec11ico, come vagheggiamo nella Con• federa:ione dei se,~rizi pubblici, può elaborare utili' indicazioni e germi per la società. che nasce. M1rncc10 RUINI. LAPOLl'l'fCA Df ADDORMlm'l'AMEN'l'O nellaFederazione d 9linsegnanli medi ' 1 Il CoogreJ!ò!Odegli iusegoauti medì 1 che si tenne a Napoli nel settembre del 1907, segnò la fine ùi un'epoca nella vita della Federazionej è tra..:cor:iopoco più di un anno eri esso sembra già lontano di uu secolo, tanto sono cambiati da quel tempo gli atteggiamenti della classe insegnante: la sua attività politica, le sue aspirazioni e la funzione sua nella stampa e nel pensiero na– zionale. Si giun~e al Congresso di Napoli dopo un lungo pe– riodo di altivi~à febbrile ed incomposta.; tutte le in– sufficenze1 tutte le ingiustizie delle leggi economica e giuridica del 190G avevano svegliate ed esaltate le la– te11ti energie di questa classe di antichi pezzenti in ·redingote, alfine parzialmente soddisfatti, e l'orgauizza• zione stessa, che venivR gloriosa da belle, seppure io– frutt.uose battaglie, combattute io nome di un ideale, sembrava miuacciata da te.ute correnti, che il vecchio alveo federale non poteva più contenere. Ogni imper– fezione di quelle leggi aveva agito come centro di at– trazioDe ed aveva raccolte attorno a sè, da 'l'rapani a Susa, una frazione degli 8000 professori, e il Consiglio Direttivo nazionale si sentiva ormai impotente a con– tenere tante disparate e indisciplinate energie. Vi era. stata la minaccia barbagalliaoa - il sindacalismo nella scuola - e si temeva, con la rovina della compagine federale, il ritorno della disgregazione, delle lotte in– terne fra categoria e categoria, si temeva anche il ri– torno dei personali eterni postulanti, antica vergogna della cla!!se. I pericoli e le minacele, abilmente ingranditi e sfrut– tati, ridestarono gli h,trnt1 tradizio11ali dei v6cchi servi d611'autorità e della borghe!lia. La scuola secondaria è stata in passato u11a scuola di lusso, un servizio che lo Stato offriva ai privilegiati, uu qualche cosa di si– mile al11istituzione ancora esistente dei Convitti Nazio- ( 1) Superfluo notare elio rncclRmo tutto lo nostre più caute o do– verose rlservfl sul ooncetu svllu))J)Rtl In questo nrtlcolo. Ma no ero• diamo ut!lo hl J)UllbllMilono, 11011 rou'altro percllll chi può rlepon dere r11ponda 1 e la <llagnusl, ee erronea, sia ret11neata, e 1a ~ ma– le.tua del eonno ~• ee eetste, 1h1.debellata. (Nota ael/a ORJTIC.t.), nati, ed il personale ad essa addetto, raccattato su tutte le strade, acqui1-1tatoin tutti mercati, aveva una men• tahtà ed una coscienza adeguate all'ufficio. Quest'anima, forse sgomenta dei tra!lcorsi giovanili della Federazioue, forse in parte soddisratta dai vantaggi conquistati, si era ridestata, e i sintomi di un vero panico conserva– tore si manifestarono al Congresso di Napoli. Non essendo po!lsibile, né opportuno, reprimere, oc– correva preparare una dh 1 ersione, bisog11a.va mettere in giuoco tutte le arti dei savi reggitori di popoli. Il Go– verno italiano che, se non fu capace di compiere nessuna opera positiva - se uon forse quella del ravvicinamento dell'Italia al Vi\ticauo - ha mostrato però in questi ultimi anni una abilità, anzi una genialità indiscu– tibile, nell'ammannire diversivi ai movimenti di classe, il Governo aveva già accolto o preparato un problema grandioso per distrarre l'attività degli insegnanti: la riforma della scuola media. Questo problema era tutto quanto vccorrevp 10 reggitori della Federazione. Cosa si poteva pensare di più attraente e di più estetico? Esso avrebbe dato materia infinita a tutti i letterati, a tutti i filosofi, a tutti i conferenzieri più o meno bril– lanti, esso avrebbe soddisfatto tutte le tendenze anar• chiche, che ogni buon impiegato dello Stato nutre nel suo seno, perché con e'lso, se non l'intera società, era una parte importante di questa che doveva venire di– strutta per essere riedificata dalle fondamenta; esso in– fine richiedeva del tempo, molto tempo. Il Congresso di Napoli soffocò le nascenti categorie, mise da un canto le imperfezioni delle leggi, fece ta– cere gli .scontenti, e dette, al Consiglio Federale, che lo chiedeva, un mandato: addormentare la Federazione. L'esplicazione di questo mandato è incominciata con la formulazione di un programma di lavoro e di con– quiste, a capo dello quali, comA pregiudiziale indero– gabile, era la riforma della scuola media, o tali con– quiste erano graduate per ordine e per importanza e dovevano assorbire succe>1sivamente ogni energia della classe. Una specie di via ferrata, come si vede, su cui il treno federale avrebbe dovuto filare imperterrito per qunlche dece1rnio; una spocie di si~temazione preven– tiva della storia ad uso e consumo dei docenti medi e della scuola. 1t lo steSMOerrore, a me sembra, in cui i compagni Molligliani e Saivernini - e quest'ult.imo non è certo irresponsabile dell'attuale politica della Fede– razione - volevano a Firenze trascinare il Partito SO· cia\ista, con la loro campngna esclusivist:i. in favore del Suffragio Universale. Con questa il Partito socia– lista si sarebbe trasformato per molto tempo in un par– tito democratico discretamente unilaterale, e il prole– tar·iato avrebbe a\•ulo agio di dimenticare, prima del• l'agognata riforma suffragista, la lotta. e l'organizza• zione di classe, noncbè tutti gli altri problemi, certC" non meno vitali, della legislazioue operaia; senza con– tare, per altro, che la stessa lotta per il Suffragio Uni. versale si presentava di esito molto dubbio, per causa di quegli stessi mali che tormentano le masse elettorali del Mezzogiorno d'Italia, per cui il Salvemini lo ri– chie<ie. Con la riforma della scuola media la Federa– zione degli insegnanti si è completamente assopita, ed ora guarda immobile e scettica le Ingegnose e fra loro inconciliabili costruzioni dei pochi, ma zelanti, archi tetti di sistemi scolastici. In un anno, per virtù di questo ingegnosissimo sistema automatico di addormentamento, tutte le questioni più gravi, che riguardano gli iusegnanti 1 e quindi la scuola, sono cadute in dimenticanza, sono passate dal primo

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