Critica Sociale - Anno XV - n. 18 - 16 settembre 1905

278 CRITICA SOCIALE nnzionalo o cho permette di liberar la madre patria dall'eccesso di popolazione senza perderne le energie preziose, ma ò anche un elemento prezioso per i suoi riflussi d'indole morale. Le colonie progrediscono pii1 presto e danno esempi utili e recondi. L"Italia ba avuto la srortuna di inco111inci:1r malo le sue avventurn colo– niali, e di sceglier male i suoi posti. Ma non bisogna rlimentlcaro che i Romani, i Veneziani, gli Olandesi, gli Jnglesi non giunsero ai loro imperi coloniali che attra– verso a lotte o a sacriflzi tremendi. Chi non risica non rosica, o, per non aver rischiato quando il rischio era minore, l'Italia si troverà, forse costretta dallo svolgimento logico dello sue forze ad altri rischi e costi piì1 grandi e colossali nell'avvenire contro un mondo vecchio pii1 di lei e pili saldamente organizzato. Vnrrobhe In ponn. di soffermarci a lungo sullo critiche rivolto al nostro sistema giudiziario; ma lo spazio ob– bliga alla massima concisione. Una sola cosa ricorderò concernente la Giurìn. L'istituzione della Giurìn, come esiste eia noi, ò una trasformazione clella Giurìa inglese attrn\•erso una deformazione francese. ln Inghilterra nulla esiste di analogo al carattere di infallibilità che ha da noi e in Francia il verdetto dei giurati. 1n Jnghil• terra e in America, quando i giurati danno un verdetto che ò contrarlo alle risultanze e,•identi e positive del dibattimento, Il giudico ha. il diritto e il do,·ere di re– spingerlo, o la facoltà di inquisire contro i giurati col– pe,•oli di una decisione iniqua e di indagare sulle ragioni di questa. In Jtalia invece, mentre si può discutere, ri– formare, ecc. una sentenza di giudice, i verdetti dei giurati sono inappellabili. :\.la passiamo ad altro. Unn dolio cose, che mi accade di frequente di trovar creduta in lnghiltorra,è che l'Italia sia un paese ancora religiosamente governato dal Papa. L'autore di questo libro ci ronde giustizia, mostrando come in pochi paesi la religione abbia così poca importanza come nel nostro. J/nutorc credo che sia un male e anch'io credo che sin un grande vantaggio J)Or una nazione il sentirsi una nel culto lii un idealo morale; ma il fatto è che da noi la fede è morta e il nuovo ideale non si fa ancora ,·edere; e gli ideali o le fedi non si creano ad arbitrio. :i'la anche in questo campo si dovrebbe far in modo da democra– tizzare sempre 1>il1 l'istituzione stessa della Chiesn. Un suggerimento dell'autore, e che avrebbe una importanza grandissima, consiste nell'idea di far capire alle popola– zioni che esse hanno il diritto legale di nominare il capo della loro parrocchia. In tal modo si spezzerebbero nelle campagne le reni al dominio del Yitticano sulle popo– lazioni. 11 Vaticano potrebbe nominare il Veso0\'0 1 ma niente plì1. Oli aspiranti al posto di parroco dipende– rebbero dal suffragio popolare, dall'atmosfera del paese, dalla cultura, dalla lotta dei partiti. Le consegueuze sarebbero enormi. l Vescovi a poco a poco sarebbero ln(lottl a non agire che in conformità alla ,•olontìL po– polare, e il Vaticano del pari. Si andrebbe cosi a poco a poco costituendo un clero nazionale alla testa di una Chiesa. nazionale, che, subendo tutti i contraccolpi dello spirito nazionale cd evol\'endo con esso indefinitamente noi pensiero o nell 1 azione 1 potrebbe dar luogo a fatti difllcllmente ora concepibili. Invece i nostri " libornli 11 si son contentati di mettere in ridicolo l'idea come u roba da preti .,,o di mandare i Reali Carabinieri, so del caso, a insediare l'eletto dal Vescovo. Eppure ò a. questo che si dovrà veniroj oppure questa è In via che porrà. fino al Cattoliclsmo. La democrazia non <leve disinteressar~ sene. Non sono queste che alcune delle idee pescate qua e là. in questo libro interessantissimo. Nella nostra rapida trascorsa abbiamo do,·uto lasciar da parte tutto ciò che Yi ò detto sulla nostra letteratura, sulla nostra storia, : ;i.ui nostri tribunali, sui nostri uomini di Stato, sulla organizzazione o rlisorganizzazione dei partiti o del Par– lamento .... Ma erodiamo che le cose dette debbano ba– stare ad invogliare alla lettura di tutte le altre . .Fino a quando permetteremQ ohe ogni lavoro straniero sull 1 ltalia registri gli stessi errori ohe furon registrati dai prece– denti e che, prima che da stranieri, furon disvelati da pensatori e uomini d'azione italiani? COLLABORAZIONE DI CLASS f Oom ita,~i <-lei ..;ala,1•i. Accenna.mmo di recente su questo colonne a una nuova forma di nttività del movimento contadino in Ualia che succedo al fermento degli scioperi: la coo· peraiione agricola nell'assunzione di terreni in affitto da parte dei lavoratori associati. Anche in mezzo al proletariato industriale, nonostante gli schiammazzi dei sinclncalisti, spuntano i rudimenti cli forrne nuove di lotta che, pur senza escludere l'estrema ratio dello sciopero, saggiano la bontà delle pretese delle due parti e la loro reciproca forza sul terreno della di– scussione, e non cli rado riescono a componimenti ,·antaggiosi doppiamente per la classe operaia, in quanto le portano cieli miglioramenti senza il più piccolo disperdimento di energie economiche. Vogliamo parlare delle Commissioni miste di pa– droni e opcrni per la trattazione di tutto le conte– strizioni che possono insorgere sull'applicazione delle foriffC' concordate, e delle nuove pretese modificatrici delle tariffo st.csse così cl!l una parte come dall'altra. O~ni buon sindacalista si permetterà d'inorridire o per '? meno cl_i, irridere a proposte di questo genere; ma, siccome, p1u che proposte, queste sono già fatti, o a.1111, strc~ua dei fatti anche i sindacalisti son co– stretti fl ragionare e a discutere, magriri passirndo per codini in confronto ai loro cugini anarchici così nullii di meglio che esporre i fatti stessi e i ris~ltati degli esperimenti fin qui tentati. . • * In questi giorni si è letto sui giornali di una graYC minaccia di sciopero da parte di lutti i tessitori ingl~si per una. richiesta di aumento di salario, mi– naccia. procrastrnata, dopo lunga discussione della Commissione composta. di padroni e operai, a <101> che s,lranno noti con sicurezza i dati sul raccolto ciel cotone, in base ai quali dati i padroni si riser– bano di concedere o meno l'aumento domandato. l tessitori inglesi praticano infatti da lunghi anni il sistema della discussione· di ogni proposta in seno alle Commissioni miste permanenti, per mezzo di loro delegati, che hanno tale conoscenza dei prezzi della materhl pl'ima, dei prodotti manufo.tti in tutti i mercati del inondo e delle loro oscillazioni da tener tedta con la maggior sicurezza ai più abili' e consu– mati padroni cotonieri. Ora si sono ng-giunti ad ossi i minatori, i quali da qualche unno istituirono le u Commissioni dei sa– lar!,,. (I) :L'industria mineraria inglese, che nel 1903 rap– presentava 230 milioni <li tonnellate (una tonnellata i,~glo~e. è_ uguo.lc a. 10~3 chilogrammi), delle quali 63 m1lion1 sono d ostrnnti all'esportazione, non è fio- ( 1, ~ono lltnto etudlnto con cura dl\ Il. 1tarnaud che ne dt\ conto 111 unn monogrnlla (lei ltllsle Soc1a1, aprilo 190:>.

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