Critica Sociale - Anno XV - n. 18 - 16 settembre 1905

274 CRITICA SOCIALE deve esscro 1 come fu froppo sovente, un fuoco cli pagli11) un apparnto pirotecnico di razzi che si spen– gono nel buio. Il ministro )fojorana possiede senza dubbio una grande duttilità parlamentare, ma non gli mancano nè l"ingegno alacre, nè la varia ,~ vasta coltura 1 nè la salutare ambizione di essere o di diventare qual– cimo nella politica italiana. Noi abbiamo seguìto il vago accenno do' suoi primi propositi - riafferma– tisi dopo l'eccidio di Granmichcle - ma li abbiamo anche visti (o ci parve) balenare e piegare e tendtlre quasi a dissolversi in uua riduzione ai minimi ter– mini, e ci fu facile intravvedere e sospettare dentro lui e intorno a lui il lavorìo occulto di infinite pres• sioni, di dubbiezze e di timol'i 1 diretti a circuime, n captarne, a paralizzarne la volontà. Questi sintomi additammo al nostro Bonomi, perchè, con la sua competenzn in materia, ci dicesse tutto il suo pen– siero. Ed egli ci risponde con l'articolo che inseriamo 11ui sotto, che collima interamente coi nostri so– spetti e che è insieme un appello, al quale toto corde aderiamo. Noi crediamo, con lui, nhe il partito so– cialista o la democrazia ahbinno qui un dovere da compiere, o da compiere subito, impiegandovi tutte le forze. li fallimento - in questo momento carat– teristico - cli una riforma tributaria sufficiente– mente rndicalc, sarebbe un po' anche il fallimento dei partiti rilormntori. I quali, poi, quand'anche dalla lotta, che lì invi– tiamo ad un impegnare, non dovessero trarre una vit– toria imme,liata - quand'anche dal loro contributo di azione non dovesse scaturire una 1·ìsulta11le molto prossima, se non coincidente, coi loro desiderati - non perciò dovrebbero troppo dolersi. Vincerebbero anche perdendo. Poichè avrebbero scosso l'apatia che li immobilizza, affermato la loro ragione cli es– sere, attirato a sè un immenso presidio di simpatie e di fiducia popolare, e posta la piattaforma - per le prossime \'iccnde politiche e per la futura con– ,·ocazionc cli comizi elettorali - del loro ri11vigori· mento e ciel loro successo. Raccomandiamo, dopo ciò, l'articolo ùi [vnnoo Bo- nomi. LA ClUTIC,\. L:n breve ma suflicientl'mente chiaro riassunto dello idee del ministro 'Majorana, apparso in una corrispondenza da Anticoli dell'ufficiosa 'l'ribww e pubblicato al posto d'onoro del giornale romano nel suo numero del 26 agosto, ci aveva invogliati a esporre alcune nostre osservazioni tecniche intorno a quelli che pare,,ano ormai i sicuri caposaldi della disegnata riforma tributaria. E l'articolo che avremmo voluto scrivere, salve alcune riserve su alcuni punti - del resto non ben noti - del disegno ministeriale, sarebbe stato, in sostanza, d'assentimento e cli lode. Infatti il i\'Tajo– rana - secondo quello che gli face,·a dire Pintervi statore clelln Tribuna. - avrebbe ripreso il cammino là do,·e si era fermato timido ed incerto il Ca.roano e dove volc,·a procedere audacemente il ,Yollemborg; e la soluzione dei problemi pili urgenti non sarebbe stata la solita soluzione empirica, che ha tutti i di– fetti o i danni della rabberciatura e dello spedicnte, ma sarebbe stata finalmente - se non in tutto, in gran parto - un doveroso riconoscimento delle ormai concordi proposte degli studiosi della materia o dei dettami della scienza. Così la necessità di abolire le imposte comunali di carattere personale, - la tassa di famiglia e quella sul valore locativo - per sostituire ad esse un'im– posta ~onerale sull'entrata - necessità già ricono• sciuta d!ll Sonnino e giù. da lungo tempo proclamata in tutti gli scritti attinenti allo questioni tributario - trovava soclclisfaziono nel disegno :lfojorana. Corto l'imposta generale sull'entrata, che dovrebbe essere progressiva - così come ha sempre sostenuto, contro il Luzzatti e il Sonnino, il Giolitti - non sarebbe stata ancora, come è destino che sia, una vera e propria imposta di Stato. Lo Stato l'avrebbe riscossa mediante i propri agenti, ma il provento cli essa sarebbe tornato ai Comuni, fino al giorno in cui - sempre sulla fede della 1'rif,mw - fosse stato pos– sibile assegnare le im1>0st(' fondiarie ai Comuni e l'imposta progressiva e personale allo Stato. Per tal modo, e col proposito, non ancora ben chiaro, cli trasformare il dazio consumo fino a poterlo conside– rare abolito, specialment,, per quel che riguarda i Comuni chiusi, il progetto )[ajorana si sarebbe av• vicinato molto a quello ,vollemborg, e anzi no sa– rebbe stato - come anche noi proponemmo l'anno scorso nella Nuova Antologia - la graduale attua– zione. Seuonchò questo felice disegno - che dovo,,a ve– nire integrato eia un'altra audace riforma nelle tflsse sugli affari e in quelle giudiziarie - pare si sia assottigliato per via, tauto da smarrire i suoi più importanti caratteri. Cc ne av,•orte il Resto del Car– lino ciel 10 settembre, anch'esso in odore di officiosità. Secondo l'organo emilia110 1 la riforma ciel :Majorana non mira punto ad abolire lo attuali imposte perso– nali, applicate oggi con tanta clh•orsità e spesso tanta odiosità cli criterì dai nostri Comuni, ma pron•ede solo" a disciplinarle con criteri così precisi, da ren– dere impossibile o quasi lo ingiuatizie e i favoritismi n· Quindi niente imposta generalo sull'entrata da sosti– tuirsi all'attuale disordinata ed ingiusta tassazione personale, ma anzi l'affermazione recisa della impos– sibilità cli un'imposta di tal genere a saggio progres– sivo per questa rnirabolante ragione, che l'imposta progressiva II è ammissibile in tesi ma non in fatto,,. Soltanto in un caso si potrà sperare, secondo l'infor– matore del Nesto del Carlino, nelPabolizione delle attuali imposte personali comunali, ed è quando si possa applicare quella tnssa scolastica, " ormai am– messn - nggiunge con molta leggerezza l'anonimo infornmtorc - in line1t di principio anche nel campo democratico ,,. Ma proprio in questo caso ci pare che la l'ifornrn, scambio cli fare un passo innanzi, ne fa– rebbe cento all'indietro. Quanti sono studiosi di tri– buti sanno che le imposte personali sono gli stru– menti pii1 squisiti di tassazione, onde l'attmde av– versione al modo con cui sono applicate ch1 molti Comuni ita liani, e spe cialmente nel Mezzogiorno, non conduce a reclama.re la loro pura e semplice abo• liziono m a bensì il loro perfezionamento. Quando, dunque, si propone di abolire questa tassazione per– sonale per sostituil'la con una tassa sull'istruzione elementare, la quale, por quanto limitata ngli ab– bienti e consigliata. d al princip io finanziario moderno che il cittadino dern paga.re direttamente i servizi che riceve, si risolYe rebbc in sostanza in un ostacolo al libero espandersi cli quel poco d 1 istruzio11e che lo Stato proclama obbligatorio, noi non possiamo che insorgere contro la minaccia di una nuova ingiustizia tributaria altrettanto grave quanto quella a cui vor– rebbe porre riparo. 'l'alchè 1 se la lezione del Resto del Carli110 fosse più esatta di quella della 'l'ribmw, a noi non resto•

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