Critica Sociale - Anno XV - n. 13 - 1 luglio 1905

204 ÙRITICA SOCIALE originale: la coscienza .... Un'intelligenza delle cose mo– rali e sociali assai sviluppata, permettendo l'evoluzione continua del carattere sì negli individui che nelle razzo, permette un progresso crescente della stessa moralità. ,, Dicevamo adunque che l'uomo comincia ad essere ef– fettivamente libero quando acquista. la capacità di sot– tomettere al suo \To\ere l'ambiente esterno, l'attitudine a vivere secondo un i-istoma. ~fa, siccome questo dominio sulle forze naturali (cho con una parola generica si chiama prog1·esso) l'uomo non lo ottiene se uon gra– clualmentc, o siccome il ritmo del progresso è tanto pili rnpido quanto pili la divisione del lavoro assume la forma superiore della cooperazione delle attività, si può aggiuugcre che la libertà vera e reale dell'uomo - non quella illusoria e negati\'a dell'individuo isolato - sta in rapporto diretto colla. sua ca.pacitù. a cooperare cogli altri uomini nello sfruttamento dell'ambiente; la quale cooperazione in definitiva non è che l'armonia in cui si è risolta ht lotta antecedente. ira appunto perchè !a liberià è in rapJlOrto <liretto colla cooperazione e ne è una funzione - la libertà. ha delle nuances, dei gradi, che sono in relazione i:mne– diata·eoi modi onde la cooperazione nasce e si estrin– seca. In generale si può dire che la sfera della libertà. è tanto più ampia e l'iudividua.lità umana si mauifesta tanto più completamente, quanto più la cooperazione è spontanea e volontaria; e im·ersamente l'uomo è tanto meno libero quanto più la cooperazione è coatta. Scencliamo dai concetti astratti e veniamo a, casi con• creti. Nel regime economico oggi prevalente - caratteriz• zato dalla disassociazioue 11elpossesso dei fattori pro– duttivi - il possessore della forza-lavoro entra nel processo produttivo e collabora col possessore del capi– tale, usufruendo certamente di una maggior somma di libertà che non lo schiavo antico. )la questo non signi– fica che l'associazione, cui accedo l'operaio moderno, sia completamente spontanea e volontaria. Anzi, se ben osserviamo da vicino le C'ose, non tardiamo ad avvederci di quanta scbiavit1'l sia ancora infetto il contratto di lavoro che la legge suppone liberamente stipulato tanto dall'operaio quanto dal padrone. Infatti 1 mentre quest'ultimo può - in virtù del suo possesso di un fattore privilegiato cli produzione qual è il capitale -- aspettare, durante un tempo pili o meno lungo 1 la congiuntura più favore,·ole per entrare in col– laborazione coll'operaio, ed essere così in grado - so– pravalutando il proprio servizio - di rì<'.avare dal co– mune processo produttivo un soprareddito non riferibile ad un costo sopportato, Popcraio si trova costretto - la fame serve da pungolo - ad accedere alla colla– borazione col capitalista anche nelle condizioni più svantaggiose; di guisa che, quando si tratta di dividere il prodotto del comune travaglio, l'operaio deve accon– tentarsi di una parte minore di quella che avrebbe ot– tenuto se si fosse associato col capitalista liberamente, se avesse avuto, in altre parole, a suct libera disposizione i mezzi <li lavoro. Mar.e di1Jioge in questo modo la ll0Sizione reciproca delle due parti: " Il nostro vecchio possessore di denaro si avvia in– nanzi e, nel!a. sua qualità di capitalista 1 cammina il primo; lo segue il possessore della forza di la.voro come suo subordinato; quegli con lo sguardo Aprezzante, con aria d'importanza, tutto affaccendato, questi timidoi esi– tante, restio, come colui che ba portato al mercato la propria pelle e non può aspettarsi che una cosa: di esser co11ciato. " La distribuzione attuale adunque è imperniata unica– mente sulla forza. cli coloro che partecipano alla pro– duzione e non si tro\'a pro1l0rzionata al servizio fun'li0• nale di ciascun fattore, 11 Gli imprenditori-capitalisti cercano di avere il mas– simo profitto, dando agli operai o quel minimo di sa– lario che è necessario alla loro esistenza, o quel salario :,nche pili elevato che consente l'impiego pili proficuo del lavoro in ogni industria, ma che non è mai in rap– porto al prndotto compiuto. n (C. Sut>rno: individualismo economico, pag. 111). Dato quest'ordine di cose - che alcuni proclamano sacrosanto od intangibile la conseguenza chiara e incontrovertibile è che la libertà vera, effettiva non esiste oggi che per una ristretta cla,iso cli persone: i capitalisti-proprietari. Per essi soli funziona integral– mente il libero giuoco dello forze industriali; non J)er gli operai, i quali, spronisti come sono delle cose ne– cessarie alla realizzazione della loro potenza lavoratrice, sono liberi in quanto sono schiavi del capitalista. Ora, lo sforzo dei socialisti è appunto diretto ad in– frangere l'individualismo ristretto oggi imperante e ad instaurare un ordinamento sociale in cui - essendo sparita ogni forma di cooperazione coatta nel processo produttivo - tutti possano avere una sfera di libertà ugualmente ampia, tutti possano svolgere integralmente la loro personalità. Libertà completa non esiste senza proprietà, e colla socializzazione dei mezzi di produzione il socialismo mira appunto a far partecipare alla proprietà tutti quelli che lavorano. La libertà, disgiunta dalle condizioni che la realizzano, è . un non-senso, un'illusione. Le classi opernie oggi non sono libere perchè non hanno a loro libera disposizione i mezzi ,li lavoro; e il socialismo vuole appunto - colla socializzazione - realizzare la libertà economica di tutti e di ciascuno. Solo in socialismo quando tutti i fattori di prodn- zione godano delle medesime posi'liOni iniziali e ognuno possieda il proprio strumento di lavoro - è possibile parlare di libertà, di giustizia sociale, di uguaglianza tra reddito e servi;,,io funzionale, di individualismo, inftne. Ogni altra libertà, ogni altro individualismo, non è che inganno e menzogna; è individualismo riservato ad alcuni ceti p1·ivilegiati. 1: individualismo che fa della schiavitù di molti la condizione essenziale della libera– zione di pochi. E allora ci pare si possa dire che l'antagonismo tra socialismo e individualismo non è che apparente; esso prende corpo solo da una falsa e incompleta compren– sione di ambedue questi concetti. 11 socialismo, che aspira alla democrazia diretta e alla sovranità individualizzata in ogni cittadino i che mira a liberare la coscienza da tutte quelle ideologie che re– stringono il libero esame e la libera ricerca; che prencle posizione per la scienza contro la i;reclenza mistica e ri– getta nel campo della pma il)Otesi tutte le asserzioni 11011 confermate dall'osservazione e dall'esperienza: che yuole spogliare lo Stato da ogni carattere di auto;ità e di violenza, in modo che l'organo della collettività. di– venga, secondo la felice espressione di Saint-Simon, una pura amministrazione di cose e non un governo di uo– mini; che desidera che l'unione dell'uomo colla donna,

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