Critica Sociale - Anno XV - n. 3 - 1 febbraio 1905

42 CRITICA SOCIALE La ripartizione si fa col metodo d'Hondt o del " comun divisore n, il quale, attribuendo tutti i seggi disponibili e nessuno lasciandone vacante, conduce a resultati di uoa approssimazione quasi perfetta. L'articolo 263 della Legge Elettorale Belga così stabilisce circa al modo di scrutinio: " L'Ufficio principale divido successiyarnente per 1, 2, 3 1 4 1 5, ecc. la cifra elettorale di ciascuna lista e ordina i quozienti secondo l'ordine di loro impor– tanza, fino a raggiungere un numero totale di quo zicnti eguale a quello dei membri da eleggersi. L'ul– timo quoziente serve di divisore elettorale. " " La ripartizione fra le liste si effettua att.ribuendo a ciascuna di esse tanti seggi quante volte il divi– sore è compreso nella rispettiva sua cifra eletto– rftle ,,. Sia ad esempio il Collegio elettorale di Bruxelles. Sono 18 i seggi, quattro le liste presentate dai partiti e tre le candidature isolate: Voti delle liste: SociaUsti LiberaU progressisti Liberali pw·i . Cattolici. voti 59.389 24.185 32.383 89.964 Voti delle candidature isolate: Giroul Roger Lison voti 9.754 8.520 10.109 cattolici Soc!allsU 1,11).Jlllrl 1.11).progr. Divisione per 1 89.964 2 44.982 3 29.998 4 22.491 5 17.992 6 14.994 7 •l l.423 8 11.245 I 18 maggiori quozienti I 89.964 1I 59.389 Il[ H.982 lY 32.383 Y 29.988 VI 24.694 Vlf 24.185 VJH 22.491 lX 19.796 59.389 24.624 19.796 12.fl47 11.877 9.898 sono: Comnne divisore == 10.72•L X 32.383 16.191 IO. 794 Xl Xl[ xm XlY xv XVI xvrr xvm 24.185 12.092 17.922 lG.191 ]4.994 12.347 12.092 11.877 I L.423 11.245 10.72± Divisa la cifra elettorale di ciascuna lista per il comun divisore si ha: Cattolici (8 seggi). Eletti: Ncrinx, De Jaer, Van Der Linden, Rcnkin, Cnrton Oe Viart, De Lantsheere, De Bottrinder, Colfs. - Supplenti: (l) ·wauwermans, De Coster, De ·winde, Borgìnon. Socialisti (5 seggi). Eletti: Vandcrwelde, Bertrand, Delporte, Cavrot, Delbastée. - Supplenti: Courardy– \Vauters, Van der Brouckòre. Liberali puri (3 seggi). Eletti: Huysmans, Lepage, Vandewalle. - Supplenti: Mauville, Tiauseus, Jacq– rnain. Liberali progressisti (2 seggi). Eletti: J anson, :U'eron. ~ Supplente: Robert-Morichar. . • * Le due differenze essenziali che passano fra il metodo svizzero e quello belga riguardano dunque la distribuzione dei seggi l'una, il " panachage ,, l'altra. ( 1) La legge elettorale bclgo. !Hl.I deputati supplenti JlOr sopperire o.no elezioni suppletive. Per Ja distribuzione dei seggi, specialmente in seguito alle riuscitissime esperienze belghe, il me– todo d'Hondt si dimostrò, rispetto al " quoziente ,,, un vero progresso scientifico, stabilendo esso iu mi– sura quasi matematica la distribuzione dei seggi, ed ovviando al gravissimo, lamentato difetto del sistema svizzero, per cui è inevitabile ricorrere ad elezioni sotto il " quoziente ,,. La questione è più grave circa al "panachage ,,. E la gravità., secondo noi, non trae origine dalla di– sputa accademica che sorgerà (precipuamente contro il sistema belga) sulla libertà dell'elettore, della quale saranno tenerissimi i nostri conservatori; nè verrà generata dalle alte gdda, che i sostenitori, spesso interessati, del Collegio uninominale lanceranno contro lo spauracchio dei partiti politici, di cui aumente– rebbe rigogliosamente la funzione elettorale. La im– portanza essenziale del dibattito sH.ràdata in ispecial modo dai fondamentali caratteri differenziali dei due sistemi " proporzionali ,, io rapporto alla vita poli– tica della Italia nostra. Certo, il non ammettere il "panachage "' pur li– mitando formalmente la liberti\ dell'elettore, spinge ad una forte e disciplinata organizzazione dei par– titi, da cui molti vantaggi possono derivare, e alla educazione politica del corpo elettorale, e al retto funzionamento delle Assemblee legislative. Inoltre sarebbe impedito (cosa che può accadere col "pa– nachage ,,) agli appartenenti ad un partito di dan– neggiarne un altro, facendo riescire - mercè i loro voti individuali - i peggiori elementi di questo altro, ed escludendone i migliori intelletti. Quindi, a prescin– dere dalle condizioni peculiari del paese, ove la ri– forma deve essere attuata, o meglio, dato un paese, in cui la vita politica sia giunta a tal punto di ma– turità da presentare una chiara divisione netta, in– conciliabile dei partiti, il sistema belga è ottimo ed, oserei dire, quasi perfetto. Ma all'ltalia, che d'un salto dovrebbe passare dal Collegio uninominale allo scrutinio di lista con Rap– presentanza proporzionale, è ugualmente adattabile, senza rilevanti modificazioni, un metodo sì rigido? Sono i nostri costumi politici tali da sopportare una sì ferrea organizzazione di partiti? Certo, oramai le battaglie elettorali anche da noi, in buona. parte, si combattono nel campo di programmi delineati. Perciò il fatto che Pelettore, ad esempio, non possa votare che per liste, presentate da un numero di elettori determinato dalla legge, non urta contro la libertà dell'elettore 1 e perchè un can– didato che non riesca a trovare in una provincia o in una regione cento firmatarì, com'è richiesto dalla legge belga, non avrà di sicuro la. velleità di pre– sentarsi e di riesci re; e sopratutto perchè sarebbe grottesco ostinarsi a misconoscere la importanza ineluttabile, benefica dei partiti politici: sarehbe ne– gare la. luce del solo. La disposizione belga, che sembrerìi a noi per lo meno un po' nordica, sarà. certo quella, per cui ò proibito non solo di "panaclter " la lista, ma anche di spostare dall'ordine di presentazione più di un candidato. Perciò, se un sistema. proporzionale con "pana– ch.age ,, fosse più facilmente accettabile dalla mag– gioranza, anzi più adatto all'rtalia e perchè da noi i partiti politici (specie nel Mezzogiorno) non hanno ancora raggiunto quel grnclo cli sviluppo, che li di– stingue in altri paesi, e perchè la vita italiana, di· battendosi, per la sua storia, in una complessità. certo più molteplice di quella del Belgio, ha gene– rato molto più prolifica.mente partiti politici e " nuances "; dato questo, noi, una simile riforma, non la dovremmo preconcettamente respingere. E quando poi fosse reso impossibile, con opportune disposizioni di legge, che un partito influisse Rulla

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