Critica Sociale - Anno XIV - n. 7 - 1 aprile 1904

104 !'nITICA SOCIALE l•'u già tempo che il Gruppo socialista venne de– nunziato come " ministeriale .,. ln quei giorni i no– stri voti al OoYcrno, contro la rca;donC', tcnc,•ano il Governo nosfro prigioniero, erano voti di bntta~lia, che lo sforzavano a concedere o a piegare. Quell'at– tei;r,giamento vig-oroso cd armato, in cui vibriwa an– <'Orala virtù dell'ostruzionismo, comincia,·a a " strap– pare ., ( usiamo la parola cara ai cavilClcnti) unn po• litica di vera lil>Crlfl e kggi di lihertà e di riforma proletaria. )la lo ~forzo, CHl11n1liatodag·li uni 1 11011 capito clag-li altri) parv(' bcntosto sovrrchio agli omeri nostri. Non stipP1Hlo reggere a. quella hatta~lia) noi pcn· sammo di disertarla, e cercammo un alibi passando verbolmentf all'opposizione. Dit quel giorno ogni opposizione è realmente fi– nita. J_,'Arnnti! confessaYa giorni sono che nessuna opposizione effctti,·a è ogg-i possil>ilc all1EstrenHt Sinistra: e diceva onestamente il ,·ero. (') ~on vi sono, nel capannone di Jfontecitorio, pili fradici mi– nisteriali dei repubblicani e dei socialisti. Meno male che c'è ancora Sonnino! Fll,IPPO 'l'URATL ( ) ~ Quanto all'Estrema, ..• 11011 111ÌI dare alla sua 111.loncOJlllOSI• 11ltrlco un coutenuto posltl1•0 Immediato. l'crchi• 1111 pro{l:rRmma rii• dlcale di t1crnocro.t1zza1.10110pollt!co-f!z1Rn1.lnrta sl 11t1111;,,creliò 81 esca dallo llluaorlo s111·111~11ayf delle riforme pertl!glornl del pn.ssatl Gl\lllnettJ, C perchì:: !\I SUJ)Crl (jUCStO pl'rlodo fl.10110d'ln<'rZltl glollt– tlana. occorre UIIR mn:;rgloram:a 1rnrtnml'ntare che saJ)pln ostegglnre e coml.iattere le eorrenll di tnten:--.~l nntldcmocrntlcl di llestrn e <Il Sinistra. }"1no ad nllora l'op11oslzlone dcl!'}:strenm - 11nche se plÌ1 viva di quella attuale - non 11uò 6Scre che n<'gll.11\·a ~ (Opposl::io11t l11fitm1lt, nell'At'fmli ! del 21 marzo). l.'ANmU! ln\·oca dt1n(1uc, nella nostra conrcss11,ta Impotenza, una - collal>ornzlono di ch,nl ., estesa, n1Cnhlmeno. a lii/la Ili ml1(lgio• t·(mza 11m·1amt11t,n-e, e c11ecl t101•rcblle ,•enlre dall'Indulgenza <hl\ de• sllno. •: contldlmno !11 ,t/1(1h, che i:: grande! Al prossimo 11umeroil sfguito degli studi cli n. K,1.– vkmx1 sn f,a scuola, clcmcntiu•e 1 di O. CASAL1x1 su la .lieggc sul lavoro risicolo, cli R V1v1Ax1 su le S1mso milituri. IL CORAGGIO DELLALOGICA (.llla vi(Jilùt del C011u1·esso di Boloyna.) La verità. a cui si ispira il metodo riformista ò questa: che l'azione elci partito socialista - come di qualsiasi partito - deve commis:.irarsi e proporzionarsi, per es– sere efficace, alle reali condizioni obbiettive su cui esso vuole esercitare la sua influenza. La propaganda che esor– bita da. questo camJ)O ha un valore ideale, non pratico. Rappresenta una soluzione di continuità tra il presente e l'avvenire. La propaganda teorica del socialismo ha l'ef– ficacia dell'orientamento 1 dell'indirizzo, della direttiva 1 ma praticamente non 1rnòcontare che sugli effetti che sono compatibili coll'ambiente in un determinato momento storico. Onde lo è necessario essere sussidiata da una pratica quotidiana che essa alimenta dei suoi succhi fon. damentlli 1 ma che attinge a sua volta a tutte le scatu– rigini della ,•ita sociale di quel momento. Propaganda teorica e azione pratica così si integrano e formano un organismo vitale, vibrante di ,•ita e di anenire. La propaganda intransigente-rivoluzionaria - se ri– gorosamente o lealmente condotta - non può condurre che: o a isterilire il partito 1 come fLl il caso del partito mazziniano puro; o a spingerlo ali' " atto risolutivo ,ll come ha cantato il gallo di llrescia. Ma i ri\'Oluzionari non si saprebbero acconciare allo logiche conseguenze pratiche delle loro J)remcsse. Es-:i non vogliono nè iste– rilimenti, nè catastrofi: che ~arebbero il loro isterilimento e la loro catastrofe. \'ogl iono il proletariato obbediente alle loro speciali vedute. 1~ chiamano gente. Vc,!et.ecome essi drizzano abilmente intorno a loro come una impalcatura di unione popolare, dalla quale sbucano le faccio pili varie: anarchicii re))ubl>licani, liberisti, feroci individua– listi; o su tutto sventola la bandiera dell'antistatale. Jn– transigenza e unione, che import!\.? fa tutt'uno. )la pre– scindendo da quelle che possono essere le velleità per– souali di alcuni ,lirettori del nuovo mo,·imcnto, le quali del rosto sarebbero più che sufficienti a spiegarne il sor– gere e l'amJ)liflcarsi 1 essendo note la molta ignoranza. e \'ancor poca coscienza politica ed economica delle nostre masse, sempre J>Ìl1 facili a seguire chi grida e strepita di più, chi si riempie di 1>il1 la bocca coi grossi paro– loni culminanti nella verbalissima rivoluzione sociale i prescindendo da, ciò, 11 l'atto risolutivo ,, 1 con~iderato come una necessità. fatale, il cui compimento bisogni af– frettare o a cui si debba. tendere l'arco della volontll, posto innanzi come un comandamento di propaganda giornalierai la più salutare e proficua delle propagande, per farne un elemento sempre presente della coscieoztL J)roletaria, non conne:;sc.,a questo o a quel grado del– Pevoluzione sociale e dell'C\'Oluzione proletariai librato nelle vaporositìl e nelle indeterminatezze del subietti– ,,ismo1 è un postulato di pretta anarchia. li socialismo ammette, nella sua concezione generale, l'ipotesi della rivoluzione, quando I:~ maturit1ì del 1>rO– letariato, così piena o intensa. da a,•ere la forza e il di• ritto di assumere la direzione della gestione sociale, trovi Jlintoppo di una minoranza ribelle, che si serva dei mezzi violenti, che ha ancora in possesso, per resistere e pro– lungare il proprio ,!ominio. Su di che tutti i socialisti riformisti sono J)Crfettamente d'accordo. Yi ha di pili. Questo medesimo concetto rivoluzionario essi lo esten– dono e lo applicano alle singole tappe da percorrere. Ovo sorgano ostacoli all'avanzata del proletariato, siamo d'accordo che do\'l'anno essere dal medesimo fieramente affrontati e sorJ)assati. E se al fianco nostro troveremo qualche rrazione borgbese 1 uon sarà. colpa nostra, come non sarà merito dei rivoluziouarì so ci toccherà lottare eia. soli. Ma se quest.o è come insito nelle ragioni pro– fonde del movimento socialista, con,•iene tener presente che è l'occasionale, l'accidentale, l'eccezione. Eccezione sottintesa, ammcssai accettata eia tutti, incontroversa, ma eccezione. Guardiamoci dal farne un canone di azione prat.ica quotidiana, dal concentrare in esrn tutti i nostri pensieri e lo nostro forze, dal lasciarci infatuare o os.-.es– sionare dalla sua visione, dal crearcene un feticcio 1 dal porla ad ogni istante nel mezzo del nostro cammino a paralizzare il nostro lavoro o a. contenderci il passo. :Xoi dobbiamo preoccuparci di un'azione pratica quo– tidiana che confluisca al socialismoi per tutte le vie del– l'evoluzione, con tutti i mezzi che il J>roletariato ha, mano mano, a sua disposizione. Sarti. azione rh•oluzio– naria perchè confluisce al socialismo, non perchò possa prevedere più o meno la necessitìt, giunti a questa o a quella t.appa 1 o alla tappa finale, dell'uso della \'iolenza, fllttore qualitativamente secondario, che ò un mezzo e non è la cosa, che cli questa è. se mai, uno dei mol– teplici strumenti - l'ultimo peso che può, i11 certo oro della storin 1 far traboccare la bilancia delle trasforma– zioni sociali. All'infuori di questo reln.tivismo nel concetto di ri\'O• luzione 1 c'è la ciarlataneria rivoluzionaria, che spaccia sperauze e delusioni insieme.

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