Critica Sociale - Anno XIII - n. 23 - 1 dicembre 1903

362 CRITICA SOCIALE dualisticamcnte il rap1>orto dell,l coscienza religiosa con la divinità, e il secondo vi nggiunga la l'orza della tradizione collettiva nrnterinlizzata in una. isti– tuzione, nondimeno entrambe quel rapporto, che nelle coscienze costituisce il fatto della fede, resta !JOsposoin ari.-1 1 un fenomeno sogi:;cttivo, come tauti nitri, come tutti gli ideali politici, sociali, religiosi, mora I i. JI giorno in cui l'oggetto della fede cessa cli uvoro un fondamento storico e lo storico, anche credente, ammette di non poter avere da fare che col problema del come sorse una data credenza, questa perde ogni autorità. per noi. .Per lo storico coscienzioso, la fede nell'esistenza dell'oggetto della fede stess1.t, è un fatto psicologico, che va spiegato con le stesse leggi con cui si spiegano tutti gli altri fenomeni psicologici di credenza; egli, è vero, non può 11ggredire il problema ontologico; ma, studiando come questo sorga, risolvendolo in un problema di psicologia genetica e comparntn, lo elimina allorchò finalmente si accol'ge che immaginare una realtà trascendente dietro hL f'enomica, non ò che un pro– iettare inconsciamente fuori di certe linee gcner~– lissime di questa, che è hl soh\ realtà da noi cono• sciuta, ed è cascare nello stesso nssurdo di chi vo– lesse ritenl're che, dietro tutte le varietà di tinle e colori, c'è una Realtà cromatica di cui esse siano l'es1>ressione. Ora, hL fede nel detto r:1p1>orto tra l'uomo e la divinit:1 sorgo quando storicamente e psicologicamente è possihilc che ciò che è uu errore o uu illusione per noi sfugga allrt mente di genet·a• zioni meno mature ed assumo. tutta la. evidenza ll'unn verità. Nei popoli primitivi, come nei fanciulli, le sfuma– ture della possibiltù, della probfl.bilib\. 1 della verisi• mig-linnza, del dubbio su di un fatto non sono pos· sihili. Bsso è \'ero o non ò vero; la fede più che fede ò credulità, ha tutta la forza d'una constata– ;r,ionc fisicn; le sue spiegazioni s'impongono poichò in quello stadio non ne sono possibili di migliori. A poco a poco, con l'integrarsi di altre esperienze, sorge la necessità di uno sforzo per far rientrnre queste nell'ipotesi di pri111a1 e poi finalmente o que– sta viene abbandonata por un'altrn o vien radical– mente trasformata. Essa dura fino a che un altro ol'icntamcnto mentale non lt~ superi in forza. Lo studio storico dei fenomeni religiosi, distinto dalle questioni concr.rnenti la. portatu loro metafisica, ò quindi impossibile; esso infatti approda a stabilire come le attuali credenze si diffusero e stabilirono e, se ò completo, approda a stabilire come la fede si evolse dalla credulità. e come, a un dato punto, una data spiegazione dovesse parer vera.. Esso taglia ogni giorno uno dei molteplici fili, che tenevano congiunti ht formula dogmatica clclht fede alla forza clerivantelo dalla pii'L o meno evidente storicWt do) suo oggetto. rnsso clenudu il processo evolutivo elio conduce dal momento in cui la fede in un dato og– getto si risolve nell'eviclenzu assoluta del suo af. formarsi sovrano nella coscienza, al momento in cui nella coscienza penetrano altro affermazioni che con– trollano hL prima e da sovrana assoluht la riducono a. costituzionale da()J>rima o l'eliminano poi. Solo in apparenz[L la storia del dogma è la storia dell'estendersi cli una fede. In realtà è la storia dei conati di questa per difendersi. 1 1 :ssa ò costretta ad armarsi cli ragione, fino a quauto la ragione l'uccide. LfLstoria elci dogmi e clelhLteologia è la storia elci couati cli una verità sempre pit'L vacillante per parer sempre pili chiara; dapprincipio questi cOJrnti si compiono su nozioni, che hanno tutta l'evidenza di cntit.ì. realistiche; poi, a poco poco sottentra un no– minalismo astratto, cli cui la critica non tarda a scuoprir la ,,uotaggine. NKturalmente ci sono parecchi stadi da percorrere prima che si arrivi alla negazione del trasccndeute. 81b ot Ma senza dubbio uno dei pili importanti di questi 1:1titdi è quello che caratterizza i riimltati della cri– tica del Loisy. Ci sono alcune sue pagine (187-21!')) in cui ò contenuto un abbozzo della sua critica delhL ~011oscenz11, che sono, dal suo punto di vista, cru11a grnvitfl eccezioni\le. Vi ai parla cli veritù che nou è mai interamente posseduta dal uostro spirito, eho non ò immutabile pili dell'uomo stesso, che evolve con lui, in Jui e per lui, e che non è verità per lui se non Rppunto fLquesta condizione; vi si parla di idee 11ntropomorfiche sulla ri\ 1 clazione conservate clulh\ lcologia e che sono affatto discordanti dalla scienza <' dalla filo1'ofia contemporanea; vi si parla di una divinità che compie la sua. opera nell'umanità rivc– lunclosclc secondo le suo capacità nei vari stadi della sua evoluzione; vi si parla di una rivelazione che 11011 ha. potuto essere se 11011 ltt coscienza acqui– sibt dilll'uomo ciel suo rapporto con !a diviniti't, e vi si insiste che è t.olo sotto forma cli con0!iCCnza umana che la percezione cli questo rapporto poteva. avvenire in uomini. Vero ò che si vuole introdurre una distinzione tra l'oggetto della conoscenza, elio è eterno e immuta• bile, e hl forma transeunte della conoscenza di que– sto oggetto. 11a la distinzione non regge. Dove mai il contenuto de11a conoscenza ap1>ane separato dalla forma? Con quale autorità si pretende di obbietti• vnro questa mer amente logica distinzione tra oggetto doll:1.conoscenza e forma? 11 vero è che in ogni stadio evolutivo o ggetto e forma s'impongono sub• ,çpecie aeter11i, a chi sia sprovvisto di cognizioni sto– riche in materia. Così stando le cose, non c'ò molta differenza tm il cattolicismo loisiano e il vag-o teismo mazziniano. e c,è una differenza è a suo danno; è nel non esser sorretto dalla fede di cui quello era l'espo– nente. Chi è giunto alle 1>remessecritiche del Loisy e continua a professarsi cattolico o semplicemente cristiano, o s'inganna od ingunna, sia pure a scopo di hene. Praticamente, questa critica si traduce nelht democrntizznzione della Chiesa, il cui bisogno ò nssai verosimilmente ht causa. ultima della critica stessa. l~isempre dalle condizioni di fatto che trag– g-0110 la loro r~gion d'essei-o anche i movimenti i11 1tppurcnzn più spcculath'i. Nulla di pili erroneo della definizione di animal metapltys-icum che dell'uomo diedo lo Schopenhauor; la metafisica non nasce che clul bisogno di specuhue per affrontare dei rischi. Applicato alla storia della Chiesa, il metodo del Loisy, di tener sel)arata la questione storica dalla dogmatica, porta a preparare le menti al concetto che lo stesso principio, concepito teoricamente come immutubile, è in pratica suscettibile di applicazioni formali variabili nel tempo; che l'atteggiamento clcl11L Chiesa riguardo alla scienzil o alla società è hL risultante di uno stato genernJo dello spirito cat– tolico, cli un lavoro comune costituito dal compro– messo, che nell'intimo di ciascuno si compie, tra la fede tradizionale e la scienza e la realtà sociale. Ne scaturisce il senso reale mnl dissimulato di certe pagine (17S-ISG) rare a trovarsi nella letteratura cat• tolica. Cvi, discorrendosi dell'autorità ecclesiastica. e del suo essere una continm1zione della società opo~tolica, pur non essendo una diretta e storica istituzione divina, si insiste sulla necessità. di una inversione dei rnpporti pratici trn autorità. e membri della Chiesa, si i111:;istesul ratto che la élite dil'i– ~cntc dev'essere al servizio llella massa dirette\; sulla opportunità. che la Chiesa dopo aver spinto ogli ultimi limiti l'espansione del principio d'auto– rità1 abhia presto a seguire i progressi generali del– l'umanità. CiYile, divenendo meno politica e pii'1cri· stiuna, attenuando le forme quasi dis1>0tiche cli cui il suo OoYerno s'è attorniato, e sulla necessità di un" conciliazione dei diritti ùell'indi\'iduo sovrano

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