Critica Sociale - XIII - n.18-19 - 16 set.-1 ott. 1903

204 CRITICASOCI A LE I soqquadro n un lrntto lo scuoio senza fl\'ere in precedenza I l'adito nlle Facoltà. unlversarie o degli Istituti d'istru• lasciati s,•olgersi o maturnro I risultati di un primo mo- ziono suporloro dello Stato o conduce al ctmseguimento desto esperimento, bisognerebbe a.spettare la fine della di determin(lti di1>lomi 11rofe1sio11ali '" rimescolandosi in prova per dcciderl!I a sottrarre gl'insegnanti alla ver- un unico moilruo-;o IAlituto agrimensori ragionieri gogna dcgil arbitrii amministrativi e delle ristrettezze maestri elementari e alunni destinati agli ;tudi uni\•er~ economiche? sltarl 1 per suscitare ostilità infinite e interminabili di– Ditflcolh\ 1mrlnmenlnri o bnrnonda nmmiuistratiyn. Se cosl arruffato e dls1mtabile ò il problema. didattico, ò mal lecito 5peraro che la Camera, sopraffatta com'è tu questo periodo di vita nazionale da tante altre Pon– derose o Improrogabili questioni (trattati doganali, orcli namento rorrovlarlo, riduzione della rendita, questione morldionnto, questiono militare, ecc., ecc.), possa, non diciamo approvare, ma solo iwero il tempo di discutere un grande progetto di riforma dello scuole? Nelle pre– senti circostanze J)f~rlnmontarl, sarebbe già grande con– quista ottonoro oho la Camom dedicasse qualcuna dello suo seduto n discutere nlmo110 la parte più urgente o rolntl,,nmonto J>iù semplice del problema scolastico, a soddisfare cioè lo giusto richiesi.e dcgl'iusegaanti; dove troverebbe Invece, essa, oggi come oggi, il tempo per occupani di un argomento, che non è certo meno grave e non Busciterebbo dlsJ}ute meno lunghe della. ormai leggendaria rlrorma della magistratura? k bensl vero che, nell'in,·orno J>assato,essendosi sparsa la voce che li Ooverno avesse pronta una grande rirorma dell'istruzione e che di questa riforma una parte rosse dedicata al miglioramento dello condizioni economiche deg'l'insegnantl, alcuni nostri colleghi - per fortuna J>OChiassai - prima ancora di sapere di che cosa si trnttasso, furono presl da un cieco entusiasmo e comin– ciarono a conrozlonnre voti o telegrammi per chiedere non solo che In riforma rosso subito presentata e discussa - o questo era bene - ma nuche che il Parlamento PR.J)J}rovasso a. tamburo battente senza discuterla e ma– gari prima cho rosso presentata: e questa sarebbe senza dubbio unn. vin molto spedita por abbreviare le discus– sioni o condurre i~ tannino sonza ritardo le pili aud:~ci rirormo, se non avesse l'lnconvoniente di togliere ogni dignità. e rlsJ}ottnbllltù. n chi non si ,·ergogna di consi– gliarla nl Pnrlnmonto. Un nitro mozzo migliore per accorciare ed evitare le discussioni sarebbe Il presentare al Parlamento non un vero o prOJ)rlo disegno di legge finito in tutti i suoi particolari, la cui discussione sarebbe lunghissima e di incerto risultato, ma una breve serie di articoli sommari, che affermassero dello massimo generali e lasciassero alla cura del Potere esecutivo l'attuazione concreta di esse. R certo, essendo il Parlamento un istituto essen– zialmente politico, disadatto a decidere questioni tecniche, sarà questa In via che bisognerà battere per semplificare i problemi 1 qunndo sia venuta l'ora. di provocare su uu progetto di riforma scolnstlca Il voto della Camera o del Sonato. Ma lo linee fondamentali della riforma non sarà mai nò costituzlonalmeute J)Osslbllenò desiderabile che siano sottratto al gludlzlo dol potere legislativo, ed è appunto su <li osso cho vertono lo disJ>uto o le incertezze, chè sui partlcolarl, concorclatn ?a massima, c'è sempre modo di nccomoclnrsl o cli transigere. Uastorebbe per esempio, il solo primo articolo dl quol progetto di legge, che ru pubblicato noi marzo passato clalla Scuola Meclia di Na– J}Oli,o nel quale, con uno stuperacente disprezzo per tutto le teorie pedagogiche moderne, si afferma che « l'igtruzlone secondaria ha. J>or flue di dare ai gio,•ani la cultura ftlosoftco-lottoraria. o scientifica, che apre spute. E Poi, anche dato e non conceo;so che le discussioni do\'essero riuscir brevi o l'approvazione sollecita, a chi sarebbe affidata oggi la cura di dar rorma concreta alle massime npJ)rovato dnl potere leglslnth·o? A quello, cho con termino metnflslsico si chinma Potere esecutivo e che, cosl com 1 ò oggi costituito, non è altro che la ,·o– lontà 1>ersonate del Ministri, uomini politici. a.nch'essì 1 che salgono a quoll'urt1oio 11011 ))Or ragioni tecniche ma por ragioni JJOlltlcho o no sono sbalzati non per ragioni tecniche ma. per ragioni politiche? Continuerebbe allora questo, che ò uno dei pit'1 deplo• revoli flflgolll dolio scuoio, continuerebbe In.marca inin– terrotta e CRJ)ricclosadel decreti, dei regolamenti, delle circolari, do! tolegramml 1 delle disposizioni speciali, con cui l'un Afinlstro dlssi1>al'opera del predecessore, quando non si diverta a dlsrnr l'opera propria, e le mutevoli opinioni di chi si tro,·a J)Or caso a governare sono la legge dello leggi, e nessuna buona riforma ha garanzia di stabilità, e la vita scolastica è un caos anarchico e inrorme, In cui • la leggo dapprima disciplina una serio di raJ}J)Ortlpiù o meno vasti i sopraggiunge il regol&– monto, il quale, noi determinare le condizioni sotto cui do,•e applicarsi la legge, allarga e trasforma il contenuk> di questa, ne usurpa Il campo, ne altera ! confini o l'indole; 1>H1 tardi la circolare ministeriale altera e tra– srorma Il regolamento; nò manca una quarta rase, in cui In concessione ministeriale, fottn J>ercasi singoli e volta per ,·oltn, rlosco a modltlcaro le circolari, i rego– lamenti, lo leggi 11 ( 1 ). Oli offottl di questa rovinosa condizione di cose sono molto plì1 grnvl di qunnto a prima vista non sembri, perchò non solo gl'lnsegnnntl hnn perduto in siffatta conrw:;lsslrnn Unrnonda di ordini e contronlini ogni fiducia nella continuità. o sorlotil dolla loro 01>era 1 ma gli alunni o le rnmla-llo si sono anezzatl a vivere in un perenne st.nto di Incertezza o di precarietà.; e, poichè ogni nuova disposizione non ra se non s1>ostnrol'equilibrio dei ra1>– portl rr<1. Insegnanti o alunni, l'andare a scuola è dive– nuto per gli uni o J}er gli altri ciò che è per i finanzieri anelare al palazzo della Uorsa: si gioca al rialzo e al ribasso sulla buona o cattiva digestione del Ministro ; e eome Il mnestro non sa più, nell'interrogare e giudicare l'alunno, so il voto, che segna. oggi nel registro, auà domani Il vAlore di lodo o di binslmo, e so la lezione che oggi spiega e I melo(li che oggi adopera saranno domani conservati o aboliti o peggio ancora consenati solo per burla, cosl gli alunni vivono alla giornata, evitando d'lmJ)egnarsl a fondo in istudr che oggi esistono o domani non esisteranno rorse più, di altro non preoc– CuJ)ati cbe di ricorcare nel giornali la notizia di ciò che si ò sognato nella notte Il llinlstro, che può trasformare in scienza In loro Ignoranza o in ignoranza la scienza, considerando Il maestro non come un giudice rermo o inorollabllo, lo oui sentenze devono essere norma di condotta, mo. come un J>overo minchione, i cui giudizi durano, come la ro~a, 11 lo spazio di un mattino,,, riottosi, indisciplinati, JJrontl sempre a reclamare, a protestare, ( 1) Codk• 1co1a,tk4 dtl Utf11t0 a•w,1;a, J)UIJblleatoda Pietro Coil\0I0 e Angelo KaJorana, Firenze, Barbera, 1192,J)reraxlone.

RkJQdWJsaXNoZXIy