Critica Sociale - XIII - n.10-11 - 16 mag.-1 giu. 1903

ClUTICA SOCIALE 173 Non c'è finora alcun fatto che ìndllCa a ritenere che queste disposizioni influiscano sinistramente sulla pro duttività. dell'impresa e sui suoi beneflct 1 o che abbiano fatto crescere i prezzi; i padroni stessi non souo mal– contenti. .li paradosso si s})icga: quando i J)adroni si videro obbligati a pagare a tutti i loro OJ)erai un SlL· lario normale, essi fecero tutti gli sforzi possibili per rendere il la\'oro pili produttivo i scelsero i loro operai con pili cura, cercarono di tenerli sempre occupati, im– piegarono nuove macchine, introdussero nuovi metodi. L'effetto della soppressione della concorrenza in ma– teria cli salario è i! concentramento rlogli sforzi dei rivali sulla produttività. Nessun imprenditore è costretto a continuar la sua impresa; nessun operaio è obbligato a sottoscrivere a qualsiasi cvntratto di lavoro j ma sì il primo che il secondo sono obbligati ad accettare lo condizioni dei bureaux, come ad o:,servnre le regole d'igiene. Cosl ogni industria è posta nelle stesse condi– idoni che se vigesse il contratto collettivo; con questo ~:,~;~~t~o:;~u~\\ :~c1~:~ 1 c:1\~fiptft;:~ c:}sraeit~ria ie \~~;~ quindi inutili scioperi e picketiugs. li Webb pensa che è anche solo per questa via che si potranno migliorare lo sorti dei lavoratori a domicilio e specialmente delle operaie. Egli non lesina. critiche a. questa legge. li pot~re che ha l'ispettore in caJ)O di lasciar la\'Orare al disotto clella. tariffa può esser causa d'abusi; ritiene assolutamente inefficace e d;tnnoso il tentativo di restringere il numero degli apprendisti. Du– bita inoltre della possil>ilità. di arri\•are a costituire un sistema di t.ureaux isolati, corrispondente al numero in– finito delle industrie, spesso molto mal delimitato tra loro. :Non aderisce a tutt;t l'antica concezione 1 che serve <li rondamento alla legge: che la fissazione del livello del salario in ogni industl'ia debba essere considerata come un affare riguardante esclusivamente quest'ultima, senza tener conto degli interessi della collettività. A detta dell'illustre Fabiano, ciò che giustifica l'inter– vento della legge è il torto fatto alla collettività, Jltesa nel suo insieme, dal parassitismo industriale sott.o tutte lo sue forme; citiamo, ad es.i il pagamento di salart insufficienti ad assicurare pienamente l'esistenza del– l'o1)eraio e della sua ramiglia. Egli avrebbe ilesiderato \'eder la legislazione consacrare nettamente questo prin– cipio, come già l'ha fatto sotto altri riguardi. Avrebbe desiderato di veder fissati un minimum cli salario e un maximu11i di tempo di Ja,,oro, rondandosi su considera– ;doni fisiologiche, e che nessuna industria potrebbe tra– sgredire. Allora sa1·ebbe stato possibile limitare la costi– tuzione dei bul'e<otx ai mestieri in cui si potesse dimostrare che gli operai lavorano a condizioni inferiori al mi• 11immn nazionale. L'opera dei bureaux sarebbe allora stata pili semplice e la loro funzione si sarebbe ridotta all'adattamento del minimo legale allo necessiti~ parti– cola.-i cli ogni industri;t. Uht(lustrial conciliatio11 wul arbit1·afio11 Act del 189-1, ripreso dal Co11solfrlati11yAct del 1900, ha poi istituito un completo sistema di tribunali, incaricati di occuparsi di tutti i conflitti del lavoro. .ln ciascuno dei sette distretti nei quali la. colonia è geograficamente di\•isai esiste un tribu11ale locale di con– ci iazio11e 1 composto di due rappresentanti dello Unioni regionali registrate, ili due delegati cloi Sindacati operai 1·egistrati e di un preside11te nominato dagli altri membri. Questo tribunale non inizia trattative . .Av,,ertit.o dell'esi– stc,iza del conflitto, proibisce ogni tcntati\'O cli sciopero o lock-out j s'informa minutameute della cosa, ma 11011 può esigere la presetitazione dei libl'L .Allora esso fa pro– poste; se le due parti accettano, le sue proposte formano la sostanza d'una convenzione valevole e non modiflcahilf:! per un tempo determinato, non però superiore a tre anni. Questa convenzione ha forza di legge. Se le parti non s'intendono, il tribunale ò tenuto a proporre ciò che, a :>~~tt~·i~i1~ 0 Ò c~~~~Ii!1~;:;·~ J~~ò b:~tri 1 ~~~ 1 t,~:e~·e s:ic~ 1 ;:e~~! 1 !i tribwwle m·bitrale. Decorso il mese, le pro1Joste del tri– lnmale di conciliazione legano le parti. Il tribunale arbitrale, nominato dal Governo, ò com– posto di un presidente, giudice alla Corte suprema, e di due persone, proposte rispettivamente dai Sindacati operai e padronali. Questa Corte gode dei pieni poteri cl'un tribunale ordinario per conoscere i casi in cui le parti si appellano dalle pro1l0ste clel tribunale (li conciUazio11e. Oiudica libernmoute secondo coscienza ccl cquit:\ senza te e no B1a o lasciarsi arre.stare dal pedantismo giuridico. ]n certe condizioni la sentenza ò applicabile a tutta un'inc\ustria, sia in un distretto particolare, sia in tutta la colonia, ecl estende i suoi effetti alle industrie connesse o concor– renti. i~e violazioni ponno importa.re ammende fino a. L. sterl. 500 per Unione 1 e per i membri responsabili fino a. L. steri. 10 a testa. Così ogni conttitto innanzi a t1uesto tribuna.le si risolve per un tempo determinalo, fino cioè a modificazioni introclotte nello stesso modo. (t. c. Il 'l"icf.lzo dei l'ialnri uel secolo XIX è oggetto cl'un interessante studio del prof. Oido nella Revue d'économie polifique del maggio 1903. Che i sa.lari siansi elevati è indubbio. Hanno triplicato o solamente raddoppiato? L'autore riproduce un diagramma esposto noll'inven• tario socia!~ del i;iecolo XIX per conto clell'O(lìce du tratail di Parigi. 1-:Ccolo: 1806 ,_15 1824•33 49 1840- 1 15 53 1853 56 1856 GI 1860-65 1873 1880 1892 Hl00 70 iG 98 100 103 Dunque, nelht prima metà del secolo che va dal 1AOG al 1853, il movimento di elevazione 9 lentissimo; è del 24,5 per ceuto in 47 anni, ossia di 'lt J)er cento all'anno. Nel secondo periodo (!853-1880) il rialzo è rapidissimo; in un 1Jeriodo di appena 27 anni, quindi due volte piì1 breve del precedente, il rialzo è del 77 per cento: ossia di 2 1 85 all'anno. Nel terzo periodo {1880-1900) la pro– g1·essione si rallenta consiclere,,olmente e ricnde al di• sotto di ciò cho era nella prima metà . .Tu 20 anni l'ac– crescimento ò del 5,10 per 100, ossia di 1 / 1 1>ercento all'anno. Anche nel Jlelgio iI fenomeno segue lo stesso anda.– meuto, come si può vedere d:t quest'altro specchietto: J83!-J840 1841-1850 1851-1860 1861-1870 Sil\!lr! di mlnfllorl preso l'lQO = 1 483 49ù 671 792 1871-1880 !881-1890 1891-1900 1013 918 J055 11 fenomeno sembra dunque potersi es1>rimere cosi: raddoppiamento del salario nella seconda metà. del se– colo XIX, con rallentamento considerevole verso la fine. Ma fin qui si tratta solo di salari nominali. Qual ò stata la simultanea. evoluzione del costo della vita? Una curva del costo della vita, rappresentante le speso d'una famiglia operaia a Parigi, era stata pure esposta all'Uf– ficio del lavoro. La suddetta famiglia tipica., nel corso di tutto il secolo, non avrebbe sofferto alterazioni quanti– tative e qualitative nel suo consumo. Facendo = 100 il costo del consumo nel 1893,ecco Io specchietto: 1804-1813 73,5 1854.-1863 99 1814-1823 i9,6 J8G4-1873 102,5 1824.-1833 84,3 1874-1883 105,8 1834-1843 85 1 1 1884-1893 100 1844-1853 78,4 li costo della \'ita clunque, dopo essersi elevato gra– dualmente da 73,5 a. 105,8, è ridisceso a 100 nel 1803. Questo calcolo, esteso ai 90 anni precedenti, cln.rel.lbe un aumento cli costo del 36 per cento. Confrontiamo ora questa curva con la precedente. Ammettendo per ipotesi, che nel 1804-806 il salario no– minale fosse uguale al costo della vita, si Yede che la curva di questo, dopo aver oltrepassato l'altra. pel primo terzo del secolo, si lascia a sua ,•olta scavalca.re dal– l'altra nel 1840, e d'allora in poi non la segue più che lontanissimamente nella sua ascensione. Un'altra tavola, della Società di statistica di I>arigi, comprendendo in blocco nel costo delln vita le spese di alimentazione (pane, vino, carne, burro, uova, legumi), di riscaldamento, di illuminazione e di alloggio e racendo = 100 nel 1803 il costo, dà un mnssimo cli 111 nel 1880 e una discesa a 102 nel 1897.Si avrebbe quasi lo statu-quo: il rialzo nominale eg-uaglierebbe all'incirca il reale. ln– somma si può tenero per certo che l'elevazione dei vrezzi 11011 ha superato il 30 o il -10per cenlo, il che Q

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