Critica Sociale - XIII - n.10-11 - 16 mag.-1 giu. 1903

172 CRITICA SOCIALE della civiltà che le istituzioni matrimoniali acquistano una certa consistenza; ma tale consistenza non 1rnò es– lòiere la rigidezza voluta da Oesl1, che in tal modo, sotto l'apparenza di premunire il matrimonio da supposti Jle– ricoli, col fatto viene a distruggerlo a vantaggio del celi– bato. ll divorzio serve appunto a correggere tale rigidità assurda ecl inumana; serve a dargli quella pastosità di cui abbisogna ogni istituto sociale per correggere le intime imperfezioni e continuare la pi'Opria evoluzione; sene a riparare gli errori che eia noi po,•erì mortali possono commettersi. Che il ripiego di Gesl1fosse addirittura una menzogna - via, chiamiamo la cosa col suo nomo! - per liberarsi da una questione insostenibile, si 1rnò desumere anche dal fatto che Mosè, non solo sancl il divorzio, ma sa.nel qualche cosa di J)iì1,come la poligamia e il concubinato i sancì qualche cosa di peggio, come l'adulterio e l'in– cesto. JI Vecchio 'l.'estame11to n'è pieno fino alla. nausea. E non poteva essere diversamente; a q_uest-a.piccola tri1Jì1 d'Israele - sempre in attrito ed in guerra colle tribl1 vicine - era necessario crescel'ee moltiJJlicare, e per cre– scere e moltiplic:ue bisognava dare all'uomo - come dire? - una certa libe1·tii d'azione. Ai tem1>i di Mosè, Isra.ello era una tribì1 nomade in cerca di una patria terrena dove potesse fermarsi ; ai tempi di Gesl1 1 visto che su questa terra gli era toccato un cantuccio molto meschino, cercava una patria pii, grande in cielo. ì\losè e Oesì1 1 quindi, malgrado la buona volontà e le protesto di quest'ultimo, non potevano in– tendersi, anzi dovevano mettersi in antitesi, come ora noi lo siamo con tuttedue 1 a causa del trasformato am– biente storico. I loro 1>recetti e le toro opinioni hanno per noi un valore relath'o, nè ce ne dobbiamo molto preoccupare; se abbiamo fatto senza di loro e contro di loro in tante altre cose, possiamo fal' bene senza cli loro e contro di loro anche pel divo1·zio. Lo condizioni della vita sociale odierna sono molto differenti da quelle cli venti secoli faj ai fatti nostri dob– biamo 1u·ovvcdere noi; se le cose nostre cd i nostri sen– timenti s'incontrano qualche volta con quelli degli an · tichi, tanto meglio; se si contrastano, uon sappiamo che farci e peggio per loro. I morti - si chiamino J)ure :Mosè e Gesù - non hanno diritto d'imporsi ai ,•ivi, come noi non abbiamo diritto d'imporci ai nostri JlOsteri. E una cosa è certa: sottomettendo ad un esame spregiu– dicato i costumi antichi e lo antiche leggi - anche sul divorzio - noi acquistiamo la coscienza di essere mi– gliori e superiori agli antichi, e intellettualmente e mo– ralmente; in molte cose e per molti s1:1ntimcnti il più umile dei nostri contemporanei ò superiore al pili ge– niale degli antichi. La nostrn vittoria perciò - ch'è vittoria della ragione umana e della civiltl\ - non consiste tn.nto nella nostra concordanza cogli antichi, quanto nella discordanza; non consiste nemmeno nella speculazione bassamente bot– tegaia che, di tanti bisogni e di tanti sentimenti umani, hanno fatto tutte le chiese, ma nel trovare da questo riconosciuto il divorzio sotto il falso nome di mtllitù; la nostra vittoria sta SOJ>ratutto nei bisogni incoercibili della vita e nei sentimenti irrefrenabili dell'uomo che, aprendosi la 1 1 ia attraverso i 1>regiuclizìe le prepotenze, riesce sempre a crearsi delle forme estralegali, che mo– rahnente equivalgono e, spesso 1 sono superiori alln. le– galiHL stessa. G. IlÒNAOIUSO. Bib 1otecaCJ1no B1ar o FRA LIBRI E RIVISTE L'evoluzione llel tnule-ttnionisino ùi Inghilfen•lt continua ad essere diligentemente analizzata <ta Sidney Webb nel .ittouvementSocialiste del 1° aprile. Le sentenze sfavorevoli alle Unioni modificano l'opi– nione pubblica fa,•orevolmente alla legislazione sociale, cosl por riguardo agl'imprenditori, come per riguardo agli operai. Se il contratto collettivo 1 necessariamente accompagnato dalla cessazione collettiva del lavoro e dalla stagnazione dell'indus.trin, è reso impossibile o sempliecmente oneroso e difficile, l'opinione della classe operaia. tenderà al massimo sfori.o per esigere <liSJ)OSi– zioni legali che assicurino a tutti i lavoratori manuali il minimo delle condizioni senza delle qua.li essi non potrebbero esercitare la loro attività. ContemJ)oraneamente in questì ultimi dieci anni l'opi– nione delle classi agiate è divenuta più ostile agli scio• peri cd al tra.dc- unionismo, di quel che non rosse la passata generazione. Si pensa sempre più, che la cessa– zione del lavoro costituisca un danno fatto alla comu– nità, danno che il Governo de,'e impedire. Ci si avvia sensibilmente n. considerare le condizioni del contrntto di la,•oro non come un atnire puramente 1>rivato, ;na come cosa. di diritto pubblico. L'estensione gniduale della regolamentazione legale a tutte lo industrie, o la sua applicazione progressiva alle differenti classi di operai e alle dh'erse condizioni di la\'oro, sono decisamente contrarie alle antiche idee del– l'im11rcnditore; egli non può pili credersi autorizzato a imporre a' suoi operai le condizioni ch'egli giudica buone. D'altra parte l'opinione pubblica non crede pili i fab– bricanti inglesi capaci di tener testa 1dla concorrenza straniera e considera come delitto pubblico ogni tenta– th•o di limitare la produzione o d'intralciare i progressi del macchinismo - delitto aJ)punto di cui s'incolpano i Sindacati. Essa ò perciò sempre più favorevole alla costi– tuzione d'un tribunale di conciliazione e di arbitrato, che prevenga tanto gli scioperi quanto i locl,·-outs. Uf/ìcil llei salwrii e llrib1mati del la,voro in .11n- stntlùt. J.'evoluzione accennata di sopra è anche incoraggiata dagli esempi legislativi delle giovani e JlOssenti demo– crazie dell'Australia e della Nuov,i Zelanda, che hanno dimostrato l'elasticità. del sistema dell'intervento legale e hanno provato che il suo adattamento alle condizionì moderne era pili facile di quanto si credeva. Qui Webb cita l'esempio di Victoria, meno noto in EurOJ)a di quello del!:~ Nuova Zelanda. Jn virtù dei Fa<.:tories amt shops acts del 1896 1 e dopo una sorie di tentati,•i infruttuosi per sopprimere lo swea– ting-system per altra via, si istituirono degli Uf!i,;i <lei Sli· la:rii, propri a certe industrie in cui lo sfruttamento era specialmente considerevole. Essi fnrono autorizzati a fls. sare un salario minimo in ogni industria a profitto degli operai lavoranti a domicilio o fuori, così a cottimo, come a tempoj essi determinarono ugualmente il numero mas• simo di appreu<listi e il minimo del loro sahtrio. I rego– lamenti generali, cosl imposti a queste industrie, formano parte dclh~ legislazione sulle fallbriche, e LJli ispettori li fanno rispettare come ogni altra prescrizione della legge. Praticamente tutta la colonia è ora sotto la giurisdizione cli questi bureaux. Dapprincipio essi non s.ussistevano che in sei rami d 1 industria; ora ciò che ci permette di apprezzare il valore della legge ò il fatto che 21nuovi bureaux sono st.ati istituiti <l'un colJ>Oin industrie pro– tette e non protette e spesso dietro richiesta dei pa<lroni. Questi Ottl't<iux comprendono da 4 a lO membri, a metà. eletti da ciascuna. delle parti; ogni bureau sceglie il proJ)rio 1>residente, che ha. \'Oto preponderante. Spesso il J)residente 1 quasi sempre scelto fuori clelle categorie in lotta e fuori della classe operaia e industriale in genere, non ha neanche d'uopo di far uso della sua preponderanza. li bureau tien conto di tutte le condi– zioni normalmente entranti nel contratto di lavoro. I membri cli questo bureau rieevono 10 sh. dallo Stato per giornata di seduta. IL presidente ha. il doppio. Jn virti't di questa legge un salario minimo ò fissato 1>erun pe– riodo che JlUÒ essere fino di cinque anni.

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