Critica Sociale - Anno XII - n. 19 - 1 ottobre 1902

302 CRITICA SOCIALE atteso tanto a fare i primi passi sulla via dell'or– ganizzazione. Ho accennato al Monte delle Pensioni: mette conto dire che questo Monte, il cui capitale è formato coi contributi dei maestri, dei Comuni e dello Stato, ò oramai diventato per gPinsegnanti cl'[talia il Monte delle Passioni. Rappresentato e amministrato dalla Cassa Depositi e .Prestiti presso il Ministero del rre– soro, il Monte è diventato per i maestri un'arca santa in cui nessuno può entrare. Nell'Amministra– zione del Monte il controllo diretto degli interessati manca affatto, e, con un patrimonio cli 80 milioni cli lire o forse 1>iì1 1 si dflnno pensioni che raggiun– gono la media di 300 lire all'anno. Nè <1ui è tutto. La liquiclnzione della pensione si fa con ritardi enormi, così che si ebbero casi la.grimevoli cPinse– gnanti morti cli soffercazc o costretti a mendicare, perchò la pensione non venne loro liquidata in tempo, e frequenti sono pure i casi di maestri insegnanti ai quali l'assegno giunse dopo la morte! Non ò molto che, a ]{orna, una vecchia maestra - 'l'erosa Garil.mldi - alla quale mancava meno di un anno di scuola per avere la pensione, fu arrestata e pTo– cessata per accattonaggio i nè molti mesi sono tra– scorsi da che, a Messina, un maestro, in quasi identiche condizioni) fu trovato a dormire su Ia pubblica via. La nostra togislazione vuole che il maestro sia nominato per concorso, ma questa disposizione non consegue sempre il suo fine) giacchè sovente i Con– sigli comunali) lungi dallo scegliere nella graduatoria di merito, nominano chi è nato nel paese, o chi si ò procurato forti raccon~audazioni. n maestro, che ha compiuto i 22 anni, prima è nominato per un triennio di prova; poi, se non viene licenziato, per un sessennio, e finalmente a vita. Ma per ottenere quest'ultima nomina occol'rono il certificato di lo• clcvole sen·izio rilasciato clal R. Ispettore scolastico e una deliberazione del Consiglio. Ora, le ragioni per cui l'Jspettore può negare il eletto certificato sono molte, anche politiche, e più ancora sono quelle elci Comuni, i quali 1 essendo costretti ad aumentare di 1 / 10 Io stipendio del maestro ad ogni sessennio, trovano più comodo licenziarlo per assumerlo poi di nuovo. l)er questo e per altri motivi le relazioni fra molti Comuni e i loro insegnanti non sono le mi– gliori, e i litigi son frequenti, litigi che vengono risolti dal H. Ispettore, dal Consiglio Prov. Scola– stico, dal Ministero della P. I., clnlla Quarta Sezione clel Consiglio cli Stato e cla un'apposita Commissione consultiva per le controvcrsie.Burocrazht farraginosa, come si vede, non meno farraginosa della. nostra legislazione scolastica che tanto cli'~da fare ai pe– riodici didattici, cui, ogni settimana., i quesiti per contese coi Comuni fioccano a centinaia. Degno cli nota un altro fatto. Il Consesso, che per primo giudica il maestro disciplinarmente e diclatti– cnmente, è il Consiglio Provinciale Scolastico, il quale, così com'è oggi costituito 1 ò un nonsenso ammini– strativo e giuridico, poichò la sua azione, noi più elci casi, ò incompetente, politicamente interessata e partigiana. Qualchccosa in proposito possono dire molti maestri perseguitati per Je loro idee politiche e sociali. Ma. vi può essere cosa piil assurda d'un consesso che deve sopratutto occuparsi cli scuoio elementari e di maestri, dal quale i maestri sono esclusi, mentre ne ò presidente il Prefetto e ne fa parte anche un impiegato della H. Tesoreria Pro– vinciale? E non è antigiuridico che i procedimenti sian tenuti segreti, e che il maestro ùn1mtato dobbtL essere assistito eia persona sccltagli dai suoi accu• satori? E non è immorale che l'istruttore del pro• cesso sostenga di poi l'accusa o prenda parte al giudizio? (Continua). A.'\'Ot:LO SICCllll{◊Ll~O. B1b 10 e 1.. no B1a o FRA LIBRI E RIVISTE .Nel cositletto J)(IJl'<uliso clegli opel'a,i. Chi non ricorda gl'inni levati dalla stampa conser– vatrice europea, un anno fa 1 all'Australia ed in ispecie alla Nuova Zelanda, poichò il signor Métin, in una sua. escursione in quei paesi, ebbe raccontato che laggilt si era realizzato il socialismo senza socialisti ? La stampa. conservatrice fu grata al signor 1\létin del respiro di sollievo che le permetteva di trarre, col. l'illusione di vedere analogamente soppressa a. breve scadenza la lotta di classe anche in Europa, o di vedere realizzato il paradiso degli operai col quieto vivere dei capitalisti. E in questa gioia o in questa speranza vive ancora. Sembra però che anche nei JH\esi australasiani non sian tutte rose nel campo economico, e chi ha esaminata un Jl0 1 a fondo la legislazione di quei paesi, e chi li ha visitati con occhio più acuto 1 ha trovato che anche lag– gil1 lo condizioni per il socialismo combattente esistono come in questo vecchio mondo. Ricordiamo, sulla scorta del libro del lfétin (1),le più importanti rirorme legislativo dell'Australia. 11 lavoro degli uomini ò ivi regolato quasi esclusiva– mente mercò accordi intervenuti tra i Sindacati operai e i padroni, alcuni dei quali risalgono a mezzo secolo fa. Le ore di lavoro dei fanciulli e dello donne sono 1 in\'cce, fissate strettamente da leggi recenti, imposte dal• l'aziono politica degli operai. L'opposizione fu dapprima fortissima nel pubblico o continun, specie nella questione delle ispezioni, che i pa– droni trovano oppressive per l'intervento degli Uftìci spe– ciali o dei Consigli di conciliazione. Nessuno però è con• trario ormai alla giomata di 8 e cli 9 ore, porchò tutti sono convinti che l'intensità del lavoro ò maggiore con una giornata più breve. Lo statistiche dimostrano infatti che la 1>rodu1.ionedi ogni operaio ò aumentnta, che le condizioni generali, ft. siche, morali e intellettuali sono migliorate (a Victoria è aumentato il consumo della carne, diminuito quello dello bevande alcooliche, cresciuto lo spaccio di libri e giornali) da che furono introdotte le 8 ore. La fissazione del salario minimo, stabilita da speciali Consigli a Victoria, è il primo tentativo fatto nel mondo JJOI' reprimere il lavoro a domicilio (S1ceali11ysystem). Oli operai non possono approfittarne se non a J)atto di essere organizzati per J)rovvedersi di persone tecniche caJ)acì di fissare coi padroni il salario nel hworo a cottimo. Anche il sistema della conciliazione e clell'arhitrato ha avuto notevoli applicazioni. l'iella Nuova Galles vi– geva l'arbitrato volontario, ma siccome esso era una specie di incorngginmento alla organizzazione degli ope– rai, i padroni non se ne servivano, o alle proposte del– l'Ufficio arbitrale richiesto degli operai, rispondevano che non avernno bisogno c\elPopera sun, perchè nel frat– tempo si erano pronisti di krumiri. Perciò nel 1809 si ò fatta un'altra legge per proYo– care l'intervento dello Stato, quando è richiesto da mH\ delle parti, a fare un'inchiesta pubblica cd a nominare vari conciliatori, e a nominare un arbitro, quando ò ri• chiesto da entrambe le parti. La legge è di data troppo recente perchò si possano conoscere i risultati dell'aJJplìcazionc sua. -Xel Sud-Australia vige, in materia, la legge del 1SU4 che sta fra la concilia1.ione volontaria. della ~uova Galles e l'arbitrato obbligatorio della. Nuova Zelanda.. Le associazioni operaie e 1mdronali debbono, se cre– do1101 inscriversi in un albo legale, obbligandosi cosl di ricorrere sempre al Consiglio di conciliazione eletto da cittadini inscritti in ruoli speciali. Sui Consigli privati così eletti sta il Consiglio centrale eletto rtai Sindacati operni e dallo associazioni padronali iscritte. Ma nò padroni, nò operai s'inscrivono. l primi non vogliono ingcren1.o nei loro affarii i secondi temono che i giudici non siano loro favorevoli e diffida.no clella con– ciliazione ufficiale ('). (1) ALJU:HT MP.TIS: l1i(l/,iJ/(/UOn omwièrs et socia/e Cli A11sti-11u, et .Xo11r;efleZelamle. - l'arls 1001. (') Egull-1 ,Jlfll(lcnztt mostrarono lo 1h1Cle-n1to11s Inglesi (1uondo rc– e11111,cro 1111a11roposlt\ di 11r1.>ltrato lcgl\lll rattu da uen Tlllcl 1 pcrcllè

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