Critica Sociale - Anno XII - n. 19 - 1 ottobre 1902

Critica Sociale fllVIST.11 QUINDICIN.IILE DEL SOCI.IIUSMO Nel Regno: Anno L. 8 • Semestre L. 4 - All'Estero: Anno L. 1.0 - Semestre L. 5,50. Lette,-,, vaglia, ca,-toli11e-vaglia ll'Ufflclo di CRITICA SOCIALE - MILANO: Portici Galleria V. E. 23 (2" plano nobile) Anno Xli - N. 19. :Nou si vencle a 1uunel't llCJ><tr<itl. Milano,1° ottobre 1902. SOMMARIO Auuallt.à. J."mLUo Z0/(1 (>'11,ll'l'O TURATI), J /JOCkllliJU 6 la 11101/l//'Cllia (xv.) l/01·q11111:.w.zWnttcono,n,ca dd prolttarklto ,nd11strkllt (continua– zione): Onlhl(lllltll/0 blttnlO dt/1(1 Camera dtl laVQt"Oj J,'tdtra::1-011, 1111::Wnaii11u mtttltrt; ltappo,-/o dl f1r11::lo11111nt11lo tra orga1ll::– a:u;:t0111J «(mQPHkCI Il l"artllo SoctalUta (Pn:TKO Cllu:u. 6 OIXO llUIIIAl.01), Stud.l 80Clologlcl. u, fllOIJOfl.O dm'us,octn::lonl! (Dott. ASOF;LO CRt.Sl•I). Organl.zwzl-One dd conl(1dll1L • ruUltn::t1 dei propi-UforU (Prof, Alt· ,C,\Ll)O LUCCI). FlloaoOa, letteratura e varietà. Q11t1ti-0Hi Hl'(ltHU d' ,CHOlf ti di 111(1fith·•; Il d,mpUo della dt1Mocra:Ut: I. U tlCHOlf; Il. I maestr, (A$Ot:I.O SICCIIIROLLO). Fra T,lb,·i f Hlt,lslt: .\'ti co11kltlto paradiso open1W (~TICIJ8). - • I tr1ttlatt tll commercio o l'economia nazionale* di f,. l'o1tlmm– H1u110 (A. ÙR.U:I\IH:IJ. - • I JlrOblcml del lMTOro B" EMILIO ZOLA. . Nulla di pili fttcile ohe imhastire, su questo morto nnmouso, cho sembrava riassumere in sè con Oio– vonni Jauròs l'nnima piì1 pura delh~ :U'raucia mo• derna 1 un articolo di maniera - ne abbiam visto già. qualche esempio in pili d'un giornale - per concludere che osso ci apparteneva, che " era dei nostri n· Non è egli l'autore cli Germinal? Non ha egli ficcato, forse pii, profondamente di chicchessia, il bisturi spietato doll'trnalisi nella carcassa del mo– derno capitalismo, denudnndone l'affarismo lercio, il brutale vam1>irismo 1>olitico 1 la moralità a doppio fondo ~ella famiglia legale (L1Aryent, L(l, Ourée, Pot-lxnulle, ccc.)? Non ha fRtto palpitare e fremere milioni cli lettori descrivendo nella Débacle gli orrori elci militarismo? .Au Bonheur tles Dames non ò un capitolo di filosofia marxista sulla concentrazione dello aziende econornicho? E poi 1 se volete la frase, la piecola fraso deoisivn, che tappi la bocca a,...li scettici como un documento autentico, la frase cl10 ò irn1>resa,epigrafe, che può diventare epitaflìo 1 ecco ancho questa. " Le vieux 1·é1mblic(l,in que Je suis et le sodnlisto quo je Huirni snns ,loutc var ètro "' scriveva egli nel '9G, soi nnni prima che la morte gli suggcllnsso lo labbrn e gli fr_nntumasse la penna ( 1). rnscriviamo dunque anche .Emilio Zola nei nostri Circoli; chiediamogli In bolletta delPultima rata di tossn 1 stabilita dnlla Direzione del partito; interro– glli11mo la suu ,ombrn su.Ult vessata questione delle due tendenze. g cosl comodo arrampicarsi sui ca• da.veri dei giganti o ,,restare loro tutto ciò ch'essi sono divenuti, alln. fine, impotenti a respingere! ( 1) UIWf d /(I poHUq11e, 111 .\'0111:e/lf {;all!JXIUllf, l)&g. 197 (Pa– rls, 1891) Questa sorta cli necrologio uon ci tenta; osiamo nnzi soggiungere che ci ripugna, che il rispetto della morte augusta cc Jo proibisce. Emilio Zola non oi appartiene; potremmo dire che piuttosto noi abl/i(l,mO appa1"fenuto (t l1d, perchò egli ci vide dentro, e vide dentro le nostro dottrine, il nostro movimento, come vide, con occhio spaveutosamouto chiaro, dentro tutto le pieghe cli questa gran tela ondeggiante di Pene– lope, che è la vita quotidiana socia\c. B neanche sarebbe interamente csntto il cUr questo; il movi– mento socinlista, come nzione cli classe e cli partito, non è (leggete Uen11i11al) ciò che egli abbia meglio inteso cd approfondito; per lui, esso fluttuava tut– torn. fra l'indistinto della democrazia. che si eleva e il romanzesco, un po' superficiale, dell'anarchismo d'aziono. Forse, sc~uitanclo, egli sarebbe arrivato, poichè no aveva l'intuito: " le socialisteque jo fluirni S(ms <loute pa.rétrc "; e In morte che lo colse sulla breccia, che lo col1>lper distrazione come una col– po,•olo di omicidio involc;mtario, non lo ha lasciato fi11ire. Chi lo potrebbe affermare o negare? Chi anebbc, or sono cinque anni, sospettato, nel roman– ziere o nel critico, il rivonclicntore della vcritit in cammino, il conclunnato politico in Corte d'Assisie? Certo nell'opera, nella quale seppe riversare la ,,it11 a fiumi, passava, colla vita, anche il socinlismo; passava, mescolato n tutto ciò che lo suscita, che lo seguo, che lo circonda, come, per l'appunto, noi fiumi diroccanti fL valle, passano, smossi dal fondo, schiantati dalle rive, rn.ccolti dagli affluenti, le pietre, gli alberi, ogni cosa. Ma non fu sua, nè potè esserlo, la qunliti\ capitalo dell'uomo di parte, intesa questa parola nel senso migliore; la facoltà. di isolare un gruppo cli fenomeni della vita sociale, cli spremerne l'essenza, di calarsi, di assorbirsi in essi, di cogliervi una. direttiva, di farsene baJuarclo, strumento, armo, bandiera, sepolcro. Per questo gli occhi cli Emilio Zola vedevano troppe cose in una volta; nel moto affannoso dell'essere, troppo lo arrestaya il <lettaglio, il plastico, il contingente, la psicologia, l'individuo; fu romanziere, e sommo romanziere, per questo. Non era uomo di formule. Dopo averci fatto pal– pitare poi " naturalismo "' dopo averci inoculati " i suoi odii " in nome cli questa parola, sorricle,•a egli stesso .... dclln parola (Jourual cles Go11court). In <1uel poderoso fonografo, in quel cosmorama. vivente che rifletteva intuendo, tutte le ,·oci della Yita si urta– rnno, e i colori o le formo si sovrapponevano e si inter8ecavano. Por essere militanti politici, uomini di parte, conviene super essere unilaterali quanto basta, pur conservnnclo (in ciò la milizia politica si concilia colla critica) la coscienza della propria. necessaria unilateralità,; conviene nvoro un tantino, magari du– hitanclo, la n111niaclol profeta. I~ un modo necessario di di,•isiono dal lavoro. 'L'uthtvia 7.ola non obho quel disdegno della. 1>oli· ticn, ostentato o beffardo, che fu di molti della sua scuola, prima e dopo cli lui. 11 Ln politica - scrive,•a - ò un'amante gelosa, eho vuole l'uomo tutto intero. E la grande ragione dello

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