Critica Sociale - Anno X - n. 16 - 16 agosto 1900

CRITICA SOCIALE 245 I SINDACATI DIMESTIERE INFRANCIA e il nuovo disegno di legge J. ]i'ino alla legge del 21 marzo 1884che creb i Sindacati di mestiere, !li ))UÒ dire che la clnsse operaia non aveva, in 1-'rnncia, nè il diritto cli associazione, nò il diritto di· coalizione. Essa infatti era sottoposta agli art. 291a 294 del Codice penale, che vietano di formare associazioni di oltre 20 persone Il senza l'assenso del Go,,erno '" il quale J>oteva ricusare o revocare il permesso senza. mo– tivazione. E la legge del 1101, conosciuta sotto il nome di leyye ChaJJelier, raceva a questa regola di cliritto co– mune una eccezione rigorosa quanto agli individui di una stessa J>roressione, i quali, se anche in numero mi– nore di 20 1 e quand'anche autoriz,mti, non 1>otevano riunirsi per discutere e difendere ciò che detta, legge chinmava " i loro pretesi intcre:,sl comuni n· Di fronte nlla Costituente non J>0te, 1 ano esistere che " l'interesse IH\rtlcolare di ogni individuo e l'interesse generale 11• F; il Codice penale all'art. 416 consacrò il delitto cli coali• zione, la quale era punibile tostochò fosse seguita da un tenta.tivo o da un principio d'esecuzione, quand'anche non vi rosse stata alcuna violenza, alcun abuso, alcun attentato alla libertà. altrui, o quand'anche avesse per oggetto di sostenere i! J)iù giusto dei reclami. Ln classe operaia era dunque posta al disotto del di– ritto comune. La legge 21 marzo 18S4 le accordò il diritto di asso– ciazione permanente allo sco1>0di difendere i suoi inte– ressi di mestiere, ponendola cosl al disopra del diritto comune; e l'abrogazione dell'art. 416 le accordò il diritto cU coalizione e di boycottnggio. f'n questa l'opera di Waldeck-.Rousseau 1 allora ministro dell'interno. Certo, questa legge consacrnva un ordine di cose clic giìt.esisteni in fatto; un certo numero di Sindncati opero.i si ernno formati IH'ima della leggo dell'84 e godevano di una tal quale tolleranza. Al primo Congresso nazionale dei Sindacati del Partito O}Jeraio,tenutosi a Lione nell'S6, il cittadino Dumay, oggidl gerente della Uorsa del lavoro di Parigi, affermava, iu un discorso in cui si pronunciaYa per l'abrogazione 1mra e semplice della legge dell'S4, che, dal 1872 al 1878, almeno aoo Sindacati si erano formati su tutti i punti della Francia; tale numero non credo fosse esagernto, perchè II le informazioni, fornite dalle Prefetture al Ministero del Commercio, permettono di stabilire che circa 650 Sindacati, viventi sotto il regimo della tolleranza amministrativa, esistevano quando la nuova legge intervenne." (Ammario dei SindacaU pro{CJ· si<mali, i1ulustriali, conmm·ciali eà ag;·icoli, per il, 1891). Con,·ien dire che cotesta legislazione fu abbastanza male accolta. dalla maggioranza dei Sindacati, se non dai piit potenti fra essi. Al già. accennato Congresso di Lione, le conclusioni clella Commissione, chiedente l'abro– gazione pura e semplice della nuova legge, furono adot– tate con i4 YOticontro 29 e 7 astensioni. Due cose rim– proverava.usi alla legge: 1. 0 di esigere il deposito dei nomi. clegli amministratori al Municipio, con l'obbligo ai Sindaci o, in Parigi, al Prefetto della Senna di comuni– cnrne gli Statuti al Procuratore della Repubblica. Si YCdeva in ciò un J>ericolo per gli operai 1 J>osti a caJ>O dei Sindacati, di essere licenziati dal padrone nei Comuni reazionari, e per conseguenza un pericolo pel Sindacato di ,•eder resa impossibile la J>ropria costituzione; 2. 0 le disposizioni dell'art. 6, che 1>ermettono bensì al Sinda• cato di sostenere liti giudiziali, ma gli ricusano il diritto di acqt1istare altre cose all'infuori degli immobili neces– sari alle riunioni, biblioteche, corsi c111struzioneJ)rofes– sionalo; gli limitano insomma la facoltà di crearsi delle risorse (Discorso Dumay, Congresso di Lione, 1886). Al primo rim1novero, in generale risponde"asi che– nella denuncia dei nomi dei soli amministratori, non vi ora che l'obbligo - d'nltromle attenuato - che hanno tutte le nitre Società, le quali debbono anzi dichiarare il nome di tum i loro soci; che, in cambio di quest'ol.t– bligo, il Sindacato discute liberamente, senza ingerenza della polizia; d'altronde, i suoi amministratori sono sempre operai già noti pel loro s1>irito d'iniziativa, o quindi ben conosciuti nncho dai padroni j che, infine, per ottenere i sussidi municipali, godere dei locali comunali, costituire Casse di soccorso, di disoccupazione, di pen– sioni, ecc., per agire insomma come Sindacato, solo o federato, senza esporsi, come quelli della Senna nel ISO&, a far sciogliere una trentina di Sindacati e a far pro– cessare gli amministratori della Horsa di lavoro di Parigi non conformatisi alla legge dell'S4, era necessario adem– piere alle condizioni ehe <1uesta legge p0neva. 'l'utte queste considerazioni vennero sempre piì, capite dagli operai, come lo attesta il movimento dei Sindacati legni i. Da 68 1 che erano nel I884 1 il loro numero salì a 221 nell'85, a 280 nell'86, a 501 nell'87, a 725 nell'88, a 821 nell'89, a 1006 nel '00, a 1250 nel 1 01, n 2324 nel '97 e a 2361 nel '98. J\ numero degli operai sinda– cati, appartenenti ai Sindacati legali, crebbe nella stessa proJJOrzione: 139.692 nel 1890; 205.152 nel 1 91; 419.761 nel '98. All'incontro, i Sindacati irregolari scemano d'anno in anno. Cosl, tre mesi dopo votata. la legge, il 1. 0 lu– glio 18S4, se ne contavano 2S0, composti per due terzi di operai, ossia all'incirca 180 indr.cati OJ>erai irrego– lari. Decrebbero in J)rovincin, ma se ne costituirono elci nuovi a Parigi, di guisa che, alla fine del1'8C, il loro numero era a1Jprossimativnmente il medefò;imo. Qui può notarsi che l'ostilità ai Sindacati regolari si esplicava sopratutto a Parigi, dove tuttavia gli argo• menti, che dovevano giustiflcarln 1 avevano meno valore. i-: evidente infatti che la denunzia del nomo degli ammi– nistratori non presenta in Parigi lo stesso pericolo che nei piccoli Comuni; spesso i Sindacati parigini doyevano la loro nascita a membri di frazioni socialiste, allora accanite le une contro le altre pel bisogno delle loro tesi risJ)ettiYe, e che tuttavia si riconciliavano nel bi– sogno riYoluzionario di insorgere contro la legge, In quale - come disse un delegato al Congresso llei Sinda• cati di Lione, il cittadino l<'nrjat, membro dell'attuale Consiglio nazionale del Partito 01>eraio francese - " fu– cinata a Palazzo Borbone dai nostri nemici di classe, dev'essere spietatamente respinta dai rappresentanti della nostra classe 11• Convien anche dire che il movimento sindacale si S\ 1 iluppava al difuori di questi Congressi e di que~ti conciliaboli politici, e il numero dei Sindacati irregolari nel 1891scendeva n 127,ossia all'8,2 °/ 0 della cifra. totale dei Sindacati, sui quali poi soli 102 erano Sindacati operai. Questi Sindacati il'l'cgolari, di cui nessuno 1mò nttestn.re l'esistenza ma. sui quali non si era ancora por• tato H controllo nel nostro J)l\rtito per un resto cli ri– spetto al feticcio rivoluzionario di cui si fan belli, non si vedono quasi più comparire se non nei Congressi politici, come il Congresso generale del partito socialista di Parigi, nel quale, accanto n lf>9 Sindacati regolari rappresentati, ve n 1 era G3 di irregolari, dei quali 36 ade– renti al Partito operaio francese, 11 al Partito socialista

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