Critica Sociale - Anno VIII - n. 13 - 16 agosto 1899

CRITICA SOCIALE 205 nella. Neue Zeit del 1885 intorno alla. classe operaia inglese: Un costante eleYamonto (sin dal 1848) rilevasi sol– tanto in due frazioni privilegiate llol\a classe operaia. La prima è quella degli operai delle rabbriche. la cui corporazione è per C0!3l dire ristabilita grazie a.Ila.legge che fissò in loro favore una. giornata. norma.le di lavoro, razionale almeno in certa misura; donde la loro supe riorità. ,..morale, ralforzata dalla loro concentrazione lo– cale. Essi sono in condizione senza dubbio miglioro cbe non anteriormente al 1848.La seconda (razione sono le grandi Trade's Unions, queste organizzazioui dei rami di lavoro, ove può apphcnrsi soltanto, o almeno prevalentemente, il lavoro d'adttlti, senza che la con– correnza delle donne e dei fanciulli, nè quella dello macchine, siano ftnora riescite a romperne la. forza orga– nizzata.. Oli operai meccanici, i carpentieri, i ralegnami, i muratori, sono altrettanto potenze, per guisa che da soli, come fanno i muratori, sono in grado d'impedire con successo l'introduzione di macchine. Niun dubbio che la loro condizione migliorò mar11.vigliosfLmentea partire dal 1878; e la prova palmare l'abbiamo nel ve der9 che, da più di quindici anni, non soltanto son con– tentissimi di loro i loro pa.tJroni 1 ma anch'essi lo sono di questi. Essi forma.no un'aristocraiia. nella classe ope peraia 1 essendo riesciti a conseguire una posizione re lativamente comoda, e che accettano come definitiva. Sono ~li operai-modello dei signori Leone Levi e OifTen, nonchè dell'onorevole uomo Lujo Brontano; e sono in realtà gente molto corretta e trattabile per ogni capi– talista sensato in particolare e per la classe dei capi– talisti in genera.le. Ma quanto alla gran massa. degli opera.i, il livello attuale della loro miseria e dell'incertozza della loro vita. è egualmente basso, se non più basso d'una. volta.. Nella parte orientale di Londra regnano, e vanno con– tinuamente estendendosi, la miseria, la disperazione, la rame pei disoccupati, la <lopressione ftsica e morale por gli occupati. Ciò corrisponde perfettamAnle al quadro di ·webb. Ma se ambedue le pitture sono vere, se gli operai non rag• giunsero ma.ggiori successi nell'eldorado del tradunio– nismo, della cooperazione, del socialismo municipale, sarà lecito non menar troppo rumore del progresso ch'essi fecero altrove. E mentre è con tanta lentezza che procede l'eleva– mento della. classe operaia al disopra della sua miseria tisica, ecco poi derivarne d'altra. parte un accrescimento permanente della sua miseria sociale, giacchè la produt– tività del lavoro aumenta con celerità. straordinaria.. Ciò altro non signiflca se non che la classe operaia rimane, in proporzione sempre pill. alta, esclusa. da.i progressi della.civiltà, ch'è pure opera sua, e signiftca. che il tenore di vita della borghesia s'eleva. più rapidamente che non quello del proletuiato, e cho aumenta l'antagonismo sociale d'entram bi. Noi sia.mo a.dunque indubbiamente autorizza.ti a non vedere nella miseria se non un concetto sociale, rela– tivo; il che, trattandosi di teoria sociale, dovrebbe in– tendersi da sè. Rammento il celebre passo della Risposta di Lassa.Ile: Ogni sofferenza, ogni privazione dell'uomo, dipende soltanto dal rapporto fra. i mezzi di soddisracimento ed i bisogni e le abitudini della vita ùi quelta stessa epoca. Ogni sofferenza, ogni priva:ione dell'uomo ed ogni suo soddisfaciniento, ossia ogni condizione umana, va adunque mi,urata solla,ito co>nparandola a.Ila <>on dizione, in cui si trovano all1·i uoni.ini deUa stessa epoca. relativamente agli usuali bisogni dolla vita d1 quell'epoca. Cosl per commisurare la condizione d'una classe non si deve se non raffrontarla colla condizione d'un'altra classe della stessa. epoca. (&li:. di Bernstein, Il, pag, 426). u Egualmente esprimevasi Rodbertus fin dal 1850nella sua prima lettera. sociale a Kirchmann: Povertà. è un concetto sociale, ossia relativo. Ora io sostengo che i bisogni legittimi delle classi lavoratrici, dopochè queste occuparono una posizione sociale pill. alta, divennero inflnitamento pill. numerosi, nò sarebbe giusto. oggi in cui essi quella posizione occuparono, mostrar d 'igaora.re che la loro condizione materiale peg• giorò, pur essendo rimasti i salari al medesimo livello ... Che se si aggiunge che l'aumento della. ricchezza. nazio– nale offrirebbe i mezzi per elevare il loro guadagno, mentre tale aumento è d'esclusivo vantaggio allo altre classi, ne derivo cosi evidentemente che, in questo dis– sidio fra esigoaza. e soddisra.cimento, rra eccitam1rnto e forzata. rinuncia, la coadiz.ione economica. delle classi operaie ò di necessità. scossa. {Riprodotto da. Zelle1•: Pe,• la cr>noscenzadelle,nosl1·e condizioni economiche e politiche, pag. 2i2). Che non altrimenti pensasse Marx, si desume dal fatto ch'egli parla dall'aumento della miseria nel Ca– pitale, nell'opera cioè ov'egli insista così rortemente sulla rigenera.iione flsica. della. classe operaia inglese mercè le leggi sulle fabbriche. Ed Engels osservava. nel 1891, nell'anno in cui venne composto il Prog,.amma d' Erfurt, che il crescente antagonismo fra capitale e lavoro proveniva dal trattenersi la. classe dei capila– listi per sè la maggior parte dell'aumentata. produzione, mentre la parte che tocca alla classe lavoratrice (cal– colata per lesta) o aumenta soltanto assai lentamente e in misura trascurabile, ovvero non aumenta. affatto, e, in date cìrcostanzo, può, - non deve, - diminuire. (Prer~zione al Capitale e Salario di Marx, pag. 19-20. Cf. anche la. prerazione alla. 2.• edizione della sua: Condizione delle classi Operaie in lnghilter,.a, pag. X). Ma.l'accrescersi dello. miseria in senso sociale ci viene attestato anche dagli stessi burghesi; soltanto, essi danno alla cosa un altro nome; la chiamano avidità. Del nome poco c'importa; ciò che ci preme è il fatto che l'antagonismo fra i bisogni dei salariati e la. possi– bilità. di soddisfarli col loro salario, e conseguente– mente l'antagonismo fra salario o capitale, va sempre crescendo. È in questa crescAnte miseria. d'un prole– tariato fisicamente ed intellettualmente forte, e non già nella crescente disperazione d'orde mezzo abbrutite o sfinite, che l'autore del Capitale vide la più polente leva del socialismo, i cui effetti non sono contraddetti dalla constatazione d'un tenore pill. elevato di vita nel proletariato. (Lo fi,ie al prossimo nume1·01. CARLO KAUTSKY. GIUSEPPE PARINI poeta degll antng·onisnii socioli (') Qual ò l'intento finale del Giorno 1 - Si sono spese molte parole per determinarlo. A me pare colgano nel segno lo Gnoli, it Ouerzoni, il Borgognoni, pel quale ultimo il Gionao è « nò più nè meno che un assalto contro la nobiltà.; una battaglia. contro il diritto del Sl\ngue, combattuta. da un ea-alitario d'ingegno e di studi elegantissimo >. Il Foscolo avevo. detto: « Egli volle stabilire la propria reputazione su la rovina. di una classe di persone che, oltre a essere in questa (') AIII\ fine del correnl.6 agosto l"edi:ore Vlncenzi di Mo<lcna l)UblJlicherA La mtate e l'uln,a di 0, Parini di")dott. 0101,IONATALI. Dalla. seconda partà del manoscrit10 (Il ~ca ,oc!Qle) togliamo questo brano caralteristico, che ci sembra. a fluo posto in queste co:onne mentre In lt~lla si celebra Il centenario della morte del grande poeta (15 agost'> 179!>). (Nola della CRITICA).

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