Critica Sociale - Anno VII - n. 8 - 16 aprile 1897

CRITICA SOCIALE 125 tative, l'altra parte, meno pronta d'ingegno per potere subito e spontaneamente pensare ciò che i primi temevano ancora di dire, strepitava e si agi· tava sdegnata. Ma, quando la pace ru fatta, questi stessi si meravigliarono di non pr0\ 1 arne alcuna me• raviglia; e più ancora. di sentire scorrere per le vene un senso dolcissimo di sollievo: e dovettero sforzarsi ad atteggiare grottescamente l'aspetto ad ostentare un'indignazione che non sentivano affatto. Ma dunque si erano comportati come bimbi da• vanti al ferro del dentista? Per sentirsi uomini cominciarono anch'essi a ragionare: e ragionando vennero alle stesse conclusioni dei primi ; nelle quali si acquetarono so1disfatti. Poiché il genio ita– liano è più d'ogni altro pronto e versatile: ciò che, se ha reso il popolo nostro docile a tutte le domi• nazioni, lo ha ratto anche aperto a tulle le nuove idee e disposto ad ogni pr'Ogresso. Ed a torto ru veduto un segno d'inreriorità sua nel silenzio, sue• c&luto a tanto clamo,·e, con cui \lenne accolto l'an– nunzio della pace arricana Per·chè i popoli o deb– bono reagire ai ratti operando; o subirne, adat– tandovisi 1>er poi padroneggiarli, l'azione affinatrice come il rerro caldo quella dell'acqua: ma non mai schivamente reagil•\ 1 i come all'acqua le membra sudice e unte. S0110 appunto i disco1·si popolari una abbietta ed inutile rorma di reazione sociale ; non dissimili dalle querimonie e dai pettegolezzi pl'i"ati. La conclusione della pace, dissi, segna il cadere dalla coscienza italiana dell'antico patriottismo: e segna anche il sorger del nuovo, courorme a quelle condizioni di cose che l'esero necessaria la pace: ché, ove al rormarsi di questo non provvedesse quella che chiamai incosciente ipocrisia snciale, certo prov– vede1·ehbe l'ipocrisia cosciente degli uomiui. Già, del resto, si era proclamato da vari anni in Italia che supremo scopo patriottico era l'assestamento del bilancio, come una volta la conquista di Roma; e un ministro delle finanze avea saccheggiata in buona fede la Banca Romana pel flue patriottico di mantener alta la rendita, come già Garibaldi il Banco di Napoli per far la guerra ai Borboni; ed un presidente del Consiglio avea fatto un appello non meno solenne al patriottismo degli italiani perchè riscattassero daitli stranieri il debito con– solidato, di quello che Vittorio Emanuele avea ratto per la liberazione della patria. Ma chi ha interpretato e svolto più chiara– mente la nuova idea patriottica è il Ministero at tuale; interprete autentico e redele della coscienza della nostra borghesia. perché nessun Governo mai ru più di questo consapevole degli interessi di classe e li persegui nell'opera sua. E infatti - non con ira e stupor·e, ma con quella sorldisrazione con cui si accolgono le par'Ole di chi per· la prima volta esprime io modo concreto ed aperto una verità ancor confusa e nascosta - le genti italiane ascol• tarooo il ministro della iiuerr·a dichiarare impon– derabile l'ouor dell'esercito; il ministro degli esteri andar distinguendo su le offese recate alla bandiera nazionale; il ministro dell'agricoltura coosiglia1· gli emigranti ad abbandonare la cittadinanza italiana; ed il presidente del Consiglio affer•mare che ru opera patriottica cadere alla Francia sul tel'reno politico nella lusinga di ottenere ,•antaggi su ')uello eco– nomico. Cosi la nuova idea patriottica si è affermata ed avanza. Dicono i nostri vecchi : ma è questo il pa– triottismo per cui noi ci tingemmo di sangue 1 No; ma i tempi son mutati e precipitano. So bene che, pur nel suo egoismo, era pii, alta soddisfazione quella dell'antico signore reudale nel cavalcar sotto il sole, via per le pingui sue glebe, che non sia quella di un capitalista moderno nel numerare ozioso i pacchi di biglietti di Banca; e che più no- a bile gara era correre in giostra, lche rissar nelle Borse. M• tant'è: la società presente offre quello che può, cioè quello che deve: dà la luce elettrica ai nottambuli e toglie il sole ai minatori; oscura nella coscienza l'antico folgore dell'idea patriottica, ma può farvi accendere un più soleggiante ideale. (La fint al prouimo numtro~. Roscrns. LACREAZIONE DEI PICCOLI PROPRIETAR E L'ECONOMIA SOCIALE li proposito di preparare la. difesa dello e istituzioni» mercò la. creazione artiflc,ale di molti piccoli proprie– tari, ritorna sul tappeto dopo le roconli vittorie eletto– rali dei socialisti. E la. questione dell'atteggiamento del partito socia \1stn.di rronto alla piccola proprietà ter– riera è pur sempre questiono aperta, che si riannoda. alla. discussione del programma minimo del nostro par• tito. Tralasciando di tornare su quelli che sono por noi postulati incontrovertibili - la fatale inanità. di tali 1>al– J1ntivi e l'indoprecabile accentrarsi della piccola pro– prietà. in un tempo più o meno breve - io voglio sol– tanto esporre alcuno applicazioni dei principi della economia politica a cotesto tom~ dimostrando lo test seguenti: I. 1A costituzione e.v no,.o, nell'attual4 momento storico, di vici.:olì p1·op1·ielari puù p1·0<.lw·,·e u,1 danno ntu.te• rinle alla na:ione in cui questo fenomeno si avvera. Mi spiego. Tutti sanno come la produzione della lorra sia limitata; come qui sia attiva la legge dei compen.ti decre,cenli: se un fondo con un lavo1'0 ,li 100 o un capi• tale di 100 dà 1000, con un lavoro di 200 e un capitalo di 200 non darà. 2000, ma molto meno. Dato queste p1·e– messe, come s1 rormt\ il prezzo dei prodotti del suolo i Siccome vi sono teno più o meno vicine al mercato, terre più o mono fertili, potrebbe a qualcuno parere che i prodotti agricoli ottenuti in migliori condizioni dovessero essere venduti ad un prezzo minoro di quelli provenienti da terre di poca o nessuna fertilità, od ol• tromodo lontane dal mercato. )fa cosi non è. L'into– resse dei produttol'i a.venti I terreni più buoni, la. ra– cilità. odiernt1.dei trasporti ranno sl che necessaria.monto si formi un p,·e:::o ttnitai·io: in baso a. qual costo di 1n·0tti,:ione? al più bt1.Ssono. perehò coloro che produ– cono con terreni più disadatti cesserebbero di lavorare (o far la,·oraro) non ricavando più un profitto adequato: ad uno mediano nemmeno. per le stesse ragioni; quindi al coito più allo di p,·odu;ione. (') Quanto si ò detto vale nell'ipotesi d'un libero scambio, nell'assenza assoluta di ogni regime protezionistico. Ma nelle presenti condizioni bisogna. toner calcolo di questa a:ione pel'tw'iJat1·ic1. Allorquando su un prodotto qual• siasi, in cui ò attiva la legge dei compensi decrescenti, ('1 LOll1A.A., Il dazio •td certaH (Critica Socl4lt, tS9t, pag. ~). - t ovvio che nel manufalti avviene 1-1reclsamenteIl contrarlo: Il preu:o 11 rormn ,ul c<»rovi« bo.uo: l)Onete che ad un t'3bbrl• cante di ca1>1)elll111111 In mente di vul erll vendere a l., 8 anzlch6 a 5; che accadràf gli altrl rabbricantl 5reueranno 1u tiuel mer. cato una tale quantità di cappelli vendlblll a l,. s, che l'incauto speculatore tara più che fortunato se J)Otrà mantenere ancora 11 prl'no a L. 5. Tullo ciò anlene perchè qui 6 attiva la lt(ll/t! tkl comptn6l co•tattti o crueentt, per cui ad ogni 1ucce11i,a addl• zione di CAJ>llaleo di 111,orocorrlaponde un aumento di prodi.I• r.lone pro1M>nlonale o più che proporzionale.

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