Critica Sociale - Anno VI - n. 11 - 1 giugno 1896

162 CRITICA SOCIALE dice in gergo giuridico) le elementari libeetà sta– tutarie, sono tutte - esempio quella sulla stampa - contro la materia disciplinata. Sulla carta parranno eccellenti; ma lasciatele adoperare ad uno Stato di classe! Finora, in Italia, questa - come la dicono - delicata materia dell'associazione non fu regolata da alcuna legge, se ne togli quella eccezionale oggi caduta e i paragrafi del Codice comune riflettenti le associazioni che hanno per iscopo il delinquere. Questa assenza di leggi ha del buono, un po' per tutti, malgrado gli inconvenienti. La polizia stessa non la sgradisce, perché si sente la mano libera all'arbitrio; e abbiamo infatti, ogni tratto, sciogli– menti illegali, cosidetti « atti di governo», dei quali i Ministeri rispondono avanti il Parlamento, trin– cerandosi dietro le solite supreme necessità della salus publica, e sui quali i nostri smascolinati tribunali si affrettano a proclamare la propria in– competenza. Ma, almeno, contro l'arbitrio vi sono le naturali reazioni del sentimento pubblico e del– l'opinione. Non vi è, sopra, la ipocrisia del § A, comma B, alinea C della legge D; _nonv'è, dentro, alla menzogna politica, aggiunta. la menzogna giu– ridica; sopra la quale si libra, e l'avvolge, la men– zogna giuridico-politica, la sempre vantata indipen– denza della magistratura, disciplinata dai questori, dai prefetti, dai guarda~igilli. · È intuitivo che la legge, che si minaccia, non contemplerà nominativamente la Massoneria o le associazioni segrete che ne saranno il pretesto. Redatta in termini generici, confonderà·, a bello studio, le società propriamente segrete con quelle che, sebbene non denunziate, vivono ed agiscono alla luce del sole. Si avrà così un secondo caso della famosa legge antianarchica che dovea colpire esclusivamente i dinamitardi e i pugnalatori. In realtà le sole colpite saranno le associazioni repub– blicane, operaie e socialiste - e in periodi di maggior reazione anche quelle avverse al Ministero vigente. Date in mano alla polizia - in un paese come questo, dove così. fiacca è la reazione collet– tiva ai• soprusi - gli elenchi dei soci delle società di resistenza operaie e contadine; avrete allestito le tavole di proscrizione a favore del Governo e dei padroni. Imaginate l'applicazione di una tale legge nei piccoli centri rurali, dove il delegato, il prete e il feudatario fanno un'anima sola, e dove dei lavoratori è spiato anche il respiro. E diteci poi se non sia chiaro che la legge sull'associazione, pensata dal Rudinì per combattere l'intrigo, sarà la legge dell'intrigo per distruggere l'associazione - sarà l'abolizione del diritto di associarsi libera– mente e la soppressione di un altro ed ultimo brandello dello Statuto. Quanto ai sodalizi veramente segreti, se ne bur– leranno allegramente. Gli è come per le leggi contro il porto d'arme: che impediscono ai galantuomini la legittima difesa, non certo ai grassatori di mu– nirsi di rivoltelle. Coteste società, « le quali non si chiamano segrete per niente, allorché fossero co– strette a presentare i loro statuti, ne sciorinereb– bero unicamente le parti confessabili, tenendo chiuse nei loro ricettacoli le altre: e così, alla maniera delle seppie, velando coi loro spruzzi gli occhi dei signori prefetti, sfuggirebbero al nemico e conti– nuerebbero tranquillamente ad abbarbicarsi dapper– tutto ». Così scrive, e molto bene, la Perseveranz.a del 28 ultimo, cui pure la legge, ond'è parola, pare che garbi. E scrive pure: « Le leggi ! Certo l'im– plorarle, se ci sono, o il desiderarle, se non ci sono, è cosa savia. Ma le leggi possono essere delle gran signore o delle povere donne. » Poteva aggiungere - ma non le conveniva - che anche una stessa legg-e è gran signora e povera donna nel tempo BibliotecaGino Bianco medesimo, secondo che ha da fare con· chi è più povera donna o più gran signora di lei. * * * Il più curioso è che si pensi in Italia a una legge simile, proprio quando gli altri paesi, che ne erano muniti, se ne sono sbarazzati o se ne vanno sba-. razzando. In Francia esiste, è noto, una vecchia legge che risale ai tempi della reazione e che ob– bligherebbe all'autodenuncia le società di pii'.1 di venti persone; ma non è applicata da tempo im– memorabile; e quando fu esumata a Parigi per coonestare lo scioglimento della Boitrse du Travail, non fu chi non vedesse in quel fatto un arzigogolo giuridico, un semplice pretesto reazionario. In Ger– mania il recente processo contro · Bebel, Auer e compagni, in base alla legge del 1855, che vieta la federazione delle società politiche, si è risolto - malgrado le tenui e parziali condanne - in una vittoria del socialismo e della libertà cli associa– zione. Il Pubblico Ministero esplicitamente e, im– plicitamente, il tribunale, la cui sentenza abbiamo sott'occhi, dovettero ammettere che quella legge non è più compatibJ}e con le esigenze della vita pubblica moderna. E un coro della stampa liberale, dalle Hamburger Nachrichten alla Freisinnige Zeitung, al Berliner Tageblatt, alla Vossische e alla Magdeburgische Zeitung - tutti fogli non socia– listi - a proclamare che, se quella legge dovesse applicarsi seriamente e normalmente - e non sol– tanto per rappresaglia contro la democrazia socia– lista - la vita di tutti i partiti ne sarebbe minac– ciata, e perfino istituzioni quasi ufficiali, come le Camere di commercio, che occupandosi di problemi economici non possono anche non fare della poli– tica e stare in rapporti fra loro, dovrebbero ve– nirne colpite. E infatti pende avanti il Reichstag un progetto di riforma che, pur conservando tra– dizionali disposizioni restrittive contro le donne e i minorenni, esonera però le società dalla presen– tazione degli elenchi dei soci e dal divieto di fede– rarsi, ed è per molti rispetti più liberale dell'antica. Ma l'Italia, sembra un destino che debba comin– ciare le esperienze più reazionarie proprio appunto quando gli Stati civili - fatti accorti dal risultato - le hanno per sempre abbandonat~. In Italia tutto è possibile, specialmente l'assurdo. E possibile che una legge di capitale importanza sociale, come quella degli infortuni sul lavoro, sia discussa fra la disattenzione del paese e delle stesse classi operaie, alla presenza di appena 20 su 508 deputati, dopo tante e così alte dichiarazioni sulla necessità di at– tenuare le asprezze del probler11a sociale; ed è il tredicesimo progetto sulla materia che si discute; ed è conyinzione universale che il Senato lo sep– pellirà! E possibile che in una elezione politica come quella di Palermo,· fra due competitori, come il Bosco e il Paternostro, che rappresentano delle idee e dei partiti, vinca proprio chi non rappre– senta nè le une nè gli altri, chi rappresenta sol– tanto la « campanazza » che chiama in pubblica piazza gli elettori all'asta dei voti: e, perché cose simili possano avvenire, s'è mandato a Palermo un « commissario civile » con poteri sormontanti! I giornali di questi giorni, a proposito delle feste di Mosca per l'incoronazione dello Czar, non rifi - nivano di constatare che al principe di Napoli, al– l'augusto rappresentante del :q.ostropaese, era sempre riservato il posto d'onore. E una distinzione che onora il fiuto dei Romanow e che ben ci siamo me– ritata. Perchè un'altra nazione che offra le chiappe, con tanto garbo, ad ogni sorta di lznout, come l'I– talia, la Russia non la troverebbe a pagarla un miliardo di rubli: e, se il nostro paese non fosse, le conv~rrebbe inventarlo. LA. QJ,iITIOA, SOCIA,LJ);,

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