Critica Sociale - Anno VI - n. 2 - 16 gennaio 1896

CRl1'1CA SOCIALE In che sensi ed in che limiti noi accettiamo la teorica dello braccia incrociate noi problema agrario, abbiamo delto assai chiaramente con gli articoli del Bissolati. Dai quali è paleso come essa ci dispensi bensì dalla propaganda piccolo-borghese, ma non mai th una pro– p:.ganda schiettamente socialista. L\ CltlTICA. L'ANIMA PICCOLO-PROPRIETARIA La piccola propriet..\ ò ccl'lo una delle forme economiche pili adatte ad utili1.1.are le risorse della te1·1-ao a suscita1·0 frutti anche là do,,e par'(n,a pesare la condanna della sterilità. Certi miracoli di sfruttamento, infatti. non possono essere com– piuti se non da un uomo che devo vivere su un l:,~~r??i1t~Ji'O t ~~~!· ci1,~:rri!~ci 1 ,~ul~'Ol 1 '!:~~e 11 :u~;d~ appartenevano allo co1·porazioni1 o al Comune; ha cambiato con lo sforzo tenace d'o~ni giorno l'aspetto del paese, e là dov'era il sasso na piantata la vite; e la lotta di conquista della coltura contro il terreno ge1·bido o il bosco è ancora condotta innanzi dalla piccola p1·oprietà vittoriosamente in pil't luoghi. Del resto questa forma, come è ben noto, è di– pendente in massima parte da una necessit.\ geo– grafica, fiorendo essa costantemente nelle colline e nelle montagne; si cho ogni attacco contro di essa ò vano come nrna ò ogni apologia, finchè le parole non valgano a mutare la forma delle cose. Senonché essa viene anche celebrata come la rorma ideale della proprietà; e se questo, come :t~i~~n~~~t 0 def1~òt~~l~·ei1:e 1 :ic~ 1~ 1 ~!1~ 1 !, rd ~o! 11 Z punto vero per riguardo agli effetti che la piccola propriet.\ produco sull'uomo. Ogni rorma di proprietà dà una fisionomia par– ticolare all'uomo che la esercita. Io voglio mostrare sommal'iamento in questo articolo che la piccola proprietà produce un tipo d'uomo assai mediocre. . .. A. chi nulla possiede ò almeno lecito immaginare il possesso del mondo; i miserabili sono infatti i più grandi idealisti. Ma chi possiede una casa di un piano e un campo, ò subito ricondotto, ne' suoi deside1•ì, alla 1·ealtà; e il suo idealo non può essere che quello di cost1·uiro sul primo un secondo piano, e di arrotondare o tagliare un nuovo spigolo nella bizzarra figura geometrica ctel suo campo. 'l'utli conoscono questo renomeno che si può formulare così: chi possiedo poco non desidera a un tratto di possedere molto. ma desidel'a costantemente di possedere tm po' <li più. Si può seguire assai bono la manirestazione di questa tendenza, per es., nell'a1•chitettura della casa del piccolo p1·oprietnl'io. Egli non ha mai. anche se devo faro una nuova costruzione, un piano unico o completo, una qualsiasi idea archi· tettonica; man mano che la su:t proprietà s"allarga, o se rannata ò stata buona, o se la famiglia è cre· sciuta per mah·imoni o nascilo - egli costrui.'\ce intorno o sopra In. casa; cosi la misera ossatura del suo edificio riceve una nuo,•a gobba ogni anno, e i criterii architettonici son questi: una persiana vecchia caduta in disuso d arà la misura di una finestra che dovo aprir.si , un pilastro da cascina segner,\ la linea d 'allargam ento della casa. Ah! la casa dol piccolo proprietario, la studii bene chi \'uole intendere l'anima del suo abitatore. Qui le finesh·o sono buchi senza eleganza, senza preoccupazione di orizzonto o di luce; i soffitti sono bassi, e un uomo vero, c1·esciuto sulla pro- priefa grande, o sulla propl'iefa del mondo, vi u,•. terebbe con la testa. Qui tutti i locali, che sono pochi, i-:ervono ai bisogni ·rondamentali, ma meno elevati, della vita: stanze da mangiare e stanze da dormil·e. Il piccolo p1-oprietario non ha un luogo nel quale poter rimaner solo a passeggiare. a muo– versi, a gira,•oltarsi libe1-amente quando non abbia voglia di trovarsi la moglie e i fi~li tra i piedi; non ha un pezzo di giardino ove pigliare il fresco. perchè il giardino è tutto un orto folleggiante di legumi; non ha un albero nella vigna per slal'\'i al rezzo, perchò un alboro ombrifero gli ra1-ebbe perdere mezzo chilogrammo di uva; e via, via. Estendete questo disagio, questo impaccio, a tutti i movimenti e gli atti della ,•ita del piccolo pro– prietario, e ved1•oto la impossibiliL\ che da questo mezzo si s, 1 iluppi un tipo d"uomo molto elevato. Gli mancano tutti quegli agi, quelle larghezze, quei piccoli ozi fecondi, da cui sorge lentamente il bisogno supol'iore. Come avvieno ciò? ... li bisogno superiore, quello che fa ricercare l'alta coltura, rnrte, la sensazione squisita, si forma solo quando la riserva economica di una famiglia, di una classe, di una nazione è tale da liberare dalla necessità del lavoro immediatamente produt– tivo una parte de' suoi memb1·i. In questi uomini, che un lavo1'0a11tecedeote degli avi, o una conquista, o una rapina, ha sottratti alla servitl1 del lavoro mano,•ale, che vh•ono dei prodotti della terra senza la\'Ot'al'la, anzi standone lontani, la naturale attivit..\ cerca e trova nuovi e superiori modi di manirestazione. In essi si s,•ilup– pano abitudini di vita e di pensiero sempre più larghi, rra essi si stabiliscono rapporti di convi– venz.a., forme di scambio intellettuale, ignote agli abitatori della campagna; e il mezzo sociale in cui questa intensità di vita raggiunge la sua pie– nezza è Il\ città. Qui la l'iser,•a economica, prodotta o accumulata altrove, si trasrorma in raffinati pia– cel'i del corpo e dello spirito mediante la bellezza, le arti, la coltu1·a. L'uomo della città, anche se non può partecipare direttamente e larga.mento a tutti questi piaceri, ne ritiene come un gusto ch'egli respira nell'aria i la città, la gran vita collettiva. gli dà la sua impronta: in taluno ò appena accennata, mentre in altri pe– netra sino al midollo producendo un tipo nuovo e superiore. Orbene, questa larga riserva, che è la condi– zione prima di vita por quel nucleo sociale che diventer:.\ poi la città, o che, senza giungere a questo, J>e1·mettoall'inrtividuo lo svi11colodal lavoro servile e lo lascia riposare come un maggese, pre• parando la coltura alle generazioni che da lui usciranno; cotesta riserva, diciamo, non può quasi mai essere accumulata con la piccola proprietà. Il piccolo proprietario non d1,•enta quasi mai il padron.e della sua terra; spesse volte, anche eco– nomicamente, la sua propriefa ò una illusione; ma in ogni caso egli non osce di servitù. Ogni anno il pezzetto di terra gli d~ sol~,nlo quello che basta per la bisogna delranno prossimo. Quando puro un uomo è riuscito ad accumulare, arrotondando la sua proprietà, e cosi a 1-endersene pe1· un momento il padrone vero, a goderne con larghezza - l'eredità s'incarica subito del frazionamento, e pei figli ri• comincia la lotta piccola con tutti i caratteri mo– rali che l'accompagnano. Cosi le generazioni nei paesi di proprietà piccol:i si susseguono a se1·vil'e la terra; e so qualcun1 riesce a uscire di servitù ne conserva sempre nel l'anima la traccia; ogni slancio gli ò impedito, li sua visione rimano stretta corno il campo di suo

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