Critica Sociale - Anno VI - n. 2 - 16 gennaio 1896

CRI'l'ICA SOCIA LE p::uJre. E lo S\'Ìncolo completo non giunge che dopo qualcho generazione. Qu1 bisogna cercare la i-a– gione della sterilità intellettuale nei paesi cli pic– cola proprietà. Intere zone non hanno dato mai uomini di coltura superiore. Ma abbiamo "eduto come il processo per cui si pre1mra l'alta coltura si arresti qui al pri mo gra– dino; appena iniziata, raccumulaziono si spe1.za o si disperde; l'uomo non ha a,•uto ancori\ i l tempo di allontanarsi dalla ,terra e già i flgli vi si 1·iat– taccano a \'h·ervi in un 1-01.1.0 isolamento; giacchò la piccola proprietà non consento la formazione di un gran centro di vita. :ici piccoli borghi, cho sono la ospressione so– ciale di questa forma di propriefa, gli uomini yj - •\'ODO in ,·apporli di uguaglianza basata sulla egua– glianza del possesso, a conse,·,•are il quale ognuno si asservisce per tutta la sua vita. Di qui, a un punto, provengono le C.\ratteristiche di fierezza e di grettezza. Ogni uomo guarda all'altro come al suo eguale, e in faccia, perchò sono della stessa statura. Ma ò una statura ben mediocre. L"uomo, dunque, dietro cui stn la g,·:rnde pro· prietà con la sua l'iserva di produzione, ha solo la possibilità dello sviluppo YCl'SO lo forme superiori. Ma questa possibilità ò basata sullo sfruttamento. giacchè quella « riser,•a » ò pur prodotta da qual– cuno che non ne gode. La piccola proprietà, l"abbiamo ,·eduto anche con questo breve schizzo, non risoh•e il problema. Solo il socialismo s·è p1·oposto il la,·01-0 gran– dioso: mantenere la civiltà con i suoi prodotti più alti e rarnnati, scalzandone la base attuale, che ò lo sfruttamento. A. MORANDOT'TI. LAQUESTIONE AGRARIA INSICILIA (Le Idee del prof. Ricca-Salerao) Torna utile, dacchè ora la questiono agraria. forma nuovamente oggetto di studi da parte dei socialisti, richiame.re l'attenzione su due pubblicazioni del pro– ressore Ric ca-Salerno, nelle quali, con l'obbiettività. consueta. a {luesto scrittore, la questiono vien prospet– tata. sotto un nuovo a.spello. (') Il Ricca-Salerno però, nell'anali1,zare i due antichi scrittori dei quali si è occupato, dimentica cli chiedersi perchò mai le condi– zioni della Sicilia, benchò studiate sin da tempo antico con tanta perspicacia, abbiano tutta,·ia continuato a co~ reresul binario di uns.rovina progressiva cd ininterrotta. E se avesse, oltre a ciò, considerato ehe già nella Si– cilia inglese, l'Irlanda, renomeni simili si sono veriOcati e forse anche sotto aspetto più mina.ccioso,gli sarebbe occorso di domandarsi se la causa dei disastri denun– ziati cosi sapientemente, pill che a contingenze di mer– cato e; a ratti a queste connessi, non sia. da attribuirsi al sistema economico predominante. Nell'accrescersi della popolazione e nel sistema del latirondo egli scorge la causa della rovina. presente, in quanto quelli dete~ minano un rincaro e una brevità dei fttti, il cui effetto rimbalza disastroso sul lavoratore. Verissimo: ma questi effetti si presenterebbero essi ugualmente, senza quella causa che con soverchia noncuranza il Ricca-Salerno relega al secondo piano, cioò il mercato mondiale e la (1) R1cc••SALKRN'O,e Paolo Dal.ramo, "ecr., nella .Yuoca A.n• 1ologta, 15 febbraio t 9, e e N, l't1lmtwl "• nrlln mrorma .roclnle, IOno,embre 18'5. concorrenza. estera, prodotti e runo e !"altro del regime capitalistico t Finchè Il produttore crea oggetti utili per consumarli direttamente, egli ò sottratto al gioco delle terribili potenze scatenate dalla concorrenza; ma quando si producono osclusi,·amenlt, merci, cioò prodotti destinati al mercato, non si può più prescindere dalle condizioni creato dn. questo. L& decrescenza della produtti\'ità. sicillo.na , parliamo della produttività. ngrarin, è una diretta c onseguenza. del metodo sconsiderato di srrut– tare tulta la potenza dei campi con culture spossatrici, e questo ò provocato dal bisogno di tener testa alla concorrenza dei prezzi. Certo, si soddisrerebbe meglio a questo bisogno se consigliatamente si prov\'edesse a rein– tegraro gli elementi che si sottraggono alla terra. ~la a ciò si oppongono le leggi organiche della economia. capitalistica, per la quale la regolarità. od il normale, cioò Il predisposto ed il conseguente, sono incapaci di etrettuo.rsl. i,: che le condizioni della Sicilia. debbano piuttosto spiegarsi con cagioni d'indole generale e con– nesso o.I sistema sociale dominante, nnziche - como nota lo stesso Ricca-Salerno, senza però giungere alla. nostra conseguen1.a - con contingenze accidentali e momentanee, ne è riprova il ratto che, mentre in Sicilia coesistono grande e piccola proprietà, runa e !"altra producono la ro,•ina del produttore e diffondono uni– ,·ersalmente la miseria. Noi chinmiamo piccolo contadino non soltanto il pic– colo proprietario, ma anche il piccolo ari\ttaiuolo, e, cosi Intesa la cosa, la questione agraria in Sicilia ò precisamente ed esclusivamente una questione di pic– cola proprietà.. li piccolo arnttaiuolo, dlratti, sebbene non abbia la proprietà. della terra che lavora, ha quella dei mezzi di lavoro, onde si distingue dal proletario o dal giornaliero propriamente detto. Ma è cosa risaputa. che la condizione di quello non ha nulla da in,·idiare alla condizione di questo. Qui da noi è però note,•ole il ripresentarsi di un fenomeno. che verso il 1830 si ,•eriftcua In Irlanda ed era rilevato da. Engels. Poichè industria. non esiste, la quale possa assorbire in Sicilia. la. popolazione in continuo incremento, l'unico modo, per moltissimi, di guadagnare la. vita ò di cercar rar– fltto di una piccola terra o tli una piccola parte di un grande latirondo. I proprietari assenteisti naturalmente non si curano <li loro e cosi nemmeno i gabelloli, ed essi debbono rivolgersi ai ,ub-gabelloti. I concorrenti esuberano, ed ecco su terre isterilite crescere spa"en– tovolmente l"affitto. Como questa posizione di ratto trovi riscontro in ciò che avvenne in Irlanda, ,·eggasi dallo parole di Engels: e Sebbene nella Gran Bretagna siano colth•ati 32 mi– lioni di jugeri inglesi ed in Irlanda.soltanto 11milioni, sebbene la Cran Bretagna produca annualmente per 150milioni di sterline di prodotti agrari e l"Irlanda appena 36 milioni, pur vi sono in Irlanda. i5.000 gior– nalieri di campagna più che nell'isola vicina. Quanto debba esser grande la concorren1,a.per ottener la terra, in Irlanda, si rileva da questa sproporzione, special– mente se si pensi che il lavoratore inglese vive già nel più estremo bisogno. La conseguen1a di tale con– correnza ò naturalmente una cosl alta rendita rondiaria, che all"afflttaiuolo non è più possibile vh•er meglio del salariato, ecc. ( 1 ) » 1-:dò questo inratti il triste privilegio del sistema ca• pitalislico: un internazionalismo sempre crescente delle suo peno e dello suo in(ermità. Nè queste appaiono superabili se non ~i pensi a supero.re il sistema istesso. ( 1) EMOltLS, IJ/c J.au , (ler arbtilemlt:11 Klnlltll '" 1>11gla111l, !,te Aunt1ge, l):lif. !H.

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