Critica Sociale - Anno VI - n. 2 - 16 gennaio 1896

• CRITIOA SOCIALE 23 ceto dei fittavoli: della classe cioè per cui e in cui sorgono le Casse 1·u1·ali. È però giusto riconoscere che questo processo promette o minaccia di percor– rere un lungo stadio. ~fa non è questa una ragione piì1 forte perché i socialisti si astengano dal coo– perare in ciò che ha per effetto di ritardarlo! Tala è inratti il còmpito che si è assunto oggi il partito pili schiettamente e profondamente conser– rntol'e: il partito clericale, che ha cosi rapidamente soverchiato il partito liberale nella costituzione delle Casserurali . .\lontre nel 1892 le Casse,·iwalt li– berali1 sotto l'iniziativa del \Vollemborg, erano· 7:!, nè ve n'era una sola cattolica, nel 1894 a 2 Casse liberali fondate nell'anno, faceano 1·iscontro lQj cat– toliche. ·li fatto statistico dice dunque che tra la fun– zione del partito cattolico e quella delle Casseru– t·ali vi ha un rapporto strettissimo di coordinazione a un intento/che non può essere se non quello del conse1·vatorismo pili reciso e più reazionario. Ora, non basta da sè questo dato « empirico :., come il Gatti lo chiamerebbe, a persuadere che quella non può esse,·e certamente la via buona pei socialisti? Concludendo adoperiamo le pal'ole del Gatti:« li partito socialista li chiami a sè (i piccoli proprie– tari) per affrettare coll'unione delle forze l'aumento di uno stato in cui o~ni cittadino col semplice la– voro abbia sorU migliori di quelle che non diano oggigigiorno lavoro e piccola proprietà. ~ Il che non esclude, come spiegammo, che i socialisti favo• riscano, occasione capitando, quei pro\•vedimenti di cui Lucto dà una esemplifìcazione iu fine del suo articolo, e ai quali ò da aggiunge1·e, riguardo ai coloni, la diffusione e l'organizzazione della resi– stenza. Ma niente rinunzia, in nessun luogo e per nessun motivo, al lavoro di conquista rlelle campagne, che si deve proseguire colla propa– ganda dei priucip'i; salvo, s'intende bene, di sce• gliel'e quei luoghi dove l'influenza diretta o la in– diretta del capitalismo ò venuta disponendo meglio il terreno alla nosfra azione. Noi pensiamo che, se il parti lo rinunziasse - come Lucio consiglia - alla conquishL delle campagne, commette1·ebbe un suicidio. Se non nelle campagne, dove mai esso troverebbe in Italia il suo campo? Quante sono, ec· cettuata :\filano e qualche piccolo centro, le città. veramente industriali in Italia 1 8 perchè il pa1·tito socialista non deve profittare dell'aiuto meravi– glioso che, specie in questo periodo storico, gli vien dato dalle classi dirigenti? Per opera loro il pro– letario si incontra col piccolo proprietario e col– l'artigiano sul campo della battaglia politica. li piccolo proprietario e l'artigiano, che si vedono mano mano espropriati dallo Stato, dall'alta Banca e dalla Borsa; il contadino, che, non appena tenta uno sciopero, si vede addosso i clec,·eti di sciogli– mento delle sue leghe e riceve la visita dei carabi– nieri, costoro sono tratti istinti\•amente a unirsi per la conquista del potere politico. Pressione fiscale e oppressione poliziesca, ecco i mezzi della cultura intensiva socialista esercitata nelle campagne dallo Stato borghese. Qual nome si meriterebbe un partito che rinunciasse ad agire, attendendo musulmana– mente che l'evoluzione economica giunga flno a un certo punto predeterminato? Non hanno rinunciato, no, ad agire nelle loro cam– pagne (che non sono molto diverse delle nostre) i compagni tedeschi, che pure, nel Congresso di Bre– slavia, respinsero le proposte della loro Commis– sione agraria. In quelle proposte - come noi nella proposta Gatti - essi videro l'abbozzarsi di un socialismo spurio ed equivoco, sotto cui mal si cela un indirizzo contrario agli interessi veri e agli scopi finali del partito. Ma, respingendo quene proposte, essi non rinun1.iarono a conquistare le masse rurali. Soltanto riconobbero che, per con– durre con sicurezza la propaganda, per penetrare nella coscienza dei lavoratori della terra la cui condizione non é ancora ridotta a uno schema semplice e unico come quello del lavoratore indu– striale, occo1·re possedere esatta cognizione della 101·0 vita, dei loro rapporti e~nomici, dei 101·0 sen• timenti, delle lo,·o tendenze. Questo studio, I:.\. cui necessità s'impose ai socialisti di Germania, sarà, fra poco tempo. il compito più urgente dei socia– listi italiani. LEONll)A BISSOLA.TI . BISOGNAVEREPAZIENZA! Ecco qui un altro, il sig. O. B. De Martini di Pisa, il quale ci dice anche lui che, in questa benedetta que– stiono della pircola. proprietti e del socialismo, bisogna proprio avere un po· di pazienza e lasciaro che revo– luzione (accia il suo cammino. Ma prereriamo ch'ei lo dica. con le parole sue. $1{:NOH DIRETTORE, I socialisti, in verità, sono della curiosa gente. Hanno posto in luce la logge dell'assorbimento della. piccola nella grande proprietà, vera nel suo ronda– mento come un teorema d'Euclide; ma poi, accor– gendosi che questa benedetta piccole. proprietà s'in– dugia a scomparire dalla faccia del mondo, ranno il viso arcigno, se n~ indispettiscono, dubitano perfino della verità. dell11legge trovata e s'affannano alla. ri– cerca dello specifico che le dia il colpo di grazia. Strana. pretesa invero! Come se ìl naturalista potesse dubitare della verità. della. legge dell'evoluzione, solo perchè non vede tutti i giorni apparire una novella specie vegetale o ani– male: o il geologo negare il rormarsi delle roccia per accumulazione di strati sedimentari depositati, solo perchù ad ogni fin d'anno non gli è dato constatare la rormazione di una nuova roccia. Ma la barbuta filosofia.non c'insegna rorse che una. delle condizioni essenziali perchò un dato fenomeno si \'Critichi ò il tempo 1 li pretendere poi nelle condizioni attuali di introdurre la propaganda socialista nello campagne, sarebbe come volere coltivare dei fiori di serra. nella l'egione gla– ciale. Non havvi luce intellettuale che per ora possa di• radare il buio pesto, buio da medio evo, che, in effetto appunto della ancora imperrotta. evoluzione economica, avvolge le nostre campagne. Non si sprechi energia: a miglior (rutto s'impieghi l'opera nostra: si getti il seme recondatore soltanto là. dove il terreno presenta possibiliti\ di coltivazione. Del resto, per quel che concerne il paese nostro, il terreno ce lo stanno preparando, anche rra i contadini, le nostre classi dirigenti. Un mezzo secolo di governo alla roggia di Crispi con relative espansioni arricano (vale a dire con tasse. sopra tasse e conseguenti espro– priazioni dei terreni degli insolvibili contribuenti) basta a che i granelli lilipuziani della nostra proprietl\. fon– diaria, quasi per forza magnetica, s'attraggano, si fon– dano insieme, appaia il poclel'edi mediocre proporzione, il quale, di mano in mano arrotondandosi e con altri di specie simile congiungendosi, rormi alla fine lande sterminate di terreno, in mano di pochi proprietari. Allora (orse i novelli padroni sa.ranno indotti, per ragion di risparmio, a. sostituire al preadamitico pesante aratro e alla rudimentale marra lo svelto aratro a vapore e le leggiere solcatrici elettriche. A meno che lo. inrracidita borghesia nostra non ami meglio lasciar libero il campo al capitale straniero. Qui, qui, e soltanto qui - nei rapporti rra socialisti e piccola. proprietà. - va applicata quella che voi chia– mata. la teorica delle braccia incrociate. Pl,a, qennafo /896. Vostro 0. 8, DE MARTIN!,

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