Critica Sociale - Anno VI - n. 2 - 16 gennaio 1896

CRITICA SOCIALE 19 - non sanno liberarsi dalla retorica pili quaran– tottesca e pili scempia, e sono pieni di riserve, timidi di ui·ta1·e quel « sentimento pubblico » che non esiste se non per imitazione o per suggestione dei pochi furfanti che abbiam detto. E mandano saluti ai morti, che, dopo tutto, lSOno morti, come capiterà a tutti noi, proprio porchò non roterono farne a mono, e domandano il ritorno da Tigrò, ma non prima di una vittoria che abbia riabilitata la oosti·a baudie1·a; e fanno voti, ad ogni modo, l >el frioufo delle armi italiano, giacchò la stoltezza che non è affatto tale) del Go1•eI·nole ha impe– gnate laggiù. Or noi, se fossimo anarchici, non 1>0tremmo che augurarci, per l'appunto, uno spuntino di yilforia di tempo in tempo. che ci impegolasse ben bene e ci invescasse in Etiopia così da non lasciarcene le\•are i piedi più mai. ~la appunto pel concetto ben ,1ive1-so,anzi opposto a quello degli anarchici, che abbiamo delle condizioni dell'o\•oluzione, ciò che francamente auguriamo e desideriamo, e che nessun rispetto umano ci fratte1'l'à dal dichiarare, ciò che ci sembra il meglio pel' noi e il meglio per tutti - pur deplorando quant'altri il sacrificio di ,•ite proletarie, o sia di bianchi o di neri, o av– venga nel 'l'ig1·0 o nelle officine e sui campi na· zionali - O che le nosfro armi e la nostra ban– diera - poichO altra via d'uscita pa1·0 non vi sia - siano battute cosi solennemente da togliere ai manigoldi, che ci guidano in quelle forre maledette, non tanto la ,•elleit..\ - chè questo è impossibile - ma la possibilità morale di ricominciare. Noi desideriamo ed auguriamo questa batosta sintetica e risolutiva - non solo perchè cessi il ludibl'io delle nostre armi portato contro l'indipen– denza di un popolo, seminatrici di ferocie o di tradimento. aizzatrici di fratelli contro fratelli di razza- ma più perchè possa davrnro inaugurat•si in Italia quella politica di raccoglimento o di lavoro rocondo che altrimenti sa1·à sempre un sogno. La desideriamo perchè possa nasceco o fortificarsi una borghesia degna del nomo, dioll'o la quale soltanto potrà anche nascere e fortiflcarsi il proletariato dell'avvenire. Un burlone di regio professore rivelava, poco stante, nella !Ufonna SOciale, a proposito della posiziono da noi presa nella questiono del catasto. che noi altri della Critica sosteniamo gli interessi dei proprietari settentrionali: ne desumeva anzi come un indizio dell'esistenza latente, nel partito socialista italiano, di duo 01,>postetendenze, l'una conciliath•a e !"altra intransigente. Bisogna avere uoa livrea di professore indosso per capire cosi bene le cast,. Comunque è ben ce1·to che, fra la civiltà e la barbarie, noi prororiamo - anche col capitalismo - la civiltà; e non ò nostra colpa se la storia ha dimostrato cho non può nascere un qualsiasi socialismo se il capitalismo non preesista, come non ò nostra colpa so oggi l'ironia di una politica c1•iminosa e balorda flt sl che la fortuna delle industrio italiane stia. piuttosto sulla punta delle lancio abissine che nelle bocche dei nostri cannoni. ,.la la nostra borghesia non ne sa ·nulla. Fra i varì ceti. militare, ecclesiastico, mer-cantile, <ll'isto– cratico, ecc.. che, per la sua debolezza ed ignoranza. assumono quasi l'importanza di classi, essa è il pH1impotente e il pH1 inconscio. Coloro che ogni altro giorno ci minacciano le manette accusandoci di eccitare all'odio e alla 1·ivolta contro questa borghesia 1 gli è che ignomno semplicemente quanto essa per contrario ci muova a p10H1. FILIPPO 'L'URATI. La coscienzapoliticaa Cuba Qualcuno, che an-.\ letto lo osservazioni stampate pili sopra intorno alla nostra borghesia, ci tro,•erà forse un tantino ingiusti ed eccessh•i negli appl'ez– zamenti e ci domand'erà: - O non è una verità acquisita, per tutte le classi, anzi per l'umanità in generale, che i movimenti storici avvengono in– coscientemente, senza cioè che gli attori si rendano ragione dei nni veri da cui sono sospinti 1 che anzi, non ha dimostrato il Loria, poi· esempio, che certe idealità. per quanto vuote e menzognere. sono necessarie a che quei mo,•imeuti si compiano? se i nostri patrioti avessero saputo di lotta1·e uni– camente per l'interesse limitato e all'atto materiale della borghesia, un interesse che d'altronde si sa– rebbe cosl poveramente raggiunto, e poi· fo~iare alla grande maggioranza nuovo e più perrez1onate catene, avrebbe1'0 ossi dato così prodigahnonto il sangue e la vita 1 e perché dunque pigliarsela con la bòrghesia italiana, se questa seguo una leggo generale o fatale t Adagio! adagio! - rispondiamo noi - con quest"altro scaricabarili doli" « incoscienza neces– saria », jJ quale va diventando anch'esso un luogo comune, una specie di carillon buono a fare il paio con quello dell" « evoluzione che si fa da sè »; 1mpa1'aticci fatti apposta per dispens..'u•elo svogliato « 1·edella natura» dall'esercitare le due ph'.1belle sue prero~ative: la intelligenza o la volont..\. Che sopra gli rnteressi e i fatti sociali si estruiscano delle formazioni psicologiche, le quali non rispon– dono che approssimatiramente allo schelolt-o mate• l'ialo e positivo che l'ivostono o sul quale reagiscono, sla bene e lo concediamo : è questo il grande idea– lismo confortatore o stimolatore della umanità che cammina; il materialismo storico non solo non lo nega, ma anzi ne tien conto come di un fattore importante della civiltà. ~.la da questa ipercoscienza, come si J>Otrebbe chiamare, da questa esaltazione di coscienza, erronea come tutto ciò che si allon– tana dai falli, ma che nei fatti ha 1-adice e che sascita grandi cose nel mondo, volei• trarre la giu– stiOcazione della negazione di ogni coscienza storica o civile. qual ò quella che oggi constatiamo nella nostra borghesia; da un eccosso di luce o di colo,·o abbarbagliante voler tirare la riabilita1.ione del buio pesto, ecco un sonsma al quale energicamente ci l'ibelliamo. Senr.a dire che, se l'azione dei poi>0li' si svolge da uno stato di semiincoscienz..'\ origrnaria, essa si av,Ticina per allr-o, col p1-o~redire della civiltà e della scienza, ad una cosc1e111.a. dei fatti sempre pili precisa o pili chiara. Non per nulla il tempo passa e gli anni si accumulano anche sulla groppa delle nazioni. Il grado di assoluta incoscienza pe1· cui è possibile che le classi bo1·ghesi italiane siano o~gi raggi1·ate e condotto in una specie di mosca cieca, tanto nella politica interna che nella colo– niale, da una mano di ciurmadori o di filibustieri che agiscono in suo nomo, ò un grado sorpassato financo da paesi che uoì 1'0putinmo semibarbari, da razze che, uell;l 11ost1'astupida superbia di nobili degenerati, stimiamo inferiori e p1•edestinate alla in(erio1•ità. Ne volete una p1·ovat • Ecco qui un documento che esumiamo dal muc– chio di Riviste che ci stanno davanti sul ta,•olino; un documento non di data recentissima, ma che illumina di luce viva quell'oscu1•0 andirivieni di notizie contraddittorie che leggiamo da mesi nei gio1·nali intol'llo all~t ins111·rezione della « perla dolio Antille :t conti-o la dominazione spagnuola. L'Italia ha ancora la sua Spagna, come ai tempi di Rossini, per 11011esse1·e l'ultima nazione del

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