Critica Sociale - Anno VI - n. 2 - 16 gennaio 1896

CRITICA SOCIALE inondo, o i telegrammi di Cuba somigliano come altrettanto goccie d'acqu n ai nostri telegrammi dall'Eritrea. Sono qua.si sempre ,•ittorie e distru– :doni di ribelli, ma i soli ribelli ,•eramente distrutti :,0no i milioni, qua fii liro o là di peselas, e ogni tratliuo si pal'la del generalo in capo, qua Bara– tie1•i, là Martinez Campos. che o si dimette o ve1•1'à 1·0,•ocato~r punirlo dei trionfi che regala alla madre-patria. I~ad ogni modo sono due cancri, Cuba e l'Eritrea, ape1·1i nelle \'iscere delle due so– relle latino, che le rodono o no minano la vita. Or questo documento, che togliamo dalla Revisla f.'GJJai,ola del luglio scorso, o che an-.\ forse un anno di ,,itn, O il manifesto che i due capi della insur1-eziono cubana, Francisco .\larH o Max.imo nomez. hanno lanciato al loro popoloe alle nazioni tutto qunnte, e dal quale pmse l'abbrivo la sommossa cho tuttom non langue. Il tio,•erno SP..'l{Jnuolo rece il J.>OSSibllo p r impodirno la divulgazione (solita :sapienza latina!), non cosi po1·ò cho un ardito re- 7)m_•terdo! New-Yorh-1/erald, spintosi rra infinite difllcoltt\ agli avamposti degli insorti, non rie~cisse a p1·ocui·arsolo ed a pubblicarlo. Leggetelo attenta• mento questo saggio di lette1·atura polilica di negri o di meliccf, o poi fato dei conrronti so il patriot– tismo li consento. Il popolo cubano poHiede qualitit o intelligenza sur– ftcienti per governarsi da sè e por gettare, colle sue proprie rorze, nel commercio mondiale i ricchi tesori della sua Isola-,guarentendo agli abilanli, da un canto il lavoro libero da. impacci, dall'altro canto l'accesso dei loro prodolli su tutti I mercati delle nazioni civili. Cuba 110,i8i 80lleva giù pe1· fa,1ali,,no J)<llriouico,n.i.· 1~1·delle vaghe a,pi.-a;ioni d"indiJk?ncteni(i. Cuba non avrebbe mai Impugnale le armi so la ai rosse lasciala s,•ilupparsi in pace. Se le ha Impugnate, O per eman– cip11reun gran popolo e dargil il posto cui esso ba diritto nel Nuo,·o ~londo. Cuba ha nltltudini S.Jperlorl a quelle della Spagna per rispondere alle esigenze della ,·ita modero& e or– ganizzare un libero Go,·erno. l.& Metropoli ha chiuse agli altri popoli le porte di Cuba, 11.110 scopo di procurare ad ogni costo un mer– cato ulle industrio della penisola o di rar sopportare i suoi dobiti continontali al contrlbuonto cubano. Cuba iJ dunque comlamiata a 111antc11e1·s il lu,so di quelle cla11i J}ri1Jilegiats e imp,·oduttioo che non ,amw ,ottoporsial laooro. I cubani omlgrati a.cquislarono all"eatero grande espe– rienza, mercé la quale rorliftcarono il proprio carattere o si conquistarono un nome uguale 1. quello di qual– sivoglia altro pol)olo. Essi hanno imparato che il suolo così fertile di Cuba è oggi quasi sterile, grazie al si– stema della sua agricoltura e del suo 0overno; che l'Intero prodotto del loro lavoro O assorbito dall'imposta; o che, dopo a.,·erll srruttati, li si umilia. in tutti modi quante volto chiedono un collocamento sicuro dei loro capitali o un impiego utile del loro lavoro nolrinterno dell"isola. Essi rie1cirono a rendersi conto Jel valore cl.lerisola può trarre dalla sua postura geograftra, o a. ,·edere che la. sua attuale condizione O una minaccia per re– quilibrio delle latituzioni americane. iluala. all'imboc• calura dei canali interoceanici e aulla strad& dei tre continenti, Cuba ha un'importanza geograftca, immensa: ossa ò unn. speranza per l'umanltù, cho oggi la incontra. sul suo commino corno un ostacolo al progresso, ri– dotta com'ossn. ò alla parlo di lnuti\o colonia spagnuola. Tutta,·lu. I suoi 1J.bitanti ribocouno di ricchezze; essi hanno una sovrabbondanza di prodotti, che altri popoli vorrebbero compera re, se no n ne fossero impediti dal fatale 1i1tema delle dog 3.ne. Se noi trionft3.mo, tutti potranno ,·enire a Cuba a fondarvi delle industrie; I tesori n11cosli della nostra isola saranno srrultati da tutti e, smaltiti sui mercati americani, renderanno potenti rlsorao o benessere a tutti I cubani. Questi ,·ogliono cornporaro a buon prezzo sui mercati del mondo, migliorando al tempo stesso le proprie condizioni d·esi1tenza e acqui1tando gli elo menti del lavoro a prezzo ragionevole: il regime do– ganale cui sono sottoposti non con1ente loro neanche quealo. Combattendo, gli insorti credono dunque di Jaro il loro aanguo per !"umanità. I.o.Spagna ò una monarchia do,·e non regna veruna delle idee moderno di progresso, un paese ignorante e ipocrita, tirannicamente governato, o che non l!liprende alcuna. curtL dello proprie colonie. Cubn. ò superiore alln. suo. Metropoli poi ratto elio, situata nel Nuovo Mondo e presso il ~lessico, ha sotto gli occhi l'esempio o l'esperienza dei governi liberi, lo spettacolo della. libertà. e dell a giustizia , mentre, d'altro lato, essa. conosce I congegni, ignora.ti in America, dei Governi europei. 1-:ssendo1rnmentati in lspagna i blaogni della ,·ila e il gusto del lusso senza. incremento nè sviluppo ,lolla produzioue, la. Spagna ba dovuto volgero gii occhi verso le Antille per imporre loro li suo giogo e attingere nuova vita dai loro succhi. Noi ri"endichlamo l'omancipuiono completa dei negri. Al pari dei bianchi sono essi in grado di esercitare nella vita Jlolitica la totalilll dei loro diritti. Possie– dono grande varietà di cognizioni proressionali, svel– tezza, \'lvacità. d'intelligenza, unila. a spirito inventivo: hanno Imparata. la. deeenza. dei costumi e contratto !"abitudine della. tolleranza. A,·idi di libertà, hanno im– pugnato Il loro rucile, e la schiavitù sarà. ,·endica!a. I cubani domandarono in\·ano riforme politiche; non ottennero che l"lalituzione di un Consiglio spro""isto di autorità, composto di tutti i runilonarl spagnuoli e di una minora.nza di isolani incapaci di rar argino alle protese della )lotropoli. Da lungo tempo la. rivoluzioue oro.preparala. Quando l'ora scoccò, essa. ò scoppiata come un colpo di ful– mino. Due generazioni, runa di ,·etorani, !"altra. tli gio– vani, l'una. che combatte all'interno Jell'isola, l'altra che luora. all'o1tero 1 cospirarono durante tre anni con entusiasmo, convinte entrambe che 1~ Spagna. è inca– pace di far godere a Cuba I ,·antaggi coloniali cui ha. diritto. Cuba. vuol easere una repubblica lndipeodenle e or– rrire il libero &cambioa tutti I popoli del mondo. Libero scambio! Abolizione di dogano! Impiego sicuro di lavoro o di capitali! Introduzione dt una ~gricol~ura moderna, e po~ibì!it.\ di svilup1;1are le 10duslr1e senza pagare il'1buh dt sorta agh indo– lenti p.1rassiti ! Ecco le ideali fa che han messo in mano la carabina a questa gente isolana. idealifa ben altrimenti solide e pe,·spicue, ben altrimenti 1·ealt. che non tutti i bamboleggiamenti di fratel– lanza, di gloria e di giustizia. onde si pascono a p._'lrole i nostri rammolliti pnd1'0ni, mentre ranno nll'int~1·noed all"estero la tratta degli schia,•i per p1'0pr10 conto. Q_uogli insol'ti non_ hanno mai lotto Marx, p1-o– bab1lmonto: eppu1·0 11 lol'o manifesto ò del male– l'ialismo stol'Ìco in azione; il lol'o i1·onico disdegno

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