Critica Sociale - Anno VI - n. 2 - 16 gennaio 1896

CRITICA SOCIALE Come tutte le altre nazioni, l'Italia ha portato la ci• viltà. a livragate, ha trattato i negri come carne da. cannone, li ha ingaggiali nelle sue flle e costretti a battersi contro i loro connazionali. Però non ne ha ri– tratto nessun utile: l'emigrazione nè ò diminuita, nè ha deviato verso l'Africa; nessuno sbocco s'ò aperto al commercio ed all'industria nazionale, chò anzi indu– strio fiorenti sono state uccise dal peso flscalo, o questa. è un'altra conseguenza della schiavitù economica. Da tanti anni, dunque, che siamo in Africa, ne son ,·enulo tali rovine, che la borghesia nostra, se rosso sola, avrebbe do,·uto piegal'8 o ralliro. Invece è ancor molto valida, e la rendita italian:, si mantiene sui mer– cati in un equilibrio instabile, mara,•lglia.d'acroba.tismo economico. E non è questa una pron che l"acrobata ha il suo punto d'appoggio, e si maneggia in modo da non farlo apparire 1 E se il gatto torna al fuoco dopo essorsi scottato lo zampino, non è ciò prova che lo castagne ci sono, e chi lo ra sue trova il tornaconto anche a pagargli le medicine per lo scottature 1 Ed il gatto, ricordiamocelo, è la borghesia italiana: por il proletario, poi, morir di pellagra sui campi o di febbre o piombo in Africa, val lo stesso i eppoi c"è il miraggio di rar fortuna. E questa Impresa d'Africa quando ftnirà 1 Credo quando chi mangia le castagne urà. visto la brace fredda. in modo da le\'arle da sè. Da .. ,iessandria in– tanto e da Cape-Town le ferrovie tendono ad avan– zarsi all"interno; e verrà giorno, forse non lontano, quando il trono fischiando sulle rh·e del Victoria Nyanza o del Tanganika dirà. ai trepidi abitatori che il capi• talismo è giunto fino ad essi, e che si preparino n su– bire Il giogo del terribile signore trasvolante sicuro dalle roci del Nilo al capo delle Tempeste. Allora sarà terminata in Africa la funzione economica della borghesia Italiana e, se non saprà. rivolgersi altrove, essiccheranno per essa le fonti del capitalismo. Per queste cagioni !"impresa d'Africa è condizione di vita por la nostra borghesia: cosa farebbe il sensale se il mercato mancasse1 f: vero che c'è tanta Al'rica in Italia, ma è pur vero che capitali nazionali non ,·e ne sono. Ritirarsi dall'impresa. d'Africa nello stato presente di coso, slgniftca discesa vertiginosa della rendita sui mercati, e hncarotta. morale e materiale della bor– ghesi& italiana. La quale, nella sua crassa ignoranza, non ha. saputo crearsi all'interno un ambiente econo– mico di risorsa; anzi, nella. sua megalomania e pel continuo bisogno in cui si è trovata, ha con un pes– simo sistema tributario uccise quelle industrie che le condizioni favorevoli dell'ambiento e la reazione alla corrente del capitale vi avrebbero potuto creare. G. d"A. Ounque, becchi e bastonati! Questa la conclusione che erompe dalle osservazioni qui sopra inserite, le ci.unii, nel lo,·o insieme, ci sembrano giuste e sagaci. L'Italia andrebbe a piglla1·le per conto di altri. ve1-serebbe per conto d"altri sangue e qual• trini; quando questi quattrini o questo sangue daranno qualche frutto (supposto che mai possano darlo). non sariL essa a 1-accogliel'lo; esaurita dal servizio prestato, le toccherà. la parte del limone spremuto. Avrà avuto il male, il malanno e l'uscio addosso o si buscherà. le beffe pe1· contentino. Quel che l'Inghilterra mediti in Arrlca ed a che tenda, lo si vede anche, al capo opposto,dai recenti fatti del Transvaal. Piuttosto, se uno scrupolo ci sorge, gli è nel chiamare « borghesia » - come fa il nostro av– venlizio collaboratore - la classe che oggi ha in• teresse, che anzi trova la sua« condizione di ,•ita » nell'impresa africana. E lo scrupolo ci è a,,\,aloralo dalle stesse spiegazioni che del fatto egli dii. Riti– rarsi dall'Af1•1ca01·a p1·ecipiterebbe la. rendita; sia pure. Chi ha interesse ad O\'itarlo? I,a bancoci-azia piuttosto, o gli oziosi detentori dei ccl'tiflcati az– zur1·i. Ce,·to, in Italia, la borghesi!\ in gene1·ale è ancora così poco bol'ghosia, che non si sa bene ove cominci ed ove finisca Ma la borghesia industriale, pei· esempio, che ò la più \'era - tolti fuod i rornito,•i di arredamenti milita1·i e di granaglie guaste al– l'esercito, e le imprese di na,•igaziono delle quali i ministl'i di Stato sono quasi sempre gli 3\'Vocati e gli agenti - non vediamo che i11tol'03SO abbia a un a08re che si l'isolve in un J>Cl'pctuo1·incrucli– monlo di gravezze tlscali. r.,o campagne italiano si spopolano, le poche industl'ie promettenti sono fe– l'ite già in cuna; a Rivarolo hgm·o, mentre scri– viamo, sono ben sei mila ope1·ai cotouier·i gettati sul lasti-ico dal locli out padronale per una que• stiooe di tasse. Pacciamo puro la tara dell.\ com– media che i pr·incipali recitano in simili casi ser– vendosi della minaccia delle masse afli\mate per impietosire o per impaurire esattore e ~overno, )la il fenomeno non è isolato: e le industrie, com– media o non commedia, tìrano davvero le cuoia. Quello che è assolutamente \'01'0, à che la nostra borghesia, secondando passiva gli accorti impulsi del capitalismo straniero, tollel'ando un'impresa i cui ,·e1·i moventi sono dinastici, militareschi, e ispi• rati allo avidità. inconfessabili dell'alto teppismo specuh\to1·e, non ha tampoco il sospetto della parte bum\ alla quale gentilmente si presta. Essa è la perpehm incosciente Ha fatto la sua dvoluzione nazionale, sospintavi a pedate di diet1-o e davanti dalle influenzo diplomatiche straniere e dalla tur– bolem.a degli interni scavezzacolli, dai quali teme\'a di Yedersi toglier la mano; si può dire che ha fatto la rivoluzione per timore della l'ivoluzione, come qualcuno che si butta dalla finestra per paura della morte, ma il ve,-o perché del suo fatto, ma gli scopt che con esso e per esso rloveva raggiun– ge1·e, han dovuto venil-e pili tardi gli economisti a eonta1-glieli, chè, quanto a lei, non li sospettava. Lo stesso, in minori propo,·zioni, avviene ora pe1· l'imp,·esa africana. In Africa, perchè ci siamo andati, perché ci in– caponiamo a restarvi - all'infuo1·i di quei pochis· simi, ripetiamo, che ci hanno il to1·naconto diretto e palpabile della loro cassa forte o della loro po– sizione... ufficiale - non c'è anima viva che lo sappia. Non c'è !\lcuno, 03iamo dii-lo, neppure che so lo domaudi. E un imbambolamento epidemico, che non ha nemmanco le illusioni scusabili e sin– cere dell'entusiasmo. Neppu1-e la vergogna con– tinua di cui ci copriamo, offendendo, colle più sconcio ferocie, e senza alcun frutto, il diritto delle genti, desta una reazione qualsiasi. li Governo ha messo su un'agenzia fabbricatl'ice dolio frottole più allegre, ha 01-ganizzato la castrazione di tutte le notizie importanti dal campo della guerra, e questo anche in tempo di pace; ora proroga indefinita– mente il Parlamento per non essei-e seccato a dover dare qualche contezza di quello che a,•– viene; e la borghesia, che dovrebbe essere e si cre<te la classe dirigente, 11011 so ne adonta nep· puro. Peggio che se si trattasse, non di sè, non dello nostre a1·mi, non del suo, del nostro de– lltU'O, mtl del Giappone o del Kamsciatkà. Gli stessi gio1·nali radicali - che, 1·app1·esentando la piccola borghesia più vessata dalle tasse, costitui– scono in questo argomento l'opposizione più decisa

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