Critica Sociale - Anno V - n. 12 - 16 giugno 1895

188 CRITICA SOCIALE quistata - è la disperazione fusa nella speranza: Glie cos'è ta vita senza libertà? La paura cittadina è nella chiusura generale delle botteghe al di qua e al di là del Tamigi. Non ho trovato aperte che quelle di tre gioiellieri di Regml st,·eel. Ma tutte e tre queste case erano piene di volontari e di pottcemen fino ai tetti. Ho bussato all'Hor·ns Tave,.. n in faccia a I(enntngton Comnwn, per un bicchiere di non importa che cosa per dissetarmi. Aprite che sono un viandante! Mi si rispose dalla finestracon una yentinadi ran– delloni! I due tiri a quattro e a sei sono nel mezzo cir– condati da un'ampia superficie increspata di teste, dalla cui p1•ofondik\escono alti i lenzuoli colorati coi motti delle moltitudini: - Pa1'late colla voce, non cot..moschetto! - Noi siamo tre mtliont e vogliamo i nostri dit•ìtlt! - La Citar/a o nulla! - Gite il lavoro abbia il suo ,to1JUtoe ti mto cuo,·e sa,.. à contento. - Il 1iopolo è la sorgente dell"indust,·ta edeve essere ti p,·tmo a partectpa,•e at suot fe-uttt. - Vivi e lascia vivere! Non si può dire che le masse siano ter1·01•izzate, perchè non pochi dimostranti sussurrano l'aria di mourtr pou,· ta patrie. Ma se lo fossero non po• !rei chiamarle vigliacche. Sono passate. lungo l'iti– nerario, tra i cannoni e gli obici a ba1•bettae filate di fucili nascosti che non aspettavano che un grido « sedizioso » per piantar loro nel corpo qualche ettogrammo di piombo. E hanno, direi quasi, sfiorato i 250.000 randelli della !luerra civile che sognavano e sognano, in agguato, 11 momento di montare in furia e fracassare loro le ossa. Doyle, il presidente della dimostrazione, é in piedi, sul carro degli oratori, che presenta il de– putato Feargus O' Connor tra le acclamazioni e gli applausi. O' Connor è più pallido di prima. Non è in lui il 48. La barricata lo spaventa. Se O'Connor a\'esse raccolto il guanto che gli gettarono le classi che vo– gliono vedere nel chartismo la rivolta invece che una riforma costituzionale, la rivoluzione sarebbe un fatto compiuto. Non aveva che da lasciar fare e da dire qui, dove parla ora: La vogliono I Viva la rivoluzione! « Non voglio lotta colla forza pub• blica », disse invece. Cosi morrà nel lenzuolo della legge, senza punto vedere il trionfo della Charta. « Figli miei! • La sua voce non ha più del rug– gito del leone. È mansueta. « Figli miei! Si è ten– talo di farvi credere che non sarei venuto. Eccomi! Voi tutti sapete che in questo quarto di secolo di agitazione democratica .... ~ (F.cco la sua scusa. Egli è democratico, è 1•imastodemocratico. L'altro giorno lo si è accusato alla Camera dei Comuni di essei-e repubblicano. Scattò io piedi. « Lo nego, disse, sul mio onore! Sono sempre stato antirepubblicano. Ho scritto articoli contro il repubblicanismo. • « In questo quarto di secolo di agitazione demo– cratica, non mi sono mai sottratto alla responsa– bilità. Come ho sempre avuto della popolarità la parie del leone, cosi avrò la parte del leone nel pel'icolo (g,·andl applausi). Le cento lettere che mi scongiuravano a non partecipare a questa di– mostrazione non ebbero che questa risposta: che avrei preferito di essere pu~nalato piuttosto che non essere alla testa dei mie, figli (apptaust). Sì, voi siete i miei figli! lo non sono che il vostro padre, il vostro tutore. Se ho diritto alla vostra fiducia, alla vostra confidenza, vi imploro nel nome del grande e buon Ilio che ci ha benedetti con questo sole splendido. Permettetemi di dar1•i un consiglio. Io vi implorerò in ginocchio. Non distruggete con delle imprudenze il lavoro della mia vita. Laggiu - puntando verso il ca1·1-o sul quale sono i rotoli delle firme della petizione - sono con voi i nomi di 5 700.000 concittadini. Io e loro e il mondo intero riposiamo sulla vostra buona condotta di veri cit– tadini. Il chartismo quando è conculcato dalla tirannia si rial1.a e riprende la marcia con nuovo vigore (esptostone a·apptaust). Voi, amici, mante– nendo l'ordine, dimostrerete che i chartisti non sono picl,pockets e non mettono in pericolo la Charta con un atto di follia. Il lf<>Veroo si è impa• d,-onito di tutti i punti sul 'l'am,gi. Voi tutti sapete che io sono un uomo di coraggio. Ma come potrei dormire stanotte se sapessi che vi sono delle vedO\'e di chartisti assassinati? E come potreste dormire voi tutti se sapeste di essere stati causa della mia morte? Nè voi, nè i carri, nè le bandiere possono passare i ponti. Io presenterò la vostra petizione alla Camera e farò sentire la vostra voce in tutto il re~no. Aderite al mio desiderio. Volete ascoltare il mio consiglio! Il mio petto (tuccanfloseto) in questo momento è come una fornace. E lavorato dal vescicante. Un medico mi manderebbe a letto. }la io so ove è il mio posto. E ora coloro. che ac– cettano il mio consiglio di essere prudenti e che sono determinati a vedere la Charta fatta legge, alzino la mano. -. E tutti l'alzarono. • Coll'aiuto di Dio mo,·irò sul pavimento della Camera dei Comuni o otterrò i vostri diritti! Lot~ terò per la vostra libertà o pei diritti del popolo. Ma io manterrò la pace. Ora che avete dichiarato di voler essere pacifici, respiro più liberamente. Che tutti coloro che approvano la saggezza della Convenzione, la quale impedl che si variassero fiumi di sangue, alzino la mano. » E tutti l'alzarono. < Se vedete un uomo che ruba non consegnatelo agli agenti di p. s. Caricatelo di pugni. Non per– mettete che ci si chiami ladri. Che ognuno di voi 01·asi tolga il cappello e si curvi al gran Dio del cielo e lo ringrazi della sua bontà infinita e pro– metla di non violare la legge. • La paura che il popolo prorompesse fece perfino di '1'.Jones, colui che era passato attraverso l'agi– tazione come un leader della forza fisica, colui che voleva che la Charta divenisse legge magari colla picca alle reni dei legislatori, un coniglio della forza morale. « In quel carro sono le voci di 6.000.000 di per– sone. L'onore della Granbretagna è nelle vostre mani. Non insudiciatelo con def sangue. Ascoltate la parola di O'Connor. Scioglietevi e andate a casa. Se la Camera dei Comuni respingerà la petizione, invieremo un memoriale alla regina (applausi). Noi terremo un altro meeting più grande di questo e poscia le nostre preghiere saranno rispettosamente deposte ai piedi del trono (g,•andt applausi). • Le moltitudini si scompigliano. Feargus O'Connor è già io un cab che fila verso il Parlamento come un teadeI· stroncalo. I 1-otolidella grande Charta subiscono l'ignominia di essere trasportati alla:Ca– mèra dei Comuni in una vettura pubblica, come della roba trafugata. [ dimostranti se ne vanno come cani insultati da tutti i piedi. Il Sun, che si vende a ruba io J(enntng/011 1·oad, chiama tutte queste moltitudini del« demagogismo sanguinario-.; le classi schiattano dalle risa, persuase che il char– tismo sia morto. Quanti e1-ano1 Non ve lo so dire neppure stamane coi giornali sul tavolo pieni della dimostrazione di ieri. Chi la dice di 10.000, chi di 15.000, chi di 20.000, chi di 40.000, chi di 50.000 e chi di 100.000. Il Mor– ntng Chrontcte la somma, tra dentro e fuori Ken– ntngton Common, a 25.000. L' Ittustrated London

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