Critica Sociale - Anno V - n. 12 - 16 giugno 1895

Critica Sociale RIVISTA QUINDICINALE DEL SOCIALISMO SCIENTIFICO Nel Regno: Anno L. 8 . Semestre L . .a- .1.ll' EMtero: Anno L. tO • Semestre L 5,50. Lettere, vaglia, cartoline.vaglia aU'Uffloiodi CRITICASOCIALE·MILANO:Portici Galleria V. E., 23 2. 0 (OiHO IOblleJ Per MILANO si può abbonani anche alla Libreria Dnmolard: c. V. E.,~,, e dall'editore M.Kantorowlcz: via Manzoni, 5, Anno V - N. •~- 11 Non si vende a nu11«wi separati. Milano, 16 giugno 1895. SOMMARIO Attualità.. Dopo ' ballotla(lgl {I.A CRITICA SOCIA!.&), Nemul tura: a J)t'OPMitO del delitto di mm,ni (No1). Studi soclologlcl. Haktmln, I (0101to10 PL!ICIIANOW). socialismo muntclpale (LA Ga1TICA). Oaduta del Chartismo: 10 aprile 1848 (Schizzi della « lnsurrG• zione Chartista •) (PA0I.0 VALBRA). Unprecursore del materialismo economico (Ca,·lo Pi8aca,1e) (No,). La ,·1prod11:lone det parassiti (O. MASSART 8 E. VANDJU\VJ:U,Olt), FllosoOa, letteratura e varietà. Bolleltlno U/Jllograflco: L'omtcWlo dì E. Fs1m1 (F. Momigllnno). Necroloqto: Benedetto Bertat·eut (f. c.) A.trntm;i. Agli abbonatin ritardo Essendo prossimo a scadere il se, mestre, manderemo quandochessia, ai lettori che ce ne devono ancora l'importo, la quitanza a mezzo postale. Li preghiamo di non farcene sprecare il tempo e la spesa, che è a nostro ca– rico. Per semplificazione mandiamo a tutti la quitanza dell'anno intero (L. 8). Ciascuno ha facoltà, volendo, di sod– disfare il solo semestre (L. 4). L'AM.illINISTRAZIONE. DOPO I BALLOTTAGGI O1-a,che l'urna polilica parlò la seconda volta, ..ci è più facile t'iassumere e fermare le nostre im– pressioni definitive: ma in complesso non abbiamo che da ribadire quelle che, in attesa dei ballottaggi, esprimemmo nell'ultimo numero. Dobbiamo scompu• tare dal novero dei socialisti eletti Francesco De Luca. che i giornali concordemente davano per p1•0• clamato a Girgenti, mentre si trattava di altro De Luca di un collegio vicino. Ma se, con ciò, il numero dei socialisti o presunti tali, eletti a primo scrutinio, si riduce ad otto (notammo già che un paio di questi nomi erano da accettare con bene– ficio d'inventario), in compenso gli otto ballottaggi ci diedero tutto ciò che era lecito sperare, cioè cinque altri socialisti decisi (Ferri, Agni11i 1 Bis• solati, Salsi, Bosco) dei quali i primi quattro sono deputati effettivi. 1 (, n 81 rr Noi infatti avevamo qualificato come certo il sue-– cesso di Ferri, come soltanto probabili quelli di Agnini, Bissolati, Bosco e Bertesi. I primi quattro riuscirono, l'ultimo cadde, e ci duole, sopratutto pel'chè in espiazione di carcere per socialismo: per questo Agnini avevagli lasciato libero il suo collegio di Carpi, un collegio socialista, ora caduto in mano •di un ministe1•iale. Ma largamente ci compensano i 1558 voti raccolti dal socialista e ferroviere Nofri, che fu a un p~lo di riuscire in 'l'orino contro tutti i partiti borghesi coalizzati 1 candidatura eccellente benchè non scevra di corpol'ativismo, avendo rac• colti i voti, non tutti certo socialisti, dei numerosi ferrovieri del quartiere; e più ancora l'elezione a Reggio Emilia di Italo Salsi, che sbaragliò, con 1852 voti contro 1794, il dovizioso ed influentis• mo Levi; successo insperato, fino alla vigilia, dagli stessi socialisti reggiani, che dapprima dubitavano pe:•flno di una votazione appena « decente ». Il trionfo di Salsi è, con quelli di Barbato, di Bosco e di De Felice, e forse a maggio,· ragione di questi, (poichè il Salsi era sconosciuto a due passi dalle ville reggiane), il fatto più significante della recente campagna. Questi e queJlo, cui l'elezione di Marescalchi fa da complemento integratore, intimano la demolizione delle Bastiglia politiche, colle quali il ministro concussionario ha disonorato il nostro paese. Ora, questo significalo, che la materiale p1•esenza del coatto alla Camera non può che ringagliardire, v'è chi lavora a miseramente guastarlo: e sono mae– stri e giornali di maestri che, poco maestrevol– mente, dicono e stampano dover essere il Salsi il rappresentante della scuola, anzi, dei paria della scuola, cioè dei maestri. Ora noi opiniamo che la scuola, questa Cenerentola dei bilanci, dovrebbe avere, non uno, ma 508 rappresentanti alla Camerai tanto essa è, o dovrebb'essere, funzione importante della vita nazionale. E saremmo pur lieti di nar• rare che i maestri italiani, con la loro agitazione organizzata, avessero mandato anche venti del loro ceto a rappresentarli. Ma la verità è che nulla di simile accadde. Non consta abbia il Salsi, nelle questioni di scuola, com• petenza speciale che lo elevi al disopra de' suoi 50 mila colleghi. Ei nQn fu eletto come maestro {per questo, nessuno, e meno di tutti i suoi col– leghi, avrebbero osato pensarvi): non rappresenta quindi questi dispensatori del pane dello spirito, phì che il fornaio Berlesi, se eletto, non rappre • senterebbe i dispensatori del pane corporale. Salsi è il candidato-protesta contro il domicilio coatto politico, l'eletto di quanti non vogliono l'Italia, per la brutale sevizia al pensiero, messa al disotto del livello della Russia: come tale, è il mandatario dellai_ civiltà. Non pensiamo ch'egli aspiri a discen– dere, dall'altezza di .cosi augusta rappresentanza, alla miseria di un mandato di corporazione o di qeto, di un mandato postumo, e, in ce1•ta guisa, i-accattato per caso.

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