........................................................................... , i Ancheunproce~!!.um,agli inte lettuali i ■ • • • ■ ■ 11 dibattito della redazione di non solo l'esercizio dell'opposizio- Il 7 aprile, oltre che il processo a cesso alla cultura di sinistrache nel sono consapevoli che in queÌl'aula : ■ Alfabeta «Non soltanto il 7 ne, ma anche ogni attivitàpolitica un movimento di classe che negli '77 non ha accettatoil brutale ricat- li si sta giudicando. Come si spie- ■ ■, aprile» mi sembra il primo se- che non sia quellapraticatadal ceto anni settanta aveva saputo cogliere to: o con lo Stato o con le Br - o gherebbero altrimenti tante reticen- ■ : rio e attento sforzo collettivo da politico dominante. Annullerebbe le esigenze emergenti dei nuovi pifferi del compromesso storico o ze e tante assenze in questi anni? ■ ■ parte di intellettuali italiani per tutti gli spazi di discussione, di pro- soggetti antagonisti - studenti, pro- fiancheggiatori del terrorismo. Anche la cultura del dissenso e il ■ ■ confrontarsi con quello che è stato testa e di lotta, rendendo così im- fetori, disoccupati, - è anche il pro- Penso che nessuno abbia dimenti- dissenso della cultura hanno oggi a ■ ■ definiJ,o il più grandeprocessopoli~ possibile ogni spinta a un reale rin- cesso alla cultura che quella situa- cato le brutali aggressionidi cui so- Roma il loro processo d'appello. ■ ■ tico nella storia della repubblica. E novamento che nasca direttamente zione aveva saputo produrre. E il no stati oggetto Sciascia, Montale, La ratificadella loro criminalizza- ■ ■ un'importante premessa per il /un- dalla realtà sociale. dibattito di Alfabeta ha ricordato Bobbio, ecc. per non essersi voluti zione e della loro condanna ag- : ■ go lavoro di analisi e di crilica ne- Di fronte al nodo cruciale di ~~~~~~~~~~~~ijjijij~~i~iif~i1 giungerebbe a/l'impossibilità di fa- ■ ■ cessarioper uscire dal/'«indifferen- tiuesti anni, penso che il compito •. " 0 re politica anche quella di fare cui- ■ ■ za generalizzata dell'opinione pub- principale degli intellettuali sia . ,. _'U"!ò!'.!1l•r.. tura fuori dal controllo delle segre- ■ ■ blica», dal/'«atteggiamentocorrivo quello di comprenderne i meccani- terie dei partiti. Significherebbe la ■ : - a dir poco - dei partiti di sinistra, smi, di interpretarne le contraddi- ....,._..._,,.,.._,... negazione della libertà di critica ■ ■ della adtura di sinistra», da/l'«in- zioni, di scriverne un giorno la sto- ='--~' degli intellettuali, della loro indi- ■ ■ capacità da partr. dell'intelligenza ria. E sono convinto che questo pendenza e autonomia rispetto al ■ ■ italiana» e dal/'«assenza di passio- lungo e difficile lavoro di riflessio- ---.:..._:_.-1 potere politico. ■ ■ ne conoscitiva», di cui par/.q.Spi- ne farà giustizia delle categorie in- s:;,,-::;:;:s,.__, Si realizzerebbe il vecchio sogno ■ ■ nella nel suo intervento. terpretativemistificatoriedi cui si è ;.~~~~=:=:::=11J dei vari Zangheri: «Oggi gli intel- ■ ■ È ormai luogo comune afferma- [mora abusato, come complotto, lettuali sono chiamati a svolgere : ■ re che con l'operazione 7 aprile si irrazionalismo, squadrismo, cattivi una funzione più positiva, forse ■ ■ sono voluti criminalizzare dodici maestri, culla del terrorismo, in- anche più umile, di amministrazio- ■ ■ anni di esistenza e di lotte del movi- fantilismo rivoluzionario. ne, di governo, di organizzazione. ■ ■ mento (uso questo termine per bre- Ma penso anche che oggi gli in- .-=.,,_--~:-;,?,;,"✓ Capisco che alcuni di loro possano ■ : vità), le sue esperienze, i suoi com- tellettuali non possano ignorare un ~~~~;;~g~~~~ _•,,~-.-.,., essere recalcitrantie rifiutino que- ■ • portamenti, la sua speranza di tra- compito più immediato e urgente, L7"°-.c::::=:---L sto nuovo ruolo... » ■ ■ sformazione, il suo rifiulo ad accet- quello di un loro intervento attivo 1··.~ Ai recalcitranti resterebbe pur ■ ■ tarepassivamente il disfacimento e per evitare che il processo 7 aprile I •'• · sempre la pratica del nicodemi- ■ ■ la corruzione della vita pubblica. abbia un esito cosi nefasto. Per fa- smo, evocata da Amendola nelle ■ ■ Contro tutto ciò, col pretesto della re invece che esso possa esserel'oc- I sue sinistre polemiche del '77 sul ■ ■ lotta al terrorismo a esso estraneo casione perché la veritàfinalmente I coraggio e la vitalità degli intellet- : ■ (come risulta anche dalle prove a s'imponga e la giustizia venga real- i tua/i: «Durante il fascismo era dif- ■ ■ carico nel processo oggi in corso), mente applicata. l fusa tra molti intellettualila pratica ■ ■ la logica dell'annientamento ha so- Dopo gli anni del piombo e del , del nicodemismo, la quale consiste- ■ ■ stituùo lepossibilità di mediazione, pentimento, delle nebbie e dei si- 1 e:::---., va nel rendere sempre il dovuto ■ : e così gli improvvisati e spesso ca- lenzi, credo che oggi si offra all'in- omaggio a Cesare - cioè al regime, ■ ■ sua/i capri espiatori del 7 aprile so- -------:=--....,-=ar-, t.d~~==~ -riservando alla propria esclusiva ■ ■ no stati, subito dopo il loro arresto, coscienza le intime credenze di li- ■ ■ pubblicamente processati e con- 3:::::=:~~--4. bertà». ■ ■ dannati (senza prove né diritto alla ,,..,,,__....,,. !.:21'<.--:;;r. _..,_.,,,,.... '-~-~~~,;;;'' Non credo sia esagerato affer- ■ ■ difesa) sulle prime pagine dei gior- :~::~~:_~~.-": mare che quello che si sta svolgen- : ■ noli e sui teleschermi. r"~,},.t.'(J~,.=- do nel bunker del Foro italicoè on- ■ ■ Quello che ha luogo attualmente che un processo alla libertàe all'in- ■ ■ a Roma non è altro, infatti, che una dipendenza della cultura. E dato ■ ■ specie di processo d'appello, che 'll~~~ltlj che queste sono le basi indispensa- ■ ■ vuole essere la rati[ICllformale, bili per l'esercizio de/l'attività cui- ■ ■ svolta ormai nel silenzio e nell'in- ~•i;.;.11"""',_=- turale, la sentenza che ne uscirà ■ : differenza generali, della sentenza -...---""::>" ►..•'-1~-..;.,:::,. ·~----e~ ..~. _, non riguarderàsoltanto gli intellet- ■ ■· atragiudiziaria già emessa. Ratifi- ·~~~~~!!~~U •• tua/ipiù o meno direttamentemessi ■ ■ cadei lunghi anni di detenzione ~----------------------------.i in questione. Riguarderà l'intero ■ ■ abusiva già scontati;dell'incertezza Mostri umani: gozzi e colli enormi, doppie teste e triple braccia, o un arto solo, magari rivolto all'indietro ceto degli intellettuali, indipenden- ■ ■ dei capi d'accusapiù volte rivelatisi temente dalle loro differenze (o in- ■ ■ inconsistenti e sempre disinvolta- telligenza italiana la possibilità di una stagione piena di fermenti, di riconoscere in uno Stato in disfaci- differenze) ideologiche. Si tratta : ■ mente sostituiti da nuove incrimi- riprendersi spazi d'intervento e di vitalità, d'invenzione, che ha la- mento e corruzione. E il grande di- per tutti dunque non di una corpo- ■ ■ nazioni; di tutte le violazioni della fare sentire il suo peso - cosi come sciato dietro di sé il vuoto e il rim- battito di quel periodo, a cui hanno rativadifesadiprivilegi, ma di con- ■ ■ legalità compiute dalla magistratu- è stato in tutte le circostanze esem- pianto. Una stagione che nel giro partecipato tutti gli intellettualipiù servare un minimo di identità e di ■ ■ ra, ben più numerose di quelle con- plari che lo richiedevanonel passa- di breve tempo è stata criminalizza- attenti e attivi, sui rapporti tra indi- credibilità. ■ ■ testate agli imputati. lo, dal caso Braibanti a quello Val- ta, assimilata al terrorismo, spaz- viduo e Stato, sulla libertà di criti- Se nei prossimi mesi il ceto intel- ■ : Un tale esito del processo realiz- preda, a tutti gli altri. Azione tanto zata via dalla repressione polizie- ca, sulla democrazia autoritaria, lettuale italianonon si renderàcon- ■ ■ zerebbe però anche obiettivi più più necessariaoggi, data l'enormità sca egiudiziaria che ha colpito uno sul diritto al dissenso. Poi anche sapevo/e della posta in gioco e non ■ ■ ambiziosi. Imprimerebbe definiti- del caso e le difficoltà che compor- dopo l'altro («sradicato»,per usare tutto ciò è stato spazzato via dai si batteràper una sentenza di verità ■ ■ vamente il sigillo della criminaliz- ta affrontarlo. Perché questa volta la terminologia di Cossiga)giorno- cingoli della repressione. e di giustizia al processo 7 aprile, ■ ■ zazione e della normalizzazione su non sono in gioco soltanto proble- li, radio, edizioni, gruppi musicali Questo processo coinvolge ora esso sarà condannato anche stori- ■ ■ un intero periodo storico e sulla mi di coscienza morale, civilee po- e teatrali, luoghi di riunione e di quanti in seguito non si sono pub- camente. E nessuna riflessionepri- : ■ moltitudine dei suoi protagonisti. litica. Questa volta non si tratta di spettacolo. blicamente pentiti delle loro criti- vota, nessun rifugio nell'irrealtà, ■ ■ Sancirebbe la possibilità di viola- porsi soltanto come garanti della Ma il 7 aprile è anche il processo che, dei loro dubbi, delle loro scelte nessuna olimpica onnicomprensio- ■ ■ zioni sistematiche dei diritti civili verità e della giustizia. Nel proces- agli intellettualiche, in modi dive,- o delle loro non-scelte, del loro dis- ne, nessuna storiografiaa venire lo ■ ■ da parte del potere giudiziario, so 7 aprile, infatti, gli intellettuali si, si sono confrontati e hanno dia- senso. Anche se non colpiti da salveranno da questo giudizio. ■ : contro ogni legalità e rispetto della compaiono, anche se non formai- logato col movimento in q"!lla rie- mandato di cattura, anche se non ■ LCastituzione. Renderebbe illegale mente, come imputati. ca e stimolante stagione. E il pro- presenti nellegabbie degli imputati, ■ •••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• strette di doverla usare, ad esempio nei movimenti di resistenza durante l'ultima guerra mondiale. S e applicassimo ora i chiarimenti effettuati fin qui ai cosiddetti movimenti rivoluzionari tipo Brigate rosse, vedremmo che la loro pretesa rivoluzionaria è contraddetta da: 1. il non formulare e praticare le istituzioni di una nuova società dentro la vecchia in nessun modo (l'organizzazione è militare, gerarchica, autocratica); 2. il considerare la rivoluzione un fine e non un mezzo (l'obbiettivo è la negazione, il resto è ignoto o stalinianamente fin troppo noto); 3. l'usare la violenza non come un eventuale «mezzo improprio estremo» per la «resistenza», ma come «unico mezzo» esaltato come «eroica necessità assoluta», salvo «pentirsi» poi rinnegando tutto. E il «pentimento» offende non solo l'etica - come dice giustamente Seinella, - ma anche la dialettica. E, infatti, l'opposto della «negazione della negazione» che l'Antitesi avrebbe dovuto praticare negando anche la propria alienazione, la propria servilità, la propria incapacità di egemonia per divenire «affermazione» collettiva di una nuova società. Solo allora sarebbe potuto avvenire il passaggio dalla «quantità di consenso» (che nel caso nelle Br è sempre stato minimo) alla «qualità» del consenso stesso. Viceversa, restando pura «negazione», le forze eversive, sedicenti di sinistra, non solo non sono diventate «affermazioni», né hanno ottenuto un largo consenso, ma sono divenute sempre più «servili» rispetto a chiunque se ne «servisse» come «esercito di ventura». Cosl la legge infausta del «tanto peggio, tanto meglio» poteva, ha potuto e può servire sia la destra che la pseudoBibliotecagiobianco sinistra, sia la Cia che il Kgb. L'assassinio di Moro è emblematico. Le forze eversive di destra e i servizi segreti americani si sono sbarazzati di un influente personaggio democristiano che pensava possibile un compromesso con i comunisti. Le forze eversive di pseudosinistra e i servizi segreti dell'Est puntavano sul dissesto del Parlamento, sul crollo improvviso delle istituzioni esistenti, sullo spostamento dei comunisti su posizioni filosovietiche. Anche se le stragi di piazza Fontana o della stazione di Bologna sono state tipicamente di destra e le uccisioni emblematiche di qualche personaggio di destra sono state tipicamente opera delle Br, una larga fascia di operazioni sono state «lavoro comune» dei due opposti perché l'ideologia e la prassi del «tanto peggio, tanto meglio» valeva per entrambi. Ricupero di molte forze soprattutto giovanili di Autonomia? Ma certo. Ripresa delle «parti buone» del '68, dello slancio operaio del '69, delle fondamentali lotte femministe? Altrettanto certo. Tuttavia, a mio parere, chiarendo bene quanto si è cercato di dire sopra a proposito degli obbiettivi e dei vincoli di ogni movimento trasformativo, dopo tanti errori del passato e tenendo conto dei pericoli del presente e del futuro. Il problema è di evitare movimenti soltanto di «rigetto» (rivolte servili) e ricominciare a «conoscere per mutare» («progetto generale» e anticipazioni concrete del «progetto»). Il problema è anche di evitare paralisi nelle lotte sociali per eccesso di «responsabilità nucleare»; o riduzionismi soltanto «verdi» o «radicali», restando anche in questi casi senza «progetti generali»; o riformismi appiattiti e limitativi tanto da non porsi più come «alternativa» ai sistemi esistenti. Il punto grave per un Paese come il nostro è che il sistema a democrazia formale va gravemente degenerando sotto gli occhi di tutti e che le sue opposizioni radicali e non-radicali vanno ugualmente degenerando assieme a esso. «Estremi morti» che si fronteggiano senza neppure vedersi, «quasi fossero delle cose» scriveva Hegel nella Fenomenologia dello Spirito. Dice adesso Mario Luzi: «Muore ignominiosamente la repubblica. / Ignominiosamente la spiano / i suoi molti bastardi nei suoi ultimi tormenti. / Arrotano ignominiosamente il becco i corvi nella stanza accanto. / Ignominiosamente si azzuffano i suoi orfani, I si sbranano ignominiosamente tra di loro i suoi sciacalli. / Tutto accade ignominiosamente, tutto / meno la morte medesima ... ».
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