Primadelritodelprocess(oIl) Carlo Formenti' Lapufa .D E e B Come annunciato nello scorso n. 42 (novembre 1982), proseguiamo l'analisi delle iniziative editoriali in corso sui processi politici in Italia, facendo seguire allo scritto di Francesco Leonetti, che presentava il libro li dibattito sul processo de/l'Autonomia, in corso di stampa per le edizioni Multhipla, un'anticipazione critico-informativa relativa al volume LA creatura e il pleroma, che apparirà nel prossimo gennaio presso l'editore Lerici. A /cuni mesi fa Antonio Covi, docente di Programmazione economica presso la faco/Jà di Scienze politiche dell'Università di Padova, ha fatto pervenire a un gruppo di intellettuali, fra cui chi scrive, un dattiloscritto che - vinta la diffidenza per il titolo enigmalico, La creatura e il pleroma - si rivelava un interessante tentativo di liberare la riflessione sul cdSo 7 aprile dagli schematismi ideologici in cui l'hanno costretta tre anni di interventi giomalistici, e di restituirle il respiro teorico necessario a cogliere la complessità di valore indiziario che questo evento ha assunto nel processo di trasfomrazionesocialechestiamo vivendo. «Creatura» è l'universo della comunicazione e del/'informazione politica, monopolio di partiti che con esso si identificano totalmente, estromettendo i soggetti sociali che non ne rispettano il codice e precipitandoli nel mondo informe e afasico del «pleroma» (terl=. mine che Covi mutua da Jung), mon- " do della pura materialità, regolato da -5 forze e urti, regno della violenza. ~ Q. L'ormai famoso «teorema» di Calo- ~ .e gero è una delle procedure di identificazione totalitariache la creatura-sistema politico adottaper tagliareil circuito di comunicazione sociale in un punto arbitrario. Appena ho letto lo scritto mi sono reso conto che la sua efficacia consisteva nel denunciare le conseguenze di questo «effore epistemologico» non da un punto di vista astrattamente logico, ma a partire dal/'esperienza soggettiva di un disagio:quella sensazione di perdita di senso che nessun intellettualeha potuto evitare di fronte alla violenta semplifrcazione della nostra storia recente operata dall'inchiesta 7 aprile. Sono convinto che proprio questa sfuia a riflettere sul nostro disagio, e non una generica solidarietà nei confronti degli arrestati, ci abbia spinto ad aderire in molti all'invito che accompagnava il dattiloscritto: contribuire, ognuno dal proprio specifico punto di vista teorico, alla stesura di un volume buto di ciascun autore, ma in compenso darò forse un valido aiuto alprogetto del curatore di evidenziare alcune ridondanze tematiche. 1. Antefatti (interventi di Francesco Camelutti e di Domenico Corradini). È messo in luce uno fra i maggiori nodi antagonistici della modernità: quello tra. inflazione legislativa, prodotto delle crescenti esigenze di formalizzazione giuridica da parte dello Stato, e processo costitutivo dell'etica contemporanea, la quale, piuttosto che dal- /' ordine della necessità, appare sempre a più mani sul «grande caso». .v,. "'·' u,•,' ,.-,t_, Abbiamo accettato la provocazione ii---===-...;.;;;;,=~~=-----. in diciassette (storici, filosofi, psicoanalisti, operatori giuridici, socwlogi e politologi), mettendo a disposizione testi elaboratiper l'occasione (solo due degli scritti raccolti non sono inediti: l'articolo di Giancarlo Scarpari, « Le ragioni di Calogero (e quelle degli altri)», già apparso su Critica del diritto n. 23-24, ottobre 1981-marzo 1982, e il testo di una conferenza tenuta nella primavera 1951 fili Francesco Carnelutti a Padova: «LA morte del diritto», pubblicata in Autori vari, La crisi del diritto, Padova, Cedam, 1953). Dopo aver cosi raccolto il frutto, forse insperato, della provocazione, il curatore gli ha dato il titolo generale tkl suo dattiloscritto, ha elaborato un Pre-testo, cui accennerò più avanti, tentando infine di ordinare un materiale ampio e composito secondo un percorso che ne evidenziasse al massimo gli elementi di convergenza su alcuni grandi temi. A questo fine egli ha raggruppatogli interventi in otto sezioni che - ad eccezione, come vedremo, della prima - assumono come titoli coppie di concetti in opposizione antagonistica. I limiti di spazio mi impediscono di entrare anche brevemente nel merito dei singoli testi;adotterò quindi un'altra soluzione, procedendo a una sintesi telegrafica dei contenuti delle sezioni. In questo modo mi sarà impossibile rispettarel'identità del con.tri- '·'·~- ,.., • =·.,Hn.,"'-'\il.,_ -:'-i)' più determinata come scelta tra infinite possibilità. 2. Parole/Silenzio (interventi di Giancarlo Scarpari, di Paolo Dusi e di Jean-Pierre Faye). LA massiccia campagna di in-formazione condotta dai mezzi di comunicazione di massa sul 7 aprile ha potuto usufruire del silenzio di larghi settori della cultura italiana (J.-P. Faye documenta il caso limite della censura operata dalla Enciclopedia Einaudi nei confronti di Antonio Negri filosofo, silenzio che questi in- --·· H .... .... I territori dei .Viaggi di Gulliver di Johnatan Swift 1do1Ulcta ferventi si incaricano di documentare e di rompere). 3. Creatura/Pleroma (interventi di Antonio Covi e di Enzo Melandri). LA funzione dei «calogeroemi» è quella di affrontare le fluttuazioni del confine fra comportamenti legittimi e illegittimi, e la situazione di ingovernabilità sociale da esse creata, con la violenza di nuove convenzioni logico-giuridiche. 4. Diritto/Terrore (interventi di Romano Canosa e Amedeo Santosuosso edi Mario Galzigna). È ormai matura una critica storica dello Stato democratico che metta in luce come esso non sia in grado di riprodursi senza generare al proprio interno effetti di dispotismo. 5. Giustizia/Vendetta (interventi di Carlo Formenti e di Massimo Cacciari). È l'imperativo mitico e rituale di ristabilire comunque un «ordine» che muove il dispositivo del Diritto, il quale non guarda verso la Giustizia ma si volge indietro verso la dimensione originaria della Vendetta, là dove si produce la «colpa» che condanna il capro espiatorio. 6. Legge/Totem (interventi di Sergio Caruso e di Giacomo Contri). li nuovo processo politico assume sempre più l'aspetto dello psicodramma, una messa in scena del diritto che cerca di dissipare la tragica ambiguità del- /' antagonismo sociale attraversonuove modalità di costituzione dellefigure di imputato e reato. 7. Stato/Soggetto (interventi di Giuseppe Mosconi e di Pierangelo Schiera). Un regime senza alternativa da più di trent'anni fa sì che ogl'i opposizione assuma connotati eve,.ivi; mentre la crisi conferma l'impraticabilità del riformismo, il «pentitismo» è divenuto il modello di un consenso sociale che il sistema assume ormai come a priori. 8. Dio/Uomo (interventi di Gianni Baget Bozzo e di Sabino Acquaviva; riferirò del primo, in quanto il secondo è il solo che non ho ancora avuto possibilità di leggere). LA legittimazione religiosa del/'ordine come valore è divenuta ormai impossibile; Dio-Pleroma non può più essere contenuto dalla violenza del Vaso-Creatura. I radicali criteridi semplificazione e accorpamento tematico che ispirano questa rassegna non possono nascondere che il percorso è alquanto accidentato. Sorge allora un interrogativo: nei meandri di punti di vista tanto diversi si dipana un filo rosso, emerge una qualche omogeneità di fondo? Nel già citato Pre-testo, Antonio Covi risponde sottolineando due elementi: 1) quasi tutti gli interventi hanno indicato un nodo, mettendo in luce come il tardocapitalismo reagisca alla dissoluzione dei tradizionali valori dello Stato e della società borghese attraverso la ,i-progettazione di geometrie giuridiche che dovrebbero segnare i confini fra il «dentro» della democrazia e il «fuori» dell'eversione;2) tutti si oppongono alla violenza geometrica rifiutando di situare il proprio punto di vista dentro o fuori e piazzandosi ai confini, dove i problemi spezzano la struttura teorematica. Condivido. Tuttavia, dopo aver letto tutti gli scritti di seguito (evitando l'ordine scelto dal curatoreper non subirne la suggestione), mi sembra di poter aggiungere una considerazione. Mi pare che il disagio del 7 aprile cominci aprodurre effetti positivi sul piano dell'impegno teorico: tutti gli iriterventi raccolti in questo volume, sia quelli che si collocano al livello «superficiale» dell'interazione fra conflitto sociale e tecniche di controllo, sia quelli che si cimentano sulla «profondità» della crisi dei valori della democrazia, hanno lasciato alle loro spalle i luoghi comuni del dibattito sul garantismo per rivolgere l'attenzione ai segni di una crisi politica che supera l'orizzonte storico borghese e chiama in causa le radici stesse del/'agire politico lungo tutta la storia della cultura occidentale. ~ '3L-------------------------------------------------------------------------------~ 1bl1otecag1nob1anco
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