Alfabeta - anno IV - n. 41 - ottobre 1982

Rapporto sul tabacco da fumo di Giancarlo Arnao disegnato da Vlncino Un libroprovocatorio dell'autore di Cocaina. Aspetti medici,farmacologici, psicologici e culturali Dall'iniziazionegiovanileai drammatici effettisulla salute, al formarsi della dipendenza, alla difficoltàdella disintossicazione Autocoscienza dei fumatori FELTRINELLI NOVITA' E SUCCESSI MARIO PERNIOLA Dopo Heidegger Filosofia e organizzazione della cultura Apartire dal filosofotedesco un ripensamento dell'attuale rapporto tra cultura e societ;i e un oltrepassamento del nichilismo STORIA DEL PARTITO D'AZIONE La rivoluzione democratica (1942/1947) di Giovanni De Luna Una rivisitazione critica della vicenda del Partito d'Azione e del ruoloda esso svolto in un periodo decisivo della storia del nostro paese OSKAR / SCHLEMMER Scritti sul teatro a cura di Marina Bistolfi prefazione di G.C. Argan Pittore, scultore, scenografo, ma soprattutto direttore del laboratorio teatrale del Bauhaus durante una stagione di eccezionale fertilità culturale: laGermania di Weimar SILVIA MONTEFOSCHI Al di là del tabù dell'Incesto Psicoanalisi e conoscenza Una rifondazione conpscitiva che affronta i grandi temi al centro della vita umana e della rijlessione su di essa LA RIVOLUZIONE NEWTONIANA con esempi di trasformazioni di idee. scientifiche di I. Bernard Cohen Lagenesi della rivoluzionenewtoniana e del nuovo sistema del mondo attraverso un'analisi dettagliata del pensiero scientifico creativo di Newton ~ Leoni d'oro alla Mostra Internazionale del Cinema Venezia, 1982 WIMWENDERS Nel corso del tempo ALEXANDER KLUGE Nuove storie. "SpNsato nel tempo" ARTHUR SCHNITZLER E un tempo tornerà la pace ... a cura e con introduzione di Giovanni Lanza Tra disperazione e speranza uno dei grandi scrittori della "grande Vienna" ci dà pagine di straordinaria acutezza ENZO SANTARELLI Storia sociale del mondo contemporaneo Dalla Comune di Parigi ai nostri giorni Unautorevole storico compie per la primavolta una sintesi articolata di ampio respiro culturale dei grandi mutamer.tiawenuti in tutto il mondo contemporaneo PSICHIATRIA SENZA MANICOMIO Epidemiologia critica della riforma a cura di Domenico De Salvia e Paolo Crepet Dopoquattro anni di esperienza per la prima volta, regione per regione, una guida completa e preziosa PremioAcqui storia 1982 Storia dell'Italia moderna voi. IX GIORGIO CANDELORO Il fascismo e le sue guerre 1922/1939 JAMESJOYCE di Richard Ellmann Una biografia indispensabile e definitiva RUSSIA di C. Goehrke, M. Hellmann, R. Lorenz, P.Scheibert Dalleciviltàpreistoriche allo stalinismo: una storia travagliata e complessa di servitù e privilegi,di sfruttamento, di riformee di rivoluzioni GLI STATI UNITI D'AMERICA a cura di Willi Paul Adams Inuna prospettiva europea la storia degli Stati Unitidalla Rivoluzione americana al dopo Vietnam MANUELPUIG F attacclo a Buenos Aires Intelligenza, passione, humour Itormenti di due emarginati sessuali incalzati dalle loroossessioni erotiche SOCIOLOGIA DEL ROCK di Slmon Frlth prefazione di N. Ala e F. Fabbri L'esplosione più vistosa della cultura popolare giovanile. Il settore più fiorente dell'industria dello spettacolo Laprima seria analisi del rock come fenomeno sociale IN TUTTE LE LIBRERIE 10 ecag1nc..,,._,1a riproposizione del problema del fondamento e quindi riproposizione della Krisis, della circolarità insensata del fondamento logico dell'essere. Ne risulta che la voce, in quanto voce collettiva, eticamente sensata, produttiva e costitutiva, rappresenta la sola base di una filosofia che possa riconquistare l'essere. Da Hegel a Heidegger si scioglie la tradizione della metafisica occidentale. li suo compimento è la sua fine. Fine dei tempi, come Kojève ha visto in Hegel- ma fine dei tempi è apertura di un nuovo tempo, dominato dalla voce etica. Marx ne ha intuito il significato, e il pensiero negativo non sostituisce Marx, non mette la politica al posto della teoria, ma è semplicemente l'introduzione ad una rilettura di Marx nella sussunzione reale. Quindi ad una rifondazione della teoria. M a rivediamo questo passaggio. È su di esso infatti che, nella filosofia italiana, si compiono operazioni analogamente tentate, in questi anni, dal pensiero francese e da quello tedesco. Un primo episodio va identificato nella filosofia tedesca (Habermas, Apel, Tugendhat, ecc.). Qui il riconoscimento della Krisis è avvenuto nel comune esaurirsi delle prospettive realistiche e delle ultime espressioni della tradizione del criticismo. Mentre le prime concezioni continuamente si scontrano con l'impossibile soluzione del problema del fondamento- «ma i Topici non concludono» -. la seconda impostazione crolla nell'inconclusivilà della trafila «avalu1ativi1à- decisionismo-razionalismo critico•. L'unica via d'uscila è il trascendentalismo. Donde un singolare ritorno a Kant - non tanto allo scopo di riaffermare l'orizzonte critico come tale, quanto nel tentativo di dare sostrato ontologico al trascendentalismo. Ma quale può essere questo sostrato? Può solo essere un terreno di interazione comunicativa. Si badi bene: non è la critica sociologica ma soprattutto la scuola ermeneutica a spingere in questo senso, e con la densità dei suoi strumenti. L'estetica trascendentale, attraversando il terreno della voce, della comunicazione collettiva, tende alla rifondazione di un progeno etico. Il tema etico è tema di strategie comunicative. La critica della ragione strumentale. sottolinea Habermas, non è riuscita ad avere sostanza comunicativa, deve quindi nuovamente svilupparsi in teoria dell'agire comunicativo. Ed Apel insiste sulla necessaria coniugazione di coscienza ed in1ersoggettivi1à, sulla necessaria implicazione istituzionale di evidenza e di validità; e Tugendhat dipana l'unità trascendentale del soggetto in una serie di contigue e/o alternative decisioni consensuali. Che tutto questo possa non rappresentare altro che una nuova defatigante e moderata filosofia della mediazione, è vero; che l'illuminismo di questi autori sia eclettico e fastidioso-Garve e non Kant - è pur evidente. Eppure non va sottovalutato il terreno sul quale il discorso filosofico è costretto: il mondo è la voce, l'interazione linguistica, l'essere del pratico. La recezione del mondo in termini di linguaggio (n di interazione comunicativa) resta tuttavia in tal modo indifferenziata. L'estetica trascendentale, pur caratterizzata da un soggetto qual è quello dell'etica (ermeneutica del soggetto) e della politica (ermeneutica della comunicazione), non riesce a descriversi altrimenti che come promozione di un qualche eventuale schematismo della ragione. E il riconoscimento di sé come essenza etica si svolge di nuovo nella dialettica che va dalla solitudine al terrore o in quella senza fine del riformismo. La primarielà della sfera comunicativa è comunque l'irreversibile risultato fissalo dalla filosofia tedesca contemporanea. La violenza di un'immediata appercezione elica del mondo sia invece alla base della filosofia francese contemporanea. Qui la fine dei tempi, il senso della produzione dell'essere, l'apprensione della categoria etica, assumono in primo luogo l'immediatezza di questo passaggio costitutivo, lo danno come assoluta datità. In ciò consiste indubbiamente la superioritil della filosofia francese su quella tedesca. Attraverso il bagno purificatore dello strutturalismo, nelle sue varie tendenze epistemologiche, nihiliste, empiristiche, surrealistiche, alla Bataille, alla Derrida, alla Deleuze, il problema della produzione si situa sull'orizzonte dell'essere equivoco, dato, irresolubile. La distruzione della metafisica avviene sulla dimensione della metafisica. L'essere è percepito senza negatività e senza trascendenza, perché negatività e trascendenza sono insignificanti. irriducibili alla datità. Ma, in secondo luogo, la distruzione della metafisica diviene un'operazione. Il soggetto si fa soggetto etico in quanto operatore della distruzione della metafisica, il soggetto è immediatamente positivo in quanto - pur schiacciato sulla dimensione della distruzione della metafisica - coglie l'essere come orizzonte da percorrere, assolutamente aperto. Nel primo programma sistematico dell'idealismo tedesco. per stare ad una continua sollecitazione di Agamben, la totalità dell'etico è un risultato, è la polis da ricostruire. Nella filosofia francese la totalità dell'etico è il presupposto, l'unico presupposto, formato dal linguaggio, dalla produzione, dalle differenze. Se l'essere appare nelle dimensioni heideggeriane, su queste dimensioni esso va ripercorsosapendo tuttavia che l'univocità delressere heideggeriano si è dissolta in equivocità. Perciò ripercorrere l'essere non significa dominarlo: significa assumerlo per quello che è. destrutturarlo, e mostrarlo come figura della voce collettiva e sua continua dislocazione sul ritmo delle voci. I o non so bene se Agamben possa accettare questo terreno del filosofare, e questa definizione della metafisica. La cosa certa è che egli giunge su quest'orlo-con un lavoro che innova e riassume tendenze della critica francese e della costruzione postfrancofortese dei teorici tedeschi. lo sento che ora siamo obbligati ad accettare questo comune terreno di proposta filosofica. li discorso di Agamben ha per certi versi un andamento humeano: disarticola la complessità della tradizione, forse solo per distruggerne i presupposti, - ma con ciò afferma una rinnovata prospettiva di lavoro, come presupposto problematico. Questo morto materiale può dunque essere usato come fertilizzante di nuova vita. Non occorre sapere che cosa sia il mondo perché l'esser-ci produca - se solo amiamo questa frontiera dell'essere come disutopia totale e sola nostra speranza possibile. La filosofia non anticipa il reale, può solo accettarlo e procedere sincronicamente con esso. Una metafisica dell'assolutamente positivo è rappresentata dalla possibilità di propor-si su questo orlo dell'essere - armati di un'intera disillusione del reale. Il massimo di ottimismo della ragione, unito al massimo di pessimismo della volontà, - rovesciando in tal modo lo stolto stereotipo paleocomunista che ci voleva incapaci di speranza (pessìmismo della ragione) e fanatici nell'azione (ottimismo della volontà), perciò preda del terrorismo della filosofia del fondamento. Noi invece il fondamento lo poniamo nel futuro, nel razionalismo assoluto di un'etica positiva. Il passaggio che ora si deve compiere è compreso nell'arco dei problemi che la critica ha proposto: esso consiste cioè nell'artico/azione della voce. La determinazione colleniva, produttiva, ontologicamente costitutiva della voce umana va posta a soluzione deU'indistinzione del contesto etico. Etica significa comunicazione e l'essere della comunicazione è sensato. In realtà, alle origini dell'idealismo trascendentale, il Sistema del/'eticitil di Hegel aveva sviluppato questa consapevolezza in un quadro avvertito della complessità etica - ma questa complessità lo spinge verso la rassicurazione, e il mondo etico va quindi risolto nella forza della mediazione e della logica. Di contro, la filosofia contemporanea moltiplica il terrore trascendentale della complessità etica ma nel contempo pone l'impossibilità che la logica rappresenti la chiusura del reale. Heidegger svolge il problema fino a ridurre all'insignificanza il compito eroico che l'ascetismo logico di Husserl gli aveva affidato. Wittgenstein vanifica ed esalta in godimento mistico la completa circolarità di questo compito metafisico: la disillusione si fa gioco, il dtcor è libeny. Oltre ascetica e mistica, oltre la tragedia di due guerre e la crisi del socialismo reale, la filosofia deve ritrovare un terreno di fondazione: ed è quello sul quale ristà la vita dell'uomo, un orlo di un essere che non è ancora. Un'etica assoluta senza valore e senza futuro. Eppure il fondamento è nel futuro. Ma fondamento è parola vana. Riusciamo dunque a sbrogliare la matassa delle speranze, razionalmente, senza affidarci ad alcun ottimismo della volontà? Riusciamo a cogliere la voce che rappresenta la nostra umana essenza non come sostitutivo dell'essere ma come costituente l'essere? Ho l'impressione che la filosofia contemporanea ci abbia portato su questo limite. Ho l'impressione che la disperazione dell'esistente ci spinga oltre. Staccata dalle funzioni politiche che le sono state impropriamente affidate e dalla mistificazione che con ciò le giungeva di esprimere, la filosofia della Krisis può cosi rappresentare una possibile introduzione al pensiero positivo, alla filosofia del futuro. Un terreno etico è costituito. li problema ora è di scavarlo e di coltivarlo, questo terreno. Senza farsi cogliere da ulteriori moti di resipiscenza e tentare nuovi e surrettizi recuperi del negativo. Il concetto di possibilità non introduce il negativo, la speranza razionale non implica il negativo - il fisico non chiama negativo il fatto che la natura conosca dei limiti, che la vita conosca la morte. È cosi - il non essere non è. Questo vuoto può solo essere riempito di umana operosità.

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