tare neutralizzata, ma la simbologia con la quale si rappresenta è invece esclusivamente maschile. Pertanto, per l'uomo, è riconosciuta, condivisa, nel senso di «presa dentro di sé», metabolizzata nelle sue stesse elaborazioni pulsionali. La scena, benché inconscia, lo trova protagonista, oltre che spettatore, la sfida iniziatica che vi si svolge lo sottomette ma, al tempo stesso, lo fa persona. La rinuncia pulsionale si chiude, per lui, con una promessa: quella di assumere, altrove e poi, la posizione del padre. Per la bambina, invece, non vi è alcun palcoscenico e solo una trama, di seconda mano, faticosamente raffazzonata sulla inversione di quella maschile. In ogni caso però, la donna entra nell'Edipo cieca delle sue immagini e, di conseguenza, afasica delle sue parole. Altro non le rimane che assumere, sul vuoto delle sue produzioni fantasmatiche, quelle maschili che la cultura le appronta. Le si schiude il campo infinito della mimesi, una volta che le è stato precluso quello della creatività. Si comprende, a questo punto, l'impossibilità con la quale Rossanda sigilla il suo libro più femminile, l'evocazione dell'autodistruzione (di una parte di sé) come unica possibilità di vivere nella società degli uomini. Ma se ho esordito con l'invito di Freud a frequentare i piani bassi dell'edificio è perché credo che il libro rechi in sé, marginalmente, un'inattesa apertura. Al termine di una autobiografia intellet1uale, tutla condotla sulle note alte della militanza politica e dell'impegno culturale, Rossanda ha come un'atlimo di abbandono schivo. Quando una grave malatlia la sottrae improvvisamente a quel mondo che la vede protagonista per scaraventarla in una corsia di ospedale, il suo sguardo si apre, veramente, alle «altre» e scrive: «Donne a destra) donne a sinistra ... Eccole finalmente quelle di cui avevo parlato e che naturalmente non mi avevano ascoltato attraverso il foro nel vuoto del microfono ... nei partiti, nei dibattiti, nei comizi, nelle piazze avevo sempre comunicato con qualcosa che mi aveva cercato e che cercavo, in un recinto dove convenivamo per un comune linguaggio, scegliendoci prima di vederci. In corsia no. Ti scaraventa l'irrazionale, la malattia, sei giocata a dadi, cadi là per caso, altro che persona. Queste donne sono state le mie amiche e io sono stata la loro amica, senza che ci dicessimo mai come ci chiamavamo ... La dimestichezza che le donne hanno con la malattia, la vita e la morte implica. come tutte le vere conoscenze, una drastica e sapiente riduzione e l'uso del silenzio. Furono giorni quasi felici. non solitari• (pag. 45 e seg.) concl~dc Rossanda prima di confessare che fuggi improvvisamente dal reparto. La confessione di Rossanda esprime, più di molti discorsi teorici, l'incollocabilità del femminile, la sua impossibilità di ricomporsi, diviso tra il dentro ed il fuori, in un'identità pacificata. Ma, al tempo stesso, coglie la possibilità di una comunicazione diversa, che utilizza, più che le parole, gli spazi transemantici, i gesti, i comportamenti, le percezioni, i silenzi, la «messa in situazione comune» dell'affettività. Anche Freud aveva notato questa capacità delle donne di comunicare tra loro, una volta isolate dai rapporti maschili di potere, messe al riparo dei loro codici. Scrive, infatti, ne L'lmerpretazione dei sogni: « Di solito le ammalate sanno l'una dell'altra più di quanto sappia il medico e, quando la visita è terminata, si interessano l'una dell'altra ... La loro simpatia si desta e si compie in loro una deduzione che però non giunge alla coscienza ... L'identificazione non è dunque semplice imitazione, bensi appropriazione ... Essa esprime un 'come' e si riferisce a qualche cosa di comune che permane nell'inconsio» (pag. 144). In Psicologia delle masse e analisi del/' lo crede di aver individuato ciò che, pur permanendo inconscio, fa legame tra le donne: «Uno dei due lo Lu fnmivendola utali,ia Poz.z.otraveste Garibaldi da comodino. (Da «Il Messia dei Popoli oppressi» di A. Balbioni). ha percepito una analogia significativa con l'altro, in un punto preciso ... esiste tra i due Io un luogo di coincidenza che va tenuto in stato di rimozione» (pag. 295). Più oltre questo «punto preciso> si dimostra vuoto: è il luogo dell'oggetto perduto la cui ombra si proietla sull'Io eclissandolo parzialmente. Malattia, rimozione, lutto e malinconia sono le maglie che irretiscono le donne in un legame afasico che Freud denomina crudamente «infezione psichica»~ Eppure proprio qui, in queste zone di commercio basso, al dettaglio, in questo inestricabile miscuglio di dolenza e felicità si possono ritrovare le tracce di un immaginario femminile, di una, interdetta, rappresentazione del corpo e della sua ombra. Si verifica, in contesti sociali protetti, contingenti, marginali, un transfert che può risultare, come quello analitico, produttivo di frammenti di sapere. Ma è necessario, per strapparlo all'indifferenza e all'oblio, integrare la teoria freudiana del transfert (fermamente delimitata dalle coordinate del setting analitico) con altri apporli di esperienza e di riflessione, quali quelli di Reich e di Ferenczi. Quest'ultimo, in particolare, accusato da Freud di perseguire le seduzioni della demiviergerie, ha sondato la possibilità di una comunicazione totale e simmetrica, dove il discorso non è che uno dei modi, seppur privilegiato. di relazione e di scambio. Altri sono il risultato di una «messa in gioco» dei corpi, della loro capacità di esprimere autonomamente senso e significato. Recuperare questa dimensione significa, per Ferenczi, incrinare una gerarchia di potere e sapere indotla da una trasmissione di parola, riconoscere che il linguaggio del corpo può, attraverso il transfert, giungere a destinazione senza essere immediatamente ritradotto (come suggeriva Freud) nella verbalizzazione della fantasia soggiacente. Si assiste, proprio in questo ultimt> anno, ad una ripresa degli interrogativi posti da Ferenczi, ad una rivalutazione dei suoi tanto sporadici quanto illuminanti interventi tecnici e clinici. Boringhieri ha pubblicato i suoi scrit1i dal 1908 al 1920 mentre la rivista// Piccolo Hans ha resi noti, per la prima volta, i lavori terapeuticì della scuola di Budapest, che a Ferenczi fa capo. Questo rinnovato interesse si riconnette senz'altro al riconoscimento che molti legami transferali si stabiliscono StilesecondoMao Roberto Bugliani N. e/l'articolo «Che cos'è l'arte?» del E nello stesso numero, a fianco della vamento» nel mome1110in cui il declino un passa10chiaro, la fort.a «antica» di /938, Raymond Queneau sostie· poesia fortiniana, in una vici11a,1zache nellascena cinese dell'ipotesimaoista ha wra prospeuiva di lo11a, Editto diviene ne che «ilclassicoc!Jyscrive lasua sospettitmro in qualche modo voluta, comportato per molti un affreuato parte integrante di quel processo dialertragedia osservando tm certo numero l'articolo di Leonefli « Montale avvimo quanto improvviso riconoscimemo del- tico che rende necessario il grawiro e di regole che conosce è più libero del dalla chiesa 'nera'» ci ricorda che la l'errore politico insito in quella ipotesi. vitale l'inutile, senza tuuavia - non è poeta che scrivequel che glipassa per la veritàè sempre parziale (di parte cioè, e L'errore verrebbe perciò a essere l'e• certo il suo compito - compensare né resta et/ è schiavo di altre regole che relativa), e ci attestaquestioni tli princi• redità lasciataci dal «paese allegorico» renderepositivo il negativo. Esiccome i ignora». E ancora, in «James Joyce, pio rivendicate nel turbinare e nell'i,,. Cina. Ecco il significato politico che si comi non li si fa mai «una ,,o/ta per autore classico»: «Imitare è il solo trecciarsidi immagini e pensieri di oc• vorrà desumere dalla« fisicità» stessadi sempre», è anche questo per Fortini un mezzo di fare del nuovo e tli essere al casione: co11la coscienza del fatto che Editto, per l'occasione te111acdii op- modo, non tra i meno rischiosi né tra i tempo stesso a/l'altezza degli amichi e proprio nel/'attraversamemo-disper• promare bilanci e consuntivi <liun per- più innocemi, di riaffermare, dopo il della propria epoca» (emrambi in Se- sione dello scacco di ipotesi rivoluzio• corso politico che, con il suo grumo di saggio Lettera da Shanghai del '77, la gni, cifre e lettere, Einaudi I 981). norie che furono anche del maoismo, si sperante e desideri, abbiamo condiviso lezione cinese del cominuo mutamento Le osservazioni di Queneau, che tro- fa più urgente la necessità di ,i.definire per imensi anni. delle «cose», ora che, per usare parole viamo sostant.ialmente giuste, ci ram• l'avversario, e di rivolgersi co11nuovo E certo ci si potrà anche compiacere di Mao, «la borghesia è nel partito>. mentano tuttavia un'altra verità, quella rigore al illvoro teorico, di scavo, già della vicendt1di questa poesia persa che Passando quindi a considerare l'imcolllenuta nella /euera di Mao Tse- dissipato nell'impazient.a della prassi, ci reca una parola dispersa, magari ri• piamoformaledi Editto,porremol'acTung a Tsang Keh-chia e ai compagni memre all'imorno operazioni culturt11i cordando che proprio <lei'63 è l'artico- cemo soprauuuo sulle connhsioni più. della rivista cinese Poesia del 12 gen- di destra nascono e si sviluppano rigo- lo di Mao« Da dove provengono /e idee vistose tra le ragioni politiche e quelle naio 1957: «Si possono ancora scrivere gliose in /aborarori di sinistra. giuste?». stilistichedel testo. La doppia nascita al bene dei versi nella forma classica, ma Ora, Forlini ha serino nel '63 una Ma ciò, sappiamo, non basta per senso della poesia cui abbiamo prima non è opportuno incoraggiare i giovani poesia «cinese» o, per meglio dire, superare /e vane nostalgie e gli imba- acce11na10c,omporta anche una doppia a farlo, in quanto le regole esistellli re- maoista, composta da citazioni di ape· razzati silenzi tli citi non ha saputo tra- partitura lessicalegiocatasu due gruppi stringerebbero il loro pensiero, oltre ad re di Mao sulla quotidiana costruzione sformare l'a11ticncnn.'ìl'nsn in apertn di immagini ben distinti: alle immagini essere difficili da imparare». del socialismo 11ellezone liberate dal- della lotta rivoluzionaria dei versi-citaSe Mao raccomanda ai giovani di l'Esercito rosso nel periodo di Yenan. :.ionesubentranoquelleditipo«soggetnonscrivere «nellaforma classica», lui Al momento della composizione Edit- tivo» che, contrassegnate graficamente alloraperché continua a scrivere «nello to aveva dunque un rilevante carattere da parentesi quadre e raccolte alla fine stile antico... irtodiallusioniletterariee d'avanguardia che al mome11to della della quarta strofa (quella della strofa storiche?» si domanda Fortini ne//'In- pubblicazione più non ha, avendo le due,purmantenendolosressoeffettodi troduzioneallepoesiedi Mao (Garzan- vicende letterarie italiane provveduto «straniamento», proviene da un'altra ti 1976). L'unica risposta possibile, nel fra1tempoa inflazionarne e a imbal- situazione storica), segnalano l'irruprosegue Fortini, è che «il solo modo, samarne il mordente formtlte. :.ione, peraltro assai controllata, del per lui, di distanziare sentimenti e og- Che senso ha allora Editto oggi che soggetto sulla scena testuale. geui di così terribile urgenza, come gli la tecnica del collage è divenuta démo- Apparecchiosu cui Garibaldi posava Con questi versi viene a cadere l'uniil piede ferito. (Conservato nella casa del episodi della guerra e della costruzione dée qua1110il maoismo di questa «vec- generale a Caprera). tà classicadi luogo e di tempo e lasce11a del socialismo è inserirli nell'infinita chia» poesia, fuori luogo e tempo? La si sdoppia; come in una finzione di tea• prospettiva storica del passato. Forse la risposta ci pare implicare un doppio tro, il lettore è di colpo allontanato dal radicepsicologica de/l'implacabile rea- livello di discorso; da un lato essa deve dissenso. Bisogna allora dire che que- «circondario di Li/ing» e dalle sue voci .5 lismo di uomini come Mao consiste vertere sulla ricerca intelleuuale del- sto testo del '63 con titolo de/1'8/, na- oggeuive e calato in un mondo che è sì ~ proprio nella capacità di tenere a di- l'autore, mentre dall'altro non può di· scendo due volte al senso, porta ilsegno più familiare ai suoi occhi, essendo o.. stanza quella stessa realtà nella quale sconoscere la specificità di quelle che di 1111d0uplice fedeltà al suo tempo, a quello dove è nato e vive, ma che risulta sembrano immersi» (c.n.). sono le ragioni formali del testo. condizione twtavia di rollesciarequan• più difficile da accettare e in cui gli Ci è parso utile partire da queste con- Sul piano imel/ettua/e sappiamo che to Fortini aveva scritto della poesia di oggetti (alberi, pietre, fosse di spini) si siderazioni «preliminari», complemen- For1ininon da oggi persegue la ricerca Mao nel brano da noi prima ricordato; fanno più inquietanti e ostili, fino ad tari e contraddiuorie insieme, che fan- di una sua verità nell'errore, e che «la e di intendere, quindi, la modificazione apparire «come truppe nemiche». no della verità un nodo a due uscite, qualità tlell'errore e del vero» è ciò che del significato delle forme dovuta es· Ed è proprio il nostro mondo occi- ~ nell'imervenire sulla poesia Editto con- coma, da sempre, per lui. Se assegnamo senzialmellle alla loro processualità dentale a ricordarci drammaticamente :: tro i cantastorie (I963)da Fortini «ri- alla poesia stessa dimensione di verità storica. la sua vicinanza col pianeta Cina per- ~ trovata» tra le sue cartemilanesi ne/l'e- (la verità di ipotesi rivoluzionarie che Facendo esplodere nella precarietà e ché, come ebbe a scrivere Fortini in ..o state scorsa e pubblicata nel n. 29 di rendono possibile Editto), dobbiamo nella mancanza di ipotesi rivoluziona- « Lettera da Shangha,», «abbiamo al di fuori dell'ambito specificamente terapeutico e che, ciò nonostante, meritano di essere analizzati per la loro capacità di incidere sul sociale. Tra questi vi sono i rapporti tra donne, le loro modalità di identificarsi le une alle altre. di riconoscersi in un silenzioso immaginario comune. L'obiettivo è transitare attraverso l'ombra del femminile senza fuggire, con spavento, dalle sue morbide lusinghe, dar voce all'empatia, dire su quali fantasmi corporei si edifica il suo seduttorio potere. Da tempo avanguardie intellettuali femministe tentano di infrangere (con libri che ricercano l'efficacia definitiva del gesto) il silenzio delle donne, di colmare il vuoto di immagini che si estende tra il corpo e la parola. Basti citare, in tal senso, l'ultima opera di Luce lrigaray,Amamemarina, dove la psicoanalista francese, che con canta lucidità ha denunciato la nostra canura nel simbolico maschile (Speculum, Milano Feltrinelli, 1975) tenta, in un'impresa solitaria, di decostruire lo Zaratustra di ietzeche, di evidenziare l'immaginario e.be vi si sottende col contrapporvi i fluidi fantasmi della sua corporeità. Come per ogni avanguardia, la sua prova costituisce una anticipazione: segna un possibile itinerario, presentifica l'utopia di una meta. Su questa traccia-, forse, sarà possibile anche all'immaginario sociale delle donne, alle loro pratiche collettive (nei luoghi e nei tempi indotti dalla loro specificità) riconoscere o ricostruire l'archeologia della loro storia, l'economia del loro desiderio, la rappresentazione dei loro fancasmi, la simbolizzazione di un patto sociale che le rappresenti. ---- Cina è qui ... senza dimenticare che l'Europa e l'Italia sono anche là• (in Questioni di frontiera, Einaudi 1977). Al parallelismo del discorso polilico corrispondono, sul piano figurale, le frequenti iterazioni e il massiccio.parallelismo ri1mico-sinta11icoche intersecano la prima parte della poesia, ed è interessalltea questo proposito notare, comparando tra loro i versi delle singole strofe, la corrispondenza di posti.ione di quesre figure a doppia presa. Inoltre, l'abbondante punteggiatura di fine-verso, facendo del verso fortiniano un blocco ritmico-sintauico che si offre nellasua tersadurezza al lettore, non è solo una caraueristica peculiare della tecnica collagistica di Edilio, ma pertiene a 1111 aspetto più generale del gioco delle forme e concerne la •natura» e il «valore» stesso di cena poesia contemporanea che nasce da una parola frammentaria. Se dunque nella parola frammentaria di Editto vanno colte essenzialmente le ragioni del/'anticlassicismo e del- /' antisistematicità che la attraversano, le riflessioni sul frammento in arte e leueratura andrebbero condoue tenendo conto delle sue valenze storiche e delle «rispondenze» in campo socioeconomico. Sarebbe allora non solo utile ma determinante per l'esaua comprensione della forma frammentaria quale oggi si dà promuovere un'indagine sulle relax.ioni e le contraddizioni che intercorrono tra il frammento inteso nel senso di nuova «valorizzazione» della produzione artistico-leueraria e fenomeni di nuova valorizzazione del processo di produzione capitalistico quali il decentramento produttivo~ ricordando che, come scrive Illuminati ne/l'onico/o «Il potere disseminato», «la valoriz:z:.ax.ione richiede la frammentazione delle unità produuive e la loro connessione mediante la circolazione» (in AA. VV., Lavoro scienza potere, Feltrinelli 1981). ~ L-A_lf_ab_e_t_a_(_o_tt_o_b_re_l_9_8_l ) _. __ _ a_ll_o_ra_a_s_cr_i_ve_r_e_l_'e_r_ro_r_e_a_l_s_u_o_«_ri_tr_o_- _ r_ie d el_p_r_e se , 11_e_la_10_1_1a_lt_"ta_' _e_il_r_ig o_r_e d_i _ s e_n_1p_r_e_p_e_n_sa_1_o_e_d_e_tt_o_c_l_ie_la_n_o_st_r_a _ _ _ _ __ _ _ _, 01~.10tecag1nobianco
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