Alfabeta - anno III - n. 31 - dicembre 1981

« Più potente di benzina e sapone - il cocktail di stupore e memoria.» (anonimo) Guerrainietto (Formula dell'aeropoeta futurista Marinetti) Passare allo «shaker», con molto ghiaccio, treparti di sugo di ananas, tre parti di crema di cacao, un rosso d'uovo, un cucchiaino di caviale, un pizzico di pepe e uno di noce moscata, un chiodo di garofano (sic!). Versare in un «mixer» e aggiungere altrettanto di liquore Strega. Va servito in una coppa da cocktail-champagne nella quale avrete messo una pallina di pasta di mandorle. Follia erotica (Formula del futurista Farfa) Passare allo «shaker» con ghiaccio, un terzo di succo di arancia, un terzo di liquore Campari, un terzo di anisetta. Versare in un bicchiere da cocktail ghiacciato e «lavato» con alcol puro. Aggiungere qualche goccia di acqua d'arancio e un ciuffetto di peli pubici dell'amata (o dell'amato). Giostra amorosa (Polibibita dell'aeropittore futuri~ta Prampolini) Versare in un « mixer» un quarto di acqua di cedro, un quarto di bitter Campari, un quarto di cedrata, un quarto di un vino bianco secco, mescolare, bene, con ghiaccio. Servire in un bicchiere da «pousse-café» sul cui fondo, infilati ad uno stecchino avretemesso una prugna secca e qualche grano d'uva passa. « La passione non indietreggia mai. Ecco perché è così amaro esserle debitrice del coraggio che ci manca» (alla maniera di Bernard Rosenthal) A lcuni manifesti spiccano tra il cen- t tinaio di quelli definiti minori del futurismo in maniera che questo movimento può essere ricordato, se non altro, per il fatto di essere stato il solo - fra le avanguardie artistiche che hanno inaugurato la modernità - capace di qualche profezia. Una profezia, alla superficie, imbastita di pretenziosità scientifiche, ma alla sostanza, cialtronesca, apocalittica, collerica,riccadi senno cacato, tale che se si segue la Philippe Sollers Paradis Paris, Editions du Seui!, 1981 • pp. 254,Jire 14.000 Visione a new York Milano, Spirali, 1981 pp. 150, lire 6.000 Julia Kristeva Materia e senso Torino, Einaudi, 1981 pp. 181, lire 6.000 P hilippe Sollers si è presentato fin dagli inizi della sua carriera ( a cavallo tra anni '50 e '60) con tali e tante doti (di facilità e-scioltezza di scrittura, di lirismo spontaneo, perfino di avvenenza fisica), da far sospettare immediatamente chiunque di trovarsi di fronte a una frode, a un bluff, a un reato di inautenticità. Soprattutto in un'epoca come la nostra in cui, a torto o a ragione, diffidiamo istintivamente proprio delle «doti», della grazia, della spontaneità e di altri valori del genere. Il bello è che il primo a sospettare di se stesso, a temere quasi di scoprirsi topologia /acaniana, tagliata con l'accetta, non è difficile ritrovare in quest'arte, con l'approccio freudiano al- /' effetto di progresso, il posto dove bisogna aspettarsela, nell'inconscio come c~nsura. La cronaca rende ai fatti il pregio dell'umorismo, perché l'ostracismo con cui i tempi colpiscono la profezia non fa altro che anticipar/anel ça parie degli effetti, così, nellastessastagione in cui il capo del «mucchio selvaggio» (Wilden Heer) rispondeva a Jung-che gli aveva sollecitato,per interpretareun sogno, particolari relativi alla sua vita privata: «Non posso per così poco rischiare la mia autorità», Valentine di Saint-Point, accoccolata nel tempietto del Buttes Chaumont, la schiena contro una colonna, la testa di Alphonse Mucha stretta fra le sue cosce, godeva di liberarsi 'dal busto per «sentir /es seins se glacerdans le veni» -come inseguito farà confessare all'eroina di un suo romanzo. È troppo aggiungereche la Parigidei surrealisti chiamerà dei «suicidi» il ponte in ferro che congiunge l'isola di questo tempio al resto del parco?. Questi manifesti sono, della donna, della lussuria, della cucina (Gazzetta del Popoio,28 dicembre 1930), iprimi due firmati V. de S.-P., vale a dire, Anne Jeanne Valentine Marianne Desgland de Cessiat-Vercel/, petite-nièce di Lamartine, da cui lo pseudomino, il terzo da Marine/ti. Sono note le circostanze. Le chef du surrealisme aveva bisogno di una donna nel suo movimento e, allo stesso tempo, di un riconoscimento europeo, Valentinede Saint-Point, Apollinaire e, da principio, De/mar/e, costituiscono l'occasione sperata. li «Manifesto della donna futurista», datato Parigi, 25 marzo '9 I 2, è preceduto, di qualche giorno, da una conferenza della SaintPoint allaMaison des Etudiants. In suo onore, Marinetti, alla fine della serata, declama un florilegio di poesie di entrambi. li contratto è firmato. li carattere di risposta al «manifesto di fondazione del movimento» è un artificio retorico concordato, la dose, rispetto all'incauto glorificare la guerra e il disprezzo delle donne, è rincartata. (Per parte sua Marinetti aveva giàfatto marcia indietro). Nella dedica a Mafarka il futurista, di due anni prima dichiarava: «Quando io dissi loro, disprezzate le donne! tutti mi lanciarono improperi triviali, come altrettanti tenitori di postriboli, inviperiti da una retata poliziesca... io non discuto del valore animale della donna, ma dell'importanza sentimentale che le si atribuisce. Voglio combattere l'ingordigia del cuore, l'abbandono delle labbra semiaperte,.. la febbre delle chiome oppresse da stelle troppo alte... voglio vincere l'ossessione della donna unica, il gran chiaro di luna romantico che bagna la facciata del bordello!» Marinetti ignorava il realismo di Karl Kraus che in Die Chinesische Mauer scriveva: «li mercato della gioia è l'unica istituzione della società borghese che non sia putrida già dalle fondamenta.» li secondo manifesto «della lussuria», del/'11gennaio 1913, nasceràsulla scia delle polemiche sollevate dal primo. Le due date- notano gli storici - sono di qualche tempo anteriori alla vera divulgazione - la «poubellication» che oggi garantisce la diffusione, lapropaganda e l'oblio delle idee terroriste era sconosciuta a questi partigiani del futuro - vedremo che non è senza importçmza. Alla Saint-Point non manca, d'acchito, qualche eco entusiasta, come Camille Mauclair, che scrive un pamphlet, De l'amour physique;- per reclamarel'apertura di bordelli per signora. In realtà,fu contestata da sinistra (femminista) e attaccatada destra. Sapeva difendersi. Racconta Claude Cahun, durante una serata futurista alla «Salle Caveau» un anziano signore che le gridò: «A quale età dobbiamo insegnare la lussuria alle nostre figliole?» si ebbe per risposta: « Di certo, non alla vostra!». Che cosa la sala rumoreggiante non poteva perdonare a questa ribelleè presto detto: aver fatto della «parola» la misura de/fapassione, pubblicamente, censurando le risapoco decenti 'dell'inconscio e dei suoi uffizi - sono gli stessi anni che vedono sull'altare della psico-analisi il ritrattodi Freudprendere den Platz von Jung. Noteranno Aragon e Breton: «Nel 1913, Babinski, la persona più intelligente che abbia studiato la questione osava scrivere: non c'è più posto per l'isteria quando un'emozione è sincera,profonda, capacedi scuotere l'anima umana». Nelle retrovie dell'epoca c'è - ora - una data che spicca sopra le altree che i Discutere di letteratura surrealisti celebreranno nel suo cinquantenario, fatti i conti, questi manifesti si pongono a mezza strada, quella di pubblicazione di Le nuove lezioni sulle malattie del sistema nervoso e in particolare dell'isteria, di Charcor, di cui Freud curerà, nel/'86 la traduzione in lingua tedesca. Tentando un Bilanz der Moderne vediamo chegli appuntamenti «capironati» di censura e profezia divengono affannosi, del ricamo dobbiamo ricordare perlomeno, Die Venus im Pelz (del 1870) e lo stupendo Morder, Hoffnung der Fraunen (Assassinio, speranza delle donne) di Kokoschka (del 1907), che qualche anno più tardi la Saint-Point leggeràsu segnalazione di Rodin, mentre posa per lui. Se, poi, come è staro avanzato da Giovanni Lista, questi due manifesti possono essere inscritti nell'orbita di quella tendenza futurista definita «une sorte de bataillon pré-surréalisre» si rendepercettibile - anche sul piano dello stile - ciò che guida la dialettica del desiderio: la passione assoluta, vale a dire, alfemminile, il parricidio politico, che tanto incanterà negli anni '20 la poesia di Breton. È un contributo profetico che stinge nella questione sociale, scrive la Saint-Point nel primo dei due manifesti: «Noi siamo all'inizio di una primavera, ci manca ancora una profusione di sole, cioè, molto sangue sparso». Alle diciotto, del 3 agosto I 914, mancano cinquecentoventidue notti, tante quante ne restano di « futuriste» all'autricedellaprofezia. Marinetti, nel '20, compone gli Amori futuristi, dei mediocri «programmi di vira e di amorefuturista che guariranno dalle malattie morali del dopoguerra». Più realista, la Saint-Point, si dedicherà alla danza, alla rilettura di Nietzsche, alla letteraturaaraba. Scrive:« La danza è il pasto sacro (il corsivo è nostro) del desiderio, una forma nutriente, Marinetti non ha mai capito né lafame, né la sazietà.» Ancora una profezia. Che altro rappresenta, nei fatti, lapolemica marinettiana contro la «pastasciutta» se non, allo stesso titolo, l'intuizione di cosa capiterà di essere alla gastronomia, censurata - nelf inconscio - per ciò che essa è: una metafora del complesso edipico di cui l'auroredelmanifesto sulla cucina soffre e che interpreta politiSollerRs,fgqluale affetto dal male dell'inautenticità, è stato lui in persona, Sollers, e così all'atto medesimo della sua nascita ha inaugurato una corsa disperata verso l'autenticità, il che poi corrisponde al proposito di essere difficile, sperimentale, di affrontare un clima di ricerca piuttosto che lasciarsi andare sulla china scorrevole del talento. Una corsa drammatica, ma alla fine premiata dal conseguimento dell'obiettivo: perché, riconosciamolo, già col precedente H ma soprattutto con quest'ultimo Paradis, Sollers è riuscito a raccogliere su di sé la rappresentanza, quasi il vessillo dello sperimentalismo più ardito e avanzato che si possi attualmente reperire in Francia, ma non solo in quel paese, forse anche nell'intero panorama internazionale. E c'è riuscito senza tuttavia farsi emarginare, rimanendo anzi al centro della ribalta, capace di fare rumore, di attirare su di sé gli sguardi e l'attenzione di tutti. La cronistoria di questa corsa contro la felicità e l'abbandono alla grazia, Sollers ce l'ha narrata nella lunga intervista concessa a David Hayman (Visione aNew York), dove ovviamente si parte dal ricordo del primo riconoscimento di valore toccato al giovane autore bordolese, appena approdato a Parigi alla fine degli anni '50: un riconoscimento che rischiò tuttavia di bollarlo e condizionarlo per sempre, dato che veniva da uno scrittore «ufficiale» come François Mauriac: uno che se ne intendeva, in fatto di dono, di capacità di porgere, di felicità stilistica stesa come un abile manto a coprire il vuoto dei contenuti. Mauriac aveva intuito in quel giovane ai suoi primi passi quasi un'anima gemella, un «inautentico» della più bell'acqua, ma aveva pure compreso che quel predestinato si ostinava a non accettarsi tale e quale, e cercava quasi di imbrogliare le carte. Risuonava così l'ammonimento, o meglio lo scongiuro, di Mauriac, che cito e traduco liberamente: sta' tranquillo, mio bel Filippo, che tanto sei predestinato ad arrivare. E nello stare tranquillo, era implicito anche l'invito ad accettarsi per quello che mostrava di essere fin dalle prime prove: un prosatore d'arte, attento a non cadere nei due generi opposti della narrativa o della poesia lirica: la prima, troppo seria, costruttiva, faticosa; la seconda, troppo eroica nell'obbligo di esplodere continuamente, dì prodigarsi al limite. Mentre la prosa d'arte scorre via felice, con una sua opacità che le permette di economizzare le energie, di tessere una cortina fumogena per coprire un vuoto di fondo. Così stavano le cose quando appunto, tra gli osanna dei benpensanti, Sollers si produceva nelle elucubrazioni e nelle fantasticherie del Parco (1961). Ma Mauriac, sempre in quel suo ammonimento, aveva tradito l'ansia calcando un po' troppo l'accento sull'immagine verso cui sperava di ricondurre il giovane, e invece esorcizzando con troppa fretta i lati oscuri che intuiva nel suo carattere. Da quel momento, Sollers si fa un punto d'onore nel rovesciare le parti e nel battere la via opposta. Inizia la corsa verso l'autenticità, ovvero uno scrittore facile per natura cerca programmaticamente di essere difficile e costruito, mettendo alla prova di volta in volta le vie della ricerca più sofisticata. UIUIIV VIJIOI I u camente a nome del fascismo? In termini analitici, non è la verità, ma la profezia che costituisce l'effeuo - sul piano dellaparola-dell'isteria, essa domina il suo tempo - come la depressione domina il nostro. Scrivono Aragon e Breton, «il movimento d,iale1tico che l'ha faua nascere segue· il suo corso... ora essa è uno stato mentale più o meno irriducibile caralterizzato dai rapporti che si stabiliscono tra il soggetto e ilmondo morale da cui credepraticamente di dipendere... questo stato mentale si basa sul bisogno di una reciproca seduzione.» Recensendo la «métachorie» -l'arte di recitare e danzare poemi - di cui la Saint-Point si era fa1tapromotrice a/- /' epoca dei manifesti, Marinerriscrive che «le thélitre de la femme dev'essere asellico come una cucina, innocente e virile» il lapsus è sintomatico. Spinta da Ricciolto Canudo ella aveva introdotto nella danza il furore della seduzione, fino a mimarne sulla scena, con una certa eloquenza, le posizioni. Scrive: «lo voglio ingoiare il fiore della lussuria», a Marineui e ai faturisti non resta che il divorzio. Questi gli fa notare come «sia sorpn;11de111cehe nelle religioni i riti sacrificali impieghino utensili culinari», alla leuera: la parola tagliapiù della spada, egli non mangia di quel pane e non beve da quel calice femminoide che è lo Yoni. Così, mentre per la Saint-Point, la danza tenderà ad inverare, come dépense, la lussuria, per Marinetri lo spostamento del discorso, di cui il manifesto sulla cucina sarà l'apice, tiene il posto di una rimozione impossibile. Con questo scritto è l'isteriacltt!-<JJ1cora u11avoltaparla con la bocca dell'Altro. Chi raccoglie le conclusioni del manifesto della donna futurista? Le dareci sono amiche. La Sai11t-Point aveva scritto: « La donna che con le sue /acri- , me e i/1 suo··sentimentalismo 'ritiene l'uomo ai suoi piedi è inferiore allaprostituta che lo spinge a conservare con il revolver in pug110la sua spavalda dominazione sui bassifondi della ciltà». Nel 1930,.un manifesto, coetaneo di quello di Marinetti, fin troppo noto per essererichiamato nelle sue circostanze, afferma: «L'azione surrealista più semplice consiste, rivoltella in pugno, ne/l'uscire in strada e sparare a caso, finché si può, tra la folla.» Se prosa d'arte deve essere, che sia almeno quella interamente rovesciata sulle cose quale veniva proposta da Francis Ponge, che fu infatti tra i primi amori difficili e le prime scelte non conformiste del giovane Sollers. ·u poemetto in prosa diviene insopportabile se si abbandona allo spiritualismo e all'intimismo, per cui tuttavia sembra essere nato, mentre può ritrovare un sapore di originalità se riesce a perdersi e ad annullarsi nello spessore , «cosale». Ma su questa strada, era inevitabile l'incontro con chi, in quel momento, sollevava con ben diversa grinta la bandiera della cosalità e della letteratura oggettuale o letterale, cioè Robbe-Grillet col n.i'onouveauRorrwn. F ascinazione impropria, dato che l'autore della Jalousie era ed è narratore fino in fondo, si muove cioè nell'ambito di un genere e di un passo che sono negati in partenza a Sollers. In Robbe-Grillet, quindi, il rovesciamento oggettuale vuole essere un modo per risolvere al positivo la crisi del romanzo e per rilanciarne due pilastri: l'analisi psicologica dapprima

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==