art (anch'essa, attraverso Rauschemberg, si chinava rispettosa nel tributo a Cage). Le modalità, per quanto differenti, trovarono in Andy Warhol un buon propagandista dei rispettivi atteggiamenti, fatti lievitare nell'empireo scapigliato dell'high set con l'onesta filosofia, tramandata fra i peripatetici, che insegna come l'arte degli affari sia di gran lunga la migliore. Le etichette che abbiamo citato si volle raggrupparle in un'altra, quella del new dada. Alle sue implicazioni non si sottrasse neppure un vecchio amico di Bali e Tzara, Hans Richter, ma quanto ciò fosse dovuto alla tipica debolezza senile di cogliere ovunque i segni della propria gioventù è facile da capire. La formula venne ben pre~tu abbandonata alla sua caducità: era evidente che il glorioso movimento europeo aveva nell'arte un punto di partenza fortemente contraddittorio e un punto d'arrivo solo per alcuni. È a ques'ultimi- e qui dopo i padrini trattiamo i patroni - che-fa riferimento Fluxus. Soprattutto gli emigranti di successo. Soprattutto Duchamp. Una gloria nazionale americana, Joseph Cornell, fu rispettata ma laterale. L'interesse dimostrato al gruppo da una galleria quale quella di Arturo Schwarz se per un verso salva l'idea della continuità rischia per l'a1tro di rafforzarla troppo. È in Italia - con qualche testo della Palazzoli, certe sue iniziative, dei lavori del Simonetti, l'attività della ED 912 - che alla seconda metà degli anni sessanta si profila uno spessoràmento critico che già fa avvertire gli appuntamenti con la storia. Ed è sempre in Italia che Fluxus trova una veicolazione- impregnata da questi precedenticon le attività editoriali e gallerisìiche di un operatore come Gino Di Maggio, segnandone il futuro. La storiografia, da Adrian Henry a Martin Damus, ha da tempo preso la consuetudine di rimescolare Fluxus nel calderone delle estetiche totalizzanti dell'ultimo ventennio riconoscendogli, al meglio, una sicura tempestività nel riconoscere Cage come altri in Europa individuavano Kelin e Manzoni; al peggio, affatto accettabile, l'essere la sommatoria d'una serie di personaggi per i quali l'appartenenza al gruppo è di fatto occasionale. La mancanza d'uno stile comune - compreso fra l'eventismo cool degli americani, il magrittismo ritardato di Robin Page, l'espressionismo di Vostell - non sarebbe decisiva per la sua riconoscibilità. Un plafond visuale lo si potrebbe rintracciare abbastanza agevolmente nel gusto tipografico (artefici Maciunas e Higgins) con il rischio di esaurirvelo. Una tesi di laurea che l'avesse a protagonista avrebbe materiale per coinvolgere la filosofia dell'arte di Fitche, la Gottnatur di Holderlin, il Witz di Jean Paul, ma il Paraurti del romanticismo tedesco sarebbe di poco aiuto nell'abitacolo di un'automobile sovrafollata. Se Flynt rivendica a sé, e indirettamente al suo gruppo, l'invenzione di normative in vigore molto dopo a ché nel '61 usò per la prima volta l'espressione «arte concettuale», oltre a ragionare una volta di più sul suo trapasso dall'infatuazione giovanile per Marx a quella infantile per Carnap, ci viene dimostrato quale debole polo sia stato Fluxus se nemmeno la contiguità d'esperienze - e ne ha avute tante di contigue- ha fatto si che vi alludessero esplicitamente. Ad ogni buon conto c'è del vero in quello che Flynt afferma con troppa sicurezza, ed è una verità estendibile. I collages ambientali, l'eventismo, il comportamentismo, hanno albeggiato nella galleria di Maciunas anche se hanno avuto altrove l'aurora. È con Fluxus che tipografia e sala d'incisione prendono quota fra gli artisti degli anni sessanta. È con Fluxus che l'elettronica conquista il pubblico dell'arte: più incidentalmente con Vostell, con sicurezza tecnologica attraverso Nam June Paik. È Paik a progettare fin dal '61 una trasmissione televisiva fra le coste Albatros il piacere di leggere americane ed asiatiche dei materiali visivi e sonori che ha cominciato a produrre da quando ha studiato musica in Germania abbordando Cage alla celebre rassegna di Darmstaad. È lui ad essere uno dei primi clienti delle ditte specializzate nel momento in cui entrano in circolazione degli ancora sperimentali video-registratori. 11tratto decisivo sul quale poter misurare l'influenza del gruppo resta tuttavia la musica, archetipo d'ogni altro comportamento in arte, scoop originario gravido d'ogni direzione di sviluppo. «In che modo ci ascoltiamo?» si chiedeva un Ernst Bloch d'annata, la risposta potrebbe averla siglata Maciunas: «come un incessante canticchiare, come nella danza». Le storie della musica rintracciano in Fluxus lo spirito più genuino dell'avanguardia e sono molti i musicisti che hanno creduto di confrontare la propria modernità sulle sue sinuose. Alcuni di loro ebbero addirittura un pallido coinvolgimento, valga per tutti il nome di Bussotti. Si fecero delle manifestazioni contro Stockhausen, reo di imperialismo, creando !'A.A.I.è. (Action Against Imperialistic Culture) e un'epigono inglese, il quale ad oriente vedeva più il sole di Mao che quello di Suzuki, accomunava però Cage nella condanna. Le linee d'intesa di Fluxus con la musica moderna-forti del dogma reso «opera» da Giuseppe Chiari che «l'arte è facile»- non potevano non flettersi sulla mitologia spontaneista della simultaneità fra il rock e il suo pubblico. li matrimonio Ono-Lennon ha anche sposato la prima al rock e il secondo a Fluxus. John Cale ne è militante. Henry Flynt oltre ad essersi interessato di musica indiana ed ebrea, ha studiato l'uso del violino nell'hillbilly, una delle fonti bianche del rock, e con Lou Reed ha im•parato a pizzicare la chitarra. In un'occasione ha sostituito John Cale nei Valve! Underground, il gruppo della factory warholiana, ed è autore di diverse rock-song d'intonazione politica. Nel '76 ha fondato una sua band. Walter Marchetti e Juan Hidalgo hanno collaborato fin dal secondo lp, Caution Radiation Area (1973), con gli Area e con l'etichetta che li rappresentava: la Cramps, attenta fra l'altro a quanto di provocatorio e di ironizzante si andava profilando sulla scena del rock italiano degli anni settanta. Bit, la rivista della ED 912, alla quale si affiancavano numerose affiches dove Fluxus la faceva da protagonista, ebbe a diffondersi sulla musica e preparò una mappa araldica dei gruppi rock. li rispetto di cui gode Fluxus presso diversi musicisti rock è notevole. Brian Eno - che fu contagiato da Cornelius Cardew, il maoista di cui dicevamo - ha realizzato lavori di La Monte Younge di George Brecht. In più tutto il suo personaggio è connotato dall'intrusione nell'avanguardia artistica, non per niente fu studente ali' Art School; precedente comune ad altre vedettes inglesi, fra le quali Joe Strummer (la voce dei Clash) che si compiace di citare l'action painting come decisiva per la sua formazione. Fra i Soft Machine contò l'influenza di Terry Riley, e il loro batterista, Robert Wyatt, prese ad adottare gli umori dell'avanguardia musicale. Affinità ideologiche sono rintracciabili in Frank Zappa, Demetrio Stratos, Peter Gordon, e in tutta la wave di pittori e performer che hanno inaugurato delle bands. Ma il merito, se mai quelli che abbiamo citato fossero, non sono i meriti. Il senso del flusso paventato dal nome del gruppo lascia intendere il caso, la successione fatale degli eventi originati da Cage. Teoria del precario è la musica che Cage vuole « libera dal gusto individuale e dalla memoria». Predicare l'istantaneità è già averla perduta per strada, dunque Fluxus è la frustrazione di quanto vorrebbe essere. Spettro di una valanga ormai smorzata, fa da ombreggiatura junghiana alla psicologia della Gestalt di quello che si chiamava neocapitale, impegnato con la spugna dello strutturalismo a imporre la cancellazione del tragico sperando vi sçpravviva il comico. Si confrontino le date. È quando nasce il «gruppo idea d'un gruppo» che la quotata Evergreen Review sbandiera il rilancio della Patafisica, la cui società, triste ricettacolo di surrealisti disconosciuti, perseguendo le «soluzioni immaginarie» realizza nei fatti, come lucidamente prevedeva Asger Jorn, «una religione della passività, della pura assenza». Come Fluxus, i patafisici inscenano il fantasma d'un gruppo (dove il primo elargisce inviti i secondi rilasciano diplomi), si trastullano in una facile incoscienza, perorano la causa dell'immaginazione. Nell'uso del comico gli uni sono crapuloni ed esagerati quanto gli altri misurati e parchi, avendo questi il gusto dei paradossi iniziatici e i patafisici delle solide basi nella gastronomia francese. E comunque - evviva le contraddizioni di cui si curano cosi poco! - artisti come Ben e Jean Jacques Lebel potrebbero agevolmente alternarsi nei ruoli che coprono nei rispettivi clubs. Le affermazioni di Paik sul futuro elettronico· dell'arte si intrecciano alla curiosità del satrapo Queneau per i microcircuiti, divaricandosene quando la patafisca confessa l'integralismo ludico del suo simulato monarchismo (quando Fluxus deve simulare qualcosa lo fa con animo repubblicano, Filliou insegna). Non a caso a Queneau, matematico dilettante, l'elettronica interessa per la computerizzazione: è stato funzionario di banca! L'abbraccio resiste nella concezione tolemaica dell'arte, riscatto pacificatorio degli anni sessanta su certe verità degli anni venti delle quali Fluxus vorrebbe essere la misura: l'ultima. Tutta l'arte successiva, nelle varietà stilematiche rappresentate, gli è in verità identica. Anche tutta la precedente. Grandi Opere Una nuova collana per ritrovare il gusto del libro / Jorge Luis Borges Adolfo Bioy Casares Silvina Ocampo Antologia della lelteratura fantastica Dalle leggende dell'antico Oriente a Kafka:un illustretriodi scrittoririvisita i miti, le metafore, i labirintidi un genere dal fascino arcano e irresistibile. Stanislaw Lem Il congresso di futurologia Macchine, convegnispaziali,viaggi tra stelle e pianeti: il meglio di un maestr.o Indiscusso della fantascienza. Editori Riuniti u,u iotecaginobi .neo Arthur Cotterell Enciclopedia delle civiltà antiche Una visionecompleta e awincente delle epoche e delle condizioniin cui ha inizio la storia del mondo civile. 56 voci, 262 illustrazioniin bianco e nero e 18 a colori, 368 pagine Colin Blakemore I meccanismi della mente Che cosasappiamo del cervello alla luce delle più recenti conQuistedelle neuroscienze. 184 illustrazioniIn bianco e nero e a colori, 206 pagine Paul Murdin-David Allen Catalogo dell'Universo Fotografie originali di David Malin. Un'équipe scientifica di prim'ordinee le più sofisticatetecniche della fotografia per osservaregalassie, stelle, nebuk>se e pianeti. 376 Illustrazioni, 32 tavole fuori testo a colori, 256 pagine Roland de Candé Storia universale della musica Uno strumento Indispensabile per gli appassionati, un'occasione importante per il grande pubblico. con 122 biografiedei maggiorimusicisti 2 volumi in cofanetto, 1162 pagine, 572 illustrazjoni
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