Alfabeta - anno II - n. 17 - settembre 1980

del vissuJo individuale è la causa principale dell'arbitrario del segno. Questi stessi fenomeni si ritrovano nell'uomo e nelle collettività umane. La forma-sorgente di una pregnanza può essere indescrivibile, un non-detto, un tabù (nefasto); in questo caso, essasarà sostùuita dalla prima forma indotta dalla contiguità nel vissuJoindividuale: si riconoscerà qui la teoria freudiana del fantasma. Sarei abbastanza portato a credere che questo schema conservi una certa validità anche per le teorie delle nostre scienze. In questo caso, ciò che gioca il ruolo di «contiguità», è l'accidente storico che ha messo in relazione una scoperta circostanziale con le soggiacenti preoccupazioni dello sperimentatore. Si svilupperanno aUora tutte le proprietà del/'«altante» centrale di questa scoperta, sulla quale si focalizza tuJta l'attenzione del teorico. Nascerà cosi un paradigma kuhniano. li rimando simbolico riferirà a questo oggello fantasmatico tlllto il campo concettuale della teoria; ci si troverà di fronte a una sùuazione analoga alla paranoia nella psicologia individuale. In questo caso, in effetti, lapregnanza si focalizza su un concetto-sorgente, a cui tutti gli altri oggetti della vita psichica sono indebùamente riferiti. È, beninteso, alla biologia attuale che pensiamo come modello di questa situazione. La biologia attuale è paranoica per l'AD N. L'accidente storico che ha scatenato il processo è stato la scoperta del Giorgio Colli La sapienza greca, Voi. lii. Eraclilo. Avvertenza. cura e appendice di Dario Del Corno Milano. Adelphi. 1980 pp. 215. lire 30.000 René Thom Stabilità strutturale e morfogenesi Torino. Einaudi. 1980 pp. 3~0. lire 28.000 AA. VV. Structure et dynamique des sistèmes, prefazione di A. Lichnerowicz. F. Perroux e G. Gadoffre Paris. Maloine-Doin éditeurs. 1976 R. Passeron. E. Gombrich. H. Damisch. L. Martin. J. Petitot Semiotica della pittura, a cura di O. Calabrese. Milano. Il Saggiatore. 1980 pp. 241. lire 9.000 «Le idee degli uomini: giocattoli di fanciulli» (Eracli10. Colli 14 A 42 = 22 B 70 Diels-Kranz). I. Un mucchio di rifiuti gettati a caso CJ,era una volta (più preci5'.1mente nel V secolo a.C.) ... un anstocratico greco in rotta con la sua città e forse con il mondo intero (che pare definisse «un mucchio di rifiuti gettati a caso». Colli 14 A 107 = 22 B 124 Diels-Kranz): il suo nome è Eraclito di Efeso. Per Hegel. com'è noto. è il creatore della dialettica (tant'è vero che nelle Lezioni di S1oria della Filosofia afferma che non c'era proposizione di Eraclito che egli non avesse accolto nella sua logica). Per K. R. Popper. Eraclito è «un pensatore di eccezionale forza e originalità- nei cui frammenti si ritrovano però molti tratti «caratteristici delle moderne tendenze storicistiche e antidemocratiche» (K. R. Popper. La socielà aperta e i suoi nemici, voi. I. tr. it. Armando. Roma 1973. p. 36). Che tale giudizio si accordi con la pretesa stessa di Hegel non è poi troppo paradossale. visto che lo «storicista» Hegel è appunto. per Popper. «un diretto seguace di Eraclito» (La società aperta. cit.. voi. II. p. 41). Da «dilettanti che ammirano la ruolo dell'ADN nella trasformazione del bacillo della polmonite - un fenomeno relativamente isolato, e che ha relativamente pochi casi analoghi -. Poi sono venute le scoperte essenziali che descrivevano /'eV{}/uzione spaziotemporale dell'ADN: la sua duplicazione, il suo ruolo nella si111esidelle proteine. li rapporto simbolico del resto della Biologia con /'A DN viene allora espresso mediante un vocabolario caratteriSJico:codificazione, informazione genetica, messaggio ... ecc. Tutti termini tratti dalla simbolica umana, e che servono a mascherare il carattere incomprensibile, non formalizzabi/e, di questa corrispondenza. Le attuali teorie fisiche si sottraggono a questa inconseguenza perché il loro oggetto, il campo, è la stessa pregnanza di cui si studia il comportamento spaziale. Le forme-sorgenti sono le singolarità del campo, ossia quelle che di solito si chiamano particelle. Tuttavia, ci si può domandare se l'invincibile nostalgia dimostrata da molti fisici per una teoria del campo unitario non sia il rifksso, nella Scienza, della nostalgia monoteista del sentimento religiosoper il Dio un.co: unificare tutte le pregnanze della sommità, conferendo loro un punto supremo unico e indicibile. Concludiamo con ciò che forse ha mOfivato questa discussione: i modelli «catastrofici» in Biologia sono o no esplicativi? Se ci si limitasse a descrjvere la morfologia spazio-temporale delsplendida storia dei presocratici» (per citare ancora da Popper, questa volta da Congetture e confwazioni, tr. it. Il Mulino, Bologna 1972, p. 236) vogliamo allora proporre una sorta di «viaggio» nella cosmologia eraclitea in cui, approfittando dell'occasione offerta dal terzo volume della Sapienza greca (che Giorgio Colli ad Eraclito aveva dedicato e che stava ultimando quando venne sorpreso dalla morte, nel gennaio 1979), cercheremo di individuare dei percorsi differenti da quelli che sembrano portare «direttamente» a concezioni totalizzanti e autoritarie dell'uomo e della storia. Innanzitutto, due frammenti. li primo contiene l'affermazione che è stata tipicamente assunta come la tesi di fondo di una dottrina del mutamento: «Nello stesso fiume, invero, non è possibile entrare due volte»: ché, infatti, lutto scorre e il dio «disperde e di nuovo raccoglie, e si avvicina e si aJ.Iontana» (Colli, 14 A 45 = 22 B 91 OK). Il secondo suona cosi: «Helios [il sole] invero non oltrepasserà le misure: in caso contrario lo scoveranno le Erinni, ministre di Dike» (Colli, 14 A 81 = 22 B 94 OK). È proprio in questo abbinamento di mutamento («tutto scorre») e necessità («non oltrepassare le misure») che, per Popper, si manifesterebbe cuna delle meno lodevoli caratteristiche dello storicismo» ( La società aperta, cit., voi. I, p. 32). 2. Ciò che è rilevante e ciò che è trasairabile • Per contestarlo, sarà opportuna una digressione sui modelli, prima di fare riferimento alle idee di Thom circa «stabilità e morfogenesi• che intendono «riscoprire» Eraclito. «In ogni buon negozio di giocattoli si possono trovare trenini a molla, orsachiotti, pistole ad acqua, bambole, il gioco del Monopoli, costruzioni di legno, scatole di meccano. Tutti questi sono modelli di oggetti o che esistono, come i treni e gli orsachiotti, o potrebbero esistere (con un po' di immaginazione) ... Tecnologi, economisti, scienziati sviluppano la comprensione del mondo attraverso l'uso di modelli, che differiscono dai giocattoli per il solo fatto di essere generalmente più sofisticati» (Pensare per modelli, schemi logici e slrumenti di calcolo, Mondadori, Mil'embrione mediante una successione di catastrofi (elementari o 110), non si farebbe granché: si sarebbe nella situazione del paleografo capace di decifrare le parole isolate di una epigrafe, ma incapace di ricostruirne il senso globale. Ma nella misura in cui si possono collegare i diversi potenziali locali a una struttura analitica globale (a una «pregnanza'globale»), allora c'è, realmente, spiegazione. Ora, ho provato a descrivere questo generarsi successivo di polenziali locali, almeno per le prime fasi dello svi: luppo. Evidentemente, non ho conseguito in tal modo il livello ontologico supposto fondamentale, quello della molecola; ma si potrà auingere a questo livello senza intermediari? È almeno lecito dubitarne. Sarebbe evidentemenle molto importante capire quali siano le pregnanze globali che -souendono lulla l'attività scientifica. Nel caso in cui queste pregnanze non costituissero degli universali della natura umana, ci si potrebbe chiedere se la costituzione della scienza come sapere insieme razionale e inlelligibile, con validità universale, non sia totalmente utopica. Ci sono, credo, alcuni motivi di speranza. Avanzerei la seguente ipotesi: tutte le grandi discipline scientifiche sono sottese da una pregnanza la cui sorgente (ossia il fine) è un non-detto, un indicibile, nel senso che, di solito, lo scienziato che pratica una scienza non ne ha coscienza (e forlano 1979, p. 10). In questo schema rientrano anche altre situazioni familiari. Chi di noi non ha mai fatto uso di una carta per orientarsi, poniamo, in una città sconosciuta? Al problema originario (giungere, per esempio, nella piazza del Municipio) circa il sistema reale (la città) è facile sostituire un problema relativo al «modello» (individuare sulla carta il contrassegno della piazza municipale), trovare ivi risposta (il riconoscimento sulla carta delle vie d'accesso) donde ricavare infine una risposta relativa alla città (imboccare una delle vie d'accesso alla piazza). Per quanto semplice, questo esempio basta a mettere in luce come un modello sia un marchingegno, un espediente, una sorta di «macchina immaginaria» che l'uomo costruisce sfruttando una anologia e che può essere riferita a quel settore della realtà che è oggetto di studio in quanto le configurazioni successive del sistema rappresentato vengono «simulate» da quelle corrispondenti del modello. Che «modelli» siano anche, poniamo, gli schemi del sistema solare secondo la meccanica di Newton o secondo la relatività generale di Einstein come le raffigurazioni dell'atomo ideate da Rutherford e da Bohr, ecc. - quindi degli schemi notevolmente più complicati dei nostri giocattoli o della nostra carta - non deve farci dimenticare che è proprio la semplificazioneaslrazione del modello rispetto alla situazione modellizzata che garantisce l'efficacia del procedimento stesso. Anche nei modelli utilizzati nella ricerca applicata, in cui più spinto è l'accordo numerico coi dati, c'è sempre un taglio qualitativo. Ma come selezionare quel che è rilevante da quel che è trascurabile? Ecco il problema di fondo della costruzione di un modello: un gioco in cui possono entrare i «selettori» più svariati- dalle metodologie alle metafisiche influenti, dalle concezioni generali del mondo all'immagine complessiva della scienza che i ricercatori via via si plasmano. 3. Il privilegio del geometra Non è certo il caso di affrontare qui questo groviglio. C'è però una storia che vale la pena di raccontare in breve. Nel Cinquecento uno dei grandi stuse rigetterebbe questa idea come metafisica o fa111asmatica).Ciò che caratterizza questa zona di contatto cieco, è il fatto che essa non pone problemi espliciti. Tentiamo tuttavia di darne una formulazione. Per la matematica: riconciliare il caratterenecessariamente discreto della generatività (della costruttività) con l'intuizione del continuo. Per la fisica: Esplicitare il rapporto Iraspazio e tempo con gli oggetti (materia e radiazione) che vi si possono osservare (cfr. il principio di Mach). Per la biologia: render conto della (relativa) permanenza della morfologia degli esseri viventi. Per le scienze umane, si veda la nota 2. Manifestamente, queste tre formulazioni ruotano attorno all'opposizione: Continuo-Discontinuo. Mi si rimprovererà sicuramente di avere ceduto, qui, alla mia paranoia personale. Ma ritengo più nalurale, in ogni caso più filosofico, essere un paranoico del Verbo che un paranoico dell'acido deossiribonucleico. Traduzione di Maurizio Ferraris Note (') Ci si può ragionevolmentedomandare se i meccanismigeneticipuri sianoingrado di assicurarela trasmissionedi una Gestalt; non si vede come la Chimica- per la quale diosi di meccanica, Guidubaldo dal Monte, criticava l'idea che nello studio della bilancia, si considerassero parallele le linee di discesa dei pesi sospesi allo strumento. Essi, argomentava, sono a rigore convergenti verso il centro della terra. Galileo invece non esitava ad assumere una premessa (il parallelismo dei pesi), manifestamente falsa in ogni regione della superficie terrestre. E, più di mezzo secolo dopo, cosi il galileiano Torricelli liquidava la questione: «Immaginiamo ora di portare la nostra libra [bilancia] meccanica, oltre la Libra stellata del firmamento, ad una distanza infinita. Chi non comprende che ormai i fili di sospensione non saranno più convergenti, ma esattamente paralleli tra loro?» Ma noi, purtroppo, non possiamo di fatto portare alcunché a una distanza infinita dalla superficie terrestre! Ecco un'obbiezione, valida per Guidubaldo, che per Torricelli è semplicemente irrilevante: «li geometra ha un privilegio suo peculiare, che è quello di eseguire, in virtù dell'astrazione, ogni operazione mediante il suo intelletto. Chi mi negherà pertanto, se mi piace, ... di supporre la libra lontano, oltre i confini del mondo?» I nostri modelli sono - per dirla con lo storico e filosofo dell'arte Ernst Gombrich - più mappe che specchi: ricostruzioni razionali, se non addirittura falsificazioni razionali, che possono «se piace» deformare in modo caricaturale ciò che raffigurano. Ma proprio questo è il «privilegio del geometra». 4. La fabbrica dei cieli Vedremo tra poco come René lbom faccia spregiudicatamente uso di questo privilegio. Prendiamo in esame, per intanto, alcuni modelli concernenti la forma della terra e la sua posizione nel cosmo. È una modellizzazione che affonda le sue radici nella tradizione religiosa, nel mito, nella favola, nella magia. Ma è anche il banco di prova della filosofia scientifica, agli albori del pensiero greco. Talete sembra affermasse che la terra è sorretta dall'acqua, sulla quale galleggiacome unanave; piùaudacemente di !ui, Anassimandro ribatté che la terra non era trattenuta da nulla, scartanla localizzazionespazialeè in viadi principio indifferente- possaassumerela codificazione precisa di una figura geometrica. Per contro. la Chimica(e dunque la Biochimica)è perfettamente in grado di trasmettere una pregnanza costruita su un gradiente di diffusione(si pensi, ad esempio. ai feromoni negli Insetti). In questo caso. sarebbe perfettamentenaturale pensare che le grandi pregnanze biologiche «codificate•nei gametinon possanoavere forma-sorgente;sotto questo punto di vista. l'assiomalacaniano:«nonc'è significa- . to. c'è solo significante•avrebbe una base materialisticasicura. (2) Ogni disciplinasarebbe legata cosi a un'«aporia fondatrice»; le diverse teorie che miranoa organizzarequesta disciplina corrisponderebberoad altrettante realizzazioni «fantasmatiche• dello scopo inesistente della pregnanza costitutiva. Ci si spiegherebbecosìperchéleScienzeUmane incontrinotanta difficoltàa raggiungerela scientificità;nel loro campo le pregnanze costitutive hanno un impatto immediato sullo scienziato.che può difficilmentesottrarvisi. In Sociologia.per esempio, l'aporia fondatrice è legata alla riflessionesul potere politico e sulla legittimità che lo fonda(formasociologicadel problemadella stabilità delle strutture, analogaall'aporia fondatrice della Biologia);ogni scienziatovivein una societàil cui regimesociopoliticorichiedeun paradigmadi legittimità, generalmente realizzato in un immaginario del passato o del futuro (o nel suo rifiuto). L'adesione personale dello scienziato a _questoparadigma avrà. evidentemente. ripercussioni profonde sulla sua pratica scientifica. do l'idea di un sistema di sostegni o appoggi e ricorrendo invece alla simmetria strutturale del mondo, che garantiva l'inesistenza di una direzione «privilegiata» verso cui potesse verificarsi un crollo. Più tardi Aristotele costruì uno stabile modello del cosmo sulla base della sua teoria dei moti naturali, un modello destinato a durare per circa duemila anni ... Fu solo quando Galileo e Kepler mandarono in pezzi «la fabbrica dei cieli» imperniata sul geocentrismo, che poté riemergere la questione della stabili1à del sistema solare. A detta di alcuni, già l'immagine di Anassimandro della terra posta liberamente nel mezzo di un cosmo stabile per semplici ragioni di equilibrio anticipa la concezione newtoniana di forze gravitazionali immateriali e invisibili. Ma quello della stabilità del sistema solare - mostrare che perturbazioni (relativamente) piccole delle orbite dei pianeti non possono causare fughe o collisioni - rimase un pesante lascito di Newton fino ai fondamentali contributi di Henri Poincaré, fui finire del secolo scorso. Oggi nuovi risultati (in particolare di Arnold, Kolmogorov e Moser, a partire dagli anni Cinquanta) consentono di ritenere sostanzialmente plausibile quella che ancora nell'opera del grande Laplace - circa due secoli fa (1786) - era solo la formulazione di una speranza: «il sistema del mondo ... per merito della sua costituzione e per merito della legge della gravitazione, gode di una stabilità che può essere distrutta da cause estranee e noi siamo certi che la loro azione è insensibile a partire dalle osservazioni più antiche fino ai nostri giorni». S. Il passaggio coae salto Mentre Poincaré avviava alla soluzione la questione della stabilità del sistema solare sbloccando una crisi paragonabile a quelle su cui si innestarono agli inizi del Novecento relatività e fisica quantistica e costituendo in disciplina autonoma un nuovo ramo della geometria, la lopologia, si apriva un vasto dibattito circa la natura della teoria fisica e dei modelli dei sistemi reali che doveva ben presto coinvolgere alcuni dei nomi più prestigiosi della matematica e della fisica dell'epoca:

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