Alfabeta - anno II - n. 10 - febbraio 1980

.9 l:.: ..e:, ..e:, tt e ...... Herbert von Karajan, Sir Georg Solti, Clau dio Abbado, Wilhelm Furtwangler, Bruno Walter, Arturo Toscanini, Carlo Maria Giu lini, Lorin Maazel, Zubin Metha, Rafael K ubelik, Riccardo Muti, Mstislav Rostropovi eh, Gennady Rozhdestvensky, Carlos Kleib er, Leonard Bernstein, Yehudi Menuhin, D avid Oistrakh, Salvatore Accardo, Pablo C asals, Andres Segovia, Herbert Tachezi, H elmut Walcha, Wanda Landowska, Quartet to Amadeus, Quartetto Italiano, Trio Beau x Arts, Trio di Milano, I Musici, Robert Cr aft, Walter Marchetti, Juan Hidalgo, Karlhe inz Stockhausen, Paolo Castaldi, John Cage Uto Ughi, Luciano Berio, Igor Stravinski,R obert Ashley, Nikolaus Harnoncourt, Christ opher Hogwood, Collegium Aureum, David Munrow, Karl Richter, Maurizio Pollini, Wi lhelm Backhaus, Vladimir Horowitz, Gustav Leonhardt, A. Bene~etti Michelangeli, Wilh elm Kempff, ALfred Cortot, Dino Ciani, Br uno Canino, Alexandre Rabinovitch, Svjato slav Richter, Edwin Fischer, Lazar Berman, Giancarlo Cardini, Antonio Ballista, Lucian o Pavarotti, Placido Domingo, Joan Sutherl and, Demetrio Stratos, Donella Del Monaco London Symphony,Wiener Philharmoniker, Orchestra del Teatro alla Scala di Milano, P hiladelphia Orchestra, Accademy of st. Mar tin-in-the-Fields, Los Angeles Philharmonic, e molti altri in incisioni: Deutsche Grammophon, Decca, Philips, Ri cordi, CBS, EMI, Nonesuch, Supraphon, T elefunken, Harmonia Mundi, Archiv, L'Ois eau Lyre, Argo, EMI Melodya, Decca Hea dline, Nova Musicha, Cramps, Erato, Cetra Italia, Ars Nova, RCA Un esempio Demetrio Stratos: cantare la voce Investigazioni (diplofonie e triplofonie). Passaggi _1 ,2. Criptomelodie infantili - Flautofonie ed altro - Le Sirene Collana Nova Musicha n. 19- Cramps 5206119, L. 7.200 Ritagliate e spedite a: Disco Club - Disco Mail Casella Postale 602 20 I00 Milano Telefono 02/8053395 DI lo I 1 □ lo I -------- Desidero ricevere il Catalogo-Guida che pagherò in contrassegno e che mi verrà scontato al primo ordine. Desidero ricevere i dischi come da lettera allegata che pagherò in contrassegno. Desidero ricevere gratuitamente e senza alcun impegnola propostaDiscoideae il Vs, listino prezzi. I cognome:_____________ _ I nome 1 via città _______________ _ N.8. Le spese postali sono a carico del destinata r importi fino a L. 65.000. oltre tale cifra son zione, era considerato il libertino). Se la «macchina desiderante>, se !'«inconscio macchinico> di Deleuze e Guattari può essere pensato come congegno «molecolare>, prepersonale e presimbolico, sempre proteso alla distruzione delle grandezze «molari> che lo circoscrivono, non si può dire la stessa cosa per i soggetti e per i corpi studiati da Foucault; soggetti e corpi che non possono essere pensati autonomamente dal dispositivo di sessualità che li attraversa; soggetti e corpi che non possono pretendere a nessuna naturalità, e che il genealogista, durante le sue incursioni erudite, vede vivere, funzienare, soffrire e resistere all'interno del medesimo spazio scenico, che saperi e poteri popolano puntigliosamente: uno spazio che non sa esibire, al nostro sguardo inquieto e indagatore, zone d'ombra invisibili, o luoghi sconosciuti e inaccessibili. In questa epifania solare e trasparente, non c'è posto alcuno per una naturalità oscura ed inafferrabile, oppure dominata e repressa. « ln realtà, si tratta piuttosto della produzione stessa della sessualità. Questa non deve essere considerata come una specie di dato naturale, che il potere cercherebbe di domare, o come un campo oscuro che il sapere tenterebbe, a poco a poco, di svelare» (La volontà di sapere, pag. 94). Se ancora, in questo quadro, un silenzio ed un non detto possono imporsi, si tratta di cogliere la loro inerenza alla positività delle strategie di cui, bene o male, fanno senza dubbio parte. «Non c'è uno, ma più tipi di silenzio, ed essi fanno parte integrante delle strategie che sottendono ed attraversano i discorsi> (ivi, pag. 28). Volendo «provocare> il testo di Deleuze e Guattari (L'anti-Edipo, Torino, Einaudi, 1972), potremmo insistere sul nesso molare- molecolare, sulla relazione tra produzione desiderante e produzione sociale, mostrando tutta la difficoltà di pensare uno dei due termini autonomamente, entro l'orizzonte di una sorta di ontologia materialistica dell'inconscio macchinico. Una provocazione analoga, attor~ no all'ultimo saggio di Foucault, dovrebbe seguire - dopo quanto si è detto - un tracciato diverso ed antitetico: dovremmo chiederci se sia possibile vedere i soggetti, i corpi viventi e «resistenti>, soltanto come un congegno interno ai dispositivi che li attraversano e che, in un certo senso, li producono. Se è possibile, come sembra pensare Alessandro Fontana (cfr. la Prefazione a: J. P. Aion - R. Kempf, Il pene e la demoralizzazione de/l'occidente), che queste figure soggettive (i libertini, gli onanisti, le isteriche, gli omosessuali, i perversi, ecc.), facciano capo a_ delle vere e proprie contropolitiche, sarebbe forse lecito, ribaltando la prospettiva, vederle come emergenze capaci di sabotare il dispositivo di sessualità, ed insieme i focolai locali di sapere e di potere che lo costituiscono. I saperi che non funzionano, che non penetrano i corpi e le «coscienze>; i meccanismi di sorveglianza e di controllo che si inceppano; le tecnologie , dell'assoggettamento, che vedono franl'Umarsila loro capacità di dominio e la loro positività rassicurante: è proprio attraverso la frastagliata costellazione di queste disfunzioni che possiamo cominciare a leggere la consistenza di quelle emergenze soggettive e l'efficacia delle contropolitiche che esse inaugurano. Le ricerche genealogiche già avviate cominciano a renderci familiare quesro paesaggio. Basterebbe pensare a tutte le volte in cui ci siamo imbattuti- nel corso di uno studio sulla psichiatria italiana ottocentesca - nei frequenti scacchi di una nosologia e di una terapeutica, incapaci di controllare, di classificare e di curare, e perciò costrette a rendere visibile questa impotenza, confessando che buona parte dei degenti, in una certa epoca, vengono ricoverati per «cause sconosciute> (P. Salerio, Tavole stati-. stiche del quinquennio 1857-1861 degli alienati di San Servo/o, Venezia, 1862). Questa inadeguatezza dei saperi offusca la trasparenza della relazione tra i soggetti ed i dispositivi che dovrebbero investirli: una relazione più complicata e meno lineare di quanto potessimo sospettare, che ci costringe ad integrare lo sforzo analitico con i rischi e le peripezie di un lavoro interpretativo. O soggetto in(ame Uno sguardo analitico e positivo è dunque insufficiente a spiegarci lo scarto e la distanza tra i dispositivi e la materia che essi attraversano (cfr. N. Fusini, «Volontà di sapere> in li piccolo Hans n. 19, pp. 171-175). Questa sfasatura trova le sue ragioni non tanto - o perlomeno non soltanto - dalla parte dello spessore opaco e resistente di questa materia (che diventerebbe, cosi, un luogo misterioso, da considerare con una sorta di ammirazione stupefatta ed impotente), ma anche dalla parte delle sue capacità attive; capacità dei soggetti e dei corpi di stravolgere la superficie compatta dei dispositivi, costringendoli a ripiegarsi ed a spostarsi o addirittura a rifondare le proprie strategie di controllo. La potenza attiva Ciel soggeuo infame e la sua persistente presenza dentro ai territori della nostra modernità, sono dunque in grado di inaugurare delle contropolitiche, con le quali saperi e poteri debbono continuamente fare i conti. Il soggetto infame viene cosi parlato ed attraversato dai saperi e dai poteri, che cercano incessantemente di conoscerlo e di assoggettarlo, scontando molto spesso i loro limiti e la loro inadeguatezza. Il diritto, la medicina legale, la psichiatria e la psicanalisi: il popolo notturno dell'infamia scorre sotto queste griglie, riuscendo spesso ad evitarle, talvolta a sconvolgerle, oppure, rimanendo preso entro la loro morsa implacabile. Questo teatro di guerre sorde e di scontri sotterranei - che la storiografia nostrana crede di poter ignorare - viene ora visitato dal saggio di Jean Paul Aron e di Roger Kempf (li pene ecc., cit.): un curioso puzzle, molto lontano dalla teoria, scritto dalla parte del vissuto, o, se si vuole, dalla parte di quell'infamia e di quella perversità che qui celebrano, finalmente, i loro fasti e le loro disavventure. «La storia riabilita il vissuto senza nulla concedere alla psicologia, raccoglie le informazioni senza cadere nel realismo, sdrammatizza l'omosessualità senza occultarla, apre la pratica del desiderio senza avocarla> (ivi, pag. 73). L'ipotesi «repressiva:., consapevolmente adottata dagli autori, in diretta polemica con le posizioni di Foucault, dischiude al nostro sguardo una straordinaria varietà di personaggi (in genere onanisti ed omosessuali), che vengono sistematicamente contrastati dalle tecniche e dai saperi di un dominio inesorabile. Il vissuto viene cosl guardato dal punto di vista dei meccanismi che lo reprimono, senza che venga messa a fuoco la sua possibilità di interrompere o di mettere in crisi i flussi çli controllo che il potere borghese, durante il XIX secolo, riusciva a mobilitare. D'altro canto, questi flussi di controllo ci paiono troppo simili tra loro, e sembrano congiungersi in un intreccio privo di strappi e di smagliature: dall'istanza giudiziaria alla perizia psichiatrica, dalla procedura di polizia all'accertamento medico-legale, la continuità viene sempre garantita, all'interno di «un ordine orizzontale, le cui componenti si spiegano in piena luce sotto il segno dell'eguaglianza> (ivi, pag. 75). Su questo terreno le conclusioni sono, molto probabilme-nte, un po' meno scontate. Si sa, ad esempio, che nei primi decenni dell'Ottocento l'armonizzazione tra l'istanza giudiziaria e l'intervento psichiatrico fu piuttosto problematica. Si trattava di convincere i giudici come il delirioparziale - che mostra nel folle una capacità di giudizio e di ragionamento, anche se a partire da premesse manifestamente false - potesse dar luogo, una volta riconosciuto nell'accusato, ad un verdetto di assoluzione a causa di i"esponsabilità. L'irresponsabile, in altri termini, non è necessariamente colui che vive sotto il dominio di una follia totale, che lo aliena da se stesso e dal mondo: è anche colui che, entro certi limiti, sa ragionare e riesce ad avere coscienza del suo stesso delirio. Seguendo questa strada, contro i pregiudizi degli ambienti giudiziari inglesi, il difensore di Hadfield (che attentò, nel 1800, alla vita di Giorgio III), riusci ad ottenere l'assoluzione dell'imputato (cfr. T. B. Howell. A complete collection of state trials ecc., Londra 1809-1828), Seguendo la medesima strada, circa trent'anni dopo, Esquirol - uno dei padri fondatori della psichiatria moderna - dovrà portare avanti la stessa battaglia, per convincere dei magistrati ancora dubbiosi e recalcitranti (cfr. oltre ai lavori di Esquirol, anche Georget, Discus-. sion medico-légale sur la folie, Paris 1826). La ricchezza del libro di Aron e Kempf, comunque, va ricercata altrove: dalla parte del vissuto, come si è già detto; dalla parte di un soggetto infame che finalmente viene, per così dire, scoperchiato_ f:. in ogni caso un libro di pane: intendiamo dire di parte maschile. La donna vi figura assente, o, quantomeno, assai poco pericolosa, anche se perversa. La tesi andrebbe sottoposta a verifica: partendo, intanto, con l'analisi di un testo fondamentale, famoso forse quanto il celebre saggio di Tissot, dedicato alla masturbazione; un testo che senza dubbio gli autori conoscono, e che circolò quasi subito in traduzione italiana (cfr. D. T. Bienville, La Ninfomania, o sia il furore uterino, Venezia 1786). Polizia del.l'anima L'ipotesi repressiva e la teoria del potere come investimento positivo, rischiano entrambe, in ultima analisi, di comprimere eccessivamente lo spazio della soggettività: essa_rimane subalterna alla repressione che la domina o ai dispositivi che la attraversano. In questa direzione, la ricerca genealogica muove ancora i suoi primi passi, senza offrire, in qualche modo, comode scorciatoie o rassicuranti certezze. C'è comunque un indirizzo fondamentale, al suo interno, un nucleo forte che va ulteriormente precisato ed arricchito: la critica distruttiva dei saperi, che coincide con le risposte che potremo dare ad una domanda riformulata da Foucault nella prefazione a La volontà di sapere: «In che modo, nelle società occidentali moderne, la produzione di discorsi a cui si è attribuito (almeno per un certo periodo di tempo) 11nvalore di verità è legata ai vari meccanismi ed istituzioni di potere?> (pag. 8). La radicalità del quesito non deve essere sottovalutata, o rimossa: se la si accetta, non è più possibile criticare il testo foucaultiano (e le sue aporie relative allo statuto della soggettività), servendosi di saperi già codificati, come la psicanalisi, ed accettati disinvoltamente come valori di verità. Né sembra possibile allineare questi saperi, questi valori di verità - cosl disincarnati e perciò sottratti ad uno sguardo critico - con tutte le molteplici discorsività che l'occidente capitalistico ha prodotto attorno al sesso, e che Foucault analizza sempre come parti integranti di un dispositivo, di una strategia, di una trama di rapporti di forza. Sarebbe forse più interessante applicare a questi stessi saperi, che nascono sopra la crisi della ragione classica, l'acido corrosivo dell'approccio genealogico. In questa maniera, potremmo forse riutilizzarli, con maggiore fantasia e creatività e, soprattutto, rimanendo al.l'altezza della crisi che oggi attraversa, ineluttabile, ogni nostra certezza. In questa direzione sembrano muoversi alcuni recenti lavori di Alessandro Fontana (cfr. tra gli altri, Casrrazione e complesso): il congegno teorico fondamentale dell'edificio psicoanalitico viene qui smontato, cercando di scrivere la storia dei pezzi che lo costituiscono, e soprattutto tentando di ricostruire attraverso quali congiunture questi stessi pezzi hanno potuto funzionare all'interno di un unico dispositivo. Il percorso che va dal diritto alla medicina legale, dalla psichiatria alla psicanalisi, viene cosl analizzato nei suoi momenti di rottura e nelle sue linee di continuità. «La polizia dell'anima> e la normalizzazione dei corpi oiventano capitoli di una !,ungastoria che oggi, finalmente, possiamo cominciare a scrivere. Ed è una scrittura che può svilupparsi secondo stili e modalità differenti: nelle forme austere del saggio, della ricostruzione storica, ma anche nelle forme più leggiadre del-' l'invenzione poetica e del racconto letterario. Quest'ultima strada è stata seguita, qualche anno fa, da Roberto Calasso (cfr., L'impuro folle), in un romanzo «genealogico>, dove la storia del Presidente Schreber viene scritta utilizzando la parola del soggetto contro quelladi chi - psichialraprimae psicoanalista poi- ha preteso di curarlo e di dirigerlo. «Un'oscura categoria, un lacerto di carne arcaica si trova al centro di tutta la vicenda di Schreber: /' assassinio dell'anima» (ivi, pag. 29). Nel romanzo, la verità di Schreber vive ancora tra noi: «L'Ordine del Mondo è minacciato dal femminile> (ivi, pag. 117). Schreber non è morto, sentiamo ancora la sua presenza: egli «non è guarito> (ivi, pag. 120).

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==