Alfabeta - anno I - n. 3/4 - lug.-ago. 1979

Lacampagnealettorale uesto numero del Giornale dei Giornali è per metà una ricerca e per metà una breve rassegna della stampa. La ricerca si basa soprattutto sull'analisi quantitativa delle prime pagine di sei maggiori quotidiani nazionali. volta a stabilire la ripartizione dello spazio fra partiti e personaggi politici nel periodo fra il 1°maggio e il 3 giugno. L'analisi è condotta con criteri espliciti e con procedure controllabili: i risultati sono confrontabili con· quanto si può ricavare dall'analisi qualitativa dei contenuti. Abbiamo riunito per comodità del lettore analisi quantitativa. analisi qualitativa e rassegna dei commenti in sei «profili». uno per ogni testata presa in esame. Abbiamo considerato nell'analisi anche gli articoli sulle elezioni europee. dato il carattere misto della campagna elettorale. Non ci siamo però occupati di mettere in rilievo gli aspetti relativi alle elezioni europee e abbiamo concentrato l'attenzione sul voto per le elezioni politiche nazionali. Corriere della Sera: «Equidistante» ma favorevole alla riforma e.lettorale Il 3 giugno il Corriere della Sera pubblicava l'unico editoriale di questa campagna elettorale. Un giornale non è un partito: «Allora per chi votare? Si disilluda il lettore che si aspetta di trovare in questa nota domenicale un suggerimento risolutivo.[ ...] Sul piano dell'informazione abbiamo cercato di essere equidistanti». L'editoriale polemizza con quei giornali che hanno praticato e praticano l'uso di 'consigliare' i lettori nel giorno del voto. «Ciò fa diventare il giornale un partito. Noi non crediamo che oggi un giornale debba essere un partito». Fino a che punto il Corriere della Sera è stato equidistante come afferma il suo direttore. Franco di Bella? Sul piano della distribuzione quantitativa degli spazi fra i partiti non lo è stato certamente. né lo poteva essere. La DC ha ottenuto da sola metà delle interviste e più del 40% degli 'spazi' in prima pagina. Si può aggiungere che una parte consistente dello spazio DC si deve attribuire ad Andreotti. che figura in testa alla «classifica» dei personaggi del Corriere. Senza Andreotti. la DC otterrebbe uno spazio analogo a quelli del PSI o del PCI. cioè attorno al 20%. E da notare che il PCI raggiunge sul Corriere la sua percentuale più elevata. I partiti minori risultano invece alquanto penalizzati. trenne il PSDI. il cui dato è influenzato dagli articoli dedicati al ministro Nicolazzi per il suo piano di risparmio energetico; il PSDI è anche il solo partito. oltre ai tre 'grandi'. ad avere una intervista in prima pagina. Discreta la presenza dei radicali. se si considera che supera quella dei repubblicani e dei liberali. Una iniziativa che sottolinea vistosamente le intenzioni «equanimi» di Di Bella è la prima pagina del 2 giugno. interamente dedicata a brevi messaggi programmatici di tutti i partiti a base nazionale; ad essa si deve l'unica presenza del MSI sulla prima pagina dei sei quotidiani. Fino al 27 maggio gli articoli di fondo politico-elettorali sono stati molto scarsi. Dal 27 maggio il Corriere della Sera ne pubblica uno al giorno. affidati ciascuno a u·ndiverso commentatore. In generale. rispettano la consegna di non dare esplicite indicazioni elettorali. anche se non mancano le suggestioni ideologiche - di segno prevalentemente conservatore-capaci di influire sulle valutazioni del lettore. Prevalgono le osservazioni sulla «ingovernabilità». sul malumore e la sfiducia della gente verso i partiti. sullo stallo della situazione politica. In questo senso. la linea era stata data soprattutto da Ronchey con quattro articoli di fondo apparsi fra il 15 aprile e il 25 maggio. È proprio in essi che la «equanimità» dibelliana si rompe clamorosamente. con una intensa pressione per una modifica del sistema elettorale. volta esplicitamente a trasformare il «fattore K» ovvero i termini della presenza del PCI nel sistema politico. a cura di Inaex - Archivio Critico dell'Informazione Alberto Ronchey. OMalumore in Italia (Corriere della Sera, 15 aprile) «Ora in Italia il malumore è grande. anzitutto negli strati decisivi dell'elettorato fluttuante [...) Ma la questione più grave rimane la paralisi del sistema. Le elezioni anticipate si ripetono. ma non affiora la possibilità che il Parlamento esprima una maggioranza capace di governare e un'opposizione capace di rappresentare l'alternativa. Oggi Io ammettono: all'interno degli stessi partiti. osservatori e critici come il democristiano Mario Segni. il socialista Giuliano Amato. il comunista Mario Tronti. Eppure la legge elettorale detta proporzionale. che è all'origine della paralisi. appare intoccabile. anche se con l'obbligo delle grandi coalizioni nessun partito è più responsabile di ciò che fa». Alberto Ronchey. L'Ingovernabilità (Corriere della Sera, 24 aprile) «Essendo fra coloro che "vanno ricamando" sulle proposte di modifica partito non vuole affatto dire che sia un quotidiano di partito e del resto. questa volta. non ha fatto la campagna elettorale soltanto per la DC. Ma proprio per questo. per la sua capacità di intervenire negli squilibri interni ai partiti e. contemporaneamente. su diversi partiti. il quotidiano di Montanelli ci sembra agire con un'agilità e una determinazione tali da farlo divenire un gruppo di pressione di straordinaria efficacia. In .questo senso. agisce come qualcosa di più di un semplice organo di partito che. ovviamente. deve aderire alla organizzazione che Io esprime. // Giornale riflette invece gli interessi immediatamente sociali degli strati cui si rivolge. le scelte politiche e di partito conseguono a quegli interessi e all'analisi della tattica più adeguata per sostenerli. Per inciso. ci sembra che manchi nell'area di sinistra un giornale capace di un'adesione altrettanto immediata e manovriera agli interessi di classe dei propri lettori. Si possono dare diverse interpretazioni di questo fatto ed anche ritenere giusto tanelli (22 aprile) dal titolo Auguri a Pannella. di cui riportiamo qualche brano. Vale-inoltre la pena di ricordare che. fra le indicazioni di voto del Giornale per le elezioni europee. figurano anche candidati socialisti e radicali. Indro Montanelli. Auguri a Pannella (Il Giornale, 22 aprile) «Anche noi abbiamo sempre sostenuto che i .responsabjli delle fosse ardeatine prima di Kappler e Reder. furono gli scellerati che. messe le bombe in via Rasella. nascosero la mano e mandarono a morte gli ostaggi. Ma Pannella è andato a dirlo in casa comunista. e ora reclama sulla pubblica piazza la liberazione di Hess dal carcere di Spandau e il trasferimento delle ceneri dei Savoia nel Pantheon. [ ... ] Noi. è ovvio. non possiamo pronunciarci in favore di Pannella: egli giuoca in un campo che non è il nostro. [...] Un figlio discolo e protervo. un gianburrasca devastatore che dopo 1. Spazi attribuiti ai partiti nella prima pagina di sei quotidiani nazionali (1° maggio - 3 giugno) Partiti % nei 6 Differenza della Corriere Giornale Giorno Messaggero Repubblica Stampa quotidiani % ottenuta alla Camera % % % % % % % DC 45.4 +7.1 41.J 61.3 63.2 40.9 37.1 28.5 PSI 21.3 +11.5 20.7 16.2 9.9 32.8 29.7 18.7 PCI 15.0 -15.4 19.8 8.8 18.0 15.3 13.9 14.3 PSDJ 6.7 +2.9 7.1 8.1 1.5 2.Z 10.6 10.7 PRJ 4.3 +1.3 1.7 I.O 4.4 = 4.1 14.7 PLJ 2.0 +0.7 0.9 4.5 1.5 = = 11.5 PR 2.6 -0.8 2.8 = = 6.6 1.5 4.6 NSU 0.8 o 0.9 = = 2.2 1.5 = PDUP 0.4 -I.O 0.9 = 1.5 = = = MSI O.I -5.2 0.9 = = = = = Diversi 0.8 -I.I 3.2 = = = 1.6 = JVV Juu JOU 100 100 100 100 Nota. Lo spazio attribuito a ciascun partito è stato calcolato: a) in base agli spazi concessi per interventi «diretti:. (interviste, articoli, «tribune», ecc.); b) in base ai titoli che assumono un partito o un esponente di partito come soggetto di quanto riferito nell'articolo. Questi criteri sono stati applicati a tutti gli articoli, indipendentemente dal loro contenu/0 e dal loro riferimento, più o meno diretto, alle elezioni. Non sono stati calcolati gli articoli di commento, dove partiti e personaggi sono oggetto del discorso altrui. Come quantificatori sono stati usati: i) il numero di colonne occupate dai titoli di testa; ii) il numero complessivo degli articoli, indipendentemente dalla collocazione e dalla superficie occupata. La percentuale indicata nella tabella risulta dalla media delle percentuali ol/enute dai due quantificatori. della legge elettorale. chiamati in causa da Enrico Berlinguer. vorrei aggiungere qualche ricamo. Infatti l'impressione è che i comunisti. nel tentativo di liquidare l'argomento con brevi e sprezzanti accenni alla "legge truffa" del '53 abbiano sottovalutato la questione dell'ingovernabilità cosi come è intesa oggi da molti. Forse. continuando a usare certi slogan, obbediscono a riflessi condizionati del passato senza misurare la diffusa richiesta di cambiare non tanto un governo quanto il sistema con il quale si formano i governi in Italia». Alberto Ronchey, O Problema del 4 giugno ( Corriere della Sera, 11 maggio) «Tuttavia, finora. nell'Europa occidentale il ricambio periodico è avvenuto solo là dove non esiste il "fattore K": una forza comunista sufficiente ad impedire che l'alternativa di sinistra sia socialista o socialdemocratica. ma insufficiente. per i timori che suscita a raggiungere la maggioranza sommando i propri voti con quelli dei socialisti o socialdemocratici. [...] Affinché il PCI possa cambiare come richiede la sopravvivenza stessa della democrazia parlamentare. che alla lunga non regge senza utilizzare tutte le forze maggiori. è necessario immaginare un incentivo esterno. che stimoli il revisionismo del PCI. [...] L'incentivo più efficace può essere invece un sistema elettorale che solleciti il PCI e anche gli altri partiti a cambiare. anziché mantenersi come sono». Il Giornale: un giornale-partito È ben noto il rapporto particolare che esiste fra il quotidiano di Montanelli e i suoi lettori: un rapporto dichiaratamente politico. che fa pensare a quello di un quotidiano di partito con i propri militanti. I/ Giornale non si fa scrupolo di indicare ai propri lettori non solo il partito per cui votare. ma anche i candidati su cui far convergere le preferenze. Infatti il 27 maggio ha pubblicato un elenco di« 118 candidati DC consigliati dal Giornale». accompagnato da un preciso editoriale di Indro Montanelli (Ora tocca a voi) sulle indicazioni di voto. Il fatto che // Giornale agisca come un quotidiano di che non vi sia a sinistra qualcosa di simile; ma il «modello» del Giornale andrebbe comunque studiato in modo più analitico e attento. Non si deve pensare però che l'impegno politico dell' «apparato-Giornale » si arresti al campo della comunicazione stampata o audiovisiva (attraverso Telemontecarlo); uomini del Giornale (Bettiza. Sterpa. Zappulli e Vitale) sono stati eletti nelle liste liberali e repubblicane. Il partito-Giornale può cosi contare su 4 deputati propri e su ben 98 parlamentari DC «sponsorizzati» ed eletti. Che questa interpretazione non sia forzata lo si può constatare leggendo l'articolo comparso in prima pagina il 6 giugno. che riporta questi risultati con grande evidenza. Vi si legge: «Novantotto candidati nelle liste democristiane per la Camera. su centodiciotto segnalati dal Giornale per il loro preciso impegno a combattere ogni accordo di governo con i comunisti. sono risultati eletti. Senza fare del trionfalismo. sottolineamo che questo risultato indica come la forza del nostro giornale consista nel particolare rapporto di fiducia che lo lega ai suoi lettori». Dopo aver ricordato anche il successo delle candidature di uomini del Giornale. l'articolo così si chiude: «Come si vede la battaglia per la liberaldemocrazia ha molti soldati pronti a combattere attorno al Giornale». Sul piano quantitativo la DC occupa più del 60% dello spazio mentre i comunisti registrano il minimo del campione. Bisogna aggiungere che buona parte dello spazio dedicato alla DC è impiegato per la lotta di fazione interna al partito. Fra i partiti del centro laico ottengono un certo rilievo PSDI e PLI. mentre i repubblicani sono al disotto della media. Singolare la posizione di socialisti e radicali. Il PSI ottiene uno spazio non molto ampio. ma sufficiente a staccare nettamente tutti gli altri partiti. tranne ovviamente la DC. Craxi. nella «classifica». precede nettamente tutti gli altri esponenti politici. I radicali sono virtualmente assenti dalla prima pagina del periodo preso in esame. ma non si può dire altrettanto per il mese di aprile. quando I/ Giornale pubblicò prima una intervista a Pannella (15 aprile) e poi l'ormai celebre editoriale di Monaver appiccato il fuoco ai mobili e spicinato il vasellame. è scappato di casa per correre le sue avventure di prateria. Ma in caso di pericolo o di carestia. ve lo vedremo tornare portandosi al seguito mandrie di cavalli e di bufali selvaggi. quali noi non ci sogneremmo mai di catturare e domare. Questo è Pannella. Voti non possiamo dargliene. Ma ci auguriamo che sia lui a mietere quelli cbe non ci appartengono». Indro Montanelli. Ora tocca a voi (Il Giornale, 27 maggio) «È curioso: molti lettori seguitano a chiederci quale atteggiamento ha Il Giornale nella scelta elettorale. A noi pareva di essere stati espliciti. Il fatto che a qualcuno non lo sembriamo abbastanza deve dipendere dal ricordo del '76. quando dicemmo: "Bisogna votare Dc. e basta". Certo. formulato così. il suggerimento raggiungeva il massimo della chiarezza. Ma così non possiamo tornare a formularlo perché la situazione è del tutto diversa. [...) Oggi il pericolo del sorpasso non c'è. anche se la Dc seguita ad agitarlo. E quindi ci sembra che gli elettori farebbero bene ad approfittarne per dare un po' più di forza ai tre piccoli partiti laici. che rappresentano pur sempre una garanzia di equilibrio democratico.[ ...] Oggi una possibilità di scelta c'è. Noi vi abbiamo suggerito quello che ci sembra il criterio più sensato per farla. con l'avvertenza che entrambe le alternative-voto liberal-democratico di segno laico. e voto liberal-democratico di segno democristiano purché dato con le "preferenze" - sono valide. Il resto. perdio. tocca a voi». Il Giorno: commento di Afeltra, cronaea DC Nessun quotidiano dei sei che esaminiamo concede una percentuale così alta di spazio in prima pagina alla DC. neppure I/ Giornale. li quotidiano dell'EN I è anche l'unico ad avere in testa alla «classifica dei personaggi» Zaccagnini. È anche l'unico in cui il PCI superi il PSI nella distribuzione dello spazio; i socialisti ottengono la metà di ciò che ottengono in media nel campione. Sembrerebbe il profilo di un giornale sostenitore del «compromesso storico»: alle spalle di Zaccagnini nella classifica c'è subito Berlinguer. In effetti molti titoli insistono sul binomio DC-PO. il più delle volte. però. in termini di contrapposizione. In verità. ben poco nei commenti e negli articoli lascia trapelare elementi espliciti che suffraghino la tendenza emergente a livello quantitativo. Per quanto riguarda i partiti minori. si notano una certa presenza dei repubblicani e l'unica presenza del PDUP nella prima pagina dei sei quotidiani (eccettuata un'altra in una pagina «collettiva». aperta a tutti i partiti. del Corriere della Sera). Da notare anche l'assenza dei radicali. verso i quali c'è un evidente atteggiamento di chiusura. Il Giorno presenta perciò tratti di anomalia rispetto agli altri quotidiani. anche se non è facile darne una interpretazione politica precisa per il carattere un po' anodino dei contenuti. Dopo la Stampa e il Messaggero. il Giorno appare il giornale meno impegnato. almeno sul piano quantitativo. I commenti in prima pagina sono stati riservati esclusivamente ad editoriali- non firmati-del direttore. Gaetano Afeltra. Se si esclude una dura polemica antiradicale - abbastanza esplicita anche se il partito di Pannella non viene citato direttamente - nell'articolo di fondo del 27 maggio VaoIenza f"JSic:a e verbale. gli editoriali di Afeltra appaiono nel complesso privi di indicazioni che implichino una scelta di voto. Lo spazio maggiore viene dedicato al fenomeno del e nuovo qualunquismo». della sfiducia verso i partiti e le stesse elezioni. Tuttavia il tono e gli obiettivi appaiono divergenti da quelli degli articoli di fondo del Corrieredella Sera. In aprile. anzi.// Giorno aveva pubblicato una replica di Giovanni Ferrara alle tesi di Ronchey. Giovanni Ferrara. L'amore-odio per i partiti (// Giorno, I 9 aprile) «Tra le prove dell'ottuso e chiuso conservatorismo che caratterizzerebbe i partiti italiani Ronchey porta anche il rifiuto opposto a chi avanza il discorso sull'eventualità di modificare le leggi elettorali in funzione non-proporzionale. allo scopo di garantire meglio la governabilità del paese. È un discorso che si può ovviamente fare; mi sembre tuttavia opportuno chiedersi se un'Italia nella quale di colpo. per via di nuove leggi. le masse votanti per questo o quel partito si vedessero drasticamente decurtate le rappresentanze parlamentari. sarebbe davvero un'Italia più pacifica e governabile; se il rapporto maggioranza-minoranza cosi costituito aumenterebbe o diminuirebbe il consenso dei cittadini verso le istituzioni. il Parlamento e i partiti. Si può anche pensare che il consenso diminuirebbe; è un'ipotesi ragionevole ed equilibrata. da parte di un osservatore critico». Editoriale. Le incognite (Il Giorno, 3 giugno) «La prospettiva del compromesso storico. di una coalizione che veda insieme al potere i due tradizionali antagonisti della politica italiana del dopoguerra. si allontana però nel tempo. o perlomeno non costituisce una possibilità reale per la prossima legislatura. Questo chiarimento è senza dubbio positivo. ma segna pure un irrigidimento di posizioni tanto più pericoloso in quanto sembra diminuita la capacità di mediazione dei partiti minori. Spetterà dunque soprattutto al Partito Socialista. domani. compiere una scelta che renda governabile il Paese[ ...) Ma l'incognita principale rimane pur sempre se. e come. all'indomani della competizione potrà venir ricostruitopur nella dialettica tra maggioranza e minoranza-quel quadrodisolidarietà nazionale che si era formato di fronte alla crisi economica e al terrorismo. a un terrorismo che. nonostante i colpi subiti. non è certo sconfitto». O Messaggero: «Un voto per l'anità nazionale»? C'è una contraddizione latente nel comportamento del maggiore quotidiano romano sulla vicenda di queste elezioni. Il 3 giugno titolava su 9 co-

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