!onne Un voto per l'uniti nazionale. Il PSI registra suUa prima pagina del Messaggero la percentuale più alta di tutto il campione. poco meno di un terzo dello spazio dato a tutti i partiti. L'ultima intervista prima del voto è quella concessa a Craxi il l O giugno. sotto il titolo Craxi: «Garantire stabiliti politica al Paese»; una precedente intervista a Craxi (13 maggio) veniva pubblicata con il titolo Craxi: «Per 5 anni di stabiliti più fona al PSI». Non crediamo che vi sia un solo osservatore politico che non interpreti qui la parola «stabilità» come un segno di disponibilità a sostenere governi anche con il PCI all'opposizione. dunque con una rottura della politica di unità nazionale. Contemporaneamente. come si vedrà più avanti. i commenti del Messaggero ribadiscono il sostegno alla politica di unità nazionale e attaccano con asprezza quegli esponenti DC che hanno riproposto di spezzare tale politica con un ritorno al centro-sinistra. Il Messaggero è la testata che ha dato maggiore spazio al partito radicale. maggiore anche di quello concesso a tutti gli altri partiti. dopo i tre «grandi». Fabre compare nella classifica dei primi cinque personaggi. cosa che non accade in nessun altro quotidiano per nessun esponente radicale. Eppure i radicali sono i più fieri oppositori della politica di unità nazionale. aturalmente non vogliamo contestare al Messaggero il buon diritto di questo atteggiamento e neppure la sua coerenza politica. dal momento che non sempre la politica segue le regole della logica formale. Ad esempio. lo spazio dato ai radicali affonda le sue radici nella tradizione laica e divorzista del giornale. Ci limitiamo a constatare appunto il quadro di contraddizioni latenti in quella zona politica che si rispecchia nel Messaggero. Un ulteriore elemento di contraddizione potrebbe essere rinvenuto nell'alta percentuale assegnata alla DC. verso cui il giornale è peraltro notevolmente critico. Il Messaggero è. nel nostro campione. il quotidiano che ha dato meno spazio in prima pagina ai partiti. per cui è sufficiente un solo articolo di rilievo (come nel caso dell'intervista ad Andreotti) per spostare in modo considerevole le percentuali. Lo spazio dato ai comunisti non va oltre la media ed è circa la metà di quello andato al PSI. Curiosa la quasi assenza di Berlinguer dalla prima pagina. «sostituito» con Chiaromonte. Come si può vedere dai brani dei commenti di Italo Pietra che seguono, non mancano del resto nel giornale commenti critici nei confronti del PCI. li Messaggero ha affidato quasi tutti i commenti di prima pagina alle note domenicali di Italo Pietra. ex-direttore del Giorno e dello stesso Messaggero. Italo Pietra. La legge del poi (Il Messaggero, 13 maggio) «Mentre gli altri democristiani europei sono vicini ai conservatori e avversi ai socialdemocratici. la DC sdegna il bollo conservatore e ostenta la radice popolare: si arriva al punto che proprio l'ala destra (Bisaglia e Fanfani) lancia ponti. per il dopo giugno. verso la sponda socialista. ln realtà. il partito è sempre quello. ufficialmente popolare ma per tanta parte conservatore dietro la facciata». Italo Pietra. E la sera seguente? (li Messaggero, 27 maggio) cLa DC dice no ai comunisti. ma. riproposto l'obiettivo di cambiare le cose d'Italia anche senza di loro. non dice niente di nuovo e. per giunta. registra l'impressionante riscossa delle sue forze destrorse. I comunisti prendono di mira. e con buone ragioni. quel no DC. ma propugnando al tempo stesso il dogma della partecipazione al governo. non dicono come e in quale misura e in quali tempi intendono "cambiare". con la DC com'è e dov'è». Italo Pietra. Un governo che governi (Il Messaggero, 3 giugno) cli Pii. il Pri. il Psdi sanno quanto sa di sale per i partiti piccoli il pane dell'alleanza con la forte Dc: per loro oggi è importante prendere voti. domani sarà importantissimo usarli per trattare finalmente in modo diverso con la DC. Il problema è particolarmente importante per i socialisti che hanno subito nel trentennio il duplice contraccolpo del frontismo guidato dal Pci e del centro-sinistra frenato dalla Dc: il Psi. che ha ormai convinto tutti della propria autonomia. chiede un rilancio elettorale per assicurare stabi2. Oassifica dei personaggi politici in base allo spazio attribuito nella prima pagina di sei quotidiani nazionali Corriere QS Giomale QS Giorno QS Messaggero QS Repubblica QS Stampa QS Andreolli 25 Craxi 31 Zaccarmini 17 Crax, Il Lrax1 14 Crax1 ll u-axi 1Y Anareotti Jj BerlinJ;!uer ll Anareotti y ZaccaJ;!nini 14 Zaccaf:!nini Il 11er1inJ;!uer lt GaccaJ;!nini Jj Anareotti 1U L,accaJ;!nini o ranJani Il Andreotti 6 Fanfani IO Berlinrwer 9 Craxi 6 Chiaromonte 4 Berlinf!uer 8 Berlinf:!uer 5 L,accaJ;!nini lu uonat Callin 9 Piccoli 6 Fa/Jre 4 Nicolazzi 8 B1asmi 4 r. Lonvo 4 Zanone 4 Nota.QS I Lo spazioattribuitoaipersonaggi èstatocalcolatoconcriterianaloghiaquelliindicatinellatabellarelativa ipartiti.L'indiceQS (Quantitàdispazio) è ottenwo sommando i duequantificatorividescrittip, oichésisonorivelatisufficientementeomogeneiedunivocinello stabilireunagerarchiaN. onsonostaticonsideratgi liarticoli ncuiunpersonaggionon è soggettodeldiscorso(adesempio,nellecitazionidi discorsialtrui). lità e rinnovamento al Paese. Craxi attacca. e con molte buone ragioni. Andreotti. simbolo dell'immobilismo trasformista. ma sa bene che il problema si pone in termini ben più ampi che quello di certe superpoltrone e di certi supernotabili». La Repubblica: più Craxi che Berlin- . guer Forse. la sintesi più efficace dell'atteggiamento della Repubblica sta nel titolo che apriva la prima pagina il 3 giugno: Sarà un nuovo 18 aprile? PCI e socialisti temono il sorpasso democristiano. Accanto. un editoriale di Eugenio Scalfari D rischio di tornare indietro. Più di ogni altro quotidiano. la Repubblica ha fatto ricorso a sondaggi e previsioni: cinque nel mese di maggio. Il 5 maggio la prima pagina si apriva con i risultati di un sondaggio Demoskopea: Crescono DC e PSI, flessioni PC I La sorpresa è Pannella: 5 per cento. Sulla base di questi dati, i commenti del direttore Eugenio Scalfari (i soli pubblicati in prima pagina su temi politico-elettorali) ammonivano circa l'importanza di queste elezioni e sulla necessità di scongiurare un «sorpasso» democristiano nei confronti della sinsitra. Emerge inoltre evidente una impostazione opposta a quella di Ronchey e del Corrieredella Sera sulla «inutilità» di queste elezioni anticipate e sulla conseguente necessità di un cambiamento del sistema elettorale italiano. Anche se la Repubblica rifiuta di dare ai lettori un'indicazione di voto. risulta però abbastanza evidente l'appello. quasi esplicito. ad arginare l'ondata DC con un voto a sinistra. Ma per chi? Per Berlinguer. per Craxi o per Pannella? È indubbio che. in aprile la Repubblica ha dato largo spazio alle iniziative radicali. in particolare alla «marcia laica» di Pasqua (cui partecipò lo stesso Scalfari). ma anche alla candidatura radicale di Sciascia. al passaggio di un deputato comunista al PR. ecc. Nel primo sondaggio Demoskopea inoltre. si metteva in grande rilievo. come si è visto. la «sorpresa Pannella». Bisogna però aggiungere che in maggio lo spazio dato ai radicali è stato molto minore. mentre Scalfari nei suoi editoriali sottolineava più volte il rischio di «ingovernabilità» conseguente all'ingresso in Parlamento di un folto gruppo di radicali. vale anche per il binomio PSDI-Nicolazzi: lo spazio che la Repubblica ha dato al piano di risparmio energetico del ministro socialdemocratico è associato a un atteggiamento duramente critico verso lo stesso Nicolazzi. Eugenio Scalfari. Al destino che vien... (la Repubblica, l maggio) «Come lo presenta Ronchey. sembrerebbe che il "fattore K" possa essere eliminato solo eliminando i comunisti. Altri modi non si intravedono. Ma è questo un sistema? Credo che tutti converranno sul fatto che non lo è.[ ...] Da qualche settimana la risposta di Ronchey anziché politica è diventata tecnica: egli propone una nuova legge elettorale che dia al partito di maggioranza un premio. Non è il solo a sostenere questa tesi. sulla quale ci siamo già un'altra volta intrattenuti. L'altro ieri è stato affiancato da Bettiza. il quale si è inopinatamente proclamato. per l'occasione. liberalsocialista. Questi affiancamenti. dico la verità. mettono in sospetto». 3. Oassifica dei personaggi politici nel• la prima pagina del campione 1 Craxi 92 2 Zaccae:nini 71 3 Andreotti 65 4 Berline:uer 49 5 Fantani .us 6 P. Lone:o 24 7 Nicolazzi 23 8 Zanone 15 9 Piccoli 12 La tabella è costruitaaggregando i valori calcolatpi er ciascunadellesei testatequotidianeche costituiscono il campione. Eugenio Scalfari. Democrazia zoppa, comunisti e qualunquismo (la Repubblica, 27 maggio) «Molti lettori ci chiedono una indicazione di voto. E sbagliano: un giornale d'informazione non prescrive comportamenti ai suoi lettori perché non ne ha né titolo né vocazione. [...] Craxi finora è stato relativamente ambiguo. ma chi legge dietro le righe si accorge facilmente che lo sbocco pressoché inevitabile del PSI dopo il 4 giugno sarà di ripristinare l'alleanza di governo con la DC. [...]. Ma il problema di fondo rimane comunque quello comunista. Il PCI ha fatto molti errori nella scorsa legislatura: non ha compiuto fino in fondo il processo revisionista che aveva iniziato fin dal 1974 e. contemporaneamente. si è fatto 'logorare' dall'abbraccio democristiano. moltissimo. a quelle del 18 aprile 1948 !! del 7 maggio 1953. [...]». La Stampa: per l'area laica, con distac• CO Durante la campagna elettorale La Stampa ha mantenuto una politica di «basso profilo» che si rivela nello scarso spazio dato ai partiti in prima pagina (il più limitato del campione insieme a quello del Messaggero). La vocazione del giornale della FIA T per i partiti laici trova espressione nei risultati dell'analisi quantitativa: la Dc ottiene una percentuale molto più bassa che negli altri cinque quotidiani. mentre PSDI. PRI e PLI ottengono viceversa la percentuale più alta. Questo trova conferma anche nella «classifica dei personaggi» che vede in testa Craxi e dove ai big dei grandi partiti seguono immediatamente Biasini. Pietro Longo e Zanone. Da notare che lo spazio del PSDI. non è. una volta tanto. da attribuire a Nicolazzi. La Stampa è il solo caso in cui lo spazio dato ai repubblicani supera. sia pure di poco. quello del PCI. Più evidente che in altre testate anche la presenza radicale (l'intervista a Pannella in prima pagina è l'ultima concessa ad un esponente politico prima del voto). I due principali partiti della sinistra. PSI e PCI. sono un po' al disotto della media del campione. Una delle caratteristiche della Stampa è il folto numero di articoli dedicati alle elezioni europee e alla prospettiva europea in cui l'Italia si deve collocare. Si può notare che in uno dei rarissimi commenti in cui il quotidiano torinese fa trasparire con chiarezza una indicazione di voto (Può crescere l'area laica? di Vittorio Gorresio. di cui riportiamo un brano più sotto). tale indicazione è motivata precisamente con un «criterio di omogeneità» con il contesto politico europeo. L'articolo confema l'orientamento verso i partiti laici riscontrato a livello quantitativo e nelle titolazioni. Un altro dei temi più battuti dalla Stampa è quello dell'assenza nella campagna elettorale del dibattito sui programmi. in particolare su quelli economici: si vedano ad esempio gli articoli di fondo di Salvatorelli (L'economia dimenticata, 5 maggio) e di Gorresio (Ma per favore diteci i programmi del 28 maggio e I programmi ci sono ma non si vedono del 2 giugno). Durante il periodo elettorale è apparso un solo editoriale. il giorno stesso del voto. dal titolo Contro il disimI temi dominanti di maggio pegno; si tratta sostanzialmente di un appello a non tradurre il clima di sfiducia verso i partiti in una scelta astensionista o in assenteismo politico. Certo non si può dire che La Stampa abbia dato in questo periodo una grande prova di quella passione politica che predica ai lettori. Il distacco con cui ha seguito la vicenda elettorale può essere visto come un segno di equanime serenità. ma anche come il riflesso di un cinismo disincantato. Nella polemica sulla modifica del sistema elettorale. La Stampa ha preso una posizione nettamente contraria in un articolo di fondo di Vittorio Gorresio. di cui riprendiamo alcuni passaggi. Vittorio Gorresio. Falsi specchi elettorali (La Stampa. 13 maggio) «Da noi. chi invoca l'adozione del sistema di tipo britannico dovrebbe tener conto delle conseguenze che ne avremmo. Appunto sull'esempio della Gran Bretagna possiamo fare un'assai facile proiezione dei risultati che avremmo da un cambiamento della legge. Democristiani e comunisti farebbero la parte del leone. collegio per collegio. con sacrificio pressoché totale di quelli che chiamiamo i partiti minori i quali sarebbero tutti condannati alla sorte dei liberali inglesi. vale a dire a una pratica scomparsa dalla scena. con la sola modesta consolazione della sopravvivenza di qualche lista etnica locale. Bel pluralismo sarebbe questo. e singolarmente poco rappresentativo del quadro degli orientamenti politici del nostro Paese. i quali certamente non si esauriscono nell'alternativa dcpci. che è un falso specchio della nazione.[ ...] Se di una riforma abbiamo bisogno ai fini dell'equità nella rappresentanza della volontà popolare non è certo nel senso di rinunciare alla proporzionale. ma piuttosto rendendola aritmeticamente più rigorosa. vale a dire abolendo gli attuali premi più o meno occulti che favoriscono le formazioni maggiori». Vittorio Gorresio. Può crescere l'area laica? (La Stampa. 19 maggio) «Come si spiega l'esistenza. e soprattutto la fortuna elettorale. dei nostri due superpartiti abnormi? Abbiamo sempre votato secondo leggi che entro certi limiti assicurano la rappresentanza proporzionale di tutte le forze politiche. sociali e culturali, ma i risultati sono stati sempre più «bipolari». come suol dirsi. cioè determinati dalla contrapposizione fra la dc e il pci. [ ... ] Cerchiamo in casa i grandi numeri dando i nostri suffragi ai due superpartiti confessionali. ma non appena ci affacciamo oltre confine ci troviamo in minoranza. e neppure possiamo lamentarcene perché l'Europa è laica. Per inserirci meglio nell'Europa facciamo lo sforzo di parlare il suo stesso linguaggio non solo il 10 giugno ma anche il 3. perché non sia troppo tardi». Per quanto riguarda la scelta fra PCI e PSI la previsione di uno sbocco di centro-sinistra dopo il voto suona implicitamente come un invito a rafforzare le posizioni del PSI nel rapporto di forza con la DC. Verso il PCI l'atteggiamento di Scalfari appare alquanto bivalente. come si può constatare dagli stralci che riportiamo più oltre. Una cosa appare certa: la nostra analisi quantitativa mostra che il PCI ottiene sulla prima pagina di Repubblica uno spazio percentualmente inferiore a quello della media dei sei quotidiani nazionali e pari solo alla metà di quello attribuito ai socialisti. La percentuale dei socialisti è la maggiore assieme a quella del Messaggero. Anche la rilevazione sui personaggi conferma l'inclinazione verso il PSI. Craxi è nettamente in testa. mentre Berlinguer viene dopo Zaccagnini e Fanfani. Vale la pena di notare che il giorno seguente alla pubblicazione dell'intervista a Berlinguer. la Repubblica ha dato il titolo di testa alla dura replica del socialista Pelikan (candidato alle europee) e al comunista «dissidente» Vittorio Strada. Le forze moderate che nel 1976 avevano ormai messo nel conto la partecipazione comunista al potere, oggi sono orientate in tutt'altra maniera e chiedono a gran voce la loro esclusione dalla maggioranza. [...]». Nella tavola compaiono i risultati dell'analisi quantitativa delle prime pagine dei Un discorso a parte va fatto per i • dati relativi alla DC. Lo spazio di questo partito è nettamente al disotto della media del campione. ma rimane ragguardevole. in particolare per quanto riguarda le interviste. Bisogna però considerare che lo spazio DC (oltre che ad ovvie ragioni di completezza dell'informazione) si può imputare in parte a motivi di natura polemica. Cosi l'intervista a Fanfani del 20 maggio era seguita il giorno dopo dal titolo di testa Critiche a Fanfani da tutti i partiti I Cosi si limita· la nostra sovranità. Una avvertenza analoga Eugenio Scalfari. D rischio di tornare indietro (La Repubblica, 3 giugno) «'Tanto non cambia niente[ ...]": la gente. interrogata sull'esito del voto. in grande maggioranza risponde così. Ma è proprio vero? [...] In questa situazione. il solo problema sarà di vedere a quali condizioni i socialisti accettano di tornare al governo con la Democrazia cristiana e con quale programma. Un partito socialista forte potrebbe. oltre che ottenere risultati importanti nella distribuzione del potere ministeriale. imporre un programma rigoroso di risanamento della pubblica finanza e della pubblica moralità. Un partito socialista debole vorrà cavalcare tutti i cavalli del rivendicazionismo sindacale e del garantismo velleitario. Comunque meglio forti che deboli. nell'interesse del paese; ma in ogni caso. poco risolutivi. a meno d'un terremoto elettorale. [...] Sono convinto che queste elezioni. cosi noiose e ripetitive in superficie e cosi previste nei risultati e negli sbocchi ministeriali. siano tra le più importanti che l'Italia abbia affrontato in questi trenta anni. In condizioni storiche diverse. esse somigliano molto. cinque maggiori quotidiani a diffusione nazionale: Corriere della sera, Il Giornale, Il Giorno, La Repubblica. La Stampa. I/ valore T indica la quantità di colonne occupate dal tema nei titoli di testa; il valore P indica il numero di volte in cui il tema è comparso sulle prime pagine. Settimanadall' I al 7 T % p % 1. Campaf;!neale/lorale 72 29.1 17 53.1 2. Allentatosede Dc a Roma + 57 23.1 22 68.7 1mpieRode/l'esercizio 3. Elezioniin GranBretaJ;!na 46 18.6 21 65.6 4. Attentatinel Veneto + ferito 18 7.3 6 18.7 dirigentedell'Ansaldoa Genova 5. Avvenimentisoortivi 13 5.3 5 15.6 Settimanadall'8 al 14 1. CampaRnaelettorale 76 29.8 24 72.7 2. AttentatosedeDc romana + 50 19.6 27 81.8 Impiegoesercito 3. CrisienerJ;!eticina Italiae ali'estero 46 18 21 63.6 4. Accordo SALTI/ suf!liarmamenti 20 7.8 15 45.4 5. AnniversarioassassinioAldo Moro 14 5.5 8 24.2 Settimanadal 15 al 21 I CampaJ1nealeuorale 91 37 30 93.7 2. lndaRinisul terrorismo 55 22.4 26 81.2 3. Crisienerf:!etician Italiae a/l'estero 39 15.8 20 62.5 4. IncontroTito - Breznev 16 6.5 9 28.1 5. «Olocausto»in TV 8 3.2 6 18.7 Settimanadal 22 al 28 1. Campaf;!nealellorale 129 52.4 31 96.9 2. Crisienerl!eticain Italiae ali'estero 54 21.9 20 62.5 3. Contrattodioendentistatali 22 8.9 12 37.5 4. Somaloarso vivo a Roma 11 4.5 8 25 5. 1ndaRinsiul terrorismo 10 4.1 14 43.7 ,I
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