Antonio de Viti de Marco - Problemi del dopo guerra

Invece pullulano da ogni parte proposte come quelle d~lle_cas~popol?ri anche_in picco.licentri.e 1:elle c~mpagne, d1stnbuz1one d1 terre a1 soldati, e cosi d1 segmto : idee, che eccitano la immaginazione dei più, perchè ognuno spera di essere il favorito dalla sorte, e che costano relativamente poco allo Stato e giovano molto ai pochi fortunati. E questi pochi saranno verosimilmente i capi del proletariato agricolo, che le classi conservatrici sperano di comperare con un pezzo di terra e con una casa popolare, per rompere le reni al movimento delle masse. 11 progresso generale del paese sta nello elevamento, anche piccolo, delle masse, non nel miglioramento, anche grande, di pochi privilegiati. Ma anche questo argomento è vecchio ; non nasce dalla guerra. Se mai, la guerra; che fu fatta dalla turba del proletariato agricolo, dovrebbe suggerire che le riforme di massa sieno prudenzialmente anteposte a quelle del gruppo. Emigrazione. Ai provvedimenti a favore dei lavoratori che resteranno in Italia, debbon far riscontro i provvedimenti a difesa dei lavoratori che emigreranno. _ Anche il fenomeno della emigrazione è fra noi un problema prebellico; ma la guerra ha posto in maggiore evidenza qualche lato che era stato negletto come quello della cittadinanza e degli obblighi militari degli emigrati; e il dop~- guerra minaccia di inasprire l'esodo dei nostri lavoratori. E noto che molti emigranti italiani', prima o poi, si snazionalizzano da sè. E pure noto che in alcune colonie francesi la snazionalizzazione è indirettamente promossa dalle legii. Dopo 'la guerra il lavoro italiano sarà richi_esto più di prima, secondo ogni razionale previsione, specialmente Biblioteca G '10 Bia'1co

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