Antonio de Viti de Marco - Problemi del dopo guerra

-45- .;i inauguri la politica del Concerto internazionale con fa limitazione e il controllo degli armamenti ? - Vuole che le questioni delle frontiere sieno risolute con la forza delle armi, o a mezzo di equi compromessi ? - Vuole in una parola, un indirizzo che prepari nuove guerre, o che assicuri una pace durevole? -Vuole, sì o no, laSociètà delle Nazioni? A questo dilemma bisogna arrivare, o ·prima o poi, per intendere la portata delle due conenti politiche, che da per tutto si ergono l'una éontro l'altra. · ·· Alla Società ddle Nazioni si oppongono consolidati interessi e vecchie tradizioni politiche. Ad essa aderiscono, invece; tutte le forze democratiche. · Dal cozzo fra queste due correnti, che si contrastano nella Conferenza, è probabile che sia per uscire un compromesso tra la pace durevole e la guerra possibile. Avremo quindi un organi~mo della Società delle Nazioni imperfetto, rudimentale, che avrà bisogno di ·tempo per svolgersi e funzionare. Ebbene, a un siffatto compromesso noi non dobbiamo adattarci. L'opera della conferenza deve essere in parte disfatta, in parte continuata e perfezionata dall'azione politica della democrazia,· prima che il compromesso frutti- ~chi nuove guerre. E la diplomazia che prepara, la pace o la guerra. La diplomazia con trattati segreti è stata finora monopolio di una casta. Questo monopolio deve esser rotto. Fino a che gli eserciti erano professionali o piccoli di numero, il popolo restava praticamente estraneo alla' politica che preparava la guerra, e ai ·sacrifici della guerra guerreggiata. Ma ora che la guerra si è anch'ess·a democratizzata, nel senso che scatena popoli contro popoli, questi non possono restare estranei alla politica estera. La politica, che prepara o evita le guerre; deve esser controllata da. coloro che sono chiamati a combatterle. Questo è il nuovo alto significato politico del suffragio Bib 1otE:..:G-.:i'10B1a'1co

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